lunedì 13 settembre 2021

 


PocoNoti siciliani - Lontani dalla Sicilia e lontani dalla storia 


 

Una raccolta di nomi ed eventi riguardati tutti quei Siciliani che hanno contribuito allo sviluppo della storia umana,lontani dalla propria terra natia ma che la Storia ufficiale,fatta di grandi nomi ed eventi edulcorati,ha accantonato o messo nel dimenticatoio.


 

1-Giuseppe Bono (Hidalgo de Palermo) - Palermo (fine 1500)/(inizio 1600)   - Inventore/Scienziato Siciliano in Spagna 

Siamo nella Sicilia dominata dagli Spagnoli e sto povero cristiano aveva scelto di fare l'inventore o meglio una specie di ingegnere dell'automazione inventando una bella macchina per raccogliere il corallo.
Una specie di campana pesantissima che si spostava con carrucole e corde.
Dentro ci stavano dei poveracci che per ore raccoglievano corallo o altro credo.
Giuseppe dopo essere stato in Toscana se ne ando' in Spagna.
Il re lo prese sul serio e gli diedero varie licenze e contratti per l'uso della sua macchina, tampasio' un poco la' ma poi cummattennu tra Spagna e Portogallo sperava di poter far soldini approdando nelle Americhe ma mischineddu iddu non ci ando' mai.

fonte :
http://www.isspe.it/47-numeri-rassegna-siciliana/rassegna-siciliana-di-storia-e-cultura-n-21/173-giuseppe-bono-qhidalgo-de-palermoq-di-fernando-ciaramitaro.html


 

2-Saverio Scrofani - Modica 1756/1835   -Abate/Falsario/Scrittore/Economista Siciliano in giro per l'Europa

Questo è davvero un bello spicchio,quello che si poteva definire un bohemiene oppure uno sballato completo.
Ma il picciotto ci sapeva fare,certo la vocazione mi sa che scarseggiava,per scapuliarsela da un grosso debito ne usci' con un documento falso e cosi' capii ca era bravo ad ntrallazzare con carte e documenti falsi.
E vai alla pazza gioia!
E tra carte false e fughe il disgraziato mi va a scrivere un bel libretto sulla Rivoluzione francese che ha successo.
Ma viri chi cuosi!
Scrive pure libri sull'economia,l'agricoltura e su un viaggio che fece in Grecia.

Ma il vizio di fare danno non lo lascia,infatti in Francia viene accusato di essere una spia doppiogiochista e si mette puru a rubbare bhaaa ma il disgraziato se la cava e arrinesce a diventare un importante dirigente di un istituto prima a Napoli e poi a Palermo.

 



3-Claudio Bonetti - Palermo (fine 1700)/1828   - Siciliano consigliere/Ministro/Re del Madagascar

Sconvolgente ma vero,un palermitano divenne re del Madagascar!
Ma cu mi.....ia ci u purto'?!
Questo se ne scappo' da palermo perchè nquito' na fimmina e gira e rigira iu a finire in Madagascar e talè a questo dopo esser diventato consigliere è diventato amante della regina.
Eh bravo,il solito tomber de femmes!
E con una sconosciuta raccomandazione (ma va!!) divenne ministro ed appena il buon re passo' a miglior vita il popolo lo accetto' come re e marito della regina.
Ma viri chi cu.....fortuna!
Mischineddu anni dopo viene assassinato.

Il buon Bonetti alla sua morte lasciava un eredita' enorme ed ancora si cercano gli eredi!!

Fonte :   http://www.rebonet.altervista.org/rebonet8.htm



4-Enrico Fardella - Trapani 1821/1892  - Rivoluzionario/Combattente Siciliano in giro per il mondo

Volontario nel 1848 contro i Borboni,il ragazzo è cornadure e da comandante fa un casino di assalti ma mischineddo è catturato a Corfu'.
Graziato sinni fuii esiliato a Genova.
Da Torino siccome si annoia e lui vuole smontare e rivoluzionare il mondo si imbarca verso oriente per combattere li Turchi con i compari Inglesi,combatte in Crimea nella battaglia di Balaclava.
Nel 1860 figurati se non segue a Garibaldi!
Da Londra si precipita a Genova per imbarcarsi nell'impresa dei Mille...te cca mancia!
Siccome ormai vuole sfasciare tutto nel 1861 si imbarca per le Americhe dove si immisca nella Guerra di secessione guidando 1040 volontari nel "Reggimento Fardella".
Chi dici!?
Nel 1864 forma il reggimento dei volontari di NewYork che si ritrova sconfitto ad Andersonville.
Ne usci' vivo pii miracolo!
Sopravvissuto,nel 1865 al fronte,viene decorato Generale da Lincoln.
Siccome mischineddu si avia siddiato nel 1872 dopo vari investimenti sbagliati e problemi economici si trasferisce nella sua Trapani venendo eletto sindaco.



 

5-Francesco Procopio Cuto' - Palermo 1651/1727   -  Barista/gelataio Siciliano in Francia

Signori mie questo Procopio è un mito.....diciamo ca invento' u gelato!
E dai diciamo cosi!
Trasferitosi in Francia lavora alla fiera di Saint Germain e dopo che frequenta la comunita' di distillateur divento' Maitre distillateur.
Procopio si apre un bel Cafe' e comincia a mmiscare varie miscele di caffe' e si inventa bevande.
E accussi nel 1686 si rape "Le Procope" ca addiventa un bar frequentatissimo dei megghiu megghiu!
Specialita' del bar sorbetti agli agrumi di Sicilia.
Ebbe una carrettata di figli!
Fonte : 
https://www.rosalio.it/2017/03/27/palermo-ricorda-finalmente-francesco-procopio-cuto/

 



6-Fratelli Antonio e Tommaso Grisafi 1600/1700 - Sicilia  -  Siciliani conquistadores/Navigatori/Militari/Missionari in giro per il mondo

Citati nei libri La rivoluzione di Messina contro la Spagna del Guardione e ne La revolte de Messine di Laloy ,parteciparono ai moti insurrezionali contro la Spagna supportati dai Francesi.
Dopo la pace di Nimega del 1678 la citta' perse questo aiuto e i due fratellini sinni scapparu in Francia dove divennero ufficiali dell'esercito prestando servizio nelle colonie americane della Nuova Francia.
Nel 1684 con il comandante Tonti esplorarono il Mississippi e l’Illinois; nel 1686 hanno preso parte nella spedizione contro gli indiani Irochesi presso Niagara.

Antonio nel 1692 combattee varie volte contro gli indiani Irochesi del Quebec divenne governatore del forte di Onondaga (oggi Syracuse) e poi del forte di Three Rivers dove mori' nel 1709.

Tommaso morirà nel 1696 in Québec partecipando a numerose campagne militari.

 

 


7-Francesco da Messina/Lentini  -Sicilia 1500  Navigatore/Marinaio Siciliano

Come molti altri siciliani, passò per l'Andalusia e, prima di approdare nel vicereame della Nuova Spagna, sostò a lungo nelle isole caraibiche. 
Appare poi da atti pubblici localizzato nell'America centrale, nell'odierna Panama.
Da lì, nel 1513, seguendo Vasco Nunez de Balboa e Pedrarios, si spinse a esplorare l'area, per essere tra i primi europei a vedere i Mari del Sud.
In seguito passò alla conquista del Perù con Francisco Pizarro e Diego de Almagro, mettendosi a disposizione con "sus arrnas y caballo".

Deluso probabilmente dalla spartizione del bottino, se ne tornò indietro, fino al Messico, dove si unì in matrimonio con Catalina da Piña,vedova a sua volta del conquistatore Colmeriero.

Se ne parla nel "El descubrimiento del Oceano Pacifico".

 

 


8-I Conquistadores Siciliani nelle Americhe (publicaciones libros mundo) - Sicilia 1500/1600 -

Questi due bravi picciotti e di buona famiglia parteciparono con proprie armi e cavalcature alla conquista delle Americhe accompagnando i conquistadores.
Se ne parla nel "Diccionario biografico de conquistadores y pobladores de nueva espana".
Questi sono solo due dei siciliani che seguirono le belle bravate dei Conquistadores,degli altri picciotti ve ne è testimonianza nei registri della "Casa de Contratacion" e "Carrera de Indias".
Nella spedizione di Magellano,per esempio,vi erano Nicolao de Messina,Jacome de Messina,Lucas de Messina e Antonio Salamon de trapani,quando non navigavano stavano a Siviglia.
Anche con Cortes c'era Aruega.
N'autru siciliano Matteo de Palermo è presente nella Spedizione partita dal Messico nel 1527 verso le Moulucche (unni??!!).
Invece a sfasciare il Peru' con Pizarro e Almagro ci andarono Francisco de Mesina e Maritin de Sicilia che sara' sindaco di Lima.
Viri chi cuosi!
Ci abbiamo pure ex conquistadores ribelli ed arrestati come Antonio siciliano e Antonio de Lipari che parteciparono alla battaglia di Chupas nel 1542.
Con Alvar Nunez Cabeza de vaca c'erano Juan de Orona e Bernardo de Urlanda.
Di altri se ne parla nel libro "El mundo de los conquistadores" di Martin F. Saloma e "Gli italiani del nuovo mondo" di Ciaramitaro.
 Fonti : 
http://www.historicas.unam.mx/publicaciones/publicadigital/libros/mundo/663_04_26_Fernando_Ciaramitaro.pdf

 



9-Francesco Maria Piccolo - Palermo 1654/1729  - Missionario Siciliano gesuita in America

Mentre altri missionari andavano in posti esotici,questo pio missionari sinni vosi iri in  America,precisamente nella Nuova Spagna, tra la Bassa California ed il  New Messico.
Predico' nelle tribu' dei Tarahumara nel Chihuahua.
Fondo' la seconda missione gesuita nella bassa California nella tribu' dei Cochimi nel 1697.
Successivamente fu tra Citta' del Messico,Sonora e Missione Santa Rosalia per vari incarichi nei gesuiti e per servire le missioni.
Mori' nella Missione di Loreto nel 1729.
Ha pubblicato un importante resoconto sulle missioni californiane e delle sue esplorazioni che danno importanti informazioni storiche ed etnografiche sul territorio dei Cochimi'.

 

 


10-Salvatore Bertolani - Porto Empedocle  1875/1944  &   Sebastiano Castagna - Aidone 1868/1938    - Siciliano amante imperatrice Etiopi & Siciliano direttore ministeriale/ingegnere nell'impero di Etiopia


Salvatore un bel omaccione elegante e dalla bella parlantina arriniscio a diventare l'amante della regina d'Etiopia,stu disgraziato!
Quindi usufrui' di tutti i privilegi e vantaggi della situazione.
Prima di questa avventura amorosa arrivo' in Africa nel genio telegrafisti e poi all'ufficio postale di Addis Abeba,fatto prigioniero su infilaru a palazzo e da la'....cu a regina....per un bel po' di mesi.
Ne parlarono un mare di giornali di tutto il mondo!
Nel 1901 a regina si stufo' e l'assicuto' in Italia.

Sebastiano pure lui fatto prigioniero non fu acchiappato dalla regina ma per altre sue qualita' si infilo' a corte come tecnico/ingegnere/costruttore.
L' "Ingegnere bianco" diresse i lavori nella nuova capitale di Addis Abeba.
Progettò la cattedrale di S. Giorgio,ponti come il ponte sul Nilo Azzurro,strade,acquedotti e realizzo' il convento copto del Monte Zuquala.
Bastiano è stato piu' bravo e si marito' a zia del Ras.
Nel 1935 allo scoppio della guerra tra Etiopia ed Italia se ne scappo' al sicuro in Italia ma il re savoiardo visto ca era pratico della zona lo mando' svariate volte a trattare con le varie bande ribelli abbissine ma in una missione nel Goggiam venne ucciso.


 


11-Esploratori e mercanti messinesi - Sicilia 1500/1900  Navigatori in giro per il mondo

Importante e famosa fu la flotta messinese durante gli Angioini e gli Aragonesi.
Se ne trovano riferimenti negli archivi aragonesi che parlano di un messinese anonimo che navigava alla fine del 1200 in oriente tra i porti di Ascalona e San Giovanni d'Acri.
- Un noto mercante della fine del 1200 fu Giuseppe di Viagio considerato navigatore intrepido e pioniere.
- Ma il piu' importante fu Pietro Rombulo da Messina (1385/1451),protagonista di tantissime avventure prima nel Mediterraneo,da occidente a ponente, e poi sulle coste Africane dall'Egitto,Sudan e fino all'Etiopia.Intraprese missioni diplomatiche e politiche per i regnanti di quei paesi lontani spingendosi verso l'Oceano indiano e visitando le Maldive,lo Sri.Lanka,India fino al golfo del Gange,Malaysia,Indocina,Filippine e Cina.Miii cazzuto il messinese!Ancoooraaa....esploro' l'Africa visitando la Tanzania e il Madagascar per poi risalire dal Capo di buona speranza.Mii storia.....voglio un libro delle sue avventure!!
- Un altro,Giorgio Sur amico di Rombulo visito' la Persia ed attraversando il golfo persico raggiunse l'Etiopia.
- Antonio Millos da Messina fu navigatore e cosmografo (1557-1601) al servizio della Repubblica di Venezia,da capitano addivinto' poi Ammiraglio della flotta veneziana. Fece un sacco di carte geografiche importanti,tra queste quella segnata come Xapan, l’antico Giappone che appatta assai alle moderne carte geografiche.
- Scipione Cicala da Messina (1552-1605) marinaio di vari mercantili Messinesi che commerciavano nell’Egeo.Fu rapito dai turchi in quei mari e per non morire si convertii,diventando un marinaio turco.Viene ricordato come condottiero e navigatore ottomano con importanti incarichi militari e politici.Fu  gran visir sotto il regno di Maometto III e ricevette altri titoli di prestigio.Mii carriera!! Partecipo' ad un sacco di imprese e si distinse nella lunga guerra contro la Persia.Viaggio' fra i golfi dell’Indo e il mar Rosso ed altre esplorazioni per missioni diplomatiche fino in Tartaria.

- Da ricordare l'impresa del capitano Francesco Geraci e del pilota Giuseppe Dominici che negli anni trenta hanno compiuto un viaggio memorabile intorno al mondo.Belli belli si sono impegnti ed hanno fatto l'imbarcazione che gli pareva adatta all'impresa ,sii pianificarob tutta la rotta ed il 18 agosto del 1932 iniziarono la traversata partendo da Napoli con una goletta a vela,lunga 10 metri e larga 2,80 metri.Raggiunse i porti di tutti i cinque continenti.Il viaggio è durata 1025 giorni, dei quali 399 giorni di vera navigazione, percorrendo una distanza di 27.775 miglia marine fra burrasche, rovesci e disagi di ogni genere.L'impresa termino' il 7 giugno 1935 a Roma.

 



12-Francesco Pedone - Sicilia 1800    -  Lavoratore Siciliano dei cantieri Florio in inghilterra 

Francesco Pedone con il suo grande intuito di motorista navale contribuì a fare aprire ai Florio il cantiere navale a Palermo.Figlio del comandante Antonino,capitano dei velieri "Giulia Florio". Francesco, mentre lavorava in uno dei cantieri Florio in Inghilterra, durante il montaggio di un motore a vapore, segnalò al direttore dei lavori un difetto tecnico.Poi durante le prove in mare, il motore accusò tutto quello che Pedone aveva predetto.Dopo sto fatto la compagnia Florio decise di realizzare un cantiere navale a Palermo e lui divenne il collaudatore di tutte le navi in allestimento.Cosi' costruendo le navi nel porto di armamento risparmiarono tempo e denaro.

 



13-Giuseppe Cataldo - Terrasini 1837/1928   - Missionario Siciliano gesuita negli Stati Uniti

Viaggiò per mezza America, per predicare,convertire e formare comunità cristiane,in un periodo dove ci voleva tanto coraggio per farlo.Quello era il periodo della conquista del West con cow boy e nativi americani. Fu infatti un infaticabile predicatore ed ebbe buoni contatti con i nativi delle Montagne rocciose.Nel 1872 fondo' la cittadina di Spokane creando istituti di studio e di assistenza. Il suo nome è ricordato dalle tribù indiane da lui convertite al Cristianesimo e nella città che portano il  suo nome come Cataldo nell'Idaho

 



14-Michele/Michelangelo Agnolo o Florio (Shakespeare) – Sicilia  1564/? -Commediografo/drammaturgo Siciliano in Inghilterra
Per gli inglesi e la storiografia Shakespeare è il terzo di otto figli di un guantaio-macellaio analfabeta, nato il 23 aprile 1564 a Stratford upon Avon, vicino Londra, dove morì il 23 aprile 1616.
A causa delle ristrettezze economiche familiari, non ebbe modo di fare grandi studi.Tuttavia, dopo i 25 anni, come per miracolo, iniziò a scrivere poesie, poemi e decine di opere teatrali.
Benché non sia mai stato trovato un suo scritto originale, né un libro che gli fosse appartenuto, per più di tre secoli l'origine inglese di Shakespeare non è mai stata messa in dubbio.
Il primo a farlo, all'inizio del Novecento, è stato un giornalista italiano, Santi Paladino (1902-1981), che trovò per caso nella biblioteca paterna un antico libro, intitolato I secondi frutti, firmato da Michel Agnolo Florio.
Leggendolo, Paladino scoprì che molte frasi di quel libro erano identiche a quelle contenute nelle opere di Shakespeare. Un caso di plagio?
Impossibile: quel libro era stato stampato nel 1549, circa 50 anni prima della comparsa delle opere shakespeariane, anzi prima ancora della nascita del poeta (1564). Come si poteva spiegare tutto ciò?
Indagando su Michelangelo Florio, il giornalista Paladino scoprì che si trattava del figlio del medico Giovanni Florio e della nobildonna Guglielma Crollalanza, nato a Messina e poi fuggito a Treviso con la famiglia, di origine ebraica e religione calvinista, per sfuggire alla persecuzione religiosa dell'Inquisizione (la Sicilia era allora sotto la Spagna). Il giovane Michelangelo Florio studiò a Venezia, Padova e Mantova; viaggiò molto, visitando Danimarca, Grecia, Spagna e Austria, e diventò un umanista di grande cultura, ricercato come precettore dalle famiglie più ricche d'Europa. Grazie all'amicizia con Giordano Bruno, che aveva buoni rapporti con i conti di Pembroke e Southampton, nel 1588 Michelangelo Florio raggiunse Londra, dove fu assunto come precettore di lingua italiana e latina della futura regina Elisabetta.Secondo Paladino il vero autore delle opere teatrali di Shakespeare,era in realtà proprio Michelangelo Florio, poiché si trattava della stessa persona. Tesi che Paladino espose nell’articolo: «Il grande tragico Shakespeare sarebbe italiano». Florio, per cancellare il proprio cognome da calvinista fuggiasco, aveva deciso di farsi chiamare Shakespeare traducendo in inglese il cognome della madre (Crollalanza): shake vuol dire agita/scrolla e spear significa lancia. Mentre William era il nome di un cugino della madre, residente proprio a Stratford e morto prematuramente.Agli inglesi la tesi di Palladino risultò indigesta,il regime fascista fece calare il silenzio sull'origine italica di Shakespeare.Ma anni fa Martino Iuvara, approfondì ulteriormente le ricerche su Florio- alias- Shakespeare, mettendo in risalto alcuni dati incontrovertibili.
Un esempio : Molto rumore per nulla è la traduzione inglese di una commedia giovanile del Florio (Tantu traficu ppi nenti). Nella stessa commedia un protagonista se ne esce con una battuta («Mizzeca, eccellenza!»), che soltanto un siciliano poteva conoscere.Shakespeare non era affatto inglese, ma Siciliano.

Altri dettagli specifici potete trovarli sull’articolo pubblicato da “Messina ieri e oggi” di Nino Principato

http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_content&id=1904:william-shakespeare-era-messinese&Itemid=2521




15-Girolamo Gravina - Caltanissetta 1603/1662  - Missionario Siciliano gesuita in Cina
Primogenito di una famiglia nobile e ricca terminati gli studi teologici fece richiesta di partecipazione alle "missioni dell'India" e si imbarcò a Lisbona nel 1635,approdò a Macao dopo un anno di viaggio.
Si dette da fare ed a Shanghai tra il 1639 e il 1640 battezzò 2500 cinesi e poi senza essere stanco dal 1644 al 1648 battezzò altri 3000 nativi, nonostante le persecuzioni e i tentativi di omicidio. Morì di malnutrizione a Cangzhou durante locale guerra civile.

 



16-Luca da Caltanissetta (Giuseppe Natale) - Caltanissetta  1644/1702  - Missionario Siciliano Cappuccino in Congo

Dopo essere entrato in convento volle partire missionario per il Congo che giro' in lungo ed in largo per almeno dieci anni,si spinse in territori mai esplorati prima.Che fegato Peppino!Si occupo' di espandere le missioni e formar nuovi missionari ma soprattutto evangelizzare e convertire in un regno dove il cristianesimo era stato accettato da tempo.Importante fu anche il suo ruolo di diplomatico per mitigare i rapporti del regno con gli stati europei ed il Portogallo.Si spinse fino ai confini del regno per provare a tessere ulteriori rapporti diplomatici. Scrisse un diario sulla sua esperienza missionaria : "Relatione della missione fatta nel regno di Congo per il padre Fra Luca da Caltanissetta".
Troviamo riferimenti sulla sua vita nel libro "Luca da Caltanissetta ed il suo diario" di Grzegorz J. Kaczynski

 



17-Andrea da Burgio (Nicolo' Sciortino)  - Burgio 1705/1772  - Missionario Siciliano Cappuccino in Congo

Con la fama di santo parti' da Lisbona per andare missionario in Congo presso la Missio Antiqua dei Cappuccini,vi rimase 17 anni.Al ritorno si fermo' un po' di anni a Lisbona poichè il re voleva un santo tutto per se e non lo faceva partire,si n'appi a scappare per tornare a Palermo!Fu' degno esempio di San Francesco vivendo tra le sofferenze e le privazioni ma dispensando carita' verso tutti.

 



18-Giuseppe Alferio - Trapani 1570/1620    - Missionario gesuita Siciliano

Denominato "L'angelo della Sicilia" fu missionario per 15 anni nelle Filippine.Inizialmente predico' in India nella regione del Goa.

 



19-Falco Vito detto Fra' Gioacchino (1699-1751)  - Missionario cappuccino Siciliano

Fu missionario in Congo dove venne ucciso dagli indigeni.Predico tra tante avversita' nella regione di Branza-Sogno dove fu ostacolato e perseguitato dal Principe di Sogno.Venne ucciso in un assalto al villaggio di Mogetto.
Li' vene seppellito ma il principe reclamo' il suo corpo,a questo si opposero gli abitanti del villaggio.

 



20-Giacomo Alagna Trapani  ?/1773   - Navigatore/cartografo/ingegnere Siciliano

Considerato un “Nauta Valoroso e Meccanico Georgico”, si distinse come audace navigatore solitario.Con la sola compagnia del suo cane veleggiò da un capo all’altro del Mediterraneo e si spinse fino all’Inghilterra.In questi viaggi disegnò il profilo delle coste e delle principali città e fu apprezzato cartografo.Fu  ingegnoso meccanico, oltre che provetto disegnatore, e invento' varie macchine agricole.

 



21-Marino Torre  - Trapani 1583 -1633  - Navigatore e militare Siciliano della marina francese

Di umili origini fu un audace marinaio,nel 1609 si mise al servizio di Luigi XIII re di Francia.Ha combattuto contro i corsari tripolini e contro gli Ugonotti. A capo di una flotta di dodici navi da guerra fece il blocco marittimo della roccaforte ugonotta di La Rochelle,costringendola alla resa.Per sta cosa fu decorato da Luigi XIII con la croce militare di San Michele.

 



22-Bernardino da Mazzarino - Mazzarino 1643/1709  - Missionario Siciliano Cappuccino in Congo

Parti’ dopo la scoperta fatta dai Portoghesi dei tre regni di Congo, Metamba e Angola.
Nei suoi 20 anni di carriera missionaria battezzo' 14000 persone.
Si stancava assai perche’ si spostava in continuazione per tutto il Congo e pure segnato dallo stile di vita fatto in quei luoghi si ammalo’ e fu costretto a tornare in Sicilia.

 



23-Musicisti siciliani (marines siciliani e la nascita del jazz) - Sicilia 1800   - Musicisti Jass Siciliani negli Stati Uniti

Nel 1917 ve­ni­va re­gi­stra­to da Nick La Roc­ca quel­lo che è con­si­de­ra­to il pri­mo di­sco jazz del­la sto­ria.

Non ci crederete ma è cosi!Che c’entrano i siciliani con il jazz??
Tutto ebbe 
ini­zio il 4 lu­glio 1776 quan­do l'unione dei 13 sta­ti (Sta­ti Uni­ti d’A­me­ri­ca) si dota di un cor­po di ma­ri­na mi­li­ta­re com­pren­den­te una ban­da, il Fife and Drum Corp.

Ma Tho­mas Jef­fer­son non è però sod­di­sfat­to da quel­la mu­si­ca mi­li­ta­re roz­za e scadente al confron­to di quella eu­ro­pea e ita­lia­na.De­ci­de così di in­via­re il ca­pi­ta­no John Hall in Italia ad ar­ruo­la­re nuo­vi ma­ri­nes tra i mu­si­ci­sti più bravi.Ma visto che nel Mediterraneo im­per­ver­sa la guer­ra ber­be­ra gli Ame­ri­ca­ni (novellini e senza l'aiuto della marina inglese) chie­do­no so­ste­gno al Re­gno del­le due Si­ci­lie e lo ot­ten­go­no, po­ten­do frui­re dei por­ti di Pa­ler­mo e Si­ra­cu­sa.Visto ca erano gia' in terra italica il ca­pi­ta­no John Hall addomando' in giro ed attro­vo' i mu­si­ci­sti che facevano al caso suo.E scrisse in America il 28 feb­bra­io 1805 : «sono sta­to ob­bli­ga­to a dare al capo 50 dol­la­ri e al re­sto 10 dol­la­ri di pre­mio e come ri­sar­ci­men­to 8 dol­la­ri alle mo­gli, al­tri­men­ti non sa­rei riu­sci­to ad in­gag­gia­re nes­su­no».
I mu­si­ci­sti in que­stio­ne sono Gae­ta­no Ca­ru­si, di­ret­to­re d’or­che­stra, tre dei suoi fi­gli  Sa­mue­le 10 anni, Igna­zio 9 e Gae­ta­no 8), Fran­ce­sco e Fe­li­ce Pu­liz­zi coi fi­gli Ve­ne­ran­do e Gia­co­mo, Gia­co­mo, Mi­che­le e Gae­ta­no Sar­do, Igna­zio Di Mau­ro, Do­me­ni­co Guar­nac­cia, Sal­va­to­re Lau­ria, Pa­squa­le Lau­ria, Giu­sep­pe Papa, An­to­nio Pa­ter­nò e Cor­ra­do Si­gno­rel­lo; nel­le fon­ti uf­fi­cia­li non com­pa­re il nome di Fi­lip­pa, mo­glie di Gae­ta­no Ca­ru­si, che pare fa­ces­se però par­te del grup­po come for­se al­tre con­sor­ti. Ingaggiati dai marines diverranno sia musicisti che militari combattenti.Tutto il bel gruppetto arriva nel set­tem­bre del 1805 a Wa­shing­ton,una cit­tà in co­stru­zio­ne.Il nuo­vo co­man­dan­te dell'esercito pero' ri­fiu­ta di ri­co­no­sce­re a Ca­ru­si il ruo­lo di di­ret­to­re del­la ban­da.Carusi non rimase.
I mu­si­ci­sti erano scon­for­tati pure dalle dif­fi­ci­li con­di­zio­ni di vita ed in pochi man­ter­ranno il giu­ra­men­to dei tre anni di ser­vi­zio pre­vi­sti da con­trat­to e mol­ti ab­ban­do­ne­ran­no  fa­cendo ad­di­rit­tu­ra ri­tor­no in Si­ci­lia.

Ve­ne­ran­do Pu­liz­zi fu una del­le po­che ec­ce­zio­ni: ri­ma­ne nel­la ban­da per ben 21 anni e ne è di­ret­to­re la pri­ma vol­ta nel 1816, a soli 21 anni, e poi dal 1818 al 1827.
An­che la fa­mi­glia Sar­do pare con­ti­nuò a far par­te del cor­po mi­li­ta­re
  

Il mae­stro Gae­ta­no Ca­ru­si ab­ban­do­na im­me­dia­ta­men­te la ban­da, ten­ta di tor­na­re in Si­ci­lia ma per va­rie pe­ri­pe­zie do­vrà tor­na­re a Wa­shing­ton, dove con la fa­mi­glia tra­sfor­me­rà un vec­chio tea­tro nel “Ca­ru­si sa­loon”, cen­tro del­la vita cul­tu­ra­le del­la cit­tà e luo­go di bal­li.
I fra­tel­li Ca­ru­si sono, come il pa­dre, con­cer­ti­sti, mu­si­ci­sti, ar­ran­gia­to­ri e in­se­gnan­ti di dan­za e il loro re­per­to­rio è quel­lo del­la mu­si­ca da sa­lot­to del ‘700.
Sia­mo tra il 1830 e il 1840 e in Ame­ri­ca è mol­to dif­fu­sa la mu­si­ca po­po­la­re pre- jazz, come il celebre bra­no “Oh! Su­san­na” di Ste­phen Fo­ster. Il figlio Sa­muel ar­ran­gia le pa­ro­le di una poe­sia pre­e­si­sten­te ad una co­lon­na so­no­ra com­po­sta da un al­tro mu­si­ci­sta, la can­zo­ne si in­ti­to­la “Old arm chair” ma è su­bi­to de­nun­ciato per pla­gio.

 



24-Francesco Cicala 1500/1600 missionario Siciliano in Sud America

Nel 1613 esplorerà per primo l’interno del Guatemala, l’Honduras, El Salvador e il Messico meridionale costruendo la prima mappa geografica di quei territori, fu segnalato fra gli illustri viaggiatori di quell’epoca  

 



25-Frank Lentini - Rosolini 1889/1966  - Showman Siciliano negli Stati Uniti
A Rosolini 
era conosciuto con il soprannome di "maravigghia", negli Stati Uniti invece lo ribattezzarono presto "The Great Lentini”.
Nato con tre gambe, quattro piedi e due apparati sessuali completi e funzionanti.
A fine Ottocento riuscì in un'impresa impossibile per l'epoca : trasformare la propria diversità in risorsa.Da artista internazionale conquistò la fama e il rispetto che una cultura arretrata e superstiziosa gli avevano negato nei primi anni di vita.
La madre inizialmente rifiuta il piccolo che viene allora accudito dalla nonna  e dalla zia.Entrambi dimostreranno che il bambino è perfettamente normale dal punto di vista mentale e lo riconsegna alla madre quando è già in grado di parlare e camminare.
Rimane a Rosolini fino a circa dieci anni.In qualche modo è riuscito a integrarsi con gli altri bambini. Intorno ai 5/6 anni si accorge che la terza gamba è rimasta più piccolina e non tocca più per terra, ma non dispera e presto si adatta alla sua realtà: impara a sedersi e a dormire in maniera da non schiacciare l'arto in eccesso e ad un certo punto lo lega intorno alla vita con una cintura. La madre gli ordina sempre due paia di scarpe, per poter avere due calzature destre. Anche i pantaloni che gli vengono cuciti sono speciali. Francesco nasce e cresce nell'Italia reduce dei moti rivoluzionari che portano all'Unità, in un ambiente culturalmente arretrato.

Prende piede l'idea che la mamma Giovanna, durante la gravidanza, "si pigghiau ri scantu", cioè sia rimasta impressionata nel vedere "u mastru carraturi" (il mastro carrettiere) con un tavolo bucato poggiato su tre gambe. Iniziano a chiamarlo "maravigghia"  e "Ciccinieddu tri pieri".Tutti volevano vederlo e nei primi anni viene esibito dalla famiglia. Quello che diventa il suo primo manager,un tale Magnano,lo porta in giro lo spettacolo dei pupi.Capendone il potenziale, lo conduce in America promettendogli fortuna.
Così nel 1898 Francesco parte con il padre e via Liverpool sbarca negli Stati Uniti.Esegue un numero che dura 15 minuti: calcia il pallone con la terza gamba e un assistente glielo porta indietro. Diviene in breve famoso come "Frank Lentini 3 Legged man".

Fa persino una tournée in giro per l'Europa e l'America del Sud.

Frank rappresenta il simbolo del riscatto della diversità perché cercò sempre di vivere in modo normale: nel 1907 sposò Theresa Murray, una donna molto bella, che faceva uno spettacolo nello stesso circo. Ebbero quattro figli: Giuseppina, Natale, Francesco Junior e Giacomo (James).

Intorno al 1935, iniziò a convivere con un'altra donna.

Lui che non si considerava un fenomeno da baraccone.seppe staccarsi dal gruppo degli altri freaks perché era intelligente, conosceva tante lingue, assolutamente normale e acculturato.

Dopo i 50 anni, infatti, iniziò a difendere la categoria delle persone disabili: in Usa erano visti come malati da rinchiudere

Prese le difese dei "diversi" ritenendo che fossero artisti che vivevano della loro arte, non solo fenomeni da esibire.

Fece del suo deficit un punto di forza, comunicando a tutto il mondo che oltre i rifiuti e i pregiudizi, i deficit possono essere delle unicità.

 



26-Gioacchino Failla - Castelbuono 1891/1961   - Scienziato Siciliano negli Stati Uniti

Gioacchino Failla arrivò negli Stati Uniti a 15 anni e in breve tempo si distinse negli studi scientifici.

Per gli americani era Gino’s.Fu uno scienziato a tutto tondo : era ingegnere, fisico sanitario e professore universitario.È considerato uno dei pionieri della fisica sanitaria, della biofisica e della radio-biologia.

Imparato l'inglese,nel 1908 si iscrive alla Scuola superiore di scienze.Conseguita nel 1911 la maturita' si iscrive in Ingegneria alla Columbia University.

Si laurea nel 1915 e una seconda volta nel 1923 alla Sorbona di Parigi discutendo una “doppia tesi ” sull’assorbimento nell’applicazione al dosaggio in radio-terapia" .

Milioni di lavoratori a stretto contatto con le radiazioni devono molto al suo lavoro sulla protezione dalle stesse.

La definizione di “fisica sanitaria” fu adoperata per la prima volta da lui all’inizio degli anni ’40 e, grazie a lui, nel 1956 fu fondata una Società di fisica sanitaria.
Fu certamente uno dei primi e dei più grandi fisici sanitari del tempo.
L’1 febbraio del 1955 finì in copertina sul prestigioso magazine Life per i suoi studi avveniristici sugli effetti della radio-terapia nella cura del cancro.

Nel gennaio 1952 Failla viene eletto presidente della Società di ricerca sulle radiazioni.

Importante fu il suo studio sulla fisiopatologia dei tumori maligni e la loro sensibilità al radio.

 



27-Tommaso Alaimo - Valguarnera Caropepe 1887/1918   - Soldato Siciliano prima guerra mondiale nell'esercito statunitense
Tommaso “Thomas” Alaimo emigrato negli Stati Uniti  si stabilì a Rochester nello Stato di New York.

Negli Stati Uniti aveva realizzato il suo “sogno americano” ed aveva trovato lavoro ed affetti.

A sconvolgere la sua tranquillità giunse la Prima Guerra Mondiale. Il 26 settembre arrivò la “chiamata alle armi”. Fu assegnato, inizialmente, alla batteria C del 309° Artiglieria dove prestò servizio dal 28 settembre al 13 Novembre del 1917. Gli fu assegnato come numero identificativo il 1907587. Fu poi aggregato al 327° Fanteria, Compagnia I, 82° Divisione. Arrivò in zona di guerra il 29 aprile del 1918. Durante l’epica e feroce “battaglia della Meuse-Argonne, l’11 novembre del 1918 , cadde in “eroica azione”, sotto il fuoco di una mitragliatrice nemica, mentre attaccava la trincea nemica,proprio poche ore prima che a Parigi venisse siglato l’armistizio. Al giovane siciliano andò alla memoria la “Purple Heart”.La famiglia del povero “Thomas” volle riportare le spoglie del giovane nella sua Valguarnera Caropepe.

 



28-Prigionieri Siciliani nei campi lavoro/concentramento/lager tedeschi - Seconda guerra mondiale

Di seguito alcuni link presi da internet e qui riportati da me solo allo scopo di divulgare e portare alla conoscenza di tutti quello che vi è scritto e che fu storia e avvenimenti che tutti noi dovremmo conoscere.

https://www.balarm.it/articoli/blog/settembre-1943-i-soldati-siciliani-prigionieri-di-hitler-19279  &  https://sellerio.it/it/catalogo/Siciliani-Deportati-Nei-Campi-Concentramento-Sterminio-Nazisti-1943-1945/Amico/1391  &  https://catania.meridionews.it/articolo/6945/salanitro-e-gli-altri-142-ecco-i-deportati-catanesi/  &  https://palermo.meridionews.it/articolo/17926/siciliani-nei-lager-una-storia-dimenticata/  &  https://livesicilia.it/2010/01/27/tutti-i-siciliani-deportati-nel-sito-dellidentita-siciliana_36646/  &  http://palermo.anpi.it/2015/01/28/racconti-biografici-di-internati-nei-lager-nazisti/  &  http://www.trapaninostra.it/wp/2010/01/31/giornata-della-memoria-i-302-deportati-siciliani-sterminati-nei-lagher-nazisti/  

 



29-Prospero Intorcetta - Piazza Armerina 1625/1696    - Missionario Siciliano gesuita/Scrittore in Cina

Autore del  "Sinarum Scientia politico-moralis", un trattato sulla via confuciana del "Giusto mezzo".

Il volume, traduce in latino il secondo testo di Confucio, quello relativo alla strada giusta verso la saggezza, fu portato dal missionario piazzese nel 1671 e donato alla biblioteca di Casa Professa.

Dopo essere stato ordinato sacerdote su sua richiesta fu inviato nelle missioni estere asiatiche.

In Cina capi' che confucianesimo e messaggio evangelico erano molto vicini.

Nel 1658 soggiornò a Macao per alcuni mesi dove imparò quasi alla perfezione la lingua cinese, indispensabile per essere poi inviato nell' interno della Cina, nello Jiangxi, dove la sua attività missionaria gli procurò presto l' ostilità del pretore cittadino. Nel 1665 l' imperatore Kangxi, perseguito’ i missionari e dette l' ordine di arrestarli.Anche Intorcetta venne condotto in catene a Pechino con altri confratelli.In 24 restarono a lungo rinchiusi a Cantoni.A Roma qualcuno incolpo' lui ed i suoi confratelli di eccessiva indulgenza nei confronti dei convertiti cinesi che continuavano a vivere e agire in osservanza degli insegnamenti di Confucio. Contro queste accuse Intorcetta sostenne che il filosofo era un grande saggio ma non certo il capo di un credo anticristiano.Grazie alla sua opera si aprì un'importante finestra di conoscenza sulla filosofia orientale che diede l'avvio a innumerevoli studi verso un mondo e una filosofia completamente sconosciuto.

Intorcetta produsse molte traduzioni latine di opere classiche della letteratura cinese.

Morì ad Hangzhou all'età di 71 anni.

Sulla sua tomba, nella città di Hangzhou, volle che si scrivesse: "di nazione siciliano, di patria piazzese, Yn-to-Ce Kio-ssè"

 



30-Ludovico Buglio -  Mineo 1606/1682   -Missionario Siciliano gesuita in Cina
Entrato nei gesuiti nel 1622,
 dopo una carriera come professore di discipline umanistiche e retorica chiese di essere inviato come missionario in Cina.

Predicò il Vangelo nelle province di Sichuan,Fujian e Jiangxi.
Fu vittima delle persecuzioni contro la minoranza cattolica cinese volute dall'imperatore Kangxidi.

Fatto prigioniero fu poi portato a Pechino nel 1648. Qui, dopo una breve prigionia, gli fu concesso di esercitare il suo ministero.Guadagnata la fiducia dell'imperatore lavorò assieme ad altri missionari gesuiti alla riforma del calendario cinese.Buglio venne chiamato dai cinesi Lì Lèisī ,parlava e scriveva cinese correntemente.Scrisse più di 80 opere in cinese.Tradusse in cinese la I e la III parte della Summa Theologica di Tommaso d'Aquino, il Messale Romano, il Breviario e il Rituale romano.Mori' a Pechino e ricevette esequie di Stato

 



31-Francesco Brancati - Palermo 1601/1671  -Missionario Siciliano gesuita in Cina

In cinese, P'an Yung-kuan. Ordinato sacerdote nel 1633 chiese di essere inviato in terra di missione in Cina.
Nel 1635 si imbarco' da Lisbona,insieme ad altri padri come Ludovico Buglio e Girolamo Gravina,diretto in Cina.Ai primi di agosto del 1636 arrivo' a Macao e l'anno seguente entrò in Cina,venendo destinato nella regione del Kiang-nan.Per 25 anni rimase in quella regione con pochi missionari e si divise tra Soo-chow, Sung-Kiang e Shangai.Nel 1639 si recò nell'isola di Ch'ung-ming, alla foce dello Yang-tze e la' fondò una comunità di cristiani.Dopo 20 anni aveva battezzato oltre  quarantacinquemila cinesi.
La missione a lui affidata veniva definita come "admirable Iglesia de Christianos entre todas las de la China".Questo perché aveva un atteggiamento aperto e comprensivo nei confronti di costumanze e credenze locali.Quanto ai mezzi finanziari, egli poté procurarseli grazie alla cattolica, Candida Hsü, che aiuto’ molto i missionari col denaro e con gli appoggi presso la classe dei mandarini.Grazie ai mezzi finanziari di cui disponeva poté costruire nel 1641 una chiesa a Shanghai.
Altre chiese furono poi da lui costruite nel 1658 a Soo-chow e a Sung-kiang.
La campagna contro i missionari studiosi dell'astronomia di Pechino pero' portò alla emanazione nel 1665 a provvedimenti contro la religione cattolica e tutti i missionari residenti nell'impero vennero trasferiti a Pechino per essere giudicati.Brancati fu condannato ad andare in esilio a Canton dove arrivo' stanco e malato nel 1666 e li' trascorse gli ultimi anni della sua vita quasi in prigionia.
Durante l'esilio sottoscrisse il documento Praxis servanda in missione sinensi nel quale venivano dati consigli ispirati a tolleranza e comprensione dei costumi e riti cinesi a vantaggio dei futuri missionari.
Morì nel 1671, poco dopo la revoca delle misure contro i missionari.
Il suo corpo venne trasportato a Shanghai e fu solennemente seppellito nel cimitero di Sheng-mu-t'ang.



32-Niccolo' Longobardi - Caltagirone 1565/1654   - Missionario Siciliano gesuita in Cina

Entrò nei gesuiti nel 1582. Si imbarcò nel 1596 giungendo in Cina nel 1597 destinato alla regione di Shaoguan.Nel 1610 divenne Superiore della missione di Cina, accettandone parzialmente, il metodo missionario ma sollevando il problema dell'uso del nome di Dio in cinese.

Infatti nel 1630 redasse anche un trattato sul problema del nome di Dio in Cina e quindi l'uso dei termini "Tian" e "Shangdi", poiché portavano a degli equivoci che richiamavano il sistema religioso preesistente.Ricoprì il ruolo di superiore dei gesuiti in Cina fino al 1622.Continuò la sua attività fino alla morte, dopo aver trascorso ben 58 anni in Cina. L'imperatore Shunzhi spese tanti soldini per il suo funerale.Era anche un bravo astronomo e calcolò con esattezza una eclisse di luna.Visto che gli piaceva studiare si impegno anche nello studio del terremoti. Con il nome cinese di Long Huamin nel 1626, dopo un violento terremoto scrisse in cinese il : Trattato sui terremoti e per la prima volta in Cina diede una impronta scientifica ai fenomeni sismici.

 



33-Giuseppe Chiara - Chiusa Sclafani 1602/1685   - Missionario Siciliano gesuita in Giappone 

Facendo tappa a Goa,Manila e poi Macao giunse nel 1643 in Giappone nell'epoca in cui la cristianità era rigorosamente vietata ed i cristiani erano torturati e costretti all'abiura del credo.Catturato sull'isola di Kajime-Oshima venne trasferito a Nagasaki e poi ad Edo.Chiara fu torturato e per questo anch'egli abiurò.Non ottenne mai la liberta' e visse in una controllata prigionia,fu obbligato a sposare una donna giapponese e rilevo' il nome e lo status di samurai del suo defunto marito, Okamoto San'emon.

Fu costretto a scrivere testi su e contro il cristianesimo,ne scrisse uno in tre volumi che non piacque ai suoi carcerieri che aumentarono la sorveglianza e chiesero conferma della sua abiura.

Visse in Giappone fino alla sua morte, avvenuta a Edo.

Il personaggio protagonista del romanzo Silenzio di Shusaku Endo,Sebastião Rodrigues, è basato sulla figura storica di Chiara.

 


34-Giovan Battista Sidoti  - Sicilia 1668/1714    -  Missionario Siciliano in Giappone

Dopo circa un anno di viaggio,circumnavigando l’Africa e facendo tappa in India,arriva a Manila.

Qui vive quattro anni nell'attesa dell'occasione propizia per entrare in Giappone,infatti da quasi un secolo i confini erano chiusi a qualunque straniero.

I martiri sono stati diverse centinaia: di molti non si conosce nemmeno il nome.

Giovan Battista ha 40 anni, ha rasato parte della testa come un samurai e ne indossa il vestito caratteristico, la spada e i capelli raccolti in una crocchia. Con la fregata Santa Trinidad parte da Manila e dopo due mesi di navigazione arriva in Giappone nel 1708.Ha con se le credenziali che attestano che è mandato dal Papa. Vuole vedere l’Imperatore. Spera che il Giappone apra i confini ai cristiani e permetta di annunciare Cristo.Ma lo identificano subito come straniero e per questo fuorilegge.Dopo vari e duri spostamenti viene trasferito a Edo dove deve essere processato da una persona di fiducia dello Shogun,un uomo di cultura, un neoconfuciano di nome Arai Hakuseki.Arai si trova davanti un pozzo di sapienza e di scienza a cui attingere, un uomo che paziente risponde alle sue domande.Ci lascia così tre volumi che trascrivono le risposte di Sidoti negli interrogatori e che vanno dalla geografia alla politica, dai governi del resto del mondo alla fede, un prezioso documento.

Arai Hakuseki utilizzò le conoscenze acquisite nei suoi colloqui con Sidotti per scrivere il "Seiyo Kibun", pubblicato postumo, e il "Sarain Igen".Hakuseki fu impressionato dalla cultura e dall'abilità dialettica di Sidotti, e sviluppò una grande stima nei suoi riguardi; Sidotti fu altrettanto intrigato dal dibattito e il dialogo tra i due divenne sempre più aperto, conducendo per la prima volta dopo un secolo di sakoku ad un confronto serrato tra due liberi pensatori appartenenti a due culture lontane e diverse.Terminato l’interrogatorio Arai Hakuseki riferisce allo Shogun analizzando varie soluzioni e ne propone il rimpatrio.Lo Shogun decide invece di tenerlo prigioniero per sempre. Ordina a due coniugi, Chosuke e Haru, di servirlo. I due hanno già accudito durante la prigionia il gesuita Chiara.

Proprio il battesimo dei due custodi gli procura una condanna ancor più grave: viene calato in una fossa, un pozzo quadrato profondo quattro metri con una piccola apertura ed uno spazio angusto in cui stare.

Poca luce, poca aria, poco cibo.Muore dopo sei mesi.

 

 


35-Pietro Rombulo - Messina 1385/1451   - Navigatore/Mercante/Diplomatico Siciliano in giro per il mondo
Cresciuto in una famiglia di mercanti messinesi, inizia a navigare gia' dal 1399 in giro per il Mediterraneo,poi con un viaggio che tocca l'Egitto ed il Sudan arriva in Etiopia dove presta i suoi servigi e le sue conoscenze al regno di re Dawit I,svolgendo missioni diplomatiche e politiche.

Nei suoi viaggi spingendosi verso l'India,nel 1416 scopri' le Maldive,e visito' lo Sri-lanka 
Nel 1423,1444,1448 visito' la Malaysia,l'Indocina e Filippine e la Cina.

Malgrado siano poco conosciute le sue imprese, non risultano viaggiatori italiani, che abbiano raggiunto la Cina,l'India o l'Africa orientale via mare prima di lui.

Infatti esploro' l'Africa equatoriale facendo ricognizioni fino in Tanzania.

Passando per le coste del Madagascar circumnavigo', prima dei portoghesi,nel 1432 il Capo di buona speranza.

La fonte più documentata ed autorevole sulla vita e i viaggi di Pietro Rombulo sono gli "Annales" di Pietro Ranzano.

 

 


36-Pietro Ranzano - Palermo 1426/1492  - Domenicano Siciliano alla corte del re di Ungheria

E’ noto soprattutto per l'opera De primordiis et progressu felicis Urbis Panormi, che narra la storia della città di Palermo e gli Annales omnium temporum e dell'Epithoma rerum Hungarorum, libro che ricostruisce la storia dell' Ungheria e che fu scritto durante gli anni trascorsi presso la corte del re ungherese Mattia Corvino.

Infatti 1488 si trasferi' in Ungheria in qualita' di ambasciatore di re Ferdinando.

Vi resto' fino alla morte del re nel 1490.  

 



37-Girolamo De Angelis o Degli Angeli o D'Angelo  - Castrogiovanni1567/1623  -missionario gesuita Siciliano

Ancor prima di essere ordinato sacerdote partì nel 1596 per Lisbona con il fratello Pietro per realizzare la sua aspirazione di missionario. Qui studio’ il portoghese e lo stesso anno si imbarcò su una nave diretta a Goa in India per poi raggiungere il Giappone. In prossimità dell'Angola una furiosa tempesta danneggiò gravemente la nave che fu costretta a riparare in Brasile. Solo dopo un anno e mezzo furono  in grado di riaffrontare la navigazione. Ripartita dal Brasile la nave, a causa del suo cattivo stato, dovette far rotta verso Lisbona. Ma in balia di una nuova tempesta fu costretta a riparare a Porto Rico. Dopo qualche mese i due ripartirono verso Lisbona. Nella traversata la nave fu catturata dalla marina inglese ed equipaggio e passeggeri furono presi prigionieri e portati a Londra. Qui i due missionari essendo italiani furono lasciati liberi e nel gennaio del 1598 raggiunsero finalmente Lisbona.
Nel corso del 1598 fu ordinato sacerdote e nel 1599 salpò per l'Oriente. La navigazione fu tormentata e avventurosa. Nell'aprile del 1600 giunse a Macao dove rimase circa un anno imparando il Cinese.

Nel 1602 si spostò a Nagasaki in Giappone.
Fu destinato dai suoi superiori come capo della missione di Fushimi, nel regno di Kami.
Qui rimase per otto anni producendo un'intensa e proficua opera di proselitismo.Per questo venne scelto per fondare una missione a Sumpu (Shizuoca), città molto importante del Giappone.

Nel 1614 lo Shogun decretò l'espulsione dei missionari. Il De Angelis si rifugiò a Nagasaki, lasciando l'abito talare e vestendosi alla giapponese. Nel 1615 fu inviato dai suoi superiori nel nord del Giappone nella regione di Tsugaru (Aomori-Ken) per fondarvi una missione.Riuscì ad attraversare il paese e a rimanere nel nord del Giappone fino al 1621. Fu il primo a portare il vangelo nelle province di Findadono, Conghecasu, Monganu, Nambri e Sungam. Nel corso dei suoi viaggi nel 1618 ebbe modo di visitare l'isola di Hokkaidō nel regno di Yezo. Egli fu il primo occidentale a mettere piede su quel territorio scoprendo che si trattava di un'isola. Egli redasse una dettagliata mappa del paese e un'importante relazione, pubblicata nel 1624 col titolo Relazione sul regno di Yezo, che costituisce uno dei primi documenti geografici ed etnologici sull'isola di Hokkaidō.L'attività missionaria del De Angelis era stata tollerata dal signore della regione ma poi l'atteggiamento cambiò e fu emanato un decreto per la confisca dei beni e per l'espulsione dei missionari che non volessero rinunziare alla loro fede. Riparo’ nella capitale dove continuò a svolgere clandestinamente l'attività missionaria. Ma con l'insediamento del nuovo Shogun, Iemitsu Tookugawa, la persecuzione nei confronti dei cristiani divenne sempre più crudele e sanguinosa. Un traditore denunziò l'uomo che lo ospitava e per farlo liberare il De Angelis si costituì.Nel 1623, dopo avere assistito all'esecuzione di quarantasette condanne a morte, anche Girolamo De Angelis fu arso sul rogo.




38-Nino da Noto  - Noto?  1300/1400

Era residente a Damasco durante la conquista di Tamerlano (1400).Ne fa cenno Ranzano nei suoi annali.

 

 


39-Fra' Francesco Cascio da Licodia Eubea   1600 circa/1682 - Missionario laico cappuccino in Angola

Denominato "L'asinello di Dio per la sua umilta' e per la sua robusta mole fisica,

Francesco parti' missionario per l'Africa nel 1644 destinazione Nuova Missione in Congo,accolto dopo quattro mesi di viaggio dal re Garzia II.

Nel 1648 il generale dell’esercito Salvatore Corea di Laà cacciò gli Olandesi dal Regno di Angola consegnandola sotto il dominio del Re del Congo, il quale volle mandare Francesco come sacerdote nell’acquisita provincia .
Francesco prese alloggio nell’Ospizio di Sant’Antonio dei Cappuccini nella città di Luanda dove visse per 34 anni e vi mori'.

 



40-Callimaco Angelo  -  Mazara del Vallo –  1450 circa/?     - Poeta e scrittore Siciliano
Di famiglia di modeste condizioni.Il suo vero cognome era  Monteverde. Iniziò la sua attività poetica rivolta solo a celebrare personaggi illustri dei quali egli cercava la protezione e l'aiuto.Si dice sia stato stipendiato a condizioni favorevolissime per insegnare in Ungheria e in Austria fino alla morte di Mattia Corvino (1490).Della sua permanenza  in Austria e in Ungheria poche testimonianze ci sono giunte.
Il Ranzano ricorda il suo soggiorno ungherese in un passo dei suoi Annales    

 



41-Emigrati Siciliani in Tunisia 1800/1900 (storie di siciliani in tunisia e comunita' siciliane in Tunisia)

A seguire dei link dove potrete leggere degli articoli al solo fine di ricevere informazioni su una parte di storia del popolo siciliano : 
http://www.istitutoeuroarabo.it/DM/migrati-a-sud-storia-e-storie-di-siciliani-in-tunisia/  &  http://www.istitutoeuroarabo.it/DM/la-comunita-siciliana-di-tunisia-la-goulette-un-esempio-di-tolleranza/ 

 



42-Emigrati Siciliani in Marocco - 1900 (quartiere Maarif di Casablanca "Petite Italie)

A seguire dei link dove potrete leggere degli articoli al solo fine di ricevere informazioni su una parte di storia del popolo siciliano : 

https://it.wikipedia.org/wiki/Italo-marocchini

 

 


43-Panteno -  Sicilia ?/200 filosofo e teologo
Chiamato l'Ape sicula fu maestro di Clemente Alessandrino.Di religione ellenica si convertì al Cristianesimo in età adulta.È considerato santo dalla Chiesa Cattolica e Copta Ortodossa.

Nel 180 fondò ad Alessandria di Egitto una scuola catechetica e teologica chiamata Didaskaleion.
Elaborò la dogmatica cristiana, sviluppando la Regula fidei al lume del ragionamento filosofico.
Si dice si sia recato in India tra il 180 e il 190 su invito dei cristiani del luogo,
Alcuni autori invece dicono che visitò solo la Mesopotamia e la Persia. 




44-Jawhar al-Siqili - Sicilia 911/992 Generale Siciliano nell'esercito impero Fatimida 

Jawhar al-Ṣiqillī, "Giafar il Siciliano" conquistò il Nordafrica, dal Marocco all'Egitto per conto dei Fatimidi. Gettò le basi del grande impero fatimide conquistando tutto l'Egitto ed  una buona parte della Siria.
Fu anche il fondatore della città di al-Qāhira (
Il Cairo) e della grande moschea di al-Azhar.
Talvolta al-Ṣiqillī è stato riportato come as-Siqillial-Saqalli o as-Saqalli perché la Sicilia stessa era conosciuta come Ṣiqilliyya (Saqaliah o Siqiliah).
Il padre era Jawhar, figlio di ʿAbd Allāh, "il siciliano", noto come "il segretario" (kātib) o il 
bizantino (Rūmī).

Jawhar era legato a un gruppo di mawālī (non-arabi) siciliani che erano stati ridotti in schiavitù e deportati dall'Emirato di Sicilia alla città tunisina di Qayrawan.
I suoi antenati erano dei cristiani 
bizantini con nomi non-musulmani.
Nel 
953, Jawhar fu liberato e ben presto acquistò posti di sempre maggiore importanza all'interno dell'Imamato.Fu nominato segretario di al-Muʿizz e poi, messo alla testa dell'esercito fatimide conquistando M'Sila in Algeria.Tentò poi di penetrare nel Marocco,l'estremo Maghreb.
Nel 
959 venne nominato vizir e comandante in capo dell'esercito conquistando numerose province del Maghreb.Nel 969 venne incaricato di conquistare l'Egitto e dopo la vittoria ne divenne governatore.
Il suo governo fu tollerante, benevolo e positivo.Dopo la conquista dell'Egitto Jawhar progetto' e  fondo' al-Qāhira (l'attuale 
Cairo). Nel 970 iniziò l'edificazione della moschea  di al-Azhar e anche un palazzo (Il Palazzo dell'Est) per accogliere il califfo che vi si trasferì nel 973.Nell'anno 970 inviò i suoi uomini alla conquista della Siria e nel 972 difese l’Egitto dal contrattacco dei siriani
Morì avendo superato gli 80 anni.




45-Giovanni Pietro Flaccomio - Milazzo 1565 circa/1617)    compositore e maestro di cappella Siciliano
Dopo la sua formazione e un primo periodo di attività in Sicilia,fu ingaggiato dal re Filippo III di Spagna come maestro di cappella di corte presso le residenze di Valladolid e Madrid.



46-Anthony "Tony" Terlazzo - Patti 1911/1966  sollevatore Siciliano per la nazionale statunitense
Bronzo a Los Angeles 1932 nei pesi piuma.
Oro a Berlino 1936 nei pesi piuma.
Mori’ a Los angeles.



47-Psaumida  - Kamarina495 a.C. circa / V secolo a.C.   Cavaliere e atleta siciliano
Psaumida, figlio di Acrone (probabilmente un medico aristocratico di Gela o di Agrigento), nacque a Kamarina, sub-colonia siracusana, all'inizio del VI secolo a.C. Divenne famoso nel 452 a.C. quando vinse tre gare dei LXXXII giochi olimpici di Olimpia, tra cui la gara più ambita, quella con la quadriga.



48-Biagio Massimo Corvo, detto Max  - Augusta   1920/1994) militare Siciliano nell’esercito statunitense
Negli Stati Uniti, diresse l'ufficio italiano dell'Office of Strategic Services (O.S.S.), il servizio segreto americano, durante la Campagna d'Italia (1943-1945) nella seconda guerra mondiale.
Per le sue idee antifasciste, il padre originario di Melilli, è costretto nel 1923 a espatriare in America. Solo nel 1929, ottenuta la cittadinanza americana la famiglia si riunii a Middletwon ( comunità di Melillesi).
Il padre fondo’ un settimanale antifascista in lingua italiana (The Middletown Bulletin).
Max cresce così in un ambiente che ha mantenuto dei legami strettissimi con la lingua, la cultura e la politica italiane. Quando si arruola come volontario nell'esercito americano nel 1941, queste sue potenzialità sono subito notate dai suoi superiori che lo distaccano (nome in codice "Maral", tessera n.45) presso la neonata sezione italiana dell'Office of Strategic Services (O.S.S) per assistere con servizi di intelligence l'invasione alleata dell'Italia. Grazie ai suoi legami familiari,le conoscenze e alla sua capacità organizzativa (ha solo 22 anni) raggiunge il vertice dell'organizzazione. Attorno a lui raduna anzitutto un gruppo di amici siculoamericani (tra cui Emilio Daddario) per espandere i rapporti nelle varie regioni italiane.
Già nel 1942 Corvo delinea piani dettagliati di intelligence per lo sbarco in Sicilia.Nel 1943 si reca in Nord Africa ed a luglio il suo gruppo sbarca in Sicilia stabilendo la sua base operativa al castello di Falconara.
Max agisce con grande spregiudicatezza, non esitando ad intessere rapporti anche con la mafia siciliana. Al tempo stesso ha solidi legami con democratici ed antifascisti italiani.
Privilegia i rapporti con le forze repubblicane (anche socialiste e comuniste) della Resistenza Italiana e il Comitato di Liberazione Nazionale.
Fornendogli armi e viveri, per indebolire i tedeschi ed impedire la distruzione delle infrastrutture produttive e industriali italiane.

Nei giorni della Liberazione, il 25 aprile 1945, Corvo invia Emilio Daddario dalla Svizzera con la missione di catturare i capi militari della Repubblica Sociale Italiana.
Congedatosi dall'esercito con il grado di maggiore, molti anni dopo Corvo racconta la propria esperienza militare nel corso della seconda guerra mondiale in un libro autobiografico: "The O.S.S. in Italy 1942-1945: A Personal Memoir" (New York: Praeger).

 


49-Tommaso Agni o Tommaso da Lentini - Lentini  ?/1277    - Patriarca Siciliano della chiesa cattolica in Israele
Frate domenicano,fu vescovo di Betlemme
e infine patriarca latino di Gerusalemme.
Fondò a Napoli nel 1231 il convento di San Domenico Maggiore. Fu successivamente vescovo di Betlemme dal 1255
e patriarca latino di Gerusalemme dal 1272 e legato in Terra santa,dove si adoperò per appianare i contrasti tra principi cristiani di Siria, i due ordini cavallereschi dei Templari e degli Ospitalieri, le città marinare italiane, e ristabilire l'unione fra i crociati.

 

 

50-Pietro Floridia - Modica 1860/ 1932  - compositore Siciliano naturalizzato statunitense
Ancora allievo del conservatorio pubblicò le sue prime composizione che lo fecero conoscere a livello nazionale.
Nel 1882 la sua prima opera, Carlotta Clepier  fu rappresentata con successo a Napoli.
Apprezzato pianista, alla fine del 1885 iniziò alcune tournée in Italia e all'estero.
Dopo varie rappresentazioni di successo in giro per l’Italia nel 1904 decide di emigrare negli Stati Uniti. Si stabilì dapprima a New York e poi a Cincinnati, dove per due anni insegnò al locale College of Music. Tornato a New York nel 1908, vi riprese l'insegnamento. Nel 1910 compose un'opera commissionatagli dal Comune di Cincinnati,rappresentata alla Music Hall di Cincinnati.
Nel 1913 organizzò e diresse a New York un'orchestra sinfonica italiana.
Nel 1930 la American Opera Society di Chicago gli assegnò la David Bispham medal.
Nel 1932, poco prima di morire, portò a termine un ultimo lavoro,intitolato Malia,rimasto inedito.
Morì a New York.



  

51-Nunzio La Farina - Capizzi 1896/1961    Compositore Siciliano in Argentina
Emigrato in Argentina ottiene il diploma di professore e compositore di musica a Buenos Aires.
Incise grandi successi sui dischi Columbia e Brunswich.
Nel 1943 compose un nota marcia inno intitolata "Madre Patria".
Morì da famoso e apprezzato compositore in tutto il mondo.

 

 


 

 52-Fra' Francesco di Sicilia - Sicilia 1500 – Frate Siciliano Minore osservante e missionario in Egitto 

Scrisse : «Notizie della Palestina scritte nel 1585 dal P. Francesco di Sicilia, ossia di Messina, minor osservante, viaggiatore, di que’ luoghi procuratore» 

 

 

53-Giovanni Geraci - Partinico 1800  - Cantastorie/Combattente Siciliano battaglia Custoza
Scrisse una cronaca cantata ambientata durante la terza guerra d’indipendenza italiana.
Era un contadino che nel 1866 fu arruolato di gran corsa e spedito a combattere al Nord nella terza guerra d’indipendenza.
La canzone è il racconto delle fatiche e disagi, del lungo ed estenuante viaggio verso il Veneto e delle battaglia di Custoza del 24 giugno 1866.
Fu una grande sconfitta. Tornato indietro vivo, ebbe modo di trasmettere la sua “cronaca” in forma di canzone ai suoi parenti ed amici. L'opera inizia cosi':

"L’annu sissantasei mill’ottucentu 
Vittòriu nni fìci la chiamata: 
«Ogni surdatu a lu so riggimentu, 
« puru li cuncidati chi su' a casa. » 
Cunsidirati chi beddu mumentu, 
lassari la famìgghia angustiata,
li matri, ca facìanu lamentu, 
e pri li patri fu 'na cutiddata!......

 


54-Juan Domingo Palermo - Palermo 1560/1635   - Comandante/Amministratore Siciliano di Buenos Aires

Proprietario di un oratorio che venerava San Benito da Palermo a Buenos Aires.
Juan Dominguez Palermo era un militare e un politico siciliano, che prestò servizio a Buenos Aires durante

il Viceréame del Perù.Nacque in Sicilia nel tempo in cui la regione apparteneva al Regno d’Aragona.Figlio di Domingo de Giovani e Maria de Vargas, appartenente ad una famiglia illustre.
Arrivo’,
intorno al 1582, a  pochi anni dalla fondazione di Buenos Aires.Sposò Isabel Goméz de la Puerta y Seravia, discendente di un fondatore,del quale ereditò un appezzamento di terreno nel Monte Grande, di

300 verghe di fronte.Trasformò questi terreni paludosi in fiorenti giardini di vigne e frutteti ed acquisì altri fondi contigui fino ad ampliare il suo possedimento ad un fronte di 13.000 verghe.
Uno dei quartieri più esclusivi di Buenos Aires porta il suo nome.

Ha servito sotto il comando di Giovanni d'Austria, fornendo servizi a Malta, Napoli e Spagna. Stabilitosi nel Río de la Plata nel 1590,ricevute poi le concessioni fondiarie a Buenos Aires divenne proprietario di

diverse haciendas nei sobborghi della città. Era un membro attivo del Consiglio Comunale e fu reggente per diversi anni. Ha anche ricoperto la posizione onoraria di Mayordomo di Buenos Aires,relativa al

controllo delle attività economiche della città.

Alla morte fu sepolto nella Cattedrale.Da quel momento le sue terre si chiamarono  Banados de Palermo o anche Vignas de la Punta de Palermo.

Fonti storiche:
“Los primeros italianos en el Río” de la Plata DI Enrique De Gandia
“Los pobladores de Buenos Aires y su descendencia” di
Hialmar Edmundo Gammalsson

 

  

 

55-Ibn Hamdis   Siracusa o Noto 1056/1133    - Poeta Siciliano in vari regni maghrebini  

E’ stato un poeta arabo in lingua siculo-araba, massimo esponente della poesia araba di Sicilia a cavallo tra l'XI e il XII secolo. Abū Muḥammad ʿAbd al-Jabbār ibn Abī Bakr ibn Muḥammad ibn Ḥamdīs al-Azdī al-Ṣiqillī nacque da una famiglia nobile. Verso il  1078 a causa della conquista normanna della Sicilia, lasciò l'isola per giungere in al-Andalus. A Siviglia fu accolto alla corte del principe mecenate Muhammad al-Muʿtamid.
Fu accanto al principe anche durante l’imprigionamento in 
Marocco. Dopo la sua morte fu accolto nel 1095 a Bijāya, in Algeria, sotto la protezione del principe hammadita Mansur ibn Nasir.
Dopo la scomparsa di quest'ultimo (
1105) fu ospitato per almeno un ventennio nella città tunisina di Mahdia alla corte dei principi ziridi.
Una poesia di Ibn Ḥamdīs celebra la vittoria ziride contro la flotta normanna a capo Dimas nel 
1123.
Ibn Ḥamdīs continuò il suo peregrinare nei paesi dell'
Islam mediterraneo fino alla morte che lo colse a Maiorca, quasi ottantenne.

Di Ibn Ḥamdīs ci è pervenuto un dīwān, un canzoniere di componimenti poetici, composto di 360 poesie.

Molte poesie sono dedicate alla Sicilia perduta della sua giovinezza.

  

 

 

56-Alfonso Scalia e Patrioti Siciliani ed altri esuli in Inghilterra e nel mediterraneo 1800
Alfonso Scalia e suo fratello Luigi sono residenti a Londra come tanti emigrati politici siciliani.Esuli dopo le rivolte siciliane del 1848.
Alfonso ha lasciato Palermo dopo il fallimento dei moti del 1848, era stato marinaio e capitano.Ad appena 24 anni aveva fatto parte dell' equipaggio della nave Sumatra che era arrivata sino alle Indie Orientali e a Singapore. Ma nel ' 48 Alfonso era stato a Palermo, aveva coordinato gli insorti decisi a espugnare il forte di Castellammare ed era rimasto al suo posto sino all' ultimo.Scrivevano di lui: «il maggiore Alfonso Scalia, il solo de' capi della truppa che non avesse disertato dal suo posto...».

Una volta in Inghilterra Alfonso entra a far parte della variegata compagnia degli esuli, aderisce al partito moderato chiamato «malva» con  repubblicani e mazziniani. Molti diventano i beniamini dei salotti,resi più fascinosi dalle persecuzioni politiche.Molti erano gelosi dei successi mondani dei fratelli Scalia.

 

Fonte storica : http://www.trapaninostra.it/libri/salvatore_costanza/Sicilia_Risorgimentale/Sicilia_Risorgimentale-04.pdf

 

 

 

 

 57-Vincenzo Bartolo e i suoi fratelli - Ustica 1802/1846    - Navigatore Siciliano in giro per il mondo

Fu il primo a raggiungere Sumatra al comando di un veliero battente la bandiera del Regno delle Due Sicilie.

La famiglia era originaria di Trapani.Fece pratica di navigazione nelle rotte del Nord Atlantico.

Capitano del brigantino Elisa, nel 1838-39 si rese protagonista di un viaggio ricco di peripezie e si guadagnò il soprannome di Colombo di Palermo.La rotta prevedeva un primo viaggio che doveva portare un carico di prodotti siciliani a Boston, poi da lì doveva ripartire verso l’isola di Sumatra, per caricare del pepe da riportare a Palermo.Questo viaggio, per quei tempi, era da considerarsi un’impresa più che ardimentosa e il capitano Di Bartolo, trentasettenne di Ustica, si sentiva  pronto ad imbarcarsi in questa avventura.

Parti’ con 12 uomini di equipaggio da Palermo il 28 ottobre 1838, l’Elisa attraversò lo stretto di Gibilterra il 10 di dicembre. Dopo una violenta tempesta e la lotta col gelido inverno, il brigantino giunse al porto di Boston il 27 gennaio 1839, tra lo stupore generale.
A Boston si provvide anche ad imbarcare dei cannoni, date le acque insidiose da attraversare e l’incerta ospitalità degli indigeni a Sumatra.Il primo marzo l’Elisa sciolse le vele e ripartì alla volta delle isole indonesiane, doppiando felicemente il 
Capo Horn.Dopo 68 giorni di navigazione il 1º luglio 1839 raggiunse l’isolotto di Pulau Raja, sperando di trovare del pepe ma, non trovando carico a sufficienza, si videro costretti a ripartire subito alla volta di Rigaih, a Sumatra, dove approdarono il 12 luglio.Qui contattarono il capo della tribù locale e con questo trattò l’acquisto del carico che barattò in cambio di due cannoni. Lo scambio andò a buon fine e l’Elisa si soffermò su quelle spiagge per 16 giorni prima di riprendere la rotta di casa, ripassando per il Capo di Buona Speranza e soffermandosi sull’isola di S. Elena.Qui Di Bartolo volle visitare i luoghi dove Napoleone trascorse i suoi ultimi giorni, ormai adibiti a stalle e magazzini.Dopo un viaggio di ritorno tranquillo il brigantino giunse a Palermo la sera del 14 dicembre, ovvero un anno, un mese e 16 giorni dopo la partenza dallo stesso porto. Era la prima volta che una nave palermitana solcava l’Oceano Indiano e Vincenzo Di Bartolo compilò un dettagliatissimo diario di viaggio, per trasmettere informazioni e consigli a tutti quelli che avrebbero tentato l’impresa in futuro.

Di seguito l’equipaggio

Nr

Nome

Età

Patria

Classe

1.

Vincenzo di
Bartolo

36

Ustica

Cap. d’altura

2.

Federico
Montichiaro

25

Ancona

Pilota d’altura

3.

Domenico Pitrè

34

Palermo

Nostromo

4.

Antonino Mattina

21

Palermo

Marinaio

5.

Francesco Sposito

54

Meta

Marin. camm.

6.

Andrea Sposito

24

Palermo

Marinaio

7.

Salv. Gius. La
Nasa

24

Termini

Marinaio

8.

Benedetto Mercurio

28

Palermo

Marinaio

9.

Giuseppe Monte

37

Termini

Marinaio

10.

Antonino Rizzo

28

Termini

Marinaio

11.

Antonino Culotta

42

Termini

Marinaio

12.

Felice Di Simone

19

Ustica

Giovinotto

13.

Pietro Gangurra

15

Termini

Giovinotto

 

 

Fonte storica del Centro studi e documentazioni isola di Ustica:

http://www.centrostudiustica.it/images/PDF/pdf-copertine-rivista-lettera/Lettera-N.-19-20-Anno-VII-Aprile-Agosto-2005/L19-20_Altri_FratelliDiBartolo_Genco.pdf

 

http://www.centrostudiustica.it/images/PDF/pdf-copertine-rivista-lettera/Lettera-N.-2-Anno-I-Settembre-1999/L2_Sto_CapitanoTreIsole_Mazzarella.pdf

 

 

 


58-Giacomo Albanese - Geraci Siculo   1890/1947  - Matematico Siciliano

Esponente della scuola italiana di geometria algebrica.  

Nel 1909 si laureò in fisica a Palermo.Tra il 1936 e il 1942 visse San Paolo del Brasile, dove insegnò all'Universidade de São Paulo. Fu in Italia dal 1942 al 1946 a causa della seconda guerra mondiale, per poi tornare a San Paolo, dove morì nel 1947.

 

 

 

59-Navigatori e marinai Siciliani in giro per il mondo (l'assalto del brigantino Clementina e la truffa dei pesi)- Sicilia 1800

La sera del 3 gennaio del 1850 il comandante Francesco Cafiero (Sorrento) ordinò di lasciare il molo di Palermo.
Lentamente il brigantino Clementina prese il vento e il primo ufficiale Salvatore De Francisci fece doppiare capo Gallo e prese la rotta per Gibilterra,destinazione New York.

Li’ avrebbero sbarcato il «carico assortito» e imbarcato viveri e attrezzature, il bastimento sarebbe poi ripartito per un traffico più ricco: pepe di Sumatra nelle Indie Orientali (Indonesia).
Palermitani erano i quattordici uomini dell' equipaggio, oltre al primo ufficiale e il pilota Carlo Monti.
Il commercio da quelle parti fu da sempre molto conveniente poiché si riusciva a truffare facilmente gli indigeni ma gia’ in quel periodo i locali si erano fatti piu’ furbi.
Infatti scriveva gia’ Di Bartolo sul diario di bordo : «Il modo di coglionare questa gente non solo si è reso difficile, ma al contrario conoscono la maniera di rubare a noi».
Gli europei/americani avevano creato dei pesi speciali con un incavo dentro più o meno capiente,che si poteva riempire di mercurio, svitando la parte superiore.
I pesi alla verifica preliminare fatta dagli indigeni risultavano esatti ma poi venivano opportunamente appesantiti,riuscendo a guadagnarci il 75% sul carico.Quindi dopo i primi viaggi conclusi con interessanti guadagni, gli altri avevano avuto,con il passare del tempo,alterne fortune: sia per gli imprevisti, sia per l' aumentata difficoltà a concludere scambi vantaggiosi con i sempre più smaliziati rajah malesi.Questo lo stato delle cose quando capitan Cafiero diede fondo al suo bastimento davanti alla costa di Sumatra: era il 4 settembre, dopo centoventi giorni di navigazione da New York. I primi approcci non furono fortunati,il Clementina navigò per mesi fra varie isole, spingendosi fino al golfo del Bengala, con traffici vari, per far fruttare in qualche modo il viaggio, in attesa che finalmente il pepe fosse abbondante sul mercato. Il 20 marzo del 1851 ancorò finalmente nella rada di un posto chiamato Qualah Diah. Cominciò a caricare pepe la notte del 29 marzo ma alle quattro di quella notte, il comandante del clipper americano Ariosto fu svegliato dalla richiesta d' aiuto di due uomini che stavano in una barca sotto il suo bordo. Li fece venire a bordo: erano due marinai del Clementina, uno dei quali aveva il tallone tagliato da una sciabolata. Dal loro racconto concitato seppero che il bastimento siciliano era stato assaltato dai malesi.Lo confermo’ l’arrivo di un' altra scialuppa con sette marinai del Clementina, uno aveva una mano quasi mozzata.Gli americani saliti a bordo trovarono il corpo senza vita del capitano trafitto da due coltellate al cuore.
Il primo ufficiale De Francisci era stato pugnalato ad entrambe le spalle, il secondo Monti al petto e a una spalla. Uscì dal suo nascondiglio anche uno scampato al massacro, con una ferita di pugnale alla spalla destra.A bordo trovarono dei malesi armati che dissero di essere solo amici intervenuti in aiuto.
In pratica i malesi si erano accorti di qualche imbroglio (pesi manomessi) e si arrabbiarono assai!Testimone dei fatti fu Antonino Mattina,mozzo del Clementina,che trasmise la storia ai suoi discendenti.Durante l’assalto Il giovane palermitano sparò due colpi di revolver e si lanciò contro un malese brandendo un' ascia: nella lotta fu spinto contro la murata, scivolò sul sangue che inondava il ponte e finì in mare abbrancato al suo nemico. Riuscì a divincolarsi e, ferito, saltò a bordo della barcaccia legata a poppa. Tagliò il cavo e svenne. Quando riaprì gli occhi ebbe il tempo di vedere la murata del clipper americano Ariosto.Fu raccolto a bordo.
Gli americani dell'Ariosto salirono a bordo del Clementina anche per un' azione punitiva per il prestigio della razza bianca», arrembarono,sconfissero i malesi e si riappropriarono del brigantino.
La rappresaglia sarebbe stata guidata da un non meglio identificabile Gianni Forte della marina di Capaci. Chi era costui? Un ufficiale imbarcato su uno dei legni americani?Dopo quell'evento, i palermitani non abbandonarono quella rotta insanguinata. Negli anni immediatamente successivi sono registrati almeno quattro viaggi per le Indie Orientali: nel 1854, Federico Montechiaro ci portò il Sumatra, e con lo stesso bastimento, due anni dopo, ci tornarono i capitani Gaetano Di Napoli e Antonino Mattina; nel 1864 il comandante Di Liberto. E tornarono tutti per raccontarla.




60-Federico Carlo Gravina  - Palermo 1756/1806  - Ammiraglio e comandante Siciliano della Armada spagnola

Dopo aver compiuto gli studi nel 1776 si arruolò nella marina spagnola diventando subito guardiamarina a Cadice. Imbarcato sul vascello San José nel 1776, venne promosso poco dopo alfiere di fregata e destinato alla fregata Clara con la quale giunse in Brasile,fece ritorno a Cadice sulla San Dámasocon. Nel 1778 venne promosso alfiere di vascello.

Nominato Tenente di fregata nel 1779 ottenne il comando dello sciabecco San Luis e la promozione a Tenente di vascello. Nel 1781 prese parte alla Spedizione di Minorca . Capitano di fregata al comando della San Cristobal, nel 1782 partecipò all'Assedio di Gibilterra, passò quindi al comando della Santisima Trinidàd per la battaglia del capo Espartel e quindi prese parte alle operazioni contro Algeri e all'impresa di Tolone del 1793. Per i suoi meriti, nel 1800 venne nominato ammiraglio e, dopo l'alleanza della Spagna con l'Impero Napoleonico, partecipò nel 1802 alla spedizione di S. Domingo. Dopo essere stato ambasciatore a Parigi nel 1805, combatté a Capo Finisterre ed a Trafalgar nel 1805 a bordo del vascello Prìncipe de Asturias in qualità di viceammiraglio della Flotta Combinata e comandante dei 15 velieri spagnoli presenti in loco. Durante la battaglia l’ammiraglio fu messo in salvo ma subì una ferita al braccio sinistro che lo portò alla morte pochi mesi dopo essere stato promosso Capitán general de la Armada.

Fu sepolto nel Panteon de Marinos Ilustres, a San Fernando presso Cadice, costruito appositamente per conservare le memorie di questo ammiraglio spagnolo venuto da Palermo. 

 

 

 


61-Vito Mangiamele - Sortino 1827/1897  -  matematico Siciliano

Figlio di un umile pastore di pecore, diede prova di abilità di calcolo sorprendenti tanto da essere convocato a Parigi, il 19 giugno 1837, presso l'Accademia delle scienze francese alla presenza del famoso François Arago. Qui stupì tutti i presenti calcolando a mente radici cubiche di numeri di sei cifre. Per l'interessamento dell'Accademia delle Scienze, ebbe l'opportunità di studiare a Parigi, dove giunse ad avere una cattedra di matematica alla Sorbona. Morì a Toulouse nel 1897.

 


 

62-Bonaventura Consiglio e marinai (brigantino Oreto) - Sicilia 1800  - Condussero il primo veliero Siciliano negli Stati Uniti

Il brigantino Oreto fu il primo veliero siciliano ad attraversare l'Oceano Atlantico, aprendo la stagione della navigazione oceanica italiana.Partì da Palermo nella primavera del 1818 al comando del Capitano Bonaventura Consiglio e raggiunse Boston con un carico di pregiati prodotti siciliani.

Ecco come fu riportata la notizia nel numero 215 del Giornale del Regno delle Due Sicilie, datato giovedì 10 settembre 1818:

“Boston, 6 giugno - Negli scorsi giorni è giunto nel nostro porto il brigantino siciliano l'Oreto, comandato dal capitano Bonaventura Consiglio, proveniente da Palermo. È questo il primo bastimento italiano condotto da Italiani, che sia comparso ne' nostri lidi. Il carico è stato subito venduto con profitto considerevole del proprietario Signor Riso di Palermo. L'equipaggio, durante la sua permanenza in Boston si è meritata la stima generale. L'accoglienza e i vantaggi di questa prima spedizione del commercio italiano con i riguardi verso la bandiera del Regno delle Due Sicilie, ci fanno sperare in bene nel rapporto con una nazione che sinora non si era mostrata sulle spiagge americane”.
Da quel periodo in poi la rotta inaugurata dall'Oreto fu seguita poco dopo da altri velieri siciliani.



63-Stefano Stabile/Michele Fileti/Ignazio Tedesco/Capitano Arculeo del brigantino Elisa/Capitano Orazio Di maggio del brigantino Peppino  - Sicilia 1800   - Navigatori Siciliani in giro per il mondo

Negli anni Trenta dell' Ottocento, la marineria siciliana, in particolare quella palermitana, cominciava a tentare le aspre vie oceaniche.

Nel 1830 il capitato palermitano Stefano Stabile, ascoltando i consigli del capitano Ignazio Tedesco, al comando del brigantino Penelope aveva finalmente azzeccato la rotta giusta per il Nord America e aveva stupito gli armatori andando e tornando da Boston in centoventi giorni.

La rotta del Levante, era stata invece riaperta anni prima dal capitano Michele Fileti: nel 1799 il regno di Sicilia per l' occupazione francese,era afflitto da una seria carestia e mancava il frumento per i siciliani. Michele Fileti era uno dei più valenti comandanti siciliani. Partì con il brigantino Archimede per il mar Nero, caricò il grano a Odessa e tornò a Palermo senza incappare in sgradite avventure.

Per quell' impresa, Michele Fileti fu nominato «tenente graduato della Real Marina.

Grazie a lui la marineria palermitana affinò le sue conoscenze nautiche e poté affrontare gli oceani.

L' Archimede non si era spinto fin dentro il mare di Azov.Anche se il grano di Tangarok era già rinomato, nemmeno il pur abile capitano Fileti s' era azzardato in quel bacino ristretto e insidioso.
Sui grandi volumi della «Matricola della Gente di Mare di 1a Categoria» conservati nella Capitaneria di Porto di Palermo, risulta che due bastimenti palermitani vi approdarono nel 1879.

Il 18 febbraio arrivò il capitano Arculeo con il brigantino Elisa ma non era il leggendario Elisa con cui 40 anni prima il capitano usticense Vincenzo Di Bartolo aveva navigato fino a Sumatra.

Arculeo aveva portato un carico di agrumi e ne era tornato con le stive piene di grano.

In quello stesso anno compì diversi viaggi per Tangarok il capitano Orazio Di Maggio, di Isola delle Femmine, al comando del brigantino-goletta Peppino.

Nei registri con scritta : Matricola della Gente di mare di prima categoria per secoli la Capitaneria di porto di Palermo e quelle di altri porti siciliani vi hanno annotato la vita marinara di migliaia di navi e di marinai.

Tante le dinastie di marinai: i Rallo, i Vella, gli Onorato, i Fileti, i Lo Vico, i Cricchio.Queste famiglie furono il cuore vitale dinamico di Palermo.

Nel 1848 furono molti e tanti i veterani dell'Atlantico,capitani ed ufficiali della Mercantile che presero parte ai moti risorgimentali.Molti erano corsi ad arruolarsi nella Marina da guerra del Consiglio rivoluzionario presieduto da Ruggero Settimo.

La Sicilia delle rivoluzioni 1848-1849 e 1860 ebbe due marine da guerra ed un solo comandante, Salvatore Castiglia (1819-1895) uno dei più esperti e colti capitani di lungo corso siciliano.

Fonti: libro “Gente di mare” di Mario Genco

 

 


64-Militari e marinai siciliani - ( Registro della Gente di Mare di 1a Categoria) Sicilia 1914/1918   - Combattenti Siciliani della prima guerra mondiali

Un estratto dal libro di Mario Genco : Sbarcati in Mare.Epicedio”

http://www.intrasformazione.com/index.php/intrasformazione/article/viewFile/113/pdf

Da un articolo pubblicato su Messina ieri e oggi scritto da Vincenzo Caruso

http://www.messinaierieoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1330:da-messina-ad-adua&catid=46:vincenzo-caruso&Itemid=2513

 

 


65-Giovanni Rizzo - Milazzo 1874/1956  - Capitano Siciliano

Così come il fratello Luigi fu l’erede di una consolidata stirpe marinara.
Capitano era suo padre Giacomo, ma anche il nonno materno Stefano Greco Piraino ed i fratelli di quest’ultimo.
Il suo primo viaggio da comandante fu nel 1903 a bordo del Siciliano, il quale dopo aver fatto scalo a Nicolaieff, nel mar Nero, avrebbe riportato la nave a vapore nel porto di Milazzo nel 1904.
Il Siciliano di capitan Giovanni fece ancora scalo nel mar Nero nel 1905 (porto granario di Taganrog) ed ancora tra il marzo 1907 ed il gennaio 1908, approdando a Berdyansk, Ucraina, nel mare d’Azof.
Capitan Giovanni Rizzo terminò la sua carriera a Genova.


  

66-Vincenzo Serrentino   -  Rosolini  1897/1947   Militare Siciliano e prefetto italiano di Zara
(fucilato come criminale di guerra)
Dopo aver frequentato l'Accademia militare di Modena partecipo’ come sottotenente di fanteria alla prima guerra mondiale.Trasferito al fronte si occupò dell'addestramento delle truppe serbe.
Per questa sua attività venne in seguito decorato dal Regno dei Serbi, Croati e Sloveni con l'Ordine di San Sava.
Nel 1918 sbarcò in Dalmazia e qui  operò fino al 1919, spostandosi in seguito a Zara dove svolse il compito di capo ufficio passaporti.
Qui rimase sposandosi con una ragazza di Zara dalla quale ebbe tre figli e lavorando come sindacalista della Provincia di Zara. Nel 1939 assunse il comando della difesa contraerea di Zara venendo poi promosso al grado di primo seniore della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale.
Dopo l'occupazione della Jugoslavia da parte delle truppe dell'Asse fece parte del Tribunale Straordinario della Dalmazia per combattere i  partigiani jugoslavi.Purtroppo Serrentino figura nell'elenco CROWCASS (Central Registry of War Criminals and Security Suspects) (1947), compilato dagli Alleati anglo-americani, delle persone ricercate dalla Jugoslavia per crimini di guerra.
Fu Prefetto di Zara lungo tutto il periodo di occupazione militare tedesca, dal 1943 fino 1944.
Dopo i bombardamenti alleati Zara venne quasi rasa al suolo e quindi inagibile,quasi tutti gli Zaratini sfollarono. Serrentino rimase ad aiutare la popolazione fino all’ordine dell'abbandono della città.
Serrentino riuscì ad arrivare a Fiume con una torpediniera tedesca e successivamente a raggiungere Trieste con un gruppo di militari tedeschi in ritirata.
Posto sotto accusa presso la giustizia penale militare poiché era “venuto meno ai principi del diritto internazionale di guerra e ai doveri dell'umanità” viene catturato dagli jugoslavi nel 1945. Processato come criminale di guerra, fu condannato a morte con esecuzione avvenuta nel 1947 a Sebenico dalle autorità jugoslave.Il processo si svolse senza che le autorità italiane o la famiglia di Serrentino venissero avvisate, così come non si seppe dell'avvenuta esecuzione della condanna.

 

 

 

67-Franco Maccagnone,Principe di Granatelli  - Palermo 1807/1857     -Patriotta Siciliano ed esule in Inghilterra

Primogenito di Goffredo, principe di Granatelli divenne presto personaggio di rilievo nella vita politica e culturale di Palermo.Nella sua rivista Effemeridi ,rifacendosi ad costante appello alla "nazione siciliana"affermava la necessità di una apertura verso l'esterno, per far conoscere le condizioni civili ed intellettuali in Sicilia.Molto attento alle trasformazioni dell'agricoltura e principalmente si interessò alle condizioni di vita della popolazione,dandone prova nel 1837, quando da senatore di Palermo, dovette affrontare l'emergenza del colera.Il colera tolse di scena alcuni fra i protagonisti della cultura del tempo ed egli puntò il dito contro la politica accentratrice dei Borboni e la pesante subordinazione della Sicilia a Napoli.Da allora la sua'abitazione divenne il ritrovo abituale di quanti cospiravano contro il governo e coltivando progetti di indipendenza con soluzioni di tipo confederale.Nel settembre 1847, in un clima ormai prerivoluzionario ebbe la casa perquisita. Resosi latitante riuscì a imbarcarsi per Gibilterra e poi a Cork.Sulla via del ritorno in patria, il 21 febbr. 1848 incontrò a Londra il ministro degli Esteri H.J. Temple visconte Palmerston a cui chiese il sostegno inglese per assecondare l'aspirazione della Sicilia. Giunto a Palermo nel marzo 1848, fu eletto al parlamento e con L. Scalia fu poi inviato in missione a Parigi e a Londra per ottenere il riconoscimento del governo rivoluzionario. In Francia e in Inghilterra, oltre a trattare forniture belliche per la Sicilia e a farsi notare per le maniere poco convenzionali, ebbe incontri ad alto livello in vista di una possibile mediazione internazionale.Domata la rivoluzione, il restaurato governo borbonico promosse un'azione penale contro il Granatelli e lo Scalia, imputati di aver armato una nave in territorio britannico. L'accusa non poté essere provata e il processo, svoltosi a Londra con molto clamore si concluse positivamente per gli imputati nel 1849.Contrariato dalle ambiguità della politica inglese, aveva deciso di redigere un memoriale che suonasse anche come accusa per l'abbandono della causa siciliana. (Sicily and England. A sketch of events in Sicily in 1812 & 1848, illustrated by vouchers and State papers) mettendo appunto sotto accusa l'Inghilterra per l'abbandono della causa siciliana.Successivamente si dichiarò più volte a favore di un protettorato inglese in Sicilia e nell'autunno del 1849, in una riunione di esuli a Parigi, affermò: "Se questa volta arriviamo a scacciare il tiranno di Napoli e liberar la Sicilia non voglio socialisti, ma una Repubblica aristocratica sotto la protezione dell'Inghilterra"

 


68-Giovanni Matteo Adami   - Mazara del Vallo   1576/ 1633   Missionario gesuita Siciliano
Appartenente ad una nobile famiglia della città.Nel 1591, si trasferisce a Roma,studia nel Seminario Romano ed  infine sceglie di partire missionario in Giappone.Vi giunge nel 1604.Nel 1614 viene bandito dal Giappone e si reca in esilio a Macao; ma rientra a Nagasaki, che ha scelto come campo del suo apostolato. Denunziato una prima volta, gli viene concessa la possibilità di fuggire, ma rimane in Giappone, costretto a nascondersi ed a vivere di stenti.
Catturato infine nel 1622 viene condannato al supplizio.

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69- Muhammad b. ʿAlī al-Māzarī - Mazara del Vallo1061/, 1141)   Giurista e imam arabo-siciliano

Abū ʿAbd Allāh Muhammad b. ʿAlī b. ʿUmar al-Māzarī fu un apprezzato giureconsulto musulmano (faqihsiciliano, appartenente alla scuola giuridica malikita. Studiò fiqh a Sfax  e a Sūsa.Spirito colto e poeta di buona qualità, è noto per una fatwā con la quale si autorizzavano i musulmani che vivevano sotto dominazione non musulmana (Dār al-ḥarb) a rimanerci a vivere a condizione che fosse loro garantito vivere in base alla propria legge, pur se assoggettati al pagamento di imposte e alla lealtà politica verso il signore non musulmano.
Nel caso concreto si autorizzavano i musulmani a non lasciare la terra di Sicilia, dominata a quell'epoca dai Normanni.
Mori’ a Mahdia


 

 

 

70-Siciliani fatti schiavi dai pirati arabi (storia dei bianchi ridotti in schiavitu') - Sicilia 1500/1700

A seguire un link di un articolo scritto da Barbara sul Blog di Barbara che tratta una parte della nostra storia siciliana poco conosciuta:
https://ilblogdibarbara.wordpress.com/2013/09/06/la-storia-dimenticata-dei-bianchi-ridotti-in-schiavitu/

 

 


71-Vincenzo maria zito  - Palermo 1900/1966      - fumettista Siciliano negli Stati Uniti

Naque nei pressi di corso Pisani,lascio’ la Sicilia negli anni '20 per raggiungere anni dopo l'America.Dopo aver condotto una vita favolosa che lo condusse prima a Roma,Parigi, New York, Cuba e la Florida.Dopo avere frequentato l’Accademia delle Belle Arti di Palermo fece il suo ingresso tra i saloni del Grand Hotel Villa Igea. Frequentò la potente famiglia di imprenditori Florio e per guadagnare i primi soldi ritrae aristocratici, artisti, scrittori, imprenditori. Per il cavaliere Vincenzo Florio realizzerà anche i primi manifesti pubblicitari della “Targa Florio” . Nel 1927 emigra prima a Roma e poi a Parigi dove si fermerà alcuni anni e dove tra l’altro frequenterà tutti i locali alla moda conoscendo attori, artisti, poeti, nobili, imprenditori e anche dei “morti di fame”. Ottiene un buon contratto di lavoro realizzando caricature al “Joe Zelli”, un noto club della capitale e in quella occasione conosce anche un altro palermitano, Giuseppe Abatino, detto Pepito che lo volle poi nel suo cabaret. Poi abbandona pure Parigi e dopo essersi imbarcato su un transatlantico arriva a New York. Negli States conobbe un altro palermitano, Nicola “Nicky” Quattrociocchi, ex proprietario del noto club “El Borracho” e in quel locale si fece apprezzare anche dagli americani per le sue originali caricature.L’America è stata la sua fortuna. Grazie, infatti, ad un libro a fumetti che illustra i pensieri dei cani, pubblicato nel 1964 vendette oltre un milione di copie. Caricaturista, vignettista, disegnatore di manifesti pubblicitari, oggi ricercati oggetti da collezione. Chi firmava, fino alla metà degli anni Sessanta, i manifesti pubblicitari della “12 Ore di Sebring” ,nota corsa automobilistica nata in Florida nel 1950 e che si correva lungo la pista di un aeroporto,era proprio l’artista di Palermo.Per tutta la sua esistenza è stato un “giramondo” ma ha lasciato ampie tracce della sua produttività e popolarità esclusivamente negli Stati Uniti,sconosciuto a Palermo.Si sposò con una creola di Santo Domingo e si amarono per qualche tempo follemente poi decisero di divorziare. Mentre “Nicky” Quattrociocchi tornerà a Palermo,Zito invece si trasferisce alcuni anni, siamo alla fine degli anni Quaranta, a Cuba.Ma le cose non gli andarono bene. Diceva «qui è un paese dove tutti hanno le barbe, è monotono fare caricature». Non sarebbe stato facile realizzare le caricature di Che Guevara o di Fidel Castro.
E nel 1953 ritorno’ negli Stati Uniti, in Florida.Frequentava gli ambienti culturali e alla moda della città e spesso lo si vedeva in un angolo di club, locali alla moda, hotel, immerso tra i suoi album da disegno e cavalletto catturare questo o quell’altro aspetto più o meno curioso. Il 24 dicembre, vigilia del Natale 1966 fu rinvenuto cadavere, dimenticato da tutti.Il 12 gennaio 1967 sul “Giornale di Sicilia” apparve un articolo-appello dal titolo: «Si cercano eredi (se ci sono) di un caricaturista giramondo». Oggi di lui rimangono ancora diversi disegni e caricature che si possono ammirare su internet e molti dei quali sono periodicamente messi all’asta presso Case americane.

 


  

72-Sante Fortunato Vanni - Caltagirone ?/? e Andrea Ragusa - Catania? 1896/1974 -    - Librai ed editori Siciliani negli Stati Uniti
Vanni arriva a New York nel momento massimo dell'emigrazione italiana e nel 1884 apri’ una piccola libreria italiana al 548 di West Broadway.

Oltre che libreria la S.F. Vanni divenne presto anche stamperia e casa editrice, e tra i volumi in vendita spiccava il dizionario Siciliano-Italiano.

Vanni era un uomo coraggioso, gli italiani che sbarcavano in America erano poveri braccianti analfabeti, poco avvezzi a tenere tra le mani un libro.
La libreria diventa presto un punto di riferimento per gli immigrati.Vanni è anche scrivano a cui tanti analfabeti dettano le lettere per inviare notizie ai famigliari rimasti in Italia o chiedono di sbrigare pratiche negli uffici.

Il suo progetto è di vendere libri agli italiani e aiutare i suoi connazionali ad integrarsi. Per questo investe sulla piccola bottega al 548 di West Broadway. Vende soprattutto libri scolastici e giornali in lingua italiana.


Andrea Ragusa, direttore della Fratelli Treves, all’inizio degli anni Trenta si mise in testa di vendere la Treccani negli Stati Uniti e li' rilevò la libreria da Vanni.
Quando Andrea Ragusa arriva a New York,Vanni è avanti con gli anni ma la sua avventura editoriale sarà legata a doppio filo alla libreria Vanni.

Nel 1931 Andrea Ragusa ne sposta la sede da West Broadway a Bleecker Street e poi sulla 12ma Strada

In poco più di quarant’anni pubblicò 138 titoli tra volumi di critica letteraria italiana e testi destinati alle scuole, allo scopo di diffondere negli USA la letteratura del nostro Paese. 
Fu lui, ben prima di Amazon, ad avere l’intuizione di vendere per corrispondenza i libri fatti arrivare dall’Italia in tutto il Nord America. 

Sono gli anni della depressione economica.Ragusa ha 35 anni e una consolidata carriera editoriale alle spalle.Infatti è stato segretario della "Nuova Antologia" (dal 1926 al 1930) e  dal ‘29, direttore della Casa editrice Treves.
L'azienda si trasformera' poi  nella Italian Publishers S. F. Vanni e in poco tempo diventera' il punto di riferimento per chiunque in America voglia un libro o un testo italiano.
La sua ambizione era quella di fare conoscere la cultura italiana in America.

 

 

 

  

73-Andrea Salsedo - Pantelleria 1881/1920  - Anarchico Siciliano arrestato negli Stati Uniti
Probabilmente buttato giù da una finestra nel 1920 a New York dall'allora Bureau of Investigation.
Infatti Salsedo venne trattenuto,sottoposto per mesi ad interrogatori nei quali subì violenze e torture.Gli veniva impedito anche di contattare avvocati e familiari.Cadde giù dal quattordicesimo piano del Park Row Building.
Questa vicenda si lega a quella di Sacco e Vanzetti che poco prima di tenere un comizio proprio sulla morte del loro amico Salsedo, furono arrestati per un crimine mai commesso e poi giustiziati.
Poca invece l'attenzione per il siciliano Andrea Salsedo.
Figlio di Giuseppe e Silvestra Pavia, tipografi di Pantelleria, Andrea manifesta sin da giovanissimo attenzione per le idee anarchiche.A nemmeno 20 anni subisce un processo per un suo scritto pubblicato su L'Avvenire Sociale di Messina.
Astensionista, antimilitarista, sindacalista ed editore, l'anarchico di Pantelleria nel 1904 si trasferisce a Tunisi dove diventa tipografo e poi nel 1906, dopo un breve 
ritorno in Sicilia, prova l'avventura negli Stati Uniti.
Lì inizia a collaborare con la rivista : 
Cronaca Sovversiva. In breve tempo diventa uno snodo importante nell'organigramma dei gruppi anarchici dello stato di New York.
È probabilmente per questo motivo che viene catturato. Da qui la morte accidentale di un anarchico siciliano, che darà via all'affaire Salsedo e dal quale scaturirà il più ben noto caso di Sacco e Vanzetti.

Fonte : http://pasarchiviostorico.altervista.org/laffaire-salsedo-nellamerica-degli-anni-20/?doing_wp_cron=1543268861.0458700656890869140625

 


 

74-Gaspare Cannone - Alcamo 1893/1963   -  Giornalista ed anarchico Siciliano negli Stati Uniti

Cannone, dopo i primi studi nella sua città aderii agli ideali socialisti ed a 20 anni partì per gli Stati Uniti d'America.Qui divenne simpatizzante degli anarchici e scrisse sui giornali del movimento, come La Questione Sociale di New York,
Scrisse anche due drammi: nel 1919 Patos e nel 1920 Metamorfosi.

Durante il periodo della prima guerra mondiale lavorò in una fabbrica d'armi di New York ottenendo  il congedo militare. A causa delle sue idee fu arrestato nel marzo 1920, presumibilmente per espellerlo dagli Stati Uniti.

 Venne arrestato, senza capi d'accusa o mandato, da parte degli agenti del Dipartimento Di Giustizia di New York.A seguito di una soffiata fu preso nella sua casa di Brooklyn e portato nell’ufficio del BOI (Bureau of Investigation) di Park Row.
Con una conoscenza limitata della lingua inglese, picchiato e preso a calci, si rifiutò di testimoniare contro altri anarchici.

Dopo averlo tenuto segretamente in prigione per 72 ore, gli agenti lo condussero ad Ellis Island e lo consegnarono ai funzionari dell'Ufficio Immigrazione.
Si rifiutò di firmare una dichiarazione attestante che era un anarchico, ma qualcuno falsificò ugualmente la sua firma.

Subì quindi un processo da cui uscì indenne, ma ebbe l'obbligo di rientrare in Italia.Dopo il suo ritorno ad Alcamo, diventò poeta, commediografo e critico letterario.
A causa di problemi finanziari, nel 1936 cercò di espatriare clandestinamente con la famiglia a 
Tunisi ma fu denunciato

Fu un giornalista antifascista, collaborò anche con il giornale anarchico Umanità Nova

 

  

 

 

75-Giuseppe Alticozzi  - Modica 1887/1963   - Anarchico Siciliano negli Stati Uniti

Figlio di Raimondo ed Emanuela Cataldi, emigrò giovanissimo negli Stati Uniti d'America. Si avvicinò al movimento anarchico, che faceva proseliti negli ambienti dell'emigrazione italiana. Espulso nel 1922 per aver manifestato a favore della scarcerazione di Sacco e Vanzetti, tornò a Modica. Vessato dai fascisti, espatriò clandestinamente in Francia. Arrestato a Ventimiglia per il sospetto di complicità nell'attentato a Mussolini, Alticozzi conobbe, negli anni del fascismo, le persecuzioni, il carcere e il confino.

 

 


  

76-Giuseppe Antonio Borgese  - Polizzi Generosa 1882/1952   - Giornalista e professore Siciliano negli Stati Uniti

Lo stesso Benedetto Croce  pubblicherà la tesi di laurea di Borgese, discussa a Palermo, con il titolo: Storia della critica romantica in Italia.
Tra il 1907 e il 1908 in qualità di corrispondente de Il Mattino e poi de La Stampa , compì un soggiorno di due anni in Germania che gli permise di scrivere articoli e saggi per una cultura italiana allora poco aperta all'esterno.

La sua intensa attività intellettuale ebbe modo di concentrarsi sul primo conflitto mondiale,verso il quale prese posizioni da acceso interventista.

Durante la guerra svolse delicate e complesse missioni diplomatiche soprattutto volte a vagliare una possibile alleanza con le nazionalità slave in funzione antiasburgica.

Durante il fascismo Borgese non nutrira' sentimenti di simpatia verso il partito ma evito' di manifestare il suo dissenso pubblicamente.

Il 1931 costituisce il punto di svolta della vita di Borgese. Nel luglio di questo anno, a 48 anni, si imbarca alla volta degli Stati Uniti d'America, accettando l'invito di trasferirsi a Berkeley per tenervi una serie di lezioni ,decisione presa anche in seguito a ripetuti disordini ed intimidazioni da parte di alcuni studenti fascisti.

Quel soggiorno accademico si trasformò invece in un volontario esilio, durato fino a guerra conclusa.

Nel 1933 ruppe gli indugi: scelse di non firmare il giuramento al fascismo e di non tornare in Italia.

Le ragioni di questa decisione le scrisse in due lettere-memoriali a Mussolini rese pubbliche nel 1935 a Parigi nei «Quaderni di Giustizia e Libertà».

Intanto dal 1931 al 1932 insegna Storia della critica ed Estetica all'Università di California-Berkeley, dal 1932 al 1936 Letteratura italiana e Letteratura comparata allo Smith College di Northampton (Massachussetts) ed infine all'Università di Chicago, dove rimane fino al 1948.

Negli Stati Uniti d'America comincia una nuova vita. Nel 1938 ottiene la cittadinanza statunitense. Il periodo statunitense è caratterizzato anche dalla ripresa di un appassionato e continuativo attivismo politico. 

Nel 1939 insieme ad altri antifascisti italiani, fonda la “Mazzini Society”, nata per difendere gli ideali democratici, far conoscere negli Stati Uniti d'America le condizioni dell'Italia e fornire un aiuto agli esuli.

Investe poi le sue inesauribili energie intellettuali in un progetto utopico, anche a livello organizzativo, volto alla realizzazione di un “Governo mondiale”.Un modello di governo radicalmente unitario, con una serie di valori universali o universalmente condivisibili.

Fece parte della Foundations of a World Republic (Chicago, 1953), dove si descrive il piano e la struttura della federazione e del Governo mondiale.Questa idea visionaria gli valse la proposta di nomina al Premio Nobel per la pace del 1952.

Nel 1948 rientrò per un breve periodo in Italia e nel 1949 risalì sulla sua vecchia cattedra  all'Università di Milano, in mezzo a una folla assiepata.

Morì improvvisamente a Fiesole, dove si era stabilito.



 


77-San Metodio - Siracusa 788/847   - Siciliano Patriarca di Costantinopoli

Fu patriarca di Costantinopoli, in un'epoca in cui Oriente e Occidente cristiani non erano separati.
Di famiglia benestante lasciò l'isola per recarsi a Costantinopoli e proseguire gli studi in diritto. Invece qualche anno dopo entrò in un monastero della Bitinia e si fece monaco. Fondò quindi un monastero nell'isola di Chio nell'Egeo.
Strenuo sostenitore dell'ortodossia della venerazioni delle immagini sacre contro gli imperatori iconoclasti venne scelto dal Papa come patriarca. Ma per molti anni fu rinchiuso in carcere in condizioni disumane.
Solo con l'avvento dell'imperatrice Teodora poté guidare la Chiesa di Costantinopoli,infatti questa
reintrodusse la venerazione delle immagini, depose il patriarca iconoclasta e fece eleggere Metodio al suo posto.
L'11 marzo 843, con una processione trionfale dalla Chiesa di Santa Maria delle Blacherne alla Hagia Sophia, le icone vennero rimesse al loro posto.
L'avvenimento è ricordato nella chiesa orientale con una importante festa liturgica, il Trionfo dell'Ortodossia.

Durante il suo breve patriarcato Metodio si dimostrò conciliante con la fazione iconoclasta anche se in alcuni casi dovette ricorrere alla scomunica di monaci irriducibili.

 



 

78-Paolo Ciulla  - Caltagirone 1867/1931   - Fotografo e falsario Siciliano in Francia ed Argentina

Studiò inizialmente arte a Roma dove cercò d'intraprendere la carriera di docente presso l'Accademia di Belle Arti.
Fra la fine dell'Ottocento e gli inizi del novecento fu costretto all'esilio, probabilmente a causa delle simpatie anarchico-socialiste a seguito dei Fasci siciliani .
Nel suo girovagare giunse a Parigi, dove frequentò l'ambiente artistico di Montmartre sino al 1910. Sulle sue avventure si mescolano spesso romanzo e realtà, specie per il periodo successivo, quando si trasferi’ a Buenos Aires.
Nel periodo argentino visse dapprima come aiutante di un fotografo, quindi tentò la falsificazione dei pesos per ribellarsi a una repubblica che sentiva "falsa". Scoperto, fu internato in un manicomio dove rimase sino al 1916.
Tornato successivamente in Sicilia, deluso dalla sua esperienza in giro per il mondo e desideroso di un riscatto divenne uno dei maggiori falsari della storia. La sua falsificazione delle banconote da 500 lire fu così perfetta che ne poté produrre migliaia prima che qualcuno s'accorgesse della contraffazione. Fu arrestato il 17 ottobre del 1922: il processo gli inflisse una condanna a cinque anni, che scontò fino al 1927.

«Romanzo non vuol dire bugia. Spesso la vita è più imbrogliona di un romanzo»

(dichiarazione di Paolo Ciulla durante il processo, novembre 1922)

 



79-Giuseppe “Pepito” Abatino – Calatafimi 1898/1936  Gran figlio di……Siciliano….

Il mondo è fatto da tanti imbroglioni, millantatori, “arrampicatori sociali”, “arruffoni” e ciarlatani.
Giuseppe “Pepito” Abatino era uno di questi ma lo seppe fare con classe e abilita’.
Egli era uno strano quanto enigmatico personaggio.
Giuseppe “Pepito” Abatino era figlio di una casalinga palermitana ed era emigrato in Francia dopo la Prima Guerra Mondiale. Si faceva passare per un nobile siciliano, conte di Calatafimi ma nella realtà non era altro che un arguto e astuto millantatore capace, con il suo fascino e la sua eleganza, di entrare prepotentemente nella vita notturna e mondana della Parigi degli anni Trenta.
Si vantava di conoscere la “creme” di mezza Parigi.Ed era cosi’!Scavezzacollo, amico di impresari e direttori di teatro. Grazie alle dicerie e le “frottole”, narrate negli ambienti dello spettacolo parigino riusciva a “penetrare” negli entourage dei maggiori teatri dell’epoca. Le cronache del tempo descrivono “Pepito” come un italiano dai modi cordiali ed eleganti ma dal fascino non poco misterioso. Terribile, intelligentissimo, molto duro ma di una correttezza perfetta in affari. Si diceva che fosse stato decorato dalla Guardia italiana di cui era stato un brillante ufficiale prima di innamorarsi pazzamente di Joséphine. Una soubrette afro-americana,cantante di blues, ballerina e attrice molto sexy, meglio conosciuta come la “Venere nera” o “Venere d’ebano” e si chiamava  Joséphine Baker. Abatino la scopri’ ,appena ventenne al “Casino de Paris, nel 1925, che nel 1926 la farà scritturare alle “Folies-Bergèr” esordendo con la rivista “La folie du jour”.
Cosi’ Abatino decide di diventare suo manager ed è proprio lui che inventa per lei lo show con tanto di strip-tease pudico e fatto con humor. Un musical che fece tanto successo e clamore per quel tempo
 Pepito” dall’oggi al domani, fece le fortune sue poiche’ grazie a lui  calcò i palcoscenici di tutto il mondo tra gli anni Trenta e Sessanta del Novecento.
Josephine fu la prima star Afro-Americana di un film di successo con la sua interpretazione di “Zou-zou”,  la cui sceneggiatura fu firmata da Pepito il quale firmerà anche le scene de “La Principessa Tam Tam”.
Pepito e Joséphine formavano una coppia perfetta. Lui viveva solo per lei; lei non poteva vivere senza lui.
A Joséphine poco importava che il Pepito non fosse conte, lo amava e lo seguiva ovunque malgrado gli alti e i bassi che i due ebbero in dieci anni di relazione e non solo artistica.

Giuseppe Abatino, nasce a Calatafimi il 10 novembre 1898 in un’abitazione di corso Vittorio Emanuele.
Suo padre Tommaso era della provincia di Catanzaro, mentre la mamma era nata a Palermo.
Il padre Tommaso è capitano del 14° Fanteria di stanza a Trapani. Giuseppe risiede a Calatafimi appena qualche anno, poi sua padre viene trasferito di nuovo a Palermo ed è qui che il piccolo Giuseppe con gli anni comincia a sognare di voler emigrare un giorno verso la capitale francese. Abatino lascia la città di Palermo per raggiungere Parigi, qualche anno dopo il primo conflitto mondiale. Dei primi anni Venti del soggiorno parigino si sa ben poco, a parte la sua “nomea” di conte di Calatafimi e che grazie ai suoi modi di grande impostore riusci’ ad entrare con facilità nei salotti parigini del tempo.
Nel 1926 a raccontare qualcosa sul suo conto ci pensa un altro palermitano, Vincenzo Maria Zito,conosciuto al “Joe Zelli” .

Si faceva chiamare conte di Calatafimi ma non lo era era piuttosto un’abile scalpellino e muratore.

 



80-Giuseppe Anselmi  Nicolosi  1876/ 1929  è stato un tenore Siciliano
Divenne famoso in tutta Europa nel primo decennio del XX secolo per la sua esecuzione esemplare dei ruoli lirici.
Studiò violino e pianoforte a Napoli ed entrò poi in una compagnia di operette con la quale girò l'Italia e il Medio Oriente.
Il suo debutto sulle scene liriche avvenne agli inizi del 1896, quando cantò Turiddu (Cavalleria rusticana) ad Atene. Il suo debutto italiano avvenne a Genova nel 1900 e da allora la sua carriera ebbe un rapido sviluppo.Nel 1901 debuttò alla Royal Opera HouseCovent Garden a Londra. Nel 190
8 debuttò al Teatro dell'Opera di Monte Carlo. Ottenne grande successo al Teatro Colón di Buenos Aires e cantò anche a BruxellesBerlino e Vienna prima dello scoppio della prima guerra mondiale.Il suo più grande successo, comunque, lo ebbe a San Pietroburgo,Varsavia e in particolar modo a Madrid.La gran parte dei critici di Londra criticarono aspramente il suo modo di cantare. Allora, come oggi, le previsioni dei critici erano spesso errate. Tornò a Londra in diverse occasioni e divenne presto un beniamino del pubblico londinese, tanto da calcare il palcoscenico del Covent Garden fino al 1909.
La carriera di Anselmi terminò alla fine della prima guerra mondiale.

 

 


81-Carlo Gemmellaro   Nicolosi   1787/1866 Naturalista e geologo Siciliano.
Per sette anni fu chirurgo di reggimento al seguito dell'Armata britannica
impegnata contro Napoleone.
Imbarcato insieme a degli ufficiali inglesi compì escursioni geologiche nelle Isole Eolie,visitò aree della Sardegna, dell'Africa settentrionale, della Francia, delle Isole Baleari, della Corsica, i Campi Flegrei e il Vesuvio[5]. Si recò quindi a Londra dove ebbe modo di venire a contatto con gli studi di geologia e vulcanologia. Partecipò nel 1812 ad un famoso ciclo di lezioni di geologia alla Royal Institution che proponeva una teoria chimica dei fenomeni vulcanici.
Si imbarcò nuovamente tra il 1813 ed il 1817: viaggiando da un capo all'altro d'Europa, poté studiare, collezionare e catalogare rocceminerali e fossili.

 

 

  

 

82-Antonio Maria Ayala - Mineo   1818/ 1887  Missionario gesuita Siciliano
Dopo gli studi completati in Sicilia, si trasferì a Ragusa in Dalmazia nel 1845.Trascorse i primi anni come parroco in Erzegovina orientale, poi dal 1852 fino alla sua morte fu missionario in Dalmazia e in altre regioni croate. Dal 1870 al 1875 fu rettore della casa dei gesuiti di Ragusa. Autore della maggior parte delle relazioni sulle spedizioni missionarie in Croazia,ha lasciato diari manoscritti sulle attività missionarie.

 

 


83-Pietro L. Giuffrida, noto come Pietro Frosini   - Mascalucia 1885/1951 Fisarmonicista e compositore Siciliano naturalizzato statunitense
Nato in una famiglia di contadini, cominciò a suonare una piccola fisarmonica a quattro anni.
A sei anni passò alla fisarmonica cromatica di suo padre. A dieci anni fu ammesso al conservatorio di Catania al corso di cornetta.Nel 1902 si trasferì al conservatorio di Milano per terminare gli studi e dopo il diploma fu assunto dalla banda musicale della Royal Navy, di stanza nella base navale britannica di Malta, come suonatore di cornetta. Rimase a Malta per circa due anni e mezzo, ma vi contrasse la malaria, che intaccò le sue labbra al punto di impedirgli di suonare strumenti a fiato. Costretto ad abbandonare la cornetta, ritornò al suo primo amore, la fisarmonica.Nel 1905 un americano lo sentì suonare l'ouverture Dichter und Bauer  e lo convinse ad andare con lui negli Stati Uniti, dove partecipò a numerosi concerti del genere Vaudeville in teatri americani. La sua prima esibizione si svolse a Fresno, in California. Diventò in breve tempo molto famoso, tanto che era chiamato the Wizard of the Accordion .La sua prima registrazione fu "Wedding of the Winds" , effettuata in aprile 1909 per la serie "Blue Amberol" di Edison. In ottobre registrò una sua composizione, il "Seneca Waltz" e in febbraio 1910 registrò "Amoureuse Waltz".Nel 1911 fece una tournée in Inghilterra che riscosse grande successo, tanto che il re Giorgio V volle che suonasse a Buckingham Palace appositamente per lui. Tornò a New York nel 1913, dove continuò le incisioni per la casa discografica Edison.Nel 1918 registrò per la casa discografica Quattrociocche di Steubenville nell'Ohio quattro composizioni originali: l'ouverture "Omaggio a Pietro" (Pietro Deiro), l'ouverture Panama Exposition e i brani On to Paragon e Rag in D Minor.Nel 1925 smise di partecipare alle tournée per motivi di salute e negli anni trenta cominciò ad insegnare la fisarmonica e a suonare in diretta per stazioni radiofoniche.Continuò ad incidere dischi, la maggior parte per la Alfred Music Company di New York.Nel 1949  la American Accordionists Association (AAA) lo premiò con una targa per «Straordinaria abilità, servizio e grandi realizzazioni nel mondo della fisarmonica».

 

 

 

  84-Vitaliano Poselli  - Castiglione di Sicilia  1838/ 1918   Architetto Siciliano

Studiò architettura a Roma dove nel 1867 progetto’ la Chiesa di Santo Stefano a Costantinopoli.
Nel 1886 si trasferì a Salonicco dove progettò edifici sia pubblici che privati.
Tra le sue opere si possono annoverare chiese, sinagoghe e moschee, ma anche complessi industriali, abitazioni private ed edifici pubblici.
Mori’ a Salonicco.

 



85-Giuseppe Di Mauro  - Catania 1932/ 2001  Liutaio Siciliano naturalizzato francese
Costruttore di chitarre, figlio di Antonio, liutaio a Catania, e nipote di Giuseppe, anch'esso liutaio, si trasferì a Parigi nel 1934 all'età di due anni e nella bottega del padre e dello zio, apprese l'arte della liuteria. Essi facevano parte della grande famiglia di liutai Siciliani trasferitasi a Parigi dal 1930.La produzione dei Di Mauro è stata molto stimata fino a tutti gli anni sessanta. I suoi strumenti rimangono comunque dei pezzi storici molto ricercati.

 

 

86-Francesco Gargano - Grammichele   1896/ 1975  Schermidore Siciliano

È stato il primo siciliano a vincere una medaglia d'oro alle Olimpiadi.
Alle 
Olimpiadi di Anversa nel 1920, ha gareggiato con la squadra italiana di scherma nei tornei individuale e a squadre.

Mori’ a Göteborg.

 

 

 


87-Original Dixieland Jass Band - Sicilia 1900  - Musicisti Siciliani negli Stati Uniti

Ne 1917 fu inciso e pubblicato il primo disco 78 giri dei quattro siciliani che componevano la Original Dixieland Jass Band, scritto così,con due “esse”.
Si chiamavano Rosario Catalano, Giuseppe Tarantola, Carmelo Ferruggia e Girolamo Tumbarello. Nell'ordine, suonavano: mandolino, clarinetto, chitarra, contrabbasso o tuba.
Classici strumenti da migranti: le corde e i fiati suonati nei saloni di barberia, nei negozi di sartoria, nelle bande, nei nascenti circoli mandolinistici.

I Quattro Siciliani a un certo punto diventarono anche, con l'aggiunta di flicorno e cornetta, I Sei Siciliani o I Sei Mafiusi, con la “u”.

In quel periodo i gruppi musicali etnici per immigrati suonavano tutto ciò che poteva essere o sembrare tipico e folklorico,i Quattro Siciliani avevano in repertorio anche polke, valzer,mazurche e tarantelle. 

Il gruppo si chiamo' anche “Los Cuatro Sicilianos” : accadeva anche che incisioni di gruppi “tipici” di un paese fossero rivendute ad altre comunità,fatto salvo il tradurre il nome nella lingua necessaria.
Vi erano anche dischi dei Quattro siciliani in sloveno, lituano, russo. Nel 1917 Rosario Catalano riuscì anche a far nascere una sua piccola ed attiva etichetta discografica, la Catalano Phonograph a  New York.
Proprio in quegli anni gente come loro ha influito alla nascita e sviluppo del jazz.

 

Fonte : il libro “I quattro siciliani” di Giuliana Fugazzotto

 



88-Salvatore Catalano - Messina/Palermo? 1800   -  Nocchiere Siciliano nella marina militare statunitense

Nel 1800 gli Stati Uniti d' America ebbero un loro nemico, geograficamente lontano e raffigurato come minaccia ad una democrazia occidentale.

E insieme al nemico vi fu anche un eroe capace di sconfiggere i «barbari» in una battaglia campale, narrata da decine di cronisti e glorificata da storici.
Quel nemico era la Libia e l' eroe rispondeva al nome di Salvatore Catalano, nocchiere siciliano al servizio della marina di sir Thomas Jefferson, terzo presidente degli Stati Uniti d' America.
Di lui e dell' incursione di Tripoli racconta il  libro : "Quando gli americani scelsero la Libia come nemico" di Armando Siciliano editore.
Ad inizio del XIX secolo gli Usa avevano dovuto orientarsi verso il Mediterraneo, senza però ottenere la protezione necessaria da parte inglese. Per queste ragioni, il comando militare aveva deciso di inviare una squadra della propria marina per contrastare la pirateria del pasha di Tripoli, chiedendo aiuto anche al Regno di Napoli.
  
Nella notte del 16 febbraio del 1804, una flottiglia statunitense guidata da Catalano condusse una temeraria azione di rappresaglia contro gli «Stati barbareschi», colpevoli di ripetuti atti di pirateria contro il traffico americano.
A scatenare la spedizione punitiva era stata la cattura da parte libica della fregata "Philadelphia".

La notizia ebbe un' eco fortissima: la confisca della Philadelphia una delle migliori navi della flotta americana e il contestuale rapimento di oltre trecento ostaggi.

Fu così che Catalano si ritrovò a guidare un imbarcazione americana sotto il comando del tenente Stephen Decatur.

Il 3 febbraio 1804 il ketch "Mastico", ribattezzato "Intrepid", lasciò gli ormeggi al porto di Siracusa destinazione Tripoli.

La notte del 16 settembre la fregata raggiunse l'entrata orientale della baia tripolina.
Il nocchiero siciliano si diresse ai lati della prora della "Philadelphia" per tentare almeno di distruggere quella nave ma gli fu intimata l'identificazione.

Presi alla sprovvista, gli americani furono salvati proprio dalla risposta del siciliano, che millantò la provenienza maltese dell'imbarcazione, chiedendo riparo per la notte.

L'espediente di Catalano funzionò perfettamente, permettendo all'imbarcazione della marina di affiancarsi al "Philadelphia", di cospargerlo di liquido infiammabile e di appiccare il fuoco.
Venti pirati di guardia furono uccisi, molti altri si gettarono in mare. In poco tempo, l'eco dell' impresa raggiunse tutto l' Occidente, e fu lo stesso tenente a rendere merito a «Mr. Salvador the Pilot.
La missione era stata portata a termine con successo,il Philadelphia non venne mai usato dai “barbari”.

Per il nocchiero siciliano, ebbe inizio una nuova vita: arrivato negli Stati Uniti nel 1805, gli fu immediatamente conferita la cittadinanza americana, insieme all'integrazione nella marina con il rango di "Sailing Maister".
Da quel momento, sarebbe rimasto ininterrottamente nella capitale americana, risiedendo per quarantuno anni in una abitazione nei pressi dell'arsenale della marina di Washington.
Quando,a settant' anni, sarebbe morto, Stati Uniti e Regno di Napoli non sarebbero stati più alleati.

 

 


89-Vito Leto  - Ciminna  1838/1901  - Presbitero ed inventore Siciliano
Realizzò degli oggetti che potevano essere utilizzati per i trasporti, per l'insegnamento, per il commercio ma non riuscì a brevettare neanche una sua invenzione.
Venne ordinato nel 1883 e lo stesso anno inventò l'avvisatore automatico e il sorvegliatore elettro-automatico, due dispositivi di sicurezza per treni.
Poco dopo, inventò anche il sillabatropio, che era utile nell'insegnamento nelle scuole elementari.
Queste tre invenzioni vennero apprezzate e anche elogiate pubblicamente dall'Universita' di Palermo, senza però fornirgli alcun guadagno.
L'invenzione della scrutinatrice Leto, una macchina che accelerava le operazioni di voto e di scrutinio gli valse anche una lode da re Umberto di Savoia, ma neanche in questo caso poté brevettarla.
Emigrato negli Stati Uniti,creò il contamonete,un apparecchio utile ai commercianti per ordinare il denaro.
Gli fu offerto di brevettarlo, ma morì a New York qualche giorno prima di firmare il contratto.
A Ciminna una via ricorda la sua fama e genialità.

 

 

90-Paolo Schicchi - Collesano 1865/1950    - Anarchico Siciliano in Francia
Da ragazzo veniva relegato tra gli esagitati, i fanatici sognatori, i polemici in perenne lotta con tutti.
L’etichetta d’individualista esaltato e fuori di testa gli rimarra’ sempre attaccata.
Perseguitato dalle polizie di mezza Europa, Paolo Schicchi saltellò dalla Francia a Malta, dalla Svizzera alla Spagna dove, a Barcellona, venne imprigionato e torturato fin quasi a morirne.
Da ragazzo disertando l’esercito attraverso' la frontiera francese,raggiungendo Parigi si avvicino' agli ambienti disertori di varie nazionalità che avevano raggiunto la capitale francese per difendere "armi alla mano" quella repubblica dalle minacce di guerra lanciatele dalle monarchie d'Europa.
Da li’ invio' una lettera  al sindaco di Collesano scrivendo che rinunciava alla cittadinanza del "putrefatto" regno d'Italia per abbracciare quella della repubblica francese, "leonessa d'Europa". 

Ma l'esaltazione repubblicana si trasforma ben presto in delusione: come in Italia, anche in Francia regnano sfruttamento, miseria e fame.
Schicchi abbandona la 
Francia e raggiunge Malta, via Marsiglia e Tunisi.
Da Malta si tiene in fitta corrispondenza con i compagni siciliani incitandoli a disertare le urne nelle elezioni politiche del novembre 
1890.Arrestato per due volte a Malta nell'autunno del 1890, e infine espulso,torna da clandestino in Sicilia.
A Palermo, dopo una protesta di un gruppo di lavoratori per le difficili condizioni di vita predispose un attentato alla caserma di cavalleria di Palermo.Se ne ebbe solo un gran botto, come nei giorni di festa con i fuochi d’artificio, giacché non era suo il proponimento di causare la morte di innocenti. L’intento, in fondo, era solo attirare l’attenzione.

Fuggito dall'isola, vaga per mezza Europa prima di rifugiarsi a Ginevra dove nel 1891, pubblica due numeri di «Pensiero e dinamite. Il linguaggio colorito e intemperante ,seppur infarcito di citazioni letterarie, scatena dure reazioni nei suoi confronti con le accuse di "personalità " e di "provocazione".Espulso dalla Svizzera nel 1891, riprende la polemica a Barcellona col giornale «El porvenir anarquista» finché il sostegno da lui offerto alla rivolta di Jerez non serve da pretesto al governo spagnolo per arrestarlo. Torturato e ridotto in fin di vita, riesce a uscire di prigione.Dopo un breve soggiorno a Marsiglia è a Genova dove fa esplodere una bomba al Consolato spagnolo per vendicarsi.

Ma a Pisa venne arrestato e condannato a 12 anni di reclusione e a 3 anni di sorveglianza speciale.

Al processo,riferendosi all'attentato di Palermo,dirà: «Il farlo non era forse mio diritto? Come, il nostro popolo chiede pane e gli si risponde col piombo e colla cavalleria? Ogni uomo che abbia un cuore dovrebbe ora esultare, se non imitare, il mio proponimento. Io agivo sotto l’impulso dell’amore profondo che sento per quanti soffrono, per la causa dei diseredati a cui ho dedicato tutta la mia esistenza. Avevo meco ventisei cartucce di dinamite e due di gelatina esplosiva. Avrei potuto con tali mezzi eseguire l’intento, ma pensando alle tante vittime che erano forse l’unico sostegno dei vecchi genitori, di sorelle e di giovani spose, tolsi dal barilotto tutte le cartucce di dinamite che avevo preparato, lasciandovi la sola polvere pirica, che feci esplodere nell’intento unico di richiamare l’attenzione della borghesia sulla gran data del I maggio, giorno universale di rivendicazione e di lotte».

Era semplicemente uno spirito ribelle controcorrente

Dicevano : «Paolo Schicchi ha il coraggio del sacrificio, non il coraggio della ferocia». Votato a cause di giustizia, continua Gori, «come si spiega, accusatore pubblico, che questo giovine a cui l’ingegno e l’agiatezza potevano assicurare un’esistenza quieta e tranquilla, si slancia così arditamente nelle lotte per le rivendicazioni popolari? Perché non preferisce la comoda via che mena ai lauti stipendi ed ai ciondoli sovrabbondanti, anziché cozzare, ardimentoso gladiatore moderno, coi potenti che gli minacciano la garrota e gli stringono le manette?».

Scontati i 12 anni di reclusione, trascorse a Collesano i 3 di sorveglianza speciale.
Non ebbe peli sulla lingua nell’accusare i latifondisti, i gabelloti, i mafiosi, sempre incline ad una denuncia trasparente dalle pagine dei suoi giornali.
Con il fascismo ebbe nuove persecuzioni e nuovo carcere.

  

  

91-Giuseppe Curreri noto come Johnny Dundee - Sciacca  1893/1965  Pugile Siciliano naturalizzato statunitense
La International Boxing Hall of Fame lo ha riconosciuto fra i più grandi pugili di ogni tempo.
Emigrò nel 1898 negli Stati Uniti insieme con il padre, a New Orleans. Dopo che il padre si risposò con una donna americana, lasciò la famiglia del padre e tentò la fortuna a New York. Professionista dal 1910.
Campione del mondo dei pesi piuma dal 1922 al 1923. Combatte’ con molti altri campioni dell'epoca.    



92-Giuseppe Mario Bellanca  - Sciacca  1886/1960 Ingegnere aeronautico Siciliano naturalizzato statunitense.
Fu il progettista del primo monoplano a cabina chiusa realizzato negli Stati Uniti e fondatore nel 1927 della Bellanca Aircraft Company.
Figlio del proprietario di un mulino,fin dalla giovane età dimostra attitudine agli studi e a 
Milano frequenta l'Istituto Tecnico, ora Politecnico. Nel 1908 si laurea in matematica, ma prende la seconda laurea in ingegneria. Durante quel periodo decide di progettare il suo primo velivolo, un aereo con configurazione propulsiva spingente, ma rendendosi conto che non aveva sufficienti fondi per ultimarne la costruzione si associò con altri. Con gli sforzi congiunti di alcuni finanziatori riuscì quindi a realizzare il primo volo di un velivolo interamente italiano, sia come concezione che come realizzazione.
Negli anni successivi il fratello Carlo, già emigrato negli 
Stati Uniti d'America, a Brooklyn, lo invita a raggiungerlo e Giuseppe, spinto anche dalla possibilità di trovare fondi per la realizzazione dei suoi progetti aeronautici, decide, nel 1911, di raggiungerlo.
Comincia a costruirsi  un aeroplano nel seminterrato della propria abitazione, un aereo caratterizzato dall'
ala alta a parasole. Dopo aver terminato il nuovo apparecchio Bellanca decise di conseguire un brevetto di volo presso il Mineola Field a Long Island nel 1912.
I suoi aerei furono tra i primi a montare motori raffreddati ad aria e ad avere un abitacolo chiuso.
Decise poi di fondare una propria scuola di volo, la Bellanca Flying School, dove insegnò lui stesso fino al 
1916. Costantemente in affanno per trovare finanziamenti lavorò, per un certo periodo alla Wright Corporation prima e poi quando la Maryland Pressed Steel Company di Hagerstown gli propose un posto come consulente non si fece sfuggire l'opportunità.
Progetta un 
biplano da addestramento, il CD, seguito in breve tempo dal CE, proposti al Aviation Section, U.S. Signal Corps,impegnato nella prima guerra mondiale.
Nel 
1921  grazie all'azienda motociclistica locale, la Victor Ross, furono reperiti i fondi necessari per completare la realizzazione del Bellanca CF, Cosi' venne realizzato il primo aereo da trasporto di impostazione moderna e volò con successo negli Stati Uniti.
Il 4 luglio 
1927 fonda finalmente l'azienda che porterà il suo nome.
Nel 1927 progetta il 
Wright-Bellanca WB-2, battezzato Miss Columbia, per la Wright Aeronautical Co.
Con un Ryan M-2 battezzato Spirit of St. Louis, fu effettuata la prima trasvolata atlantica in solitario, senza scalo, tra il 20 e il 21 maggio 1927, arrivando in 33 ore e 32 minuti nei pressi di Parigi. Pochi giorni dopo, il 4 giugno 1927, con il Wright-Bellanca WB-2 i piloti conquistano il primato mondiale di durata effettuando la trasvolata atlantica New York - Eisleben (Germania) in 41 ore e 56 minuti, ad una velocità media di 150 km/h.
L'ultima sua realizzazione,lo SkyRocket II, del 1960, conquistò diversi primati mondiali

 

  

 93-

Giro del mondo automobilistico da Palermo a New York.

Con la 'Monterosa' Fiat 1100 alla guida Franco Nacci, editore e direttore della rivista Italia Mondo.
La maratona di Nacci partì dalla Sicilia il 31 dicembre del 1950 ed ebbe conclusione a Palermo 22 mesi dopo, al termine di 72.000 chilometri.

Ventidue mesi di viaggio solitario in auto, fra le strade di tre continenti e di 33 Paesi, per un totale di 72.000 chilometri. Esattamente il 31 dicembre del 1950, una vettura allestita dalla carrozzeria Monterosa di Torino su autotelaio Fiat 1100 partì da Palermo con il cofano rivolto verso Oriente e destinazione finale New York. Autore della maratona meccanica fu Franco Nacci, da poco fondatore e direttore della rivista ‘Italia Mondo’, bimestrale di “vita italiana nel mondo” pubblicato a Palermo ( redazione ubicata in via Mariano Stabile 60 ).
Il resoconto dell’impresa venne pubblicato sul primo numero di ‘Italia Mondo’, datato aprile-maggio 1953. Il reportage della traversata automobilistica trasuda spirito di pionierismo.Il racconto di Nacci restituisce oggi pezzi di storia europea, così come essa si presentava pochi anni dopo la fine del secondo conflitto mondiale.
La corsa europea della Monterosa-Fiat 1100, curiosamente targata PA18000, proseguì da Graz, attraverso Zagabria e Nish, sino al confine bulgaro di Dimidrograd, dove Nacci nonostante i regolari visti fu bloccato all'indivisibile "cortina di ferro".
Poi, dopo un complicato giro attraverso la Macedonia e Salonicco, il tour toccò la Turchia ed il traghettamento del Bosforo. Da qui, il viaggio promozionale proseguì in Medio Oriente – Beirut, Damasco e Baghdad sino alla capitale dell’Iran, Teheran.
Il lungo viaggio avrebbe conosciuto il tratto più duro: i quasi 4.000 chilometri dei deserti dell’Iran, dell’Afghanistan e del Pakistan, percorsi in pieno agosto. Nel diario di bordo, Nacci ricordò “la temperatura media di 60°, dove la benzina era difficile a trovarsi, i viveri assolutamente immangiabili e l’acqua così sporca". Nel “deserto del sale”, una depressione fra Bam e Zahedan,l'impresa rischiò di finire a causa di un profondo insabbiamento dell’auto, risolto “dopo 16 ore di solitario lavoro di scavo.
L’arrivo in India,con tappa a Nuova Dehli ed al Taj Mahal,e poi l’imbarco sul ‘Bintang’, per una traversata di 22 giorni attraverso Indonesia, Filippine, Giappone ed Hawai, sino alla “grande bocca senza denti del Golden Gate bridge di San Francisco, dove ricevette l’affettuoso benvenuto.
Da qui, Nacci e la sua Monterosa-Fiat 1100 percorsero 8.000 chilometri attraverso 80 città degli Stati Uniti d'America.
Le fatiche di guidatore e vettura ebbero quindi termine a New York; qui, dopo un mese si imbarcò sul ‘Biancamano’ diretto a Genova, in vista del conclusivo colpo di freno a mano a Palermo.
A distanza di decenni da quel giro del mondo targato Palermo, non si conosce quale sia stata la sorte di Franco Nacci.
Sappiamo solo che quella fu  “la storia semplice e breve di un uomo, di un’auto e di una idea proiettati in un eccezionale messaggio mobile della nostra Italia sulle più difficili ma anche più belle ed indimenticabili strade del mondo".

 

 

94-Rosario Candela - Montelepre   1890/ 1953 Architetto Siciliano naturalizzato statunitense
Candela emigrò definitivamente a New York  nel 1909 dopo essere rientrato in Italia per terminare gli studi. Il padre era un imbianchino.
Ottenuta l'ammissione alla Scuola di Architettura della Columbia University, vi conseguì la laurea nel 1915.
Candela creò il proprio studio nel 1920.Poco dopo ricevette la sua prima commissione sulla East Side al n. 1105 di Park Avenue.
Candela progettò diversi edifici residenziali sulla Upper West Side, principalmente lungo West End Avenue e Riverside Drive.
Candela fu particolarmente attivo nella seconda metà degli anni Venti,quando ebbe l'opportunità di progettare numerosi edifici nell'Upper East Side, principalmente sulla Fifth Avenue e Park Avenue,così come a Sutton Place e in altri luoghi.
Nel 1927 e nel 1928 progettò 19 palazzi condomini, tra cui il 
960 Fifth Avenue  e il 720 Park Avenue.Ebbe ancora più commissioni per il 1929 tra cui i palazzi ai numeri 740, 770, 778, 834 e 1040 su Fifth Avenue.
Era considerato un maestro del design quando si trattava di interni, con sontuosi foyer d'ingresso e scalinate monumentali.
Durante la Grande Depressione, ci fu un crollo nell'edilizia e Candela ricevette solo incarichi sporadici.
Durante questo periodo, Candela cominciò a sviluppare un interesse per la crittografia, studiando e decifrando codici.
A partire dal 1941 tenne un corso di crittografia allo Hunter College di New York, considerato al tempo l'unico del suo genere.
Candela continuò il suo lavoro di architetto fino alla morte nel 1953.



95-Giacinto Giordano Ansalone - Santo Stefano Quisquina 1598/1634 Missionario domenicano Siciliano
Dopo gli studi a 
Palermo e a Salamanca, predicò in Messico, nelle Filippine e in Giappone.
Rimasto orfano di entrambi i genitori, entrò nel convento di San Domenico prendendo il nome di fra Giordano da Santo Stefano. Nel 1618 fu trasferito a Salamanca per studiare greco e latino.
Espresse il desiderio di recarsi in missione nell'ontano Oriente e dopo un periodo al convento di Truchiglio nella Castiglia per la formazione e preparazione missionaria parti’.
Prima di arrivare nelle Filippine l'imbarcazione fece sosta in 
Messico.
Nonostante la destinazione pericolosa diceva : ” il Giordano è tornato indietro ma, Giordano non torna in dietro”.
Giunto a 
Manila, capitale delle Filippine, fu subito assegnato all'assistenza degli infermi dell'ospedale.Nel 1632 arrivarono altri missionari per il Giappone in sostituzione ai Domenicani martirizzati e fra Giordano ricevette l'ordine di partire con loro.
La persecuzione del 1624 aveva decimato i cristiani e non arrivavano missionari da otto anni.Fra Giordano avrebbe perlustrato le diverse regioni visitando e confortando i cristiani. A causa delle fatiche dei viaggi continui, le privazioni di ogni genere, le pene cadde gravemente malato e fu costretto a ritornare a Nagasaki.Il governatore fece organizzare una perquisizione nella regione di Nagasaki e il missionario fu scoperto. Fu legato con una catena e condotto a Nagasaki.Interrogato più volte e non rinunciando mai alla sua fede fra Giordano fu condannato a essere torturato in maniera disumana e a morire orribilmente.

 


97-Salvatore Zappalà   - Petralia Sottana 1893/1942 Militare Siciliano pluridecorato e medaglia d'oro al valor militare alla memoria
Entrato nei bersaglieri nel 1913 durante il primo conflitto mondiale venne promosso sottotenente di complemento .
Al termine del conflitto negli anni 
1919 e 1920 rimase nella zona dell'armistizio. Nel 1926 fu trasferito nel Regio corpo truppe coloniali della Tripolitania, prese parte alla riconquista della colonia con il grado di capitano.
Nell'ottobre 
1936, partito volontario per la Somalia, venne destinato, con il grado di primo capitano al battaglione carri d'assalto delle truppe del Governatorato di Galla e Sidama distinguendosi al Lago Sciala e in altre operazioni di polizia.
Nel 
1938 promosso maggiore, partì nuovamente volontario per la Spagna dove era in corso una guerra civile,prese parte alla seconda battaglia dell'Ebro  e alla conquista della Catalogna.
Nel 
1939 promosso tenente colonnello, partì per l'Albania prendendo parte nel 1940 alle operazioni sul fronte greco-albanese.
Ne 1942 fu impiegato nell'
offensiva in Africa Settentrionale, assumendo il comando del LI battaglione carri , nel corso di un combattimento a El-Dabaa, sotto il fuoco dei mezzi corazzati nemici fu colpito a morte.
Mori' nell’ospedale da campo di 
Sollum.

 

  

98-Giuseppe La Puma  - San Giuseppe Jato  1870/1940 Baritono e basso buffo Siciliano
Soprannominato Peppino
,durante la sua carriera ha potuto calcare palchi italiani ed esteri.
Debutta nel 1894 nella sua città natale in 
Don Pasquale che interpreterà anche successivamente.
Dopo altre interpretazioni tra il 1888 e il 1889 è al 
Teatro La Fenice con Samson et Dalila  e in Aida.
Nel 1901 debutta al 
Teatro Opera di Buenos Aires.
Nel 1908 è al 
Teatro Colón di Buenos Aires con Aurora con grande successo dell'opera.
Nel 1911 canta nell’
Isabeau  al Teatro Coliseo di Buenos Aires con la direzione di  Pietro Mascagni. Durante la sua permanenza in Colombia a Bogotà, nel 1917, rimane coinvolto in un terremoto.
Negli anni 1920 trasloca negli Stati Uniti. Nel 1925 canta ne 
Il barbiere di Siviglia all'Academy of Music di Filadelfia.Nel 1928 crea il "La Puma Opera Workshop" che dirige fino alla sua morte.

 

 

99-Gaetano  Ajello  - Palermo 1883/1983  Architetto Siciliano negli Stati Uniti

Emigrato negli Stati Unit nel 1902 è conosciuto per i palazzi dallo stile architettonico apprezzabile situate nell'Upper West Side di Manhattan.
Ajello progettò trentotto palazzi per appartamento durante la sua carriera ventennale.

Si dedicò sia all'architettura rinascimentale che agli stili di architettura neoclassica, ma usò costantemente calcare e terracotta. Spesso includeva finestre in stile Tiffany nei suoi progetti.

I suoi edifici comunemente portano una pietra angolare con la leggenda scolpita "G. Ajello, Architect".

Nel 1912, Architecture and Building dedicò un intero articolo alla sua architettura.

Lo stesso anno, Ajello ha inizio' a lavorare per le famiglie di Paterno e Campagna, due dei più influenti costruttori.
L'ultima commissione nota di Ajello era la 395 Riverside Drive, un progetto da 2 milioni di dollari, completato a metà degli anni '20.

  

 

100-Pietro Mulè alias Peter Mole  - Termini Imerese 1891/ 1960  Inventore Siciliano nel campo dell'elettricità
Mulè (Peter Mole), è emigrato in America, con il padre Pietro ed i fratelli Filippo, Giuseppe e Giuseppa, nel 1897.
Nel
1923 si laurea in "ingegneria elettrica" e comincia a lavorare per la Thomas Edison e per la General Electric, a New York.
Nel 
1927 fonda la Mole-Richardson, azienda che si occupa di illuminazione e di produzione cinematografica, con sede a HollywoodCalifornia, e rifornisce la casa cinematografica Metro Goldwyn Mayer.
La Mole-Richardson di Mulè ha brevettato nel 1935 il primo "Fresnel Solar Spot" (Riflettore).Durante la 
seconda guerra mondiale, Mulè produce proiettori per corazzate, carri armati e artiglieria.
Nel 
1945 Peter Mole è stato scelto per realizzare l'illuminazione per il Consiglio storico delle Nazioni Unite, tenutosi a San Francisco.

 

  

101-Vincent Luke Palmisano  - Termini Imerese 1882/1953 Politico Sciliano naturalizzato statunitense
Emigrò negli Stati Uniti da bambino, quando la sua famiglia decise di stabilirsi nel Maryland. Studiò giurisprudenza a Baltimora e divenne avvocato.
Entrato in politica con il 
Partito Democratico, nel 1914 fu eletto all'interno della Camera dei delegati del Maryland, dove rimase fino al 1915. Fu poi eletto all'interno del consiglio comunale di Baltimora e rivestì alcuni incarichi politici a livello locale.
Nel 
1926 si candidò alla Camera dei Rappresentanti e risultò eletto deputato.
 Negli anni successivi fu riconfermato per altri cinque mandati,fu membro della 
Camera dei Rappresentanti per lo stato del Maryland dal 1927 al 1939..

 

 

102-Abū l-Ḥasan ʿAlī ibn ʿAbd al-Raḥmān al-Kātib al-Ṣiqillī   - Bivona  XI-XII secolo Poeta arabo-siciliano
Più noto con la nisba al-Ballanūbī (o al-Billanūbī, " poiché nato a Villa Noba/Villanuova) visse a cavallo tra l'XI e il XII secolo.Le sue opere si collocano nel contesto letterario della Sicilia araba.
Era un arabo di Sicilia 
discendente da Ansar. Il toponimo Villanova (Villa NovaVilla Noba, o Billanoba) rimanda a un località nei pressi di Bivona. A seguito dell'invasione normanna della Sicilia, al-Ballanūbī abbandonò l'isola e si trasferì in al-Andalus, dove si pose sotto l'ala protettrice del mecenate Muhammad al-Muʿtamid ultimo regnante musulmano abbadide sulla Taifa di Siviglia.
In seguito fu al 
Cairo, in Egitto dove morì ad un'età molto avanzata agli inizi del Millecento.
Di al-Ballanūbī è tramandato un esiguo 
dīwān in cui si contano alcuni brevi componimenti, cinque qaṣīda, e una commossa elegia in memoria della madre.



103-Antonio Callea  - Favara  1894/1939 militare Siciliano medaglia d'oro al valor militare
Partecipò negli anni '30 col grado di capitano di fanteria nel Corpo Truppe Volontarie, alla Guerra civile spagnola, dove ferito gravemente e fatto prigioniero,fu internato negli ospedali nemici.
Quando la guerra giunse al termine con la vittoria delle 
truppe nazionaliste, venne trucidato dai repubblicani in ritirata nei pressi di Pont de Molins..

 



104-Antonio Calandro  - Sicilia  ?/?   - Combattente Siciliano guerra indipendenza polacca

Nel 1800 la Polonia era divisa tra la Russia,l'Austria e la Prussia e la lotta per l'indipendenza fu durissima.
A questa lotta partecipo’ il siciliano Antonio Calandro.Dopo la battaglia di Milazzo decise di andare in Polonia per partecipare alla battaglia d'indipendenza di quel popolo.

Fonte : il libro “La sciabola spezzata” di Vito Catalano

 

 

 

 

105-Giovanni Grasso –  Catania 1873/1930 - attore teatrale e attore cinematografico Siciliano

Giovanni Grasso è ricordato come il più grande attore tragico siciliano e uno dei maggiori in Italia.
Iniziò la propria attività nello spettacolo al teatro dell'
Opera dei Pupi gestito dal padre Angelo.
Alla carriera teatrale venne avviato da 
Nino Martoglio.Interpretò diverse opere di successo recitando sui più importanti palcoscenici d'Italia e poi internazionali: SpagnaAmerica del SudFranciaInghilterraGermaniaRussiaStati Uniti.
Recitò anche nel 
cinema muto di cui viene considerato un pioniere in ambito internazionale

Nei Racconti di Odessa di Isaak Babel è presente un racconto dedicato ad un grande attore siciliano,Giovanni Grasso, che intorno al 1910 fece una trionfale tournée in tutte le Russie.
Ne era tornato con doni e onorificenze ricevute dallo zar in persona e con un sacco pieno di rubli che rovesciò sul tavolo della sua mamma, colpevole di non aver mai creduto nel talento del figlio e nella carriera che aveva scelto.

 



106-Eugenio Di maria  - Petralia Sottana 1862/1916     - Ufficiale Siciliano esercito combattente nella Rivolta dei Boxer in Cina e nella guerra italo-turca
Discendente di una nobile famiglia iniziò giovanissimo la carriera militare.
Combatté, guadagnando numerose decorazioni, con il 
Corpo di spedizione italiano in Cina (1900-1901), e nella guerra italo-turca dove raggiunse il grado di maggiore.
Durante la 
prima guerra mondiale fu comandante della Brigata Sassari col grado di colonnello brigadiere..

Nel 1899 in estremo oriente scoppia la “Rivolta dei Boxer ed egli arrivò in Cina per difendere la legazione italiana in Estremo Oriente.Si distinse nella battaglia di Kun an Sien .Nel 1911 è inviato in terra d’Africa durante il conflitto italo – turco.
Si distinse sul Mergheb e termina l’avventura in Libia a Sidi Abdul Ghelil nel 1912.Dopo una breve parentesi in Albania viene richiamato in patria per l’imminente scoppio del primo confitto mondiale.

Nel 1916 assunse il comando dei “Diavoli Rossi”, la Brigata Sassari. Sui monti del Trentino venne colpito dagli  Austriaci con un colpo di fucile che lo uccise all’istante, mentre guidava un assalto alla baionetta.

Le sue ceneri riposano nella Chiesa di San Domenico a Palermo.
Le sue gesta le possiamo leggere nel diario tenuto da un soldato della Sassari: “A M. Fior.

 


107 - Giovanni Antonino Domenico Francesco Saetta  - Platia (Piazza Armerina)  , 1665 – Caborca (Messico) 1695 , Missionario in Messico

All'età di 17 anni ottiene il permesso di chiedere di essere destinato alle lontane missioni d'Asia e d'America.
La risposta è negativa.
Nel settembre dello stesso anno riformula la domanda per essere inviato in missione con risposta nuovamente negativa, quindi ritorna a Platia.
Riformula nel 1691 altre due volte la richiesta di trasferimento a Città del Messico e, finalmente arriva da Roma il tanto desiderato placet.
Nella tarda estate del 1692 arriva a Veracruz in Messico e alla fine dell'anno,all'età di 27 anni, è ordinato sacerdote.
Studia teologia a Città del Messico.
Nel 1693 P. Francesco Saverio Saetta si trasferisce a Puebla per continuare a studiare e nel 1694 è pronto a partire in missione per il Messico Settentrionale,al confine con gli Stati Uniti d'America, nella regione di Sonora dove i PP. Gesuiti avevano una missione.
Raggiunto Dolores, nella missione di Nuestra Señora da dove inizia il viaggio verso Caborca. Arrivato Saetta  inizia la sua opera di ristrutturazione e costruzione materiale e spirituale degli indios.
Nel dicembre del 1694 il Governo Militare Spagnolo della Pimeria Alta impedisce gli spostamenti nella zona di Arispe per lo svolgimento di rastrellamenti contro i ribelli Hojones, Janos y Sumas. Una volta ricevuto il permesso di partire,dopo aver ottenuto gli aiuti che cercava per la sua missione, rientra a Caborca dove si improvvisa muratore,falegname e agricoltore.
Questi esempi convincono gli indios ad aiutarlo ancora con più fervore, tanto che la missione diventa base logistica per le nuove missioni nelle limitrofe California e Arizona.
Nell'aprile del 1695 i ribelli, domati a dicembre, si riorganizzano per riattaccare le missioni, in quanto ritenute espressione del colonialismo spagnolo.
Il 2 aprile dopo aver assaltato la missione di S. Pietro di Tubatama, i Pimas attaccano quella di Caborca.
Padre Saetta, che in precedenza aveva avuto buoni contatti con alcuni di loro, li accoglie con cordialità ma, alla fine dell'incontro,due Pimas, tratto all'improvviso l'arco, lanciano due frecce colpendolo al petto.
Padre Saetta visse pochi istanti, il tempo di portarsi ai piedi della vicina Croce. 

 


108 - Onofrio Abbate, dal 1882 Abbate Pascià - Palermo , 1824 – Il Cairo 1915
Mediconaturalista e scrittore in Egitto


Laureatosi in medicina, allievo di un noto oculista del tempo,divenne un valido oftamologo , coltivando, nello stesso tempo, interessi letterari
Nel 
1845 emigrò in Egitto, dove entro’subito a servizio del governo khediviale.
Poi diventò direttore dell'ospedale governativo di Alessandria e ricevette diversi incarichi pubblici e fu anche medico di corte.
Durante l'epidemia colerica del 1848 prestò la sua opera quale medico dei cantieri per la costruzione del barrage del Delta.
Partecipò alla guerra di Crimea (1855) come medico capo della flotta egiziana inviata dal viceré Sa'id pascià in aiuto dei Turchi. In quell'occasione scrisse un opuscolo contro il traffico dei negri, invocando l'abolizione della schiavitù, che fu poi decretata dal viceré Sa'id durante il viaggio nel Sudan (1856-57).

Nel giugno del '57 ricevette dal Crispi l'invito a prendere sotto la propria tutela, relativamente all'Egitto, l'Office Européen, agenzia commerciale dallo stesso Crispi aperta a Parigi.

 Ci ha lasciato un gran numero di scritti trattanti la medicina, le condizioni fisiche e sanitarie dell'Egitto, la storia delle scienze e specialmente la geografia e l'archeologia egiziane.

 

 

 

109 - Francesco Passalacqua da Salemi  -  Salemi , 1638- Selleka (Etiopia) 1701 , Missionario in Egitto ed Etiopia

La conoscenza della lingua araba e la preparazione scientifica, lo resero molto apprezzato.
Lasciata così la Sicilia, intraprese, come missionario, una lunga e travagliata carriera che lo portò, dal settembre 1679 fino al 1692, in Egitto, dove lavorò tra i copti cristiani e tra gli arabi.
Nel 1697, con la carica di prefetto apostolico delle missioni, fu mandato in Egitto e in Etiopia.
Le sue doti diplomatiche, gli fecero acquisire dei meriti, sicché Innocenzo xi lo nominò nunzio apostolico per la riconciliazione della Chiesa alessandrina e di quella romana.
Tradusse in lingua araba diverse opere, tra le quali il testo del concilio di Calcedonia (751 d.C).
Rifiutò l’episcopato, tuttavia Innocenzo xii lo inviò come missionario all’imperatore dell’Abissinia, ma durante il viaggio, spossato dalle fatiche, si ammalò gravemente e nella città di Selleka morì il 4 agosto del 1701 fu sepolto a Celga sul lago Tana.

 


110 - Ildefonso da Palermo – Palermo , 1690- ? 1742 , Missionario in Egitto

Missionario in Alto Egitto dal 1718 al 1742.
Anche lui, servendosi dell’ottima conoscenza della lingua araba e dell’arte medica, riuscì a farsi apprezzare dalle popolazioni locali e ad evitare persecuzioni ai confratelli.

 


111 - Gaspare Malandrino da Noto – Noto , 1610- Noto 1681 , Missionario in Moldavia e Valacchia

A supporto della sua attività apostolica in Moldavia e Valacchia, nel 1644 redasse un catechismo in lingua moldava, rimasto inedito; pare sia deceduto a Noto dopo il 1681.

 


112 - Luigi da Palermo – Palermo , ?-? , Missionario in Congo

Mentre faceva ritorno in patria, insieme ad altri confratelli, nel 1668 venne catturato dai pirati e condotto in Barberia. Liberato,volle restare ancora tre anni a Tunisi per assistere gli schiavi.

 


 113 - Luca da Caltanissetta – Caltanissetta , 1644-1702  , Missionario in Congo

Ottiene di partire per le missioni dopo reiterate suppliche ed inizia la sua missione in Congo nel 1691.
Oltre ad un’intensa opera di evangelizzazione,svolse una delicata attività diplomatica per migliorare i rapporti tra il Portogallo e il Congo,forte della nomina a vice prefetto della missione. L’autonomia del regno congolese era,infatti, funzionale al rispetto per i missionari e allo sviluppo della missione.
Le fatiche apostoliche e le condizioni climatiche e sanitarie del territorio logorarono la sua salute. Nel 1701, gli giunse la nomina a prefetto della missione e commissario dell’Inquisizione per il regno del Congo.
Ma aveva ormai deciso di lasciare la missione ed era in viaggio per Luanda, dove morì l’anno successivo.

 

 

114 - Gregorio d'Agrigento, in seguito Gregorio II - Agrigento559 – Agrigento630
vescovo
,eremita e studioso in medio oriente

Gregorio nasce nel villaggio di Pretorio nei pressi di Agrigento.
 A dodici anni, su richiesta dei genitori, è ordinato lettore e diventa discepolo dell'arcidiacono Donato,. La lettura di una vita di san Basilio Magno fa nascere in lui il desiderio di visitare i Luoghi Santi.
 A diciotto, anni durante una visione, gli appare un angelo che gli dice di andare sulla riva del mare, dove lo attende una nave diretta a 
Cartagine. Il capitano del battello è intenzionato in un primo momento a venderlo come schiavo, ma durante la traversata si pente dei suoi propositi.
Così Gregorio giunge nella città africana. Qui ha modo di incontrare il vescovo ed incontra tre monaci che vogliono condurlo fino a 
Gerusalemme. Gregorio parte allora per Tripoli e quattro mesi dopo giunge a Gerusalemme con i tre monaci.
La domenica di Pasqua è ricevuto dall'arcivescovo Macario.Intanto Gregorio viene ordinato 
diacono ed entra in un monastero sul Monte degli Ulivi. Successivamente lascia Gerusalemme e si ritira per quattro anni nel deserto per condurre vita eremitica. Ritorna poi a Gerusalemme, per un anno, e poi si reca ad Antiochia, dove è ricevuto dall'arcivescovo Eustazio[3]; alloggia in una cellula abitata un tempo da san Basilio Magno. In seguito, lascia anche Antiochia e si reca a Costantinopoli.
Nella capitale imperiale, Gregorio si ritira nel monastero dei Santi Sergio e Bacco, dove inizia a studiare.
Alcune settimane più tardi si celebra un concilio contro un'
eresia e Gregorio, vi partecipa,la sua eloquenza riesce a sconfiggere gli eretici e a riportare molti all'ortodossia.
Lo stesso 
imperatore Giustiniano[7] lo riceve a palazzo. Qualche giorno dopo lascia Costantinopoli per Roma, dove si installa nel monastero di San Saba.
Nel frattempo, muore il vescovo agrigentino Teodoro e la contesa fra i pretendenti alla successione divide la città. Una delegazione cittadina giunge a Roma per chiedere l'aiuto del papa.
[8] Questi ha una visione, che lo invita a scegliere Gregorio, il quale, ritenendosi indegno, prima si nasconde in un monastero, e poi pensa di fuggire in Spagna. Alla fine tuttavia accetta e riceve la consacrazione episcopale.
Ritorna così ad Agrigento, dopo tredici anni di assenza, ed è installato sulla sede.
Ma purtroppo sono mosse delle accuse contro di lui e Il papa lo fa gettare in prigione, dove resta un anno, prima che il pontefice si interessi di lui. Un monaco consiglia allora al papa di consultare l'imperatore e l'arcivescovo di Costantinopoli. Dalla capitale arriva allora lo spatario Marciano, legato dell'imperatore e conosciuto da Gregorio all'epoca della sua residenza sul 
Bosforo. Visitato in carcere, Gregorio confessa loro che è imprigionato oramai da due anni e quattro mesi, ma che avrebbe lasciato la prigione solo per volere del papa.
Viene allora convocato un 
sinodo nella chiesa di Sant'Ippolito, presso il carcere, alla presenza di 150 vescovi e oltre cento accusatori e con tutti gli attori in causa ed esce fuori  la trama ordita contro il vescovo. Alla fine Gregorio ne esce vincitore e viene riabilitato.
Finalmente Gregorio può lasciare Roma e si reca a Costantinopoli, con la delegazione venuta dalla capitale per il sinodo; è ricevuto a palazzo da Giustiniano e dall'arcivescovo. Resta nella città per un certo periodo di tempo, dedicato alla stesura di libri e alla formulazione di nuovi canoni ecclesiastici, promulgati dall'imperatore. Col permesso di Giustiniano ritorna infine ad Agrigento, dove è accolto trionfalmente. Non si stabilisce tuttavia in città, ma trasforma in chiesa uno dei templi appena fuori dall'abitato.

  

 

115 - Gerlando Marsiglia - Giuliana 1793 – New York 1850 pittore negli Usa

Iniziò i suoi studi di pittura a Palermo ma poi si trasferì a Napoli dove cominciò a frequentare la corte dei re Borboni.
Intorno al 
1820 si trasferì a New York dove aprì una propria galleria d'arte.
Fu uno dei primi artisti espatriati a stabilirsi negli Stati Uniti, ritrattista, paesaggista e pittore di storia, attivo anche come mercante d'arte e restauratore. Secondo un resoconto della sua vita apparso nel Registro biografico di New York nel 1886, Marsiglia si interessò alla pittura durante la sua giovinezza.

 

 

116 - Dicearco  -  Messana (Messina) 350 a.C. – 290 a.C.  filosofogeografo e cartografo in Grecia.

Viaggiò in Grecia per parecchio tempo. Ad Atene fu discepolo e pupillo di Aristotele nella scuola peripatetica, dedicandosi a studi rigorosamente scientifici ed entrando in amicizia con Teofrasto, che gli dedicò alcune opere.

 

 

117 - Gaetano Giulio Zumbo, o Zummo  - Siracusa1656 – Parigi 1701 , abate ed artista in Francia

Famoso nel XVII secolo per le sue opere in ceroplastica. I suoi soggetti riguardavano perlopiù gli aspetti legati alla morte, alla malattia e alla putrefazione dei corpi, ma non mancano attestazioni della sua attività di presepista.
Sono poche e frammentarie le notizie riguardanti questo artista siciliano: prese il cognome Zummo dalla madre, che mutò in Zumbo quando si stabilì in Francia.
Studiò presso i Gesuiti e ottenne il titolo di abate, che permetteva di ottenere un piccolo reddito. Affrontò gli studi di anatomia a Bologna, famoso centro studi.
Egli operò al servizio del Granduca Cosimo III de Medici dal febbraio del 1691 all’aprile del 1695.
Nel 1695 Zumbo partì improvvisamente lasciando il sovrano rammaricato per aver perso un tale artista.
Nei cinque anni successivi Zumbo si intrattiene a Genova con una proficua produzione di opere.
Nel 1700 si trasferisce a Marsiglia con le sue ultime composizioni, divenendo subito celebre disponendo da parte dell’Intendente Generale delle Gallerie di Francia suo ammiratore di un chirurgo per preparare le dissezioni di teste ad uso dell’artista.
La fama del ceroplasta giunse persino a Parigi dove il 25 maggio 1701 fu invitato a mostrare una sua testa anatomica all’Académie Royale des Sciences.
La testa anatomica fu acquistata subito oggi al Museo nazionale di storia naturale di Parigi.
A seguito del successo presso l’Académie lo Zumbo ottenne da Luigi XIV il monopolio delle preparazioni anatomiche, ottenendo anche l’autorizzazione a tenere pubbliche lezioni di anatomia. Ma, al culmine della sua gloria, il ceroplasta morì improvvisamente a seguito di un’emorragia, forse perché affetto da tubercolosi, il 22 dicembre 1701.
Egli fu sepolto a Saint-Sulpice, ma la sua tomba fu distrutta durante la rivoluzione francese.

 

 

 

118 - Acrone -  Agrigento ?-?  (vissuto nel V secolo a.C.) , medico in Grecia

Medico di Agrigento a cui la scuola degli empirici faceva risalire la propria origine.
Acrone, figlio del celebre filosofo 
Zenone di Elea, nacque ad Agrigento nel quinto secolo a.C. Ancora giovane, andò ad Atene e studiò filosofia e retorica insieme ad Empedocle, suo concittadino.
Conclusi gli studi, Acrone si affermò ben presto come un abile retore.
Le sue lezioni di retorica in pubblico e la sua abilità 
oratoria gli procurarono non poca ammirazione e fama tra i concittadini.
Dopo questo primo periodo della sua maturità, Acrone diresse il suo talento verso gli studi di 
medicina.
Durante il suo apprendistato, compì molti viaggi in 
Egitto e in Asia, con lo scopo di raccogliere il maggior numero di informazioni dalle esperienze dei sacerdoti e dei medici in cui si imbatteva.
Si dice che Acrone abbia applicato una soluzione taumaturgica appresa in Egitto
 in occasione della peste del 430 a.C. ad Atene, e che, dietro suo consiglio, furono accesi dei fuochi di grandi dimensioni per le strade allo scopo di purificare l'aria.
La soluzione si rivelò efficace e salutare per molti malati.
Il suo talento come medico e il suo nuovo approccio alla medicina gli procurarono ammirazione e stima tali che gli fecero meritare l'
epiteto di sommo o supremo tra i medici[3] (lo stesso nome, Acrone, significa sommo).
Tuttavia allo stesso modo, la fama gli procurò non pochi nemici, tra i quali spicca Empedocle, suo concittadino ed amico d'infanzia, il quale provava invidia del successo di Acrone.
In 
Sicilia Acrone fondò una scuola di medicina, la quale aveva come punto cardine l'esperienza concreta dei fatti e il rifiuto di tutto quello che ad essi non si atteneva scrupolosamente.
Per questi motivi 
Plinio il Vecchio lo considera il fondatore della scuola degli empirici.
L'innovazione che Acrone introdusse nella medicina del tempo fu la maggiore attenzione riservata ai fatti.
Il medico agrigentino dedicò gran parte della sua vita alla lotta contro i filosofi e i medici del tempo, accusandoli di aver ridotto la medicina a 
metafisica[4] e di averla assoggettata a speculazioni filosofiche.
Egli sosteneva che la medicina dovesse dipendere unicamente dalla pura esperienza, dall'esatta osservazione dei fatti e che tutte le astratte speculazioni non erano solo superflue, ma anche dannose.

 

 

 

 

119 - Giovanni Rappazzo Messina,  1893 – Messina 1995 inventore conosciuto negli Usa

Tra le sue invenzioni il cinema sonoro nel 1914.
L'intuizione gli venne lavorando nel cinema aperto insieme al fratello.
Nel 
1921, poco dopo la grande guerra, depositò il brevetto per la "pellicola a impressione contemporanea di immagine e suoni", ma non riuscì a vendere la sua invenzione, né a trovare finanziatori.
Il 
brevetto scadde il 30 marzo 1924 e, non avendo la possibilità di rinnovarlo per mancanza di fondi, Rappazzo ne perse l'esclusiva di sfruttamento commerciale.
La Fox seppe della scadenza e brevetto’ un sistema di sonoro identico a quello di Rappazzo,che in perfetta buona fede aveva fornito ingenuamente alla casa cinematografica americana i suoi progetti e anche una pellicola sonora.
Il 22 marzo 
1994 è stato nominato Grande Ufficiale al merito della Repubblica Italiana per aver brevettato per primo il cinema sonoro.

 Antonino Sciascia -  Canicattì1839 – 1925  medico e scienziato ,conosciuto ambiente medico mondiale

Viene ritenuto da vari studiosi pioniere e precursore nel campo della Fototerapia[1], di cui descrisse l'utilizzo nel 1892 al XIII Congresso Oftalmologico di Palermo e nel 1894 all'XI Congresso Medico Internazionale di Roma.
Dopo la laurea, Sciascia cominciò a esercitare la professione di medico, continuando gli studi per conseguire la laurea in 
Chirurgia, ottenuta, sempre a Palermo, il 5 luglio 1869.
Fin dai primi anni dall'esercizio della professione medica iniziò a studiare e perfezionare la sua intuizione, a cui diede il nome di “
Fototerapia”, secondo cui la luce poteva essere uno strumento utile a curare alcune malattie.
L'apparecchio con il suo funzionamento e le sue applicazioni vennero illustrati nel Congresso Oftalmologico di Palermo nel 1892 e nel Congresso Medico Internazionale di Roma nel 1894, ma sollevò pochi entusiasmi nell'ambiente scientifico.
Nel 1897 un medico danese, il dottor Niels Ryberg Finsen, sperimentò lo strumento del dottor Sciascia e pubblicò uno studio sul metodo terapeutico che celebrava la fototerapia come geniale rimedio a tante patologie. Lo studio ebbe successo e fece guadagnare al dottor Finsen, il premio Nobel per la medicina nel 1903.
E', questa del dottor Sciascia, una vicenda - entusiasmante e dolorosa al tempo stesso - che potrebbe a buon diritto intitolarsi "Storia di un Nobel mancato". 
Il mondo accademico italiano continuò ad ignorare con ostinazione la scoperta dello Sciascia mentre se ne parlò in America nel "Pacific Jurnal Medical".
A Palermo presso il Museo della radiologia (unico in Italia e tra i pochi in Europa), curato dall'Università, si può ammirare la lente biconvessa con cui il dottor Sciascia, primo al mondo, praticava l'elioterapia.

 

 

120 - Elia di Enna, al secolo Giovanni Rachites  ,Enna, 822-823 – Salonicco  903 monaco cristiano in Medio oriente

Elia è conosciuto anche come Sant'Elia il Giovane, o lo Juniore.
Egli visse una vita estremamente avventurosa nell'IX secolo e fu protagonista di alterne vicende e ripetute peripezie.
A dodici anni, verso l'835, con altri duecentoventi siciliani fu catturato dai Saraceni per essere portato in Africa, ma dopo pochi giorni fu liberato da una nave bizantina proveniente da Siracusa.
L'invasione araba della Sicilia costrinse Giovanni ad abbandonare la città natale, che fu espugnata dai Saraceni nell'859 . Gli arabi riuscirono comunque ad imprigionare Elia, che fu così portato in Africa per essere venduto quale schiavo a un ricco conciatore cristiano, che gli affidò il compito di amministrare le sue proprietà.

Dopo essere riuscito a liberarsi, Elia decise di predicare il Vangelo, mettendo più volte a repentaglio la propria stessa vita.Successivamente una voce divina gli comunicò che da allora egli sarebbe stato in grado di guarire gli infermi: E. sperimentò subito con successo le sue nuove doti carismatiche sia con cristiani sia con musulmani. L'emiro locale gli permise pertanto di esercitare liberamente la sua attività di guaritore. Ma quando egli convertì al cristianesimo i musulmani risanati e li fece battezzare fu denunciato all'emiro per la sua attività missionaria e gettato in prigione. Non si sa bene s se questo episodio sia avvenuto in Africa settentrionale o in Palestina.
Giunse poi a Gerusalemme, nell'aprile dell'878 .Dopo tre anni trascorsi in un 
monastero del Sinai, Elia intraprese un'avventurosa serie di viaggi, recandosi prima ad Alessandria d'Egitto, quindi in Persia, ad Antiochia e nuovamente nel continente nero. Nell'878  Elia tornò sull'isola, dove incontrò a Palermo l'anziana madre, e a Taormina conobbe Daniele, suo nuovo discepolo. Procedendo verso nord, Elia soggiornò in Calabria, dove fondò nell'anno 884, a Seminara, la prima colonia monastica siciliana della Calabria. Le invasioni arabe fecero riparare Elia prima in Grecia, a Patrasso, e poi sulle montagne dell'Aspromonte, in località Santa Cristina.
Elia era ormai un conosciutissimo monaco, allorché si recò in 
pellegrinaggio a Roma. Le peripezie, i prodigi e l'opera vastissima di evangelizzazione che Elia aveva svolto in tre continenti estese la sua fama fino a Costantinopoli, dove l'imperatore bizantino Leone VI, detto il Filosofo, lo invitò a soggiornare. Elia però, ormai ultrasettantenne, nonostante avesse cominciato il viaggio per Costantinopoli e giunto a Tessalonica percependo l'ora del trapasso, chiamò a sé Daniele e gli espresse il desiderio che la sua salma venisse trasportata nel monastero di Seminara.
Il feretro fu trasportato da 
Salonicco, al porto di Tauriana[1] e infine l’amico e compagno Daniele, fece tumulare Elia nel monastero di Seminara.
La vita di Elia fu condizionata in maniera determinante dai contrasti militari ed ideologici tra Bizantini ed Arabi nel Mediterraneo. I conflitti tra le due potenze furono causa principale della sua vita raminga, che d'altro canto gli offrì ampie occasioni di svolgere attività missionaria nei paesi islamici.

 

  

  

121 - Salvatore Ferri, ?-? , Licata  , ex militare dell’esercito borbonico e militare negli Usa

Alcuni militari ex borbonici se ne andarono nel Nord America, altri negli Stati del Sud.
Quando scoppio la Guerra di Secessione, nell’Aprile del 1861, i militari borbonici che erano finiti nel Nord diventarono unionisti (insieme ad altri italiani di ispirazione mazziniana), mentre i militari borbonici – e tra questi il nostro Salvatore Ferri – che erano emigrati nel Sud diventarono sudisti e seguaci del mitico generale Lee.

Correva l’anno 1860. Cavour aveva un problema: i tanti militari borbonici che si rifiutavano di intrupparsi nell’esercito di casa Savoia. Che fare?
Molti militari borbonici, anche per sfuggire ai lager di Cavour, o perché si rifiutavano comunque di vivere nei loro paesi invasi dai piemontesi, come già raccontato, emigrarono in America.
E il nostro Salvatore Ferri? Faceva parte del 10° Reggimento di fanteria della Louisiana. Erano poco meno di un migliaio. Quando ad Appomatox il generale Lee ad Appomatox si arrese – era il 10 Aprile del 1865 – erano rimasti solo 18 uomini. Uno di questi era l’ex soldato borbonico Salvatore Ferri di Licata.
Strano destino, il suo. Lo scrittore Marcello Veneziani lo dipinge come “un eroe dei due mondi a rovescio”. E non sbaglia: partito dal suo paese, nel Sud della Sicilia, era diventato militare del Regio esercito borbonico. E nel Sud Italia inanellò la sua prima sconfitta. Decise così di combattere per un altro Sud e se ne andò nella Louisiana, in America. Partecipò alla battaglia di Winchester, in Virginia, accanto al grande generale Jackson. Quella fu una vittoria. Ma, così com’era stato per il Regno delle Due Sicilie, anche il destino della Guerra di secessione era segnato. E, per la seconda volta, Salvatore Ferri da Licata si ritrovò tra gli sconfitti di un altro Sud.

 


122 - Vincenzo D'Aquila - Palermo1892 – New York 1975  imprenditore e scrittore negli Usa

Autore della memoria autobiografica Bodyguard Unseen. A True Autobiography (1931), in cui racconta la sua conversione da volontario a pacifista durante la Prima guerra mondiale.
Nel 1896, emigrò negli 
Stati Uniti insieme ai genitori, stabilendosi a New York. Nel 1914, diventò cittadino statunitense.
Il 6 luglio 1915, si imbarcò sulla nave San Guglielmo per potersi arruolare come volontario nel 
Regio Esercito e prendere parte alla Prima guerra mondiale.
Nel corso dei primi giorni al fronte, tuttavia, restò disgustato dalle atrocità del conflitto e decise di non sparare al nemico.
A dicembre 1915, dopo aver contratto il 
tifo, fu ricoverato in un ospedale di riserva a Udine, per poi essere trasferito all'ospedale psichiatrico Sant'Osvaldo a causa dei deliri provocati dalla febbre (e, probabilmente, anche per le sue idee pacifiste).
Nel marzo 1916, venne internato presso l'ospedale psichiatrico San Niccolò di 
Siena, dal quale uscì il 26 settembre di quell'anno, dichiarato ufficialmente "guarito".
Gli furono concesse numerose licenze, sino al suo definitivo rientro negli Stati Uniti nell'ottobre 1918.
Al suo ritorno, lavorò prima come esportatore di tabacco e poi nell'editoria.
Nel 1931, pubblicò la sua autobiografia Bodyguard Unseen, che fu recensito all'estero, ma largamente ignorato nell'Italia degli 
anni trenta, «dato il suo pacifismo antitetico all'ideologia fascista».
D'Aquila morì a New York il 26 aprile 1975, all'età di 82 anni.

 

 

  

123 - Evemero da Messina  Messina o Agrigento330 a.C. circa – Alessandria d'Egitto250 a.C. circa

filosofo e storico in giro per la parte orientale del mondo

Attivo presso la corte di Cassandro I, re di Macedonia.
Visse nel periodo immediatamente successivo alla morte di Alessandro Magno e fu frequente viaggiatore.
Ci viene testimoniato come amico di Cassandro, divenuto 
re di Macedonia.
Per conto dell'influente benefattore compì numerosi viaggi che lo portarono fino all'Oceano Indiano.
Dopo il viaggio, forse nella zona arabica, tornò dopo un lungo itinerario ad 
Alessandria d'Egitto dove scrisse la Storia sacra, opera che gli attirò aspre critiche.
Nel I libro, Evemero raccontava di essere partito dall'Arabia per dirigersi in esplorazione nell'Oceano Indiano.
Persa la rotta, la spedizione approdò in vista di un arcipelago di cui l'isola principale era Pancaia o Iera.
Seguiva una descrizione dei mirabilia dell'isola ricca di alberi di incenso ed altre essenze vegetali adatte ai sacrifici ed ai riti religiosi.
I Pancei erano non solo indigeni, ma anche di provenienza orientale, come Oceaniti ed Indiani, nonché Sciti e Cretesi ed abitavano nella capitale, Panara, che aveva leggi proprie e non era retta da un sovrano.

 

 

  

124 - Ferdinand J. Pecora - Nicosia1882 – New York1971 è stato Avvocato e magistrato negli Usa

Diventato famoso negli anni '30 del XX secolo per il suo ruolo di capo consigliere della commissione del senato degli Stati Uniti durante le investigazioni sulle attività bancarie di Wall Street e sulle pratiche di brokeraggio.

Nel 1886 emigrò con i suoi genitori negli Stati Uniti. Crebbe a Manhattan e già da ragazzo Pecora dovette lasciare la scuola per sopperire alla mancanza di denaro.
Dopo aver fatto l'impiegato in uno studio legale a Wall Street, Pecora frequentò la "New York Law School".
Nel 1916 divenne membro del Partito Democratico americano e dell'organizzazione  "Tammany Hall".
Nel 1918 divenne assistente del procuratore distrettuale di New York.
Nei dodici anni seguenti si procurò la fama di onesto e talentuoso magistrato.
Nel 1922, Pecora fu nominato capo assistente del procuratore distrettuale Joab H. Banton.
Nel 1929 stava per essere nominato procuratore distrettuale ma i membri della "Tammany Hall" rifiutarono di nominarlo tale per paura di essere perseguiti da un così onesto pubblico ministero. Pecora lasciò allora lo studio del procuratore distrettuale per passare alla pratica privata.
Ferdinand Pecora fu nominato capo del consiglio della commissione sull'attività bancaria e finanziaria nel 1933.
Pecora tenne udienze che provarono le cause della crisi del '29.
Il magistrato interrogò personalmente uomini potenti e ricchi come Richard e George Whitney o Thomas W. Lamont.
Si formo così quella che passò alla storia come "Pecora Commission".
Pecora finì sulla copertina del Time il 12 giugno 1933.
Le investigazioni di Pecora misero alla luce una serie di pratiche irregolari inerenti ai mercati finanziari.
Tali pratiche favorivano i ricchi a spese degli investitori comuni.
Alla luce dei fatti il congresso degli Stati Uniti decise di emanare il "Glass-Steagall Act" ed il "Securities exchange Act" del 1934.
Nel 1934 Pecora viene nominato commissario dell'appena formata commissione sulla sicurezza e sugli scambi in borsa degli stati uniti.
Nel 1935 diviene giudice della corte suprema dello stato di New York.
Ricoprì questa carica fino al 1950 quando decide di provare, senza successo, a concorre in politica, come sindaco di New York, contro Vincent R. Impellitteri.
Ferdinand Pecora muore nel 1971.

 

 

  

125 - Evaristo de Chirico   - Palermo 1841/1905  Ingegnere Siciliano in Grecia

Costruttore della ferrovia del Pelion e delle ferrovie della Tessaglia; in seguito nominato Direttore delle Ferrovie della Tessaglia.
Di nobile origine, era figlio del 
barone siciliano Giorgio Filigone de Chirico,i figli erano il pittore Giorgio e lo scrittore Andrea.
Conseguita la 
laurea in Ingegneria si orientò verso il settore dei trasporti, soprattutto ferroviari .
All'inizio degli 
anni ottanta del XIX secolo ebbe incarico dal Primo Ministro greco di progettare la rete ferroviaria della Tessaglia che era stata annessa da poco ed era priva di linee ferrate.
L'ingegnere era già noto perché con l'Impresa Evaristo de Chirico & Co. aveva costruito linee ferroviarie in 
Bulgaria; trasferitosi a Volos la stazione della città venne da lui progettata e costruita e così molte altre di minore importanza.
Le costruzioni, iniziate nel 1882 con maestranze italiane e manodopera locale, portarono all'attivazione della linea Volos-Larissa, di 61 km, inaugurata il 22 aprile 1884 dal Re 
Giorgio I di Grecia, e successivamente della diramazione, a Velestinon, della linea di 142 km per Kalambaka che fu completata il 16 giugno 1886.
Dopo avere terminate le due direttrici principali a 
scartamento metrico ebbe l'incarico di costruire una piccola ferrovia a scartamento ancora più ridotto, 600 mm, che permettesse di rimontare le aspre pendici del Monte Pelion e la costruì direttamente con le maestranze della propria impresa.
La linea ebbe 2 tunnel e 9 ponti di cui uno, in ferro, sul torrente Taxiarhis, è particolare perché in un punto in cui la linea opera una stretta curva ad "U".
Tale ponte ancor oggi si chiama Ponte De Chirico.
In ragione dei suoi incarichi si trasferì ad 
Atene dove nel 1891 ebbe il suo secondo figlio.
Nel 1899 trasferì tutta la famiglia ad Atene allo scopo di meglio seguire i lavori della ferrovia per 
Salonicco di cui era stato nominato supervisore.
Di salute cagionevole, come scrive il figlio stesso, morì ad Atene nel 1905.

 

 

126 - Giuseppe l'Innografo  - Siracusa816 – Costantinopoli 886 è stato un monaco cristiano bizantino

È considerato uno dei più grandi poeti liturgici e innografici della Chiesa ortodossa.
A causa della sua profonda fede nell'Ortodossia, venne soprannominato "la dolce voce d'usignolo della Chiesa".
Una volta morti i suoi genitori, col sopraggiungere dell'invasione degli 
Arabi in Sicilia nell'827, egli venne costretto a trasferirsi nel Peloponneso.
Nell'
831, all'età di quindici anni, si recò a Tessalonica ,dove ricevette la tonsura e l'abito religioso all'interno del monastero di Latmo, all'interno del quale si distinse per devozione e ascetismo.
Il vescovo di Tessalonica, ammirando le sue virtù, lo ordinò ieromonaco.
La sua profonda umiltà colpì persino 
Gregorio il Decapolita il quale, durante un suo passaggio da Tessalonica, ammirando il raro comportamento di Giuseppe, lo condusse nel suo monastero a Costantinopoli.
Nell'
841, Giuseppe venne inviato a Roma presso papa Gregorio IV per chiedere rinforzi nella battaglia contro l'Iconoclastia, eresia sorta per opera dell'imperatore Leone III l'Isaurico nel 726.
Tuttavia, nel viaggio di andata, l'imbarcazione cadde nelle mani di alcuni pirati arabi e lo stesso Giuseppe venne catturato e condotto come 
schiavo a Creta; nell'isola il monaco venne venduto agli Iconoclasti che lo rinchiusero in prigione per sei anni.
Durante il suo sesto anno di prigionia, secondo la tradizione, 
San Nicola apparve a Giuseppe in carcere e lo invitò a cantare nel nome di Dio: in seguito, il santo invitò il monaco a seguirlo e subito, miracolosamente, Giuseppe si ritrovò alle porte di Costantinopoli; secondo la stessa leggenda, tuttavia, all'indomani della sua liberazione, il santo si recò a Roma dove venne accolto con grandi onori, e solo allora ritornò a Costantinopoli.

 

 

 

127 - Giorgio La Piana  - PalermoPiana dei Greci1879 – South Natick1971 , storicoteologo e medievista negli Usa

Sacerdote, esponente del cattolicesimo modernista, ebbe un atteggiamento fortemente critico nei confronti del deficit di democrazia che lui ravvisava nella gerarchia ecclesiastica romana.
Emigrato in America, abbandonò la religione, insegnò all'
Università Harvard, e fu animatore dei circoli antifascisti del fuoruscitismo italiano repubblicano e democratico negli Stati Uniti d'America.
La formazione di La Piana iniziò nell'ambito degli gli 
studi teologici, da lui completati al Seminario arcivescovile di Monreale, nel 1900, anno in cui fu ordinato sacerdote.
Dopo esperienze di insegnamento, pubblicò il suo primo saggio di 
Storia della Chiesa cattolica nel 1908, sui rapporti tra Stato e Chiesa in Francia.
Da un punto di vista del pensiero religioso, aderì al movimento del 
modernismo teologico, una corrente osteggiata da Pio X e dal cattolicesimo ufficiale.
Fu così che, conseguita nel 
1912 la laurea all'Università di Palermo, si trasferì nel 1913 negli Stati Uniti, dove nel 1918 ottenne la cittadinanza americana.
Stabilitosi dapprima a 
Milwaukee, fu quindi a Cambridge (Massachusetts) dove insegnò Teologia morale cattolica alla Harvard Divinity School e divenne collaboratore della Harvard Theological Review. Dal 1926 fu J.H. Morrison Professor of History Church all'Università Harvardcattedra che tenne fino al 1948 quando divenne professore emerito.
Fu tra i fondatori della Medieval Academy of America e membro del centro studi di Dumbarton Oaks.
In America, Giorgio La Piana rinunciò al 
sacerdozio, diede libera espressione alle sue idee fortemente critiche nei confronti del deficit di democrazia nella gerarchia ecclesiastica cattolica ed entrò in contatto con gli ambienti degli antifascisti fuorusciti dall'Italia nei quali fu molto attivo: a Harvard frequentò Lauro De Bosis, antifascista della prima ora, che mantenne con lui una corrispondenza fino agli ultimi mesi, per tenerlo al corrente sulla preparazione della beffa del suo volo su Roma con cui andrà incontro alla morte.
Strinse uno stretto rapporto con 
Gaetano Salvemini, testimoniato da un fitto epistolario.
Nel 1940 fu poi La Piana a fornire i primi aiuti finanziari a 
Luigi Sturzo, appena sbarcato negli Stati Uniti, completamente privo di mezzi.

 

 

 

 

128 - Luigi Monti - Palermo1830 – 1914 accademico e diplomatico negli Usa

Dal 1854 al 1859 fu professore di italiano ad Harvard University, quindi console statunitense a Palermo dal 1861 al 1873, e nuovamente, tra il 1873 e il 1893, professore a Wellesley College, a Vassar College, e al Peabody institute di Baltimora.
Coinvolto nei moti rivoluzionari del 1848-49, nel 1850 giunge in esilio a Boston negli Stati Uniti, dove dal 1854 al 1859, lavora come Istruttore di italiano a Harvard University, sotto la direzione di 
Henry Wadsworth Longfellow e poi James Russell Lowell. È il secondo accademico italiano a lavorare in quell'istituzione.
Nel 1855 Monti pubblica a Boston due libri di testo per l'insegnamento dell'italiano: A Grammar of the Italian Language e A Reader of the Italian Language. Traduce due romanzi di 
Francesco Domenico Guerrazzi: Beatrice Cenci (nel 1857) e Isabella Orsini (nel 1859). Longfellow lo usa come modello del giovane siciliano nel suo racconto Tales of a Wayside Inn (pubblicato nel 1863).
Nel 1861, dopo l'impresa dei Mille, Monti viene nominato console degli Stati Uniti a 
Palermo.
Vi rimarrà fino al 1873.
Nel 1873 torna a Boston.
Nel 1875 pubblica la traduzione di un altro romanzo di Guerrazzi, "Manfred".
Si dedica anche all'attività di scrittore con il racconto autobiografico The Adventures of a Consul Abroad (1878) e il romanzo Leone (1882).
Riprende la sua attività accademica.
Al Lowell institute offre una conferenza su "Contemporary Representative Men of Italy," e insegna corsi al Wellesley College, a Vassar College, e al Peabody institute di Baltimora.
Nel 1893 rientra in Italia dove morirà nel 1914.

 

 

  

129 - Giovanni Cataldo Parisio, chiamato anche Cataldo Siculo - Palermo1455 circa – Lisbona ?, 1517 scrittore e politico in Portogallo.

È stato lui ad introdurre l'umanesimo nello stato iberico.
Nel 
1485, dopo aver studiato a BolognaPadova e Ferrara, fu invitato in Portogallo dal re Giovanni II per assumere la carica di precettore del principe.
In poco tempo, divenne segretario di Giovanni II e curò le relazioni con gli altri stati europei,soprattutto con i papi 
Innocenzo VIII e Alessandro VI e la principessa d'Aragona e Castiglia Isabella. Dal 1497 visse grazie ad una pensione statale e, sotto re Manuele, continuò il suo lavoro per la corte e parallelamente quello di precettore per i figli dei nobili fino alla morte.

 

 

  

130 - Vincent Rose, (Vincenzo Cacioppo) Palermo13 giugno 1880 – Rockville Centre20 maggio 1944), è stato un cantautore italiano negli Usa

Raggiunse popolarità nel anni venti, con la sua Montmartre Orchestra. Fu molto attivo come cantautore, pubblicando ben 200 canzoni, tra cui Whispering (1920), Avalon (1921, con testo scritto da Al Jolson e B.G. DeSylva), Linger Awhile (1923) e Blueberry Hill (1940)
In particolare Avalon fu motivo di una causa interessante. Infatti, l'anno successivo alla pubblicazione del brano l'editore delle opere di 
Giacomo Puccini, Ricordi, accusò Rose e Jolson di aver plagiato la canzone da E lucevan le stelle, aria della Tosca. Puccini e la casa editrice vinsero la causa e gli furono assegnati 25.000 dollari per danno e tutti i futuri diritti d'autore.
In seguito Rose fu eletto alla Songwriters Hall of Fame.

 

  

 

131 - Francesco Sabatini, o Sabbatini (conosciuto anche come Francisco Sabatini) - Palermo1721 – Madrid1797,architetto in Spagna

Trascorse la maggior parte della sua carriera professionale in Spagna, al servizio della casa reale.
Studiò 
architettura a Roma dove sposò Maria Cecilia Vanvitelli, figlia del celebre architetto Luigi Vanvitelli autore della Reggia di Caserta, da cui ebbe quattro figlinati tutti a Madrid e battezzati nella chiesa parrocchiale di San Martino e San Pietro Reale.
I primi contatti con la dinastia dei Borbone risalgono alla sua partecipazione nella costruzione della Reggia di Caserta per il re di Napoli, Carlo VII di Borbone (poi divenuto Carlo III di Spagna).
Quando Carlo di Borbone salì al trono spagnolo, convocò Sabatini a Madrid nel 
1760 e lo inserì tra gli architetti spagnoli più importanti del periodo.
Inoltre il re lo nominò gran maestro delle Opere reali, con rango di 
tenente colonnello del corpo degli ingegneri, oltre ad essere designato accademico onorario della Reale accademia delle belle arti di San Fernando.
Lo stile di Sabatini rientra all'interno del 
Neoclassicismo, ma a differenza di altri autori del movimento, non si ispirò fondamentalmente alle antichità greco-romane, bensì all'architettura rinascimentale.
Il suo talento, unito ai favori da parte di re Carlo III, gli procurò numerosi incarichi e progetti, premiati a più riprese.
In seguito fu promosso a 
tenente generale del corpo degli ingegneri, fu rivestito dell'abito di cavaliere dell'ordine di Santiago ed ottenne accesso diretto al circolo di confidenza del re dopo la sua designazione a gentiluomo della camera reale.

 

  

 

132 - Mario Sammarco (all'anagrafe Giuseppe Mario Sammarco) - Palermo1868 – Milano 1930 baritono negli Usa

Studiò a Palermo e fece il suo debutto operistico a Palermo nel 1888, nella parte di Valentino nel Faust. Successivamente cantò al Teatro alla Scala di Milano, a Buenos Aires e a Londra.
Tra il 1904 e il 1919 apparve ad intermittenza in 26 differenti ruoli, al Royal Opera House Covent Garden.
New York venne scritturato da Oscar Hammerstein I per la Manhattan Opera Company.
Cantò con la compagnia del Manhattan nel 1908-1910, divenendo il suo principale 
baritono italiano, ma non fu mai "promosso" al grande rivale Metropolitan Opera.
Sammarco successivamente lavorò per le compagnie di 
Chicago e Philadelphia.
La sua carriera qui proseguì senza problemi fino al 1913.
La sua ultima apparizione fu al 
Teatro di San Carlo a Napoli nel 1919.

 

  

  

133 - Pietro Speciale - Palermo 1876 – Palermo 1945 schermidore olimpico

Vincitore della medaglia d'oro ai giochi olimpici del 1920 ad Anversa nel fioretto a squadre e di una medaglia d'Argento nel fioretto individuale nel 1912 a Stoccolma.

 


 

134 - Roberto Stagno, nome d'arte di Vincenzo Andrioli - Palermo, 1840– Genova 1897 tenore in giro per il mondo

Divenne un importante interprete delle opere del verismo italiano intorno agli anni 1890, ma poiché possedeva un'agile tecnica belcantistica cantò anche in opere del secolo precedente.
Nacque in una famiglia appartenente alla nobiltà minore siciliana ma si trasferì a 
Milano per i suoi studi musicali.
Fece il suo debutto nel teatro dell'opera a 
Lisbona, in Portogallo nel 1862.
La sua carriera ebbe poi una svolta nel 1865 quando venne chiamato a sostituire il celebre tenore 
Enrico Tamberlik a Madrid in una rappresentazione di Robert le diable.
Nei tren'anni successivi, Stagno cantò un vasto repertorio in 
SpagnaItaliaFrancia e Russia, raggiungendo la fama di uno dei più grandi tenori europei del suo tempo.
Stagno era popolare anche in 
Argentina, dove cantò per la prima volta nel 1879, e cantò anche, per un'intera stagione (1883-84) negli Stati Uniti, a New York al Metropolitan Opera House.
Fu letteralmente il primo solista a far ascoltare la propria voce al Met, perché egli interpretò il ruolo di 
Faust, nella produzione di apertura del teatro, il 22 ottobre 1883, ed il protagonista è, nell'opera di Gounod, il primo a cantare.
Purtroppo per Stagno, la durata della sua permanenza sulla piazza newyorchese fu inferiore a quello che avrebbe voluto.
Riprese la sua carriera in Italia e in 
Sud America dove il suo stile di canto incontrava maggiormente i gusti del pubblico.
Roma, il 17 maggio 1890, lasciò la sua traccia più importante nella storia dell'opera creando il ruolo di Turiddu alla prima rappresentazione dell'opera verista Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni.

Stagno morì, a soli 57 anni a Genova .

 

  

 

135 - Amedeo John Engel Terzi  - Palermo1872 – 1956 , entomologo e illustratore in Inghilterra

Si specializzò nelle illustrazioni di diptera.
Amedeo fu ingaggiato da Sir 
Patrick Manson quale illustratore presso la Scuola Londinese di Medicina Tropicale.
Ha eseguito numerose illustrazioni zoologiche, circa 37.000, principalmente di insetti parassiti, riprodotte in 55 libri e molte altre pubblicazioni.
Nel 1902 lavorò presso il 
Museo di Storia Naturale di Londra.

 

  

 

136 - Giovanni Vollaro - Palermo1823 – Messina,  1880 patriota e militare nell’Impero ottomanno

Nato a Palermo, il 12 gennaio 1848 partecièpò ai moti anti-borbonici ma questi furono repressi e Vollaro, perseguitato, fu costretto all'esilio e si rifugiò presso gli Ottomani.
In Tracia conobbe la greco-ottomana Leontina Maria Adelaide Diamin, che sposò.
Nel 
1855 partecipò, tra le file dell'esercito ottomano, alla Guerra di Crimea, a fianco delle truppe inglesi, francesi e piemontesi contro l'Impero Russo.
In seguito all'Unità d'Italia, e avendo raggiunto il grado di colonnello, si trasferì a 
Messina, dove continuò le attività politiche e patriottiche. Qui vi morì il 14 giugno 1880.

 

 

 

137 - Armand 'Curly' Wrightnome d'arte di Armand Vincenzo Mancuso - Palermo, 1886 – Hollywood 1965 drammaturgosceneggiatore e attore negli Usa.

Occasionalmente anche regista e produttore cinematografico.
Attivo dal 1933 al 1946.

 

  

 

138 - Corrado Zoli - Palermo 1877 – Roma  1951 giornalistascrittore e diplomatico in Africa

È stato corrispondente sia per «La Stampa» sia per «Il Secolo».
Ha partecipato alla spedizione nel Fezzan ed ha esplorato il 
Sahara.
Dal 1919, già al seguito di 
Gabriele D'Annunzio nell'Impresa di Fiume, è stato nominato sottosegretario agli esteri della Reggenza italiana del Carnaro.
È stato 
governatore della colonia d'Oltregiuba (annessa alla Somalia italiana), dal 16 luglio 1924 al 31 dicembre 1926, nonché della Colonia Eritrea dal 1º giugno 1928 al febbraio 1930.
In seguito, dal 1933 al 1944, è stato presidente della 
Società geografica italiana.
Autore di numerosi libri di spedizioni e storia militare, ha anche descritto per la «
Nuova Antologia» le vicende in Africa Orientale Italiana tra il 1935 e il 1937.

 

   

139 - Franco Corsaro Catania 1900 – Los Angeles 1982 attore e doppiatore negli Usa

Fu prima attore di teatro con la compagnia di Angelo Musco.
Si trasferì giovanissimo a Hollywood lavorando con i più importanti registi statunitensi.
Recitò in numerosi film e  fu ingaggiato per il doppiaggio di film americani in italiano, svolse questo lavoro dal 
1930 al 1933 presso gli studi della Fox a Hollywood, diventando uno dei primi doppiatori della storia.

 

 

 

140 - Maria Gentile - Catania,  1902 – Catania1993  soprano in Sud america

Debuttò nei primi anni venti.
La sua carriera si svolse principalmente in Italia prima e poi lungo l'
America latina.
Negli 
anni trenta apparve anche in vari concerti in Germania e Svezia.

 

 

 

141 - Giovanni Antonio Medrano - Sciacca,  1703 – Napoli1760 architettoingegnere e militare in Spagna

Si trasferì con la famiglia in Spagna dove frequentò il Real Corpo degli ingegneri, fondato da Filippo V di Spagna nel 1711, intraprendendo la carriera militare.
In qualità di ingegnere e di sottotenente partecipò, nel 
1718, alla spedizione di riconquista della Sicilia. Dopo due anni fu destinato ai presidi militari della Catalogna, specializzandosi in infrastrutture e impianti militari, fu attivo nel 1730 la fortezza de Montjuïc.
Nel 
1731 arrivò in Italia insieme al figlio di Filippo V, Carlo, con il grado di tenente e in qualità di ingegnere ordinario.
Il compito del Medrano fu quello di seguire l'infante di Spagna nelle discipline tecnico-scientifiche previste dalla formazione reale.
Con l'incoronazione di Carlo come Re del 
Regno di Napoli e di Sicilia fu investito di incarichi di prestigio perché per il nuovo monarca fu necessario l'istituzione di un capillare strumento di controllo sul sistema dei lavori pubblici.
Fu promosso prima come brigadiere e successivamente come ingegnere maggiore del Regno ed ebbe incarichi di pregio.
Ebbe anche incarichi di rilievo fuori dai confini della capitale del Regno.
A Medrano si deve l'adozione dello schema planimetrico a tre corti comunicanti, la soluzione bicromatica dei prospetti e l'intervento di consolidamento delle cave di tufo sottostanti.
Nel 
1740 gli furono affidati i cantieri della banchina del porto di Napoli e progettò la Cavallerizza a Chiaia.
Nel 
1741 fu accusato di frode sul fisco nella conduzione di lavori precedenti.
Contemporaneamente i rapporti con la famiglia reale iniziarono ad affievolirsi progressivamente con la perdita del controllo dei cantieri affidatigli. Dopo diciotto mesi di carcere, con pena scontata presso il presidio di Peñon, fu destituito dagli incarichi principali e degradato.
Ottenne la grazia con la rispettiva riduzione della pena e rientrò in Italia nel 
1746.
Ma la sua figura professionale fu duramente attaccata da feroci critiche da parte degli ingegneri napoletani dell'epoca.
Dopo poche ultime esperienze non fu più attivo come professionista e morì con probabilità nel 
1760.

 


 

142 - Henry Armetta - Palermo  1888 - San Diego 1945  Attore in Usa

Apparve in quasi 150 film, a partire dall'epoca del muto fino al 1945.
Registrato a Palermo come Enrico Armetta,all'età di quattordici anni, lui e la famiglia si trasferirono negli 
Stati Uniti.
Appena arrivato cominciò a lavorare come sarto a 
New York.
In seguito, entrato nel mondo del teatro, ottenne una parte nella pièce teatrale A Yankee Consul.
Si trasferì a 
Hollywood nel 1920 e ottenne diversi ruoli teatrali di tipico personaggio.
In seguito, entrò nel mondo del cinema ed apparve in alcuni film muti.
Con l'arrivo del 
sonoro venne chiamato per interpretare il ruolo di Matteo nel film Fra Diavolo (1933), con Stan Laurel e Oliver Hardy; in quello stesso anno, recitò con Buster Keaton nel film Viva la birra.
Nel 
1938 apparve in Viva l'allegria.
Nel 
1941 interpretò il ruolo di padre ne Il bazar delle follie, commedia con i Fratelli Marx.
Col passare degli anni il fisico di Armetta s'indebolì sempre più, come fu evidente nelle sue ultime apparizioni nel 
1945, come in Due marinai e una ragazza.

 


143- Pietro Bachi (Ignazio Batolo)  Palermo  1787- Boston 1853  Accademico in Usa

Dal 1826 al 1846 fu professore di italiano, spagnolo e portoghese ad Harvard University, primo accademico italiano a lavorare in tale istituzione.
Registrato a Palermo come Ignazio Batolo da Salvatore Batolo.
In Sicilia fu un importante magistrato presso la Gran Corte civile di Palermo e Giudice della Corte suprema di Sicilia.
Implicato nel tentativo di 
Gioacchino Murat di impadronirsi del trono delle due Sicilie, fu obbligato a fuggire dall'Italia nel 1815; costringendolo a vivere con diversi presudonimi, tipo Pietro Bachi.
Si rifugiò dapprima in 
Inghilterra e quindi raggiunse gli Stati Uniti nel 1825.
Quando iniziò il primo corso di Lingue Moderne a 
Harvard University, si raccomandò l'assunzione di istruttori di madrelingua.
Il 18 aprile 1826, Bachi fu nominato docente di italiano, diventando così il primo studioso educato in Italia ad insegnare ad 
Harvard University.
Bachi ebbe anche la responsabilità dell'insegnamento dello spagnolo (dal 1828) e del portoghese (dal 1831).
Mantenne il suo posto fino al 1846.
Tra le sue opere più significative di Bachi si ricordano: A Grammar of the Italian Language e A Comparative View of the Spanish and Portuguese Languages.

 

 

144 - Bernardo Castro   - Palermo 1904 – Ocala,Florida 1991 Inventore e imprenditore negli Usa

Ha ideato il divano-letto, da lui battezzato Castro convertibile sofa.
A quindici anni si trasferì a 
New York.
Nel 
1931 aprì un negozio di mobili.
Castro si rese conto che dopo la 
Grande depressione del 1929 la vita era cambiata per molte persone: non ci si poteva permettere più delle case grandi e per risparmiare spazio si dovevano sacrificare dei mobili.
Per rimediare a ciò, Castro reinventò il divano-letto (già ideato nel 
Seicento), rendendolo più economico e anche meno pericoloso.
Ne diventò il primo produttore (la sua compagnia si chiamò 
Castro Convertibles) e ideò anche una pubblicità che fece scalpore: la protagonista era la figlia Bernadette (di quattro anni) che mostrava com'era facile aprire un divano-letto.
Morì milionario in 
Florida.

 

  

145 - Francesco Saverio Cavallari (Javier Cavallari) - Palermo 1809- Palermo 1896 Architettopittorearcheologo e professore in Messico

Ha disegnato l'arco all'ingresso del attuale parco Parque Lira di Citta del Messico.
Dopo il 
1826 venne assunto dal Duca di Serradifalco per eseguire delle esplorazioni archeologiche in Sicilia.
Attivo a 
Città del Messico da 1857 al 1864,fu professore nella Academia de San Carlos

 

  

146 - Nicolo’ Argento – Agrigento 1849- Rochester NY 1927 ,  pastore valdese negli Usa

Fu arrestato a Girgenti il 31 maggio 1900 perché accusato di far parte di un’associazione criminale denominata La Cappuccia ma nel 1902 il re concesse la grazia e fu scarcerato.
Le condizioni di grande povertà e ristrettezze che la famiglia Argento stava vivendo, spinsero il capo famiglia a chiedere aiuto alla fratellanza valdese per poter emigrare in America.
Nicolò fonda la chiesa valdese di Rochester, NY insieme al Pastore Alberto Clot che già conosceva in quanto era stato pastore a Grotte e Girgenti.La missione evangelica Valdese prese il nome di Italian Presbyterian Church of the Evangel, e successivamente si trasformò in Church of the Evangel.
Anni dopo si fuse con la North Presbyterian Church, dando origine alla Christ Presbyterian Church. Nicolò Argento morì a Rochester nel 1927.


146 bis Alfonso Argento – Agrigento 1873 –  Trondehelm (Norvegia)  , missionario in Cina

La sua fu una famiglia di missionari. Oltre Alfonso, anche la figlia Concettina,  seguì la strada del fratello Alfonso come missionaria in Cina con la China Inland Mission.
Alfonso Argento fu missionario  a Kwangchow  (per la  China Inland Mission)  , in pochi anni, riunì attorno a sé un piccolo gruppo di cristiani.
 “Il lavoro a Kwangchow fu iniziato negli anni novanta dal Sig. Argento”.
Dopo esser divenuto cristiano, il signor Argento fu cacciato via dalla sua casa. Si unì allora alla China Inland Mission, e fu inviato a Kwangchow dove, in pochi anni, riunì attorno a sé un piccolo gruppo di cristiani. Era loro consuetudine alzarsi prima dell'alba per studiare insieme le Scritture.
Nel 1900 i Boxers catturarono il signor Argento versarono del kerosene su di lui e gli dettero fuoco. Alcuni dei suoi amici però, vennero in suo soccorso e riuscirono a salvargli la vita, ma la sua vista era ormai perduta e altre parti del suo corpo erano gravemente ustionate.
La Missione lo esortò a tornare in Europa, ma non volle andarsene.
"Se non riesco a vedere", disse,”posso almeno rimanere qui e pregare per la salvezza della mia gente". Dopo pochi anni, la sua salute divenne così precaria che fu costretto a lasciare la Cina per sempre. Andò ad abitare con i familiari di sua moglie in Norvegia.
Spesso restava in piedi ben oltre la mezzanotte per intercedere per il suo popolo di Kwangchow.
A volte la moglie gli diceva:"Non puoi continuare così, sei troppo debole, devi andare a letto».
Ma egli le rispondeva:«Come posso dormire, quando molte migliaia di persone là in Kwangchow stanno morendo senza Gesù?"

 

 147 - Fra Bernardo Maria Cassaro nato Calogero -  Canicatti’ 1749- Lisbona 1834 missionario e monaco in Angola e Lisbona

Nel 1767, aveva pronunciato i voti di povertà, castità e obbedienza, cambiando il nome di Calogero in quello di fra Bennardo Maria da Canicattì. 
Ordinato sacerdote, aveva chiesto ai propri superiori di poter partire per le missioni.
Sicchè a ventotto anni si era imbarcato per l'Angola, giungendo dopo un lungo viaggio di circa quattro mesi, in cui aveva sostato prima a Lisbona e poi a Rio de Janeiro, allora rotta obbligata della navigazione per l'Africa porteghese. 
Appena arrivato, era stato colto da una grave malattia, che ne aveva messo a repentaglio la vita, ma era riuscito a superare il male e per l'apostolato missionario raggiunse i luoghi più remoti, costruendo opere religiose e sociali, per realizzare condizioni di vita più dignitose e instaurare un clima di convivenza pacifica. 
Conosciuto come Fra Bennardo Maria de Cannecattim, fu un missionario di alto ingegno, poliglotta e glottologo di fama internazionale. 
Sue sono le opere, stampate a Lisbona per ordine del Governo, e precisamente, nel 1804, il "Diccionario da Lingua Bunda ou Angolense" , nel 1805, il "Collecçao de Observaçoes Grammaticales sobre a Lingua Bunda ou Angolense" con gli elementi di fonologia, morfologia e sintassi della lingua dell'Angola.
E il "Diccionario Abbreviado da Lingua Congueza"che è il primo vocabolario dell'idioma indigeno del Congo.
Infine si trasferi’ a Lisbona, dopo aver trascorso circa ventidue in Africa, nelle missioni del Congo e dell'Angola. 
A Lisbona nel 1805 dal Nunzio Apostolico, aveva ricevuto l'incarico di di dirigere l'Hospicio dos Missionarios Capuchinhos Italianos, convento in cui venivano accolti tutti i monaci cappuccini provenienti dall'Italia, che partivano per il Brasile e l'Africa. 
Seppe attirarsi la stima e l'amicizia dei ministri del Re, i quali, facevano con lui eccezione, lasciando in vita, nonostante le leggi di soppressione degli ordini religiosi, il convento-ospizio da lui diretto e permettendo che su sua richiesta arrivassero altri cappuccini dall'Italia. 
Sperava di ritornare in Sicilia prima di morire, ma quando era tutto pronto per il viaggio, il suo cuore cedette.  
Morì a Lisbona il 4 luglio 1834.

 


 

148 - Gaetano Fuardo, Piazza Armerina  1887 – Viterbo 1962 Inventore in Inghilterra,Germania e Francia

Figlio unico dello speziale/farmacista Ferdinando e di Maria Grazia Turino,perde entrambi i genitori in giovane età e rischia di non potere continuare gli studi.
Dopo il liceo si trasferisce a Milano per frequentare il Politecnico, dove si laurea col massimo dei voti in ingegneria chimica.
A Milano nel 1915 si sposa con una ragazza di nobile casato, Clelia Anna Gerli, da cui, però, non ha figli.
Nei primi anni del Novecento gli sforzi della tecnica mirano a incrementare il mezzi di trasporto aereo e navale, sia a scopi civili che militari, tanto che nel Primo Conflitto Mondiale si useranno per la prima volta gli aeroplani e, assieme alle navi, i primi sottomarini. Per questo la benzina assume subito un ruolo importante, ma le cronache registrano sempre più incidenti causati dall'uso dei carburanti. Questo grave problema degli incendi, colpisce la sensibilità dell'ingegnere piazzese che inizia a lavorare sulla struttura degli idrocarburi e sull'infiammabilità del carburante utilizzando il laboratorio chimico del Politecnico.
Non si sa dopo quanto tempo, ma riesce a trovare il metodo per modificare la formula della benzina e ricomporla a piacimento.
La benzina può essere resa allo stato solido, spugnoso e friabile, quindi ininfiammabile e, col procedimento geniale di pressione fisica, ritrasformarla liquida per il rapido utilizzo senza modificarne le proprietà.
La scoperta è portata a conoscenza di giornalisti, di amici, di industriali, sbalordendoli. Tutti iniziano a immaginare i risvolti e l'utilizzazione della scoperta: positivi per l'umanità (meno incidenti mortali, inquinamento, costo della benzina), negativi per le assicurazioni, i petrolieri, le compagnie navali.
Questo avviene intorno al 1920, quando Fuardo decide di emigrare in quella che è diventata la capitale della scienza e dell'arte, Parigi.
A questo punto le sue tracce si fermano per ben 15 anni, quando la stampa francese nel 1935 annunzia la scoperta dello scienziato piazzese, dandone ampio risalto:la scoperta è di dominio mondiale, il che fa accendere preoccupazioni in campo petrolifero.
Ciò induce Fuardo a essere più guardingo e riservato perché capisce che chi si interessa alla sua scoperta mira esclusivamente alla formula rivoluzionaria, escludendolo dagli immensi vantaggi etici ed economici.
Quindi accetta la proposta di un tale (forse agente dei servizi segreti inglesi) di raggiungere Londra dove avrebbe incontrato chi avrebbe valutato seriamente le sue proposte.
Lì trova una persona "molto vicina al primo ministro Churchill" che si prodiga a far conoscere l'invenzione della "Benzina F" (F. come Fuardo) a molti industriali inglesi, ma il dipartimento militare conta di ottenere il segreto di fabbricazione.
La frequenza di questi ambienti suscita l'interesse dell'addetto all'ambasciata italiana, Bruno Brivolesi, che informa Roma del prestigio che Fuardo ha negli ambienti governativi e petroliferi inglesi.
In questo modo l'Italia si accorge dello scienziato italiano e dell'importanza bellica della sua Benzina F e viene invitato a rientare in patria per la sacra causa che l'Italia conduce. L'ingegnere siciliano, che preferisce non realizzare il progetto per non cedere la formula agli Inglesi, è tenuto d'occhio dall'Intelligence service che gli impedisce di lasciare il Regno Unito.
Intanto Mussolini ordina di fare di tutto per condurre in Italia lo scienziato che in quel periodo risulta disperato e indigente.
Infatti, due agenti segreti italiani l'avvicinano e lo convincono a fuggire prima in Olanda poi, attraverso la Danimarca, raggiunge la Germania e qui rimane, perché la sua presenza non sfugge al servizio segreto tedesco, che lo induce a rimanere assicurandolo che solo la grande e potente industria chimica della Germania avrebbe finalmente realizzato la sua scoperta
 Fuardo accetta e Hitler gli mette a disposizione ogni mezzo, ricompensandolo anche economicamente, tanto che l'ingegnere non fece mai mistero delle sue cassette nascoste in Germania contenenti grandi ricchezze.
Finalmente nel 1944, tra grandi difficoltà del periodo bellico, la Benzina F. è presentata a Hitler, che intuisce subito le potenzialità che avrebbero portato alla vittoria finale la Germania.
Ma lo spionaggio americano, avendo percepito il pericolo, ordinò il bombardamento della fabbrica a Duisburg nella Vestfalia, dove si stava producendo la Benzina F.
Lo scienziato, scampato al bombardamento, riesce a fuggire e nel 1945, tra mille peripezie, raggiunge Mirabella Imbaccari, in Sicilia, dove viene ospitato da alcuni parenti, ma si sente inseguito dai servizi segreti americani.
Decide di stabilirsi nel suo fondo di contrada Aliano, tra Piazza e Mirabella.
Nessuno crede ai suoi trascorsi e alla sua invenzione e qualcuno persino lo deride.
Dopo la visita di circa mezzora del console americano a Palermo nella sua casa di Aliano, dove gli mostra la trasformazione di un pezzo di "sughero", compresso con un aggeggio metallico, in benzina liquida infiammabile, fa perdere le sue tracce per poi ritrovarlo a Roma nel 1946 ma, ancora una volta deluso dal rifiuto della produzione della sua benzina da parte della FIAT per le troppe modifiche che avrebbero dovuto subire i motori, si sposta a Parigi dove s'incontra col ministro della difesa nazionale Renè Pleven (stretto collaboratore di De Gaulle) che lo prende in considerazione tanto da ordinargli una fornitura di benzina solida, coi relativi apparecchi per la riliquefazione, dietro lauta retribuzione e mettendogli a disposizione l'occorrente.
Presto si accumula in balle la Benzina F. che la Francia subito utilizza inviandola in aereo in Indocina, a Dien Bien Phu, dove tra il dicembre 1953 e il marzo 1954 c'è la guerra contro i vietnamiti e i francesi sono assediati senza alcun rifornimento e senza carburante. Il lancio dentro sacchi di iuta della benzina solida, consente ai francesi di resistere all'assedio per 57 giorni, esaltando ancora di più l'interesse a ottenere la formula da parte del governo francese per una produzione su scala industriale.
Fuardo si mostra disposto a cedere la formula, a condizione che venga resa pubblica e che tutti gli stati del mondo possano fabbricarla abbattendo i costi di trasporto con petroliere.
E' a questo punto che l'ingegnere rimane vittima di un incidente: spinto da uno sconosciuto viene derubato della borsa e lasciato a terra con diverse fratture agli arti.
Il ministero francese coglie l'occasione per rompere la convenzione di fornitura dell'anno prima, la scusa è quella per non aver consegnato né il prodotto, né gli apparecchi per la riliquefazione in tempo utile.
Ma questo ritardo non era da addebitare a Fuardo, bensì alle autorità di polizia che avevano impedito l'assunzione di nuova manodopera perchè il suo permesso di soggiorno, rilasciato dal Prefetto di Parigi, non consentiva l'assunzione di un solo operaio, impedendo in tal modo la produzione.
Inizia così un'infinita e costosissima causa di Fuardo contro il Ministero della Difesa francese, e se ne torna a Roma.
Scarseggiano sempre più le risorse economiche e la salute è malferma, ciò lo porta a sopravvivere di espedienti e nel 1959 si sistema presso una pensione e non se la sente più di tornare in Sicilia, limitandosi soltanto a scrivere delle lunghe lettere.
Poco prima della sua morte, avvenuta il 29 ottobre 1962 presso l'Ospizio Dei Vecchi di San Carlo di Viterbo gli rubano la cassetta che teneva sotto il letto e che aveva raccomandato in modo particolare alle suore infermiere.
Circa un anno dopo (dicembre 1963) giunge la notizia della vittoria della causa contro il governo francese che, per merito della Magistratura francese, è costretto a rimborsare agli eredi un miliardo di franchi.
Questa soluzione portò a decine di cause tra "parenti" che spuntarono numerosi per l'accaparramento della somma. La salma dell'ingegnere invece tornò a Piazza Armerina, senza corteo e senza rumore per la tumulazione in una, dove si trova tuttora nella cripta con la relativa lapide che spiega chi fosse.
Per lungo tempo nessuno ha saputo a chi fosse andata la formula della benzina solida, mentre il Ministero della Difesa francese era a conoscenza sin dal 1954 che la formula di Fuardo fosse depositata presso l'Ufficio brevetti del Ministero dell'Industria e Commercio della Repubblica Francese al n. 1068141 Vol. 1-1954 intestato a Gaetano Fuardo. 

  

149 - Giorgio Montisoro , Palermo 1535 – 1587  Militare in Europa e nel Mediterraneo

Si dedico’ fin da giovane alla carriera militare e inizio’ a combattere con l’esercito di Carlo V,sia in Italia che in Germania.
Milita al 
soldo degli spagnoli nel colonnello di Vincenzo di Bologna. Combatte come semplice fante in Italia ed in Germania; ottiene il grado di alfiere di cavalli e più tardi quello di capitano.
1564 Spagna. Segue Luigi Orsini nell’azione del Pennone di Velez de la Gomera. Algeria
1565 al servizio del vicere’ Garsia di Toledo combatte’ i turchi alla difesa di Malta; riesce a penetrare nei borghi della capitale alla testa di 500 uomini.
1571 Affianca Giovanni d’Austria in Levante nella battaglia di Lepanto,dove si distinse a tal punto che lo volle con se nelle imprese di Navarrino e di Tunisi,dopo avergli conferito  il grado di capitano nell’armata.
1572 Quando Giovanni d’Austria si trasferisce nelle Fiandre rimane a Palermo;  si occupa delle fortificazioni della città,venendo nominato dal senato sergente maggiore a vita della milizia urbana.
1574 Affronta i turchi a Gerbe con il duca di Medinaceli;  difende il forte dagli attacchi turchi dopo che la flotta spagnola è stata sconfitta e dispersa dagli avversari. Fatto prigioniero, viene condotto su una galera: se ne impadronisce con pochi compagni, uccide i turchi che  fanno parte dell’equipaggio e ritorna in Sicilia portando in trionfo la nave.
1587 Muore nei primi mesi dell’anno.


150 - Francesco Maria Maggio , Palermo1612 – Roma 1686 presbiteroorientalista e missionario in Oriente

Figlio di un giureconsulto, entrò nei Chierici regolari Teatini nel 1632, e si applicò con ardore allo studio della filosofia e della teologia, finché ebbe licenza di andare in Oriente a visitare gli stabilimenti del suo ordine.
Nel 1636 partì con alcuni confratelli, attraversò la 
Siria, l'Arabia e l'Armenia e giunse sino alle montagne del Caucaso.
Passò cinque anni in 
Georgia, dove all'apostolato affiancò lo studio dei costumi e dei dialetti delle popolazioni locali.
Richiamato nel 1641, fondò una casa del suo ordine a 
Caffa, ma non potė fare lo stesso a Costantinopoli, per l'ostilità dell'ambasciatore veneziano, che lo costrinse a reimbarcarsi per la Sicilia. Dopo essersi fermato per qualche tempo a Roma, dove lavorò ad una grammatica delle principali lingue orientali, si stabilì a Napoli, fondò varie case o istituti religiosi.
Maggio fu anche 
visitatore dei Teatini per la provincia di Sicilia e negli ultimi anni si ritirò a Palermo, dove morì nel 1686.


151 - Francesco Piticchio Palermo(?) 1740/50 – 1800  compositore in Europa

Nel 1760 diventò maestro di cappella nella sua città natale e nel 1778 fu a Roma per collaborare alla stesura dell'intermezzo Il marchese di Verde Antico.
Nel 
1782 con una compagnia teatrale italiana si recò in Germania, dove fu attivo come compositore e maestro al cembalo presso BraunschweigDresda e altre città tedesche.
Nel 
1787, durante la prima rappresentazione del Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart, fu a Praga come direttore del Nationaltheater.
Dopo aver sostato alcuni anni a 
Vienna, tornò in Italia verso il 1791-1792 stabilendosi a Napoli.
Con lo scoppio della 
rivoluzione napoletana nel 1799 si ritirò definitivamente a Palermo. 


152 - Vincenzo Ragusa , Palermo,  1841 – Palermo 1927 scultore in Giappone

Nacque da famiglia modesta di Partanna, un sobborgo di Palermo.
A 19 anni, nel 1860, dopo lo sbarco dei Mille a Marsala, prese parte alla Spedizione dei Mille.
partecipando agli ordini di Nino Bixio alla Battaglia del Volturno.
Nel 1875 ricevette il diploma dell'Accademia di Brera ad honorem.
Nello stesso anno vinse un concorso istituito dal Giappone per creare un gruppo di consulenti e il corpo insegnanti della neonata Scuola tecnica di belle arti la prima scuola d'arte governativa fondata in Giappone sotto la supervisione del Ministero dell'Industria.
Nel corso dei decenni successivi esercito’ una forte influenza sullo sviluppo dell'architettura e dell'arte giapponese.
Con l'insediamento dell'Imperatore Mutsuhito nel 1868 era iniziato il rinnovamento del Giappone, : il paese si stava velocemente aggiornando sull'uso delle tecniche e tecnologie occidentali.
L'Italia era il paese in cui scegliere i consulenti artistici che erano chiamati oyatoi gaikokujin.
Dato che nel periodo Meiji la popolarità del buddhismo giapponese era in declino gli scultori erano quindi pochi, così la scuola fu presentata con una certa enfasi nei confronti della scultura.
Si trasferì in Giappone nel  1876,allestì uno studio nella sua residenza di Mita, nel quartiere di Minato a Tokyo e ricevette anche un incarico di insegnamento presso la Scuola d'Arte Industriale di Yokohama.
Rimase in Giappone fino al 1882 insegnando le tecniche europee di scultura, modellato e fusione del bronzo, ricevendo dal governo giapponese un alloggio, l'assistenza sanitaria e uno stipendio di 3.300 yen al mese.
La sua attività didattica esercitò un ruolo molto importante nello sviluppo delle moderne arti scultoree del paese.
Nel 1878 realizzò un busto bronzeo dell'allora diciassettenne Tama Kiyohara, che fu la prima persona giapponese a posare per un artista europeo.
I giapponesi provavano un certo imbarazzo verso il realismo dell'arte europea, ma quell'opera fu il primo di diversi ritratti di gente comune, attori e notabili, che l'artista palermitano realizzò nel paese del Sol Levante.
Nel febbraio 1879 fu ricevuto dall'Imperatore Mutsuhito.
Lavorò quindi presso la Corte imperiale realizzando diverse opere, tra cui il ritratto dell'Imperatore stesso.
Durante la sua permanenza nel paese raccolse diversi oggetti e opere d'arte giapponese.
Colleziono’  4172 pezzi, tra cui dipinti, xilografielacche, statue bronzee, armi, vasi in bronzo e ceramica, strumenti musicali, maschere teatrali, abiti, e oggetti di uso quotidiano.
A seguito di una probabile riduzione dei finanziamenti per l'arte in Giappone, nel 1882 tornò a Palermo.
Palermo, sulla scia dell'esperienza di William Morris, fondò una Scuola Superiore d'Arte Applicata orientale.
Nel 1889 si sposò con la pittrice Tama Kiyohara.
Morì a 85 anni nel 1927 a Palermo.



153 - Giovanni Battista Ameglio , Palermo 1854 – Roma 1921  generale in Cina,Grecia e Tripolitania

Nato da una famiglia aristocratica,entrò giovanissimo nell'esercito italiano col grado di sottotenente di fanteria.
Promosso capitano, partecipò alle campagne africane dal 1887 al 1890 e vi si distinse nell'occupazione di Cheren nel 1889 e in quella di Adua l'anno dopo.
Promosso a scelta maggiore nel 1894, ebbe il comando del V Battaglione Eritreo di Fanteria coloniale, che da lui prese il nome di "Battaglione Ameglio", alla testa del quale combatté nelle campagne del 1895, 1896 e 1897.
Tenente colonnello dal 1898, comandò il distaccamento italiano in Estremo Oriente (
Tientsin) dal 1902 al 1905.
Maggior generale nel 1910, si distinse nella Guerra italo-turca dove ancora una volta diede prova di particolare acume tattico e strategico, dimostrandosi di nuovo un eccellente e, soprattutto, risoluto comandante coloniale. Si distinse egregiamente nella conquista e pacificazione di Bengasi e della Cirenaica.
Nel corso della stessa 
guerra guidò l'occupazione dell'isola di Rodi nel maggio 1912.
Le consistenti truppe italiane sbarcarono in forze a Calitea conquistando Rodi con un'imponente azione combinata terrestre e anfibia ,il generale Ameglio ebbe ragione dell'ultima resistenza delle deboli forze turche a Psithos.
Rivestì quindi la carica di Comandante delle 
isole occupate dell'Egeo fino al 14 ottobre 1913.
Promosso 
Tenente generale per merito di guerra nel 1912 fu poi governatore della Cirenaica italiana dal 1913 al 1918 e governatore della Tripolitania italiana dal 1915 al 1918.
Fu nominato senatore nel 1920 e comandò la 
Guardia regia dal 1920 al 1921.
Ritiratosi dopo quest'ultimo atto a vita privata, morì nel dicembre di quello stesso anno.




154 - Francesco Spetrino  Palermo 1857 – Roma 1948  compositore e direttore d'orchestra in Europa ed America

Si diplomo’ al Conservatorio di Palermo nel 1874.
Esordì come operista nel 1876 per poi dedicarsi quasi esclusivamente alla direzione d'orchestra.
Dopo una brillante carriera in Italia, ha diretto i più importanti palcoscenici in Europa e in America.
Dal 1894 al 1899 diresse il 
Gran Teatro di Varsavia , poi dal 1901 il Nuovo Teatro Civico di Lviv , poi dal 1903 al 1908 fu direttore stabile per le opere italiane al Teatro Imperiale di Vienna .
Nel 1908 diresse il Metropolitan per la stagione con 
Arturo Toscanini .
Tornò in Italia durante la
Prima guerra mondiale
 e fu costretto rinunciare alla carriera per motivi familiari.




155 - Giuseppe Ingegneros , Palermo 1877 – 1925  Buenos Aires Psicologo in Argentina

Visse l'intera sua esistenza in Argentina, dove nel 1900 si laureò in medicina e ricoprì la cattedra di psicologia sperimentale nell'Università di Buenos Aires nel 1904.
Presidente della Società medica argentina, con le sue ricerche diede un grande contributo nel campo delle malattie nervose e mentali.



156 - George Wallington, pseudonimo di Giacinto Figlia , Palermo 1924 – New York 1993  pianista e compositore  jazz negli Usa

Trasferitosi con la sua famiglia negli Stati Uniti nel 1925, ricevette le prime educazioni musicali dal padre, cantante lirico e dall'età di nove anni studiò il pianoforte.
Appassionato di jazz, iniziò a esibirsi in alcuni locali della zona del Greenwich Village, nel 1944 fece parte del quintetto di Dizzy Gillespie che fece alcune esibizioni allOnyx Club di New York.
Successivamente fu pianista di Joe Marsala, Georgie Auld, Allen Eager, Red Rodney e Charlie Parker e alla fine degli anni quaranta con Kai Winding e Gerry Mulligan.



157 - Aguglia Girolama (Mimi') , Palermo 1884 – Los Angeles attrice negli Usa

 Nacque nelle quinte del teatro di S. Cecile a Palermo.
Debuttò al teatro Biondo di Palermo, la sera del 2 aprile 1904, con "Malia" di Capuana, accanto a Giovanni Grasso ed Angelo Musco.
Ha continuato a recitare sia in Italia che in Europa ed è diventata un'attrice teatrale di fama internazionale a pieno titolo.
Arriva negli Stati Uniti con la sua famiglia nel novembre 1908 e il suo debutto sul palcoscenico americano è nel 1909.
Fu "scoperta" da Hollywood nel 1924, e dagli anni '30 fino alla sua morte fu un'attrice caratterista molto richiesta
nei film.
Aguglia suonò nei The Goldbergs alla radio CBS nei primi anni '40.
Ha anche lavorato alla stazione radio WOV , trasmettendo in italiano.
Ha anche interpretato Mama Rome nel film noir Cry of the City .



158 - Gaspare Cipri’, Palermo 1824-?

Nel 1846 pubblicò a Parigi un opuscolo, "D'ouvertes physico-m'anique", nel quale descrisse alcune sue invenzioni e che sottopose alle più autorevoli Accademie scientifiche europee. Tornato in Sicilia, diresse il "Giornale del circolo popolare", che poi muta' il titolo in "Giornale della costituente italiana".
Non risulta che abbia avuto parte attiva nella rivoluzione del 1848, tuttavia, dopo la restaurazione borbonica nel 1849, fu costretto ad esulare, dapprima a Parigi poi a Bruxelles. Nella capitale belga collaborò al giornale "Le Nord" ed insegno’ economia sociale in un liceo.
Il soggiorno all'estero gli permise di apprezzare il notevole progresso scientifico e tecnico raggiunto in ogni ramo di attivita' nei vari paesi europei e nel Belgio in particolare.
Nel 1858 ottenne di rientrare a Palermo e subito si adoperò nel promuovere nuove ed interessanti iniziative: fondò il settimanale "Le ferrovie sicule", attraverso il quale propose il progetto di una rete ferroviaria che collegasse i principali Comuni della Sicilia, per il rinnovamento ed il progresso economico e sociale dell'isola.



159 - Salvatore Agnelli , Palermo1817 – Marsiglia1874  compositore in Francia

Si formò frequentando il collegio musicale della sua città natale e poi, nel 1830, si trasferì a Napoli, dove si perfezionò presso il conservatorio di San Pietro a Majella.
Scrisse numerose opere che vennero rappresentante nei teatri di Palermo e di Napoli, fino a quando non passò a Marsiglia dove visse dal 1846 alla scomparsa.
Lavorò ad una varietà molto ampia di soggetti: ballettiopere sacreopere liricheopere buffe, ecc.




160 - John Benfratello  Palermo 1883-1966 Campione di scherma


Campione del Mondo individuale e di squadra nella sciabola e nella spada a Vienna nel 1911. Partecipa ai Giochi olimpici di Stoccolma nel 1912 e nel 1913 fu campione europeo di sciabola a Gand. Si fregia di alcune vittorie prestigiose su Nedo Nadi. Nel 1963 la FIS lo premia con una medaglia d'oro alla carriera.


161 - Pietro Ottavio Silvagni   Villalba 1873-1958 Las vegas

Era il 1905 quando, all’età di trentadue anni Pietro Ottavio Silvagni lasciò Villalba in provincia di Caltanisetta.
Il suo nome si aggiunse alla lista di quanti, in quegli anni emigravano in America in cerca di condizioni di vita migliori.
Non passò molto tempo ed in Colorado prima, poi a Price in Utah, Pietro Ottavio Silvagni si mise in luce per il suo intuito negli affari.
Talento innato, ma non solo.
In Sicilia da giovane beneficiò dell’influenza di suo nonno paterno, Francesco, costruttore con diversi appalti per la realizzazione di ponti e strade in Nord Africa.
Il desiderio di esplorare e l’acume imprenditoriale iniziarono a farsi strada nella sua mente.
In Utah, Silvagni comprese le possibilità di sviluppo che il piccolo villaggio di Price aveva e comprò larghi appezzamenti di terreno.
Cominciò a consolidare la sua posizione finanziaria e porre le basi di una vasta fortuna e cosi' si interesso' alla vicina Las vegas.
Las Vegas stava letteralmente nascendo in quegli anni e Pietro Ottavio grazie alla sua lungimiranza e fiuto per gli affari, divenne uno dei protagonisti di questa nascita.
Quel giovane ragazzo siciliano si era fatto strada e, alla soglia dei sessant’anni diventava uno dei simboli della città che da sempre attrae avventurieri, imprenditori e celebrità.
Nel 1932 Pietro Ottavio Silvagni aprì l’Hotel Apache, il primo in Las Vegas dotato di aria condizionata, ascensore elettrico.
L’hotel divenne a breve la più famosa ed elegante destinazione lungo la Arrowhead Trail per viaggiatori, imprenditori e residenti.
Tra il 1929 ed il 1931 Pietro Ottavio iniziò ad acquistare lotti di terra a Las Vegas.
Il proibizionismo era appena stato abolito e il gioco d’azzardo divenuto legale.
Non sarebbe passato molto tempo perché la città diventasse polo di attrazione strategicamente collocata a metà strada tra Salt Lake City e Los Angeles.
L’hotel aiutò Las Vegas a diventare un punto di riferimento sulla cartina, e col tempo meta abituale di star.
L’Apache era considerato tra le strutture più lussuose di Las Vegas, disponeva di servizi assolutamente straordinari per l’epoca.
Pietro Ottavio Silvagni che inizialmente arrivò a Las Vegas come “cement contractor” imprenditore nella produzione di cemento per l’imminente costruzione della diga Hoover, intuì che gli operai avevano bisogno di qualcosa che fosse una via di fuga dall’estenuante lavoro della costruzione della diga, una fuga dal caldo torrido del deserto, ma al tempo stesso non un semplice posto dove dormire.
Silvagni voleva offrire un posto che fosse bello anche alla vista.
Dava ai suoi ospiti quel senso che grandi cose stavano accadendo nella piccola Las Vegas.


162- Vincenzo Sellaro - Polizzi Generosa, 24 aprile 1868 – New York, 28 novembre 1932 - Medico negli Usa

Fondò l'Order Sons and Daughters of Italy in America (OSDIA), la più grande organizzazione italoamericana degli Stati Uniti.
Fondò "Figli d'Italia in America" per aiutare gli italoamericani a lavorare insieme per migliorare la loro posizione sociale e civile. 
Fondò un ambulatorio privato di ginecologia nel quartiere "Little Italy" di Manhattan.
Sellaro, costituì un comitato ad hoc di medici bilingue (italiano e inglese), e successivamente fondò il primo ospedale italiano negli USA, il Columbus Italian Hospital, dove i pazienti potevano parlare l'italiano ed evitare problematiche causate dalle barriere linguistiche. 
Entrò a far parte dell'American Medical Association e condusse ricerche sul diabete e sul cancro. Organizzò anche una scuola per ostetriche sotto l'egida del New York City Health Board.
Nel 1904, concepì l'idea di unire tutti gli italoamericani in un'unica grande organizzazione fraterna. 
Sellaro ne fu eletto Sommo Venerabile (oggi Presidente nazionale) della Suprema Loggia dei Figli d'Italia.
Nel 1922, Sellaro fu nominato cavaliere dal governo italiano per il suo aiuto alla comunità italo-americana. 
Nel 1928, il governatore Alfred E. Smith consegnò a Sellaro la chiave dello Stato di New York in riconoscimento dei contributi medici e sociali che aveva offerto alla comunità.
Nel 1932, sofferente di insufficienza renale, malattie cardiache, diabete e arteriosclerosi, fu ricoverato come paziente del Columbus Italian Hospital, da lui fondato.
Morì il 28 novembre 1932
162- Vincenzo Sellaro - Polizzi Generosa, 24 aprile 1868 – New York, 28 novembre 1932 - Medico negli Usa

Fondò l'Order Sons and Daughters of Italy in America (OSDIA), la più grande organizzazione italoamericana degli Stati Uniti.
Fondò "Figli d'Italia in America" per aiutare gli italoamericani a lavorare insieme per migliorare la loro posizione sociale e civile. 
Fondò un ambulatorio privato di ginecologia nel quartiere "Little Italy" di Manhattan.
Sellaro, costituì un comitato ad hoc di medici bilingue (italiano e inglese), e successivamente fondò il primo ospedale italiano negli USA, il Columbus Italian Hospital, dove i pazienti potevano parlare l'italiano ed evitare problematiche causate dalle barriere linguistiche. 
Entrò a far parte dell'American Medical Association e condusse ricerche sul diabete e sul cancro. Organizzò anche una scuola per ostetriche sotto l'egida del New York City Health Board.
Nel 1904, concepì l'idea di unire tutti gli italoamericani in un'unica grande organizzazione fraterna. 
Sellaro ne fu eletto Sommo Venerabile (oggi Presidente nazionale) della Suprema Loggia dei Figli d'Italia.
Nel 1922, Sellaro fu nominato cavaliere dal governo italiano per il suo aiuto alla comunità italo-americana. 
Nel 1928, il governatore Alfred E. Smith consegnò a Sellaro la chiave dello Stato di New York in riconoscimento dei contributi medici e sociali che aveva offerto alla comunità.
Nel 1932, sofferente di insufficienza renale, malattie cardiache, diabete e arteriosclerosi, fu ricoverato come paziente del Columbus Italian Hospital, da lui fondato.
Morì il 28 novembre 1932

163-  Domenico Minnelli  Palermo nel 1812 -  Usa 1873  Patriota italiano

 Figlio di Pietro uno dei nove carbonari fucilati nel gennaio del 1823, laureato in legge e cancelliere della Gran corte civile.
Durante il Quarantotto, fu membro del Primo comitato di guerra e marina e segretario della sezione amministrativa del Comitato generale.
Per i preziosi servigi svolti prima della rivoluzione, ottenne da Ferdinando non solo il perdono ma anche la possibilità di riprendere l’incarico presso la corte civile.
Successivamente fu uno degli organizzatori dell’infelice tentativo insurrezionale alla Fieravecchia del 27 gennaio 1850 e, condannato a morte, trovò un passaggio gratuito su un mercantile americano.
Qualche tempo dopo, lo raggiunse in America il fratello minore Vincenzo, anch’egli coinvolto nella congiura della Fieravecchia.
Vincenzo Minnelli fu insegnante di musica e compositore e si stabilì prima a Delaware in Ohio e poi a Chicago.
La Library of Congress conserva alcune sue composizioni tra cui l’inno Thou, Oh! Glorious Queen of Nations dedicato a Garibaldi e alla ritrovata libertà italiana.
 Domenico a New York si affiliò alla massoneria, esercitò la professione di maestro di scuola e fu segretario e tesoriere del Garibaldi Fund Commitee.
Il comitato organizzò conferenze e adunate e aprì liste di sottoscrizioni presso i maggiori quotidiani cittadini per sostenere la campagna del milione di fucili richiesti da Garibaldi.
Minnelli ricevette personalmente i ringraziamenti del generale per l’opera svolta a favore della causa italiana con l’invito a continuare perché l’impresa dell’Unità non era stata ancora completata.
Il palermitano fu membro anche del Commitee of the Fraternity of all Nations, un’organizzazione che riuniva esuli e patrioti di tutte le nazioni.
Nonostante le richieste di assumere incarichi nel nuovo governo italiano, Domenico Minnelli, che si era sposato e aveva stabilito solidi legami nella terra d’adozione, scelse di non rientrare in Italia. Vittorio Emanuele II lo insignì del titolo di Cavaliere, morì nel 1873


164 - Giovanni De Rosalia  Palermo 1864 - 1934 attore e sceneggiatore negli Usa

Non sappiamo molto del periodo siciliano della sua vita, eccezion fatta per l’attività teatrale che esercitò in maniera professionale con la Compagnia Cavaliere Scandurra fino all’inizio del 1900.
Dal 1903 lo troviamo impegnato a New York  in alcune rappresentazioni classiche ma ad esse, complici le difficoltà economiche legate alla scarsa remuneratività del teatro di prosa, subentreranno ben presto rappresentazioni di testi popolari e in dialetto siciliano.
Con le sue compagnie teatrali – la Compagnia comico-drammatica Giovanni De Rosalia e la Nuova compagnia filodrammatica De Rosalia-Perez-Picciotto – insieme alla moglie Francesca Gaudio, Giovanni De Rosalia diventerà protagonista indiscusso dei palcoscenici  e della ribalta discografica italoamericana degli Anni Venti, inaugurando un filone comico-macchiettistico cui farà riferimento “letterario”  l’americanese parlato dalla comunità.
Si trasferì a New York prima del 1907 dove divenne popolare tra gli immigrati italiani al Teatro Italiano di Varietà.
Le sue farse originali presentavano il personaggio Nofrio , un immigrato siciliano che si trova coinvolto in una situazione dopo l'altra.
Come Nofrio  Giovanni De Rosalia era dotato di una personalità sfaccettata e per certi versi ambivalente.
Persona di buona cultura, attenta alle novità e agli stimoli culturali della società americana, attore di prosa, De Rosalia trovò la propria affermazione professionale come autore  e attore comico; collaborò anche  con regolarità  alla redazione de La Follia di New York con una propria rubrica.
Illuminanti sono le sue parole su La Follia del  7 novembre 1909, in cui accosta il cinema all’Opera dei Pupi siciliana ma solo poche righe più avanti attribuisce al cinema una fascinazione negativa  sugli spettatori che invece non attribuisce all’Opera dei Pupi.
È comunque lo stesso conservatorismo in cui, nel difficile confronto con la modernità americana,  molti italiani meridionali si riconoscono, apprezzando  il personaggio Nofrio/De Rosalia e la sua lingua franca, quel simil-siciliano compreso da tutti gli italoamericani.
Vestito in abiti malandati, pantaloni a scacchi e bretelle, Nofrio è intriso dello stesso intenso pathos  siciliano del suo creatore, fatto di generosità, superstizioni, contraddizioni inestricabili.
Nofrio rappresenta per la comunità italoamericana quello che Uncle Josh, il personaggio comico creato da Cal Stewart [2] nei primi anni del 1900, rappresenta per la cultura yiddish e per quella popolare americana. Con Nofrio De Rosalia raggiunge la notorietà e nessuna casa discografica si lascerà sfuggire l’opportunità di registrare i suoi skits.
Nel 1907 De Rosalia iniziò a reclutare attori per una compagnia di teatro classico.
Abbandonò dopo un po' il teatro "serio", ma continuò la sua attività di attore e scrittore dialettale siciliano, creando farse "siciliana newyorkesi", con Nofrio come protagonista.
Molte delle scenette di Nofrio di De Rosalia furono pubblicate da La Follia di New York , un popolare quotidiano di intrattenimento italoamericano.
Sebbene oggi esistano ancora solo poche di queste opere, costituiscono un contributo significativo alla letteratura del teatro italoamericano.
La popolarità di Nofrio e delle sue buffonate raggiunse l'apice durante la metà degli anni '20.
Giovanni De Rosalia & Company è apparso spesso in vari teatri del quartiere degli immigrati di New York.
 Fra il 1916 e il 1928, in coppia con la moglie o con tutta la Compagnia, De Rosalia incide quasi duecento matrici – per la Victor, la Columbia, la OKeh, la Vocalion – che vengono ristampate in Italia e in Gran Bretagna almeno fino alla fine degli anni Trenta del secolo scorso.
Questi non erano gli sketch a figura intera che lui e la sua compagnia eseguivano sul palco, ma erano invece scenette ridotte a circa tre minuti. ciascuno e con solo due o tre personaggi per far avanzare rapidamente la trama per il formato a 78 giri.
Per un breve periodo, agli inizi degli anni '20, De Rosalia pubblicò anche dischi con la propria etichetta “Nofrio”.
Uno dei preferiti è Nofrio Spara Lu Jocu di Focu (Nofrio spara i suoi fuochi d'artificio), registrato nel 1923.
Quelle registrazioni furono vendute a livello nazionale e gli fecero guadagnare un seguito fedele.
Sulla scia del successo del suo personaggio De Rosalia, insieme a Clemente Giglio fonda la Nofrio Record che, negli anni Venti, produrrà circa un centinaio di dischi, probabilmente stampati presso gli stabilimenti Emerson di New York.
Nofrio scomparirà gradualmente dalle scene della Bowery e dai cataloghi discografici italoamericani con la morte di Giovanni De Rosalia.
De Rosalia ha interpretato il ruolo di Nofrio oltre a scrivere e dirigere le commedie.
Durante la sua vita pubblicò numerose opere teatrali e farse, nonché alcune raccolte di poesie.
Non solo un talentuoso drammaturgo e attore, De Rosalia fu anche un abile poeta che pubblicò alcune raccolte di versi siciliani e italiani.
Tra i suoi primi lavori c'era un libro intitolato Raccolta di brindisi per ogni occasione in dialetto siciliano.
Scritti in versi, alcuni sono omaggi intelligenti per festività come Pasqua o Natale.
Questa raccolta di brindisi fu pubblicata nel 1916.
Un'opera importante, Amuri chi chianci: versi siciliani (L'amore che piange), fu pubblicata nel 1923.
In Italia durante il fascismo la scure della censura si abbatte ben presto anche su questa maschera siciliana e dischi e testi ritenuti pericolosi o oltraggiosi per il regime vengono ufficialmente banditi.
Il 20 aprile del 1929 con la nota n° 441/07651 dell’ufficio competente del governo vengono impartite alle Prefetture disposizioni in merito al sequestro e alla distruzione di dischi per grammofono ritenuti contrari all’ordine nazionale o lesivi della dignità e del prestigio dell’Autorità.
Giovanni De Rosalia morì nel 1934.

165 - Salvatore Buongiorno  Marineo ? - ? Usa Imprenditore agricolo negli Usa

Mise a disposizione diecimila dollari per fondare nel 1896,nei pressi di Houston (Texas), una colonia agricola socialista ispirata alle teorie del dirigente socialista milanese Ercole Ciceri, composta da 15 famiglie siciliane.
Coltivavano 567 acri di terreno di proprietà collettiva, con molti animali e strumenti di lavoro.
L’iniziativa voleva dimostrare che i lavoratori, se organizzati in modo solidale, possono autogestirsi senza bisogno di una classe borghese che li diriga.
Era previsto un sussidio in caso di infortunio dei lavoratori, l’istruzione obbligatoria fino a 14 anni, l’uguaglianza dei diritti e il pensionamento dei soci a 55 anni di età.
I protagonisti di quella avventura divennero oggetto di critiche ingenerose della comunità italiana di Houston che li considerava rinnegati della patria, distruggitori della religione, cospiratori alle altrui proprietà ecc., ecc.
Purtroppo anche in conseguenza della scarsa preparazione professionale in campo agricolo dei soci, la colonia dovette presto chiudere i battenti.


166-  Fratelli Alfonso (1881-1950) e Antonio Gioia (1883-1957) Valledolmo - Usa  imprenditori negli Usa

Nel 1895, i fratelli Alfonso e Antonio Gioia emigrarono dalla nativa Sicilia negli Stati Uniti in cerca di una vita migliore.
Entrambi alla fine si stabilirono a Fredonia, New York.
Poco dopo i fratelli rilevarono un'azienda in difficoltà, la Bellanca Macaroni.
Successivamente cambiarono il nome in “Gioia Macaroni Company” e la trasferirono a Rochester, NY. Anni dopo, i fratelli decisero di separarsi e Antonio Gioia mantenne Gioia Macaroni.
Le radici dell'azienda risalgono al 1910, quando gli immigrati italiani Alfonso e Antonio Gioia iniziarono l'attività di maccheroni a Fredonia, a circa un'ora a sud-ovest di Buffalo.
L'azienda ebbe così tanto successo che cinque anni dopo si espanse e si trasferì a Rochester.
Nel 1938 i fratelli sciolsero la loro società e fondarono le proprie aziende.
Antonio ha portato Gioia Pasta a Buffalo e Alfonso ha aperto Bravo.
Una storia di Democrat and Chronicle del 1938 definì lo stabilimento di Canal Street "una delle fabbriche di maccheroni più grandi e moderne del paese".


167 - Carmelo Gugino Valledolmo 1869-1946 Usa imprenditore e liutaio negli Usa

Carmelo arrivò in America a vent'anni con il fratello minore Natale.
Ha prosperato in diverse attività - edilizia, immobiliare, bancario - prima di perdere quasi tutto nel crollo del 1929 e nella Grande Depressione.
Fu allora, a sessantacinque anni, che Carmelo fondò la sua azienda di chitarre (brevettò un design unico nel 1935). 
Una volta affermatosi come imprenditore edile, Carmelo appare nei resoconti dei giornali come un vero e proprio modello.
Fondò una delle prime aziende di maccheroni del paese, aprì una banca per gli immigrati italiani e possedeva una fattoria; insomma, un uomo d'affari di grande stima e successo.
A quel tempo i nuovi coloni abitavano un quartiere di palazzi fatiscenti tra il vecchio porto sul canale e lo scalo ferroviario, uno slum pieno di baracche.
Il viaggio in America di Carmelo e Natale li vede in fuga dalla leva militare e potrebbero anche essere sfuggiti dal padre che considerava la musica un'attività frivola.
La storia racconta che i due ragazzi, mandolinisti e chitarristi, dovevano esercitarsi con i loro strumenti a casa della nonna.
A Buffalo una delle fabbriche di maccheroni era quella di Carmelo.
I due fratelli tornarono a Valledolmo nell'estate del 1901 per dire ai loro genitori se volessero seguirli in America
Chiamò la sua nuova attività la Società Maccheroni Popolare e, dopo la prima guerra mondiale, inviò due navi piene di cibo in Sicilia per soccorrerli dalla fame.
Il re d'Italia per il gesto lo nominò cavaliere, concedendo a Carmelo il titolo di Cavaliere, onore raro per un italoamericano.
Carmelo ha avuto un posto di rilievo in America,a quel tempo era stato l'unico italo-americano nominato nel consiglio della Peace Bridge Authority, un'agenzia binazionale che costruì il primo ponte per il traffico automobilistico tra il Canada e gli Stati Uniti.
Le cronache esaltarono il suo cavalierato e dichiaravano che la sua azienda di maccheroni era "una delle più grandi d'America".
Negli anni 20 un incendio ha travolto lo stabilimento People's Macaroni,qesto fatto e la grave Depressione del 1929 contribuirono alla definitiva scomparsa dell’azienda.
Dopo il fallimento della People's Macaroni, nel 1933, Carmelo, all'età di sessantacinque anni, trasformò parte dell'ex stabilimento di maccheroni in una liuteria.
Assunse assistenti e iniziò la produzione di chitarre, mandolini e mandocelli decorati, che lo occupò fino alla morte
Carmelo ha tenuto il suo nome lontano da ogni impegno professionale della sua vita tranne l'ultimo,ogni strumento della sua fabbrica aveva sulla testata un fiorito Gugino incastonato in madreperla.
Carmelo Gugino costruì circa 250 strumenti a corda tra cui chitarre archtop e flat top, mandocelli, mandoli e persino violini che presentavano una costruzione convenzionale di alta qualità, combinata con idee di design molto non convenzionali. 


168-  Rosina Gioiosa Trubia Palermo ? - ?  ? cantante negli Usa

Rosina Gioiosa Trubia fu una delle pochissime voci popolari femminili registrate sui dischi a 78 giri americani, una cantatrice siciliana dalla voce naturale, non impostata, ricchissima di forza espressiva.
Una voce scura e possente, non impostata, davvero meravigliosa.
La Trubia incise solo pochi dischi negli anni Venti del secolo scorso per la casa discografica Brunswick, ma tutti emergono per l’importanza dei testi, la bellezza delle musiche o la reinterpretazione di canti tradizionali: in essi troviamo tanta malinconia per la propria terra ma anche il disappunto per la condizione di sfruttamento economico degli immigrati. Purtroppo di questa donna, unica italo-americana autrice ed esecutrice delle proprie opere, legata in quegli anni da un contratto con una casa discografica, non sappiamo null’altro, nulla che ci faccia conoscere la sua storia di emigrazione o la sua vita. 

Di lei c’è rimasto solo il brano "Sta terra nun fa pi mia" incisa il 23 febbraio 1928 a New York. 


169-  Charles Borzilleri   Valledolmo 1873 - 1942 Usa  Medico negli Usa

Fu il primo italiano a diplomarsi alla UB Medical School e divenne prominente non solo nella comunità italiana ma a Buffalo in generale.Fondò il Columbus Hospital a Buffalo e trascorse diversi mandati come presidente della Erie County Medical Society.


170 -  Federico Bottoni   Messina ? - Messina ?     Dottore in Peru'

La sua opera in campo medico ha del clamoroso. La sua fortuna però, è legata alla avventurosa spedizione del Vicerè Niccolò Caracciolo in Perù e in Cile, sotto le insegne della corona di Spagna.
Dalle fonti che lo trattano, si conosce che fin da ragazzo, fu indirizzato alle scienze mediche, presso un oratorio gesuita di Messina.
Successivamente, riconosciuto un valente ricercatore, fu aggregato alla Università di Salerno.
Nel 1690 intraprese un lungo viaggio, sotto le insegne reali che lo condurrà in America Latina.
In quelle regioni, fu inserito nelle segrete stanze del Santo Uffizio, esercitandovi un ruolo attivo.
Rimase in quel paese oltre trent'anni, pubblicando nel 1723 una sua opera, sulla circolazione del sangue nel corpo umano " Evidencia De La Circulacion De La Sangre"
Dopo aver sviluppato in un reparto ospedaliero della Università di Lima, le teorie dell’Inglese Hervey 1634.
Lo scienziato italiano vi istituirà le prime Cliniche Mediche al mondo.
Si ricordano di lui, le prime osservazioni fatte su uno dei mali, delle cause di morte del paese Andino: uno studio sullo Zarate ovvero, il nome peruviano per definire il tumore.
Il suo nome, venne associato per molti anni all'Università di Lima.
Dalle poche tracce documentali ancora oggi reperibili, si segnala che rientrerà in Italia, nel 1726, ricoprendo un ruolo presso il municipio di Messina.

171 - Giovanni Delicato    Milazzo ? - Messico 1591    Mercante  in Messico

Solo da pochi anni aveva abbandonato Milazzo per le Indie occidentali e ad attenderlo in Sicilia erano rimasti i quattro figli avuti dalla moglie, prematuramente scomparsa.
Lasciata la prole in affidamento al cognato, si stabilì nella città messicana di Chiapas. 
Secondo il testamento, si tratta di un uomo d’affari «de muchos 
dares y tomares» che comprava e rivendeva merci di ogni tipo, 
praticando contemporaneamente il prestito a interesse.
Delicato dichiarò di possedere sette mule, cinque cavalli, diversi fusti di cacao e numerosi mantelli e coperte –manufatti indiani– che egli prendeva a garanzia dei prestiti che contrattava con gli encomenderos.
Nelle Americhe Delicato ebbe un’altra figlia, la cui esistenza viene rivelata nel testamento.
A Siviglia giunsero liberi da imposte e balzelli  762,367 maravedi (monete)
del Delicato, che probabilmente pervennero in parte o per intero 
agli eredi.


172 -  Giovanni (Juan) Siciliano  ? - ?   ? - ? Conquistadores in Sud America

Dopo aver vissuto stabilmente a Siviglia, salpò per il Mar delle Antille alla fine del 1502.
Vi giunse con Cortés, ma ben presto si trasferì a Santo Domingo con frate Nicolás de Ovando, il successore di Cristoforo Colombo nell’amministrazione politica e militare della Hispaniola.
Giovanni nella capitale americana svolse compiti militari: terminare la conquista e pacificare le tribù dell’isola. A Hispaniola, tra una battaglia e l’altra, si sposò con una castigliana e dal matrimonio nacquero due figli.
Dopo più di dieci anni di presenza stabile nei Caraibi,causa anche la crisi della produzione aurifera, decise di proseguire il suo viaggio: prima a Cuba e dal 1519, ancora una volta al seguito di Cortés, alla conquista del Messico.
Nel 1521 partecipò all’assedio e all’occupazione della capitale dell’impero azteca Tenochtitlán.
Poi –sempre a fianco di Cortés– guerreggiò per consolidare il potere imperiale spagnolo nella provincia di Pánuco.
Il 28 aprile 1525, per il servizio reso alla Corona, il Cabildo di Città del Messico gli donò una casa nel centro della villa e, nel luglio dello stesso anno, un orto.
Il 7 aprile 1530 acquistò una casa «a più pisos» di fianco al palazzo dell’Ayuntamiento, e lì risiedette finché non venne investito di una encomienda de indios e di una mercede de tierra a Titalaquia; ritiratagli dopo la prima Audiencia del regno.
Giovanni Siciliano, malgrado avesse venduto per 120 pesos dieci varas de minas nella provincia messicana di Pachuca, morì in gravi ristrettezze economiche dopo il 1551.


173 -  Antonio Pellegrino  Trapani ? - ? 1613  Allevatore e commerciante in Bolivia

Visse agiatamente in Potosí sino alla morte (1613). 
Non conosciamo la data del suo arrivo nel nuovo continente ma grazie al suo 
testamento è nota la sua professione: allevatore e commerciante di carneros de la tierra.
L’attività gli fruttò lucrosi guadagni, infatti, possedeva 3.300 capi per un valore complessivo di circa 29.700 pesos.
Del cospicuo patrimonio si specificò la casa in cui abitava, con pregiati mobili e oggetti in argento, ; due schiavi neri, alcuni muli e buoi e numerosi attrezzi da lavoro.


174 - Juan Ascanio Interlandi   Licata 1581/1583 - ?    ?  Mercante in Venezuela

Nel 1600, all'età di 17/18 anni emigrò a Siviglia con i genitori; vent’anni dopo si imbarcò per il Nuovo Mondo, acquistando lì la Carta di naturalizzazione per potere praticare le attività mercantili libero da ogni vincolo e «gozar de las exeempçiones que los naturales destos Reynos»
Nel 1623 –forse nell’isola Margarita– si sposò e si stabilì definitivamente a Cartagena (Venezuela)
Nella città impiantò un’hacienda che nella relazione di concessione della Carta de naturaleza del 16 settembre 1626 era stata valutata più di 4.000 ducati.
Juan Ascanio Interlandi ebbe molta fortuna, infatti dal 1627 la politica del Consulado sivigliano non concedette più richieste di naturalizzazione.


175 - Luca (Lucius) Marineo Siculo  Vizzini 1444 - Spagna  1533  Umanista, storico e poeta in Spagna (Castiglia e Aragona)

Tra i più rilevanti uomini di cultura della corte iberica, fu un esponente di spicco del Rinascimento spagnolo.
Nato tra il 1444 e il 1445 da una famiglia di umili origini. 
A causa delle condizioni di povertà era cresciuto senza istruzione, e fu soltanto verso i venticinque anni che iniziò a studiare , malgrado la contrarietà della famiglia, con il vicario di Vizzini.
Si trasferì dapprima a Catania e in seguito a Palermo.
A Catania soggiornò nel 1475, studiando alla scuola di Pietro Anguessa.
A Palermo soggiornò tra il 1476 e il 1477.
Tra il 1478 e il 1479 soggiornò a Roma, dove fu alla scuola di Pomponio Leto,qui cambiò il proprio nome da Luca a Lucius (Lucio).
Tornato a Palermo, tra il 1480 e il 1484 Marineo insegnò grammatica e svolse la professione di precettore privato.
Nel 1484 lasciò la Sicilia alla volta della Spagna al seguito del futuro almirante di Castiglia Fadrique Enríquez de Velasco, dal 1480 costretto al soggiorno in Sicilia.
Una volta arrivato in Spagna,  dimorò a Salamanca e svolse il ruolo di precettore per i figli di alcuni nobili.
Molto presto fu incaricato di dedicarsi alle "professioni poetiche e alle facoltà oratorie" presso l'Università di Salamanca.
In quest'impegno del Marineo viene tradizionalmente indicato un passaggio decisivo per il rinnovamento umanistico del mondo iberico.
Verso il 1496 l'intellettuale siciliano accettò l'invito di Ferdinando d’Aragona ed Isabella di Castiglia a insegnare presso la scuola regia, con conseguenti dimissioni dall'Università di Salamanca.
In qualità di cronista ufficiale della famiglia reale, gli impegni del Marineo crebbero profondamente, resi anche più difficoltosi dalla natura pressoché itinerante della corte spagnola.
Nell'inverno 1506/1507 accompagnò re Ferdinando nel suo viaggio a Napoli.
Nel 1509 ricevette la nomina solenne a storiografo regio.
Negli anni seguenti si concentró sulla sua opera maggiore, l'Opus de rebus Hispaniae memorabilibus.
Alla successione di Carlo V, tra 1516 e 1519, Marineo fu confermato come storiografo regio e poi imperiale.


 176 - Francesco Rosso (Roxo)  ? - ?   ?  - ?  Conquistador in Sud America

Arrivò a 24 con Gonzales de Avila nell' Honduras e Nicaragua.
In Nuova Spagna si arruolò nel 1540 nella spedizione di Vasquez de Coronado per Cibola,pagando armi e cavallo.
Grazie al buon esito della campagna militare venne affidata l' Ecomienda (feudo con schiavi indigeni) de Cora che dovette abbandonare per le incursioni/ribellioni indigene.
Nel 1547 ricevette l'Encomienda di Sierra de Jalisco ma non riesce a produrre a causa dell'inadeguatezza dei  lavoratori indigeni.
Si trasferisce con i figli a Compostela in Nuova Galizia.


177 - Filippo Terranova     Sommatino 1820- Alessandria di Egitto 1878

Figlio della borghesia di Sommatino,ha lavorato nelle zolfare di Trabia e Tallarita.
La sua famiglia dovette lasciare il paese natio a causa di un fatto di cronaca che vedeva il padre accusato di omicidio.
Fuggirono in Nord Africa e Medioriente.
Nel 1839 Filippo raggiunse il padre in Egitto,ed affascinato dai luoghi vi rimase.
Già dal 1850 intraprese viaggi di esplorazione lungo il Nilo.
Durante le sue avventurose esplorazioni scopri nove montagne che potevano avere zolfo e così propose al governo egiziano di aprire un impresa.
Il governo gli concesse di lavorare solo su due montagne e si riservò di scegliere il posto di scavo
Gli fu concesso un permesso di dieci anni. Terranova scelse il Gipse e Range.
Gli scavi rendevano bene e lo zolfo era di qualità.
Negli anni prese dimora ad Alessandria di Egitto e qui si sposò con un'italiana.
Fu uno degli esploratori europei che a metà del XIX secolo studiarono il decorso del fiume Nilo. 
Dal Sudan nel 1855 intraprese con Andrea De bono  un'ardita ricognizione nel corso del Sobat, allora inesplorato, per raccogliervi l'avorio. 
Da una stazione da essi fondata alla foce del Sobat si proposero di raggiungerne il corso superiore che si reputava fruttifero per la raccolta dell'avorio.
Dalle relazioni che si posseggono di questo viaggio non si rileva esattamente quale fosse il ramo sorgentifero risalito (probabilmente l'Akobo) né fino a qual punto fossero pervenuti. 




Giuseppe Balsamo - Palermo 1743/1795    - Avventuriero Siciliano e il piu' noto dei PocoNoti

https://it.wikipedia.org/wiki/Cagliostro

 

 

......e tanti altri che non ho ancora trovato ma che voi lettori potete suggerire.



N.B.  TUTTI I NOMINATIVI E LE LORO STORIE SONO STATE ESTRAPOLATE O COPIATE DA INTERNET