PocoNoti siciliani - Lontani dalla Sicilia e lontani dalla storia
Una raccolta di nomi ed eventi riguardati tutti quei Siciliani che hanno contribuito allo sviluppo della storia umana,lontani dalla propria terra natia ma che la Storia ufficiale,fatta di grandi nomi ed eventi edulcorati,ha accantonato o messo nel dimenticatoio.
1-Giuseppe Bono (Hidalgo de Palermo) - Palermo (fine 1500)/(inizio 1600) - Inventore/Scienziato Siciliano in Spagna
Siamo nella Sicilia dominata dagli Spagnoli e sto povero cristiano aveva
scelto di fare l'inventore o meglio una specie di ingegnere dell'automazione
inventando una bella macchina per raccogliere il corallo.
Una specie di campana
pesantissima che si spostava con carrucole e corde.
Dentro ci stavano dei
poveracci che per ore raccoglievano corallo o altro credo.
Giuseppe dopo essere
stato in Toscana se ne ando' in Spagna.
Il re lo prese sul serio e gli diedero varie licenze e contratti per l'uso della sua macchina, tampasio' un poco la' ma
poi cummattennu tra Spagna e Portogallo sperava di poter far soldini approdando
nelle Americhe ma mischineddu iddu non ci ando' mai.
fonte :
http://www.isspe.it/47-numeri-rassegna-siciliana/rassegna-siciliana-di-storia-e-cultura-n-21/173-giuseppe-bono-qhidalgo-de-palermoq-di-fernando-ciaramitaro.html
2-Saverio Scrofani - Modica 1756/1835
-Abate/Falsario/Scrittore/
Questo è davvero un bello spicchio,quello che si poteva definire un
bohemiene oppure uno sballato completo.
Ma il picciotto ci sapeva fare,certo la
vocazione mi sa che scarseggiava,per scapuliarsela da un grosso debito ne usci'
con un documento falso e cosi' capii ca era bravo ad ntrallazzare con carte e
documenti falsi.
E vai alla pazza gioia!
E tra carte false e fughe il disgraziato
mi va a scrivere un bel libretto sulla Rivoluzione francese che ha successo.
Ma
viri chi cuosi!
Scrive pure libri sull'economia,l'agricoltura e su un viaggio che fece in
Grecia.
Ma il vizio di fare danno non lo lascia,infatti in Francia viene accusato di essere una spia doppiogiochista e si mette puru a rubbare bhaaa ma il disgraziato se la cava e arrinesce a diventare un importante dirigente di un istituto prima a Napoli e poi a Palermo.
3-Claudio Bonetti - Palermo (fine 1700)/1828 - Siciliano consigliere/Ministro/Re del Madagascar
Sconvolgente ma vero,un palermitano divenne re del Madagascar!
Ma cu
mi.....ia ci u purto'?!
Questo se ne scappo' da palermo perchè nquito' na
fimmina e gira e rigira iu a finire in Madagascar e talè a questo dopo esser
diventato consigliere è diventato amante della regina.
Eh bravo,il solito tomber
de femmes!
E con una sconosciuta raccomandazione (ma va!!) divenne ministro ed
appena il buon re passo' a miglior vita il popolo lo accetto' come re e marito
della regina.
Ma viri chi cu.....fortuna!
Mischineddu anni dopo viene
assassinato.
Il buon Bonetti alla sua morte lasciava un eredita' enorme ed ancora si cercano gli eredi!!
Fonte : http://www.rebonet.altervista.org/rebonet8.htm
4-Enrico Fardella - Trapani 1821/1892 - Rivoluzionario/Combattente Siciliano in giro per il mondo
Volontario nel 1848 contro i Borboni,il ragazzo è cornadure e da comandante
fa un casino di assalti ma mischineddo è catturato a Corfu'.
Graziato sinni fuii
esiliato a Genova.
Da Torino siccome si annoia e lui vuole smontare e
rivoluzionare il mondo si imbarca verso oriente per combattere li Turchi con i
compari Inglesi,combatte in Crimea nella battaglia di Balaclava.
Nel 1860
figurati se non segue a Garibaldi!
Da Londra si precipita a Genova per
imbarcarsi nell'impresa dei Mille...te cca mancia!
Siccome ormai vuole
sfasciare tutto nel 1861 si imbarca per le Americhe dove si immisca nella
Guerra di secessione guidando 1040 volontari nel "Reggimento
Fardella".
Chi dici!?
Nel 1864 forma il reggimento dei volontari di NewYork
che si ritrova sconfitto ad Andersonville.
Ne usci' vivo pii
miracolo!
Sopravvissuto,nel 1865 al fronte,viene decorato Generale da
Lincoln.
Siccome mischineddu si avia siddiato nel 1872 dopo vari investimenti
sbagliati e problemi economici si trasferisce nella sua Trapani venendo eletto
sindaco.
5-Francesco Procopio Cuto' - Palermo 1651/1727 - Barista/gelataio Siciliano in Francia
Signori mie questo Procopio è un mito.....diciamo ca invento' u gelato!
E
dai diciamo cosi!
Trasferitosi in Francia lavora alla fiera di Saint Germain e
dopo che frequenta la comunita' di distillateur divento' Maitre
distillateur.
Procopio si apre un bel Cafe' e comincia a mmiscare varie miscele
di caffe' e si inventa bevande.
E accussi nel 1686 si rape "Le Procope"
ca addiventa un bar frequentatissimo dei megghiu megghiu!
Specialita' del bar
sorbetti agli agrumi di Sicilia.
Ebbe una carrettata di figli!
Fonte : https://www.rosalio.it/2017/
6-Fratelli Antonio e Tommaso Grisafi 1600/1700 - Sicilia -
Siciliani conquistadores/Navigatori/
Citati nei libri La rivoluzione di Messina contro la Spagna del Guardione e
ne La revolte de Messine di Laloy ,parteciparono ai moti insurrezionali contro
la Spagna supportati dai Francesi.
Dopo la pace di Nimega del 1678 la citta'
perse questo aiuto e i due fratellini sinni scapparu in Francia dove divennero
ufficiali dell'esercito prestando servizio nelle colonie americane della Nuova
Francia.
Nel 1684 con il comandante Tonti esplorarono il Mississippi e l’Illinois;
nel 1686 hanno preso parte nella spedizione contro gli indiani Irochesi presso
Niagara.
Antonio nel 1692 combattee varie volte contro gli indiani Irochesi del Quebec divenne governatore del forte di Onondaga (oggi Syracuse) e poi del forte di Three Rivers dove mori' nel 1709.
Tommaso morirà nel 1696 in Québec partecipando a numerose campagne militari.
7-Francesco da Messina/Lentini -Sicilia 1500 Navigatore/Marinaio Siciliano
Se ne parla nel "El descubrimiento del Oceano Pacifico".
8-I Conquistadores Siciliani nelle Americhe (publicaciones libros mundo) - Sicilia 1500/1600 -
Questi due bravi picciotti e di buona famiglia parteciparono con
proprie armi e cavalcature alla conquista delle Americhe accompagnando i
conquistadores.
Se ne parla nel "Diccionario biografico de conquistadores y
pobladores de nueva espana".
Questi sono solo due dei siciliani che seguirono le belle bravate dei
Conquistadores,degli altri picciotti ve ne è testimonianza nei registri della
"Casa de Contratacion" e "Carrera de Indias".
Nella
spedizione di Magellano,per esempio,vi erano Nicolao de Messina,Jacome de
Messina,Lucas de Messina e Antonio Salamon de trapani,quando non navigavano
stavano a Siviglia.
Anche con Cortes c'era Aruega.
N'autru
siciliano Matteo de Palermo è presente nella Spedizione partita dal Messico nel
1527 verso le Moulucche (unni??!!).
Invece a sfasciare il Peru' con Pizarro e
Almagro ci andarono Francisco de Mesina e Maritin de Sicilia che sara' sindaco
di Lima.
Viri chi cuosi!
Ci abbiamo pure ex conquistadores ribelli ed arrestati
come Antonio siciliano e Antonio de Lipari che parteciparono alla battaglia di
Chupas nel 1542.
Con Alvar Nunez Cabeza de vaca c'erano Juan de Orona e Bernardo
de Urlanda.
Di altri se ne parla nel libro "El mundo de los
conquistadores" di Martin F. Saloma e "Gli italiani del nuovo
mondo" di Ciaramitaro.
Fonti : http://www.historicas.unam.mx/
9-Francesco Maria Piccolo - Palermo 1654/1729 - Missionario Siciliano gesuita in America
Mentre altri missionari andavano in posti esotici,questo pio missionari
sinni vosi iri in America,precisamente nella Nuova Spagna, tra la Bassa California
ed il New Messico.
Predico' nelle tribu' dei Tarahumara nel
Chihuahua.
Fondo' la seconda missione gesuita nella bassa California nella
tribu' dei Cochimi nel 1697.
Successivamente fu tra Citta' del Messico,Sonora e
Missione Santa Rosalia per vari incarichi nei gesuiti e per servire le
missioni.
Mori' nella Missione di Loreto nel 1729.
Ha pubblicato un importante
resoconto sulle missioni californiane e delle sue esplorazioni che danno
importanti informazioni storiche ed etnografiche sul territorio dei Cochimi'.
10-Salvatore Bertolani - Porto Empedocle 1875/1944 & Sebastiano Castagna - Aidone 1868/1938 - Siciliano amante imperatrice Etiopi & Siciliano direttore ministeriale/ingegnere nell'impero di Etiopia
Salvatore un bel omaccione elegante e dalla bella parlantina arriniscio a
diventare l'amante della regina d'Etiopia,stu disgraziato!
Quindi usufrui' di
tutti i privilegi e vantaggi della situazione.
Prima di questa avventura amorosa
arrivo' in Africa nel genio telegrafisti e poi all'ufficio postale di Addis
Abeba,fatto prigioniero su infilaru a palazzo e da la'....cu a regina....per un
bel po' di mesi.
Ne parlarono un mare di giornali di tutto il mondo!
Nel 1901 a regina
si stufo' e l'assicuto' in Italia.
Sebastiano pure lui fatto prigioniero non fu acchiappato dalla regina ma per altre
sue qualita' si infilo' a corte come tecnico/ingegnere/costruttore.
L'
"Ingegnere bianco" diresse i lavori nella nuova capitale di Addis Abeba.
Progettò la cattedrale
di S. Giorgio,ponti come il ponte sul Nilo Azzurro,strade,acquedotti e realizzo' il convento copto del Monte Zuquala.
Bastiano è stato piu'
bravo e si marito' a zia del Ras.
Nel 1935 allo scoppio della guerra tra Etiopia
ed Italia se ne scappo' al sicuro in Italia ma il re savoiardo visto ca era
pratico della zona lo mando' svariate volte a trattare con le varie bande
ribelli abbissine ma in una missione nel Goggiam venne ucciso.
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11-Esploratori e mercanti messinesi - Sicilia 1500/1900 Navigatori in giro per il mondo
Importante e famosa fu la flotta messinese durante gli Angioini e gli
Aragonesi.
Se ne trovano riferimenti negli archivi aragonesi che parlano di un messinese
anonimo che navigava alla fine del 1200 in oriente tra i porti di Ascalona e
San Giovanni d'Acri.
- Un noto mercante della fine del 1200 fu Giuseppe di Viagio considerato
navigatore intrepido e pioniere.
- Ma il piu' importante fu Pietro Rombulo da Messina (1385/1451),
- Un altro,Giorgio Sur amico di Rombulo visito' la Persia ed
attraversando il golfo persico raggiunse l'Etiopia.
- Antonio Millos da Messina fu navigatore e cosmografo
(1557-1601) al servizio della Repubblica di Venezia,da capitano addivinto' poi
Ammiraglio della flotta veneziana. Fece un sacco di carte geografiche
importanti,tra queste quella segnata come Xapan, l’antico Giappone che appatta
assai alle moderne carte geografiche.
- Scipione Cicala da Messina (1552-1605) marinaio di vari
mercantili Messinesi che commerciavano nell’Egeo.Fu rapito dai turchi in quei
mari e per non morire si convertii,diventando un marinaio turco.Viene ricordato
come condottiero e navigatore ottomano con importanti incarichi militari e
politici.Fu gran visir sotto il regno di Maometto III e ricevette altri
titoli di prestigio.Mii carriera!! Partecipo' ad un sacco di imprese e si
distinse nella lunga guerra contro la Persia.Viaggio' fra i golfi dell’Indo e
il mar Rosso ed altre esplorazioni per missioni diplomatiche fino in Tartaria.
- Da ricordare l'impresa del capitano Francesco Geraci e del pilota Giuseppe Dominici che negli anni trenta hanno compiuto un viaggio memorabile intorno al mondo.Belli belli si sono impegnti ed hanno fatto l'imbarcazione che gli pareva adatta all'impresa ,sii pianificarob tutta la rotta ed il 18 agosto del 1932 iniziarono la traversata partendo da Napoli con una goletta a vela,lunga 10 metri e larga 2,80 metri.Raggiunse i porti di tutti i cinque continenti.Il viaggio è durata 1025 giorni, dei quali 399 giorni di vera navigazione, percorrendo una distanza di 27.775 miglia marine fra burrasche, rovesci e disagi di ogni genere.L'impresa termino' il 7 giugno 1935 a Roma.
12-Francesco Pedone - Sicilia 1800 - Lavoratore Siciliano dei cantieri Florio in inghilterra
Francesco Pedone con il suo grande intuito di motorista navale contribuì a fare aprire ai Florio il cantiere navale a Palermo.Figlio del comandante Antonino,capitano dei velieri "Giulia Florio". Francesco, mentre lavorava in uno dei cantieri Florio in Inghilterra, durante il montaggio di un motore a vapore, segnalò al direttore dei lavori un difetto tecnico.Poi durante le prove in mare, il motore accusò tutto quello che Pedone aveva predetto.Dopo sto fatto la compagnia Florio decise di realizzare un cantiere navale a Palermo e lui divenne il collaudatore di tutte le navi in allestimento.Cosi' costruendo le navi nel porto di armamento risparmiarono tempo e denaro.
13-Giuseppe Cataldo - Terrasini 1837/1928 - Missionario Siciliano gesuita negli Stati Uniti
Viaggiò per mezza America, per predicare,convertire e formare comunità cristiane,in un periodo dove ci voleva tanto coraggio per farlo.Quello era il periodo della conquista del West con cow boy e nativi americani. Fu infatti un infaticabile predicatore ed ebbe buoni contatti con i nativi delle Montagne rocciose.Nel 1872 fondo' la cittadina di Spokane creando istituti di studio e di assistenza. Il suo nome è ricordato dalle tribù indiane da lui convertite al Cristianesimo e nella città che portano il suo nome come Cataldo nell'Idaho
14-Michele/Michelangelo Agnolo o Florio (Shakespeare) – Sicilia
1564/? -Commediografo/drammaturgo
Siciliano in Inghilterra
Per gli inglesi e la storiografia Shakespeare è il terzo di otto figli di un
guantaio-macellaio analfabeta, nato il 23 aprile 1564 a Stratford upon Avon,
vicino Londra, dove morì il 23 aprile 1616.
A causa delle
ristrettezze economiche familiari, non ebbe modo di fare grandi studi.Tuttavia, dopo i 25 anni, come per miracolo, iniziò a scrivere poesie, poemi e
decine di opere teatrali.
Benché non sia mai stato trovato un suo scritto originale, né un libro che gli
fosse appartenuto, per più di tre secoli l'origine inglese di Shakespeare non è
mai stata messa in dubbio.
Il primo a farlo, all'inizio del Novecento, è stato
un giornalista italiano, Santi Paladino (1902-1981), che trovò per caso nella
biblioteca paterna un antico libro, intitolato I secondi frutti, firmato da
Michel Agnolo Florio.
Leggendolo, Paladino scoprì che molte frasi di quel libro
erano identiche a quelle contenute nelle opere di Shakespeare. Un caso di plagio?
Impossibile: quel libro era stato stampato nel 1549, circa 50 anni prima della
comparsa delle opere shakespeariane, anzi prima ancora della nascita del poeta
(1564). Come si poteva spiegare tutto ciò?
Indagando su Michelangelo Florio, il giornalista Paladino scoprì che si
trattava del figlio del medico Giovanni Florio e della nobildonna Guglielma
Crollalanza, nato a Messina e poi fuggito a Treviso con la famiglia, di origine
ebraica e religione calvinista, per sfuggire alla persecuzione religiosa
dell'Inquisizione (la Sicilia era allora sotto la Spagna). Il giovane
Michelangelo Florio studiò a Venezia, Padova e Mantova; viaggiò molto,
visitando Danimarca, Grecia, Spagna e Austria, e diventò un umanista di grande
cultura, ricercato come precettore dalle famiglie più ricche d'Europa. Grazie
all'amicizia con Giordano Bruno, che aveva buoni rapporti con i conti di
Pembroke e Southampton, nel 1588 Michelangelo Florio raggiunse Londra, dove fu
assunto come precettore di lingua italiana e latina della futura regina
Elisabetta.Secondo Paladino il vero autore delle opere teatrali di Shakespeare,era
in realtà proprio Michelangelo Florio, poiché si trattava della stessa persona.
Tesi che Paladino espose nell’articolo: «Il grande tragico Shakespeare sarebbe
italiano». Florio, per cancellare il proprio cognome da calvinista fuggiasco,
aveva deciso di farsi chiamare Shakespeare traducendo in inglese il cognome
della madre (Crollalanza): shake vuol dire agita/scrolla e spear significa
lancia. Mentre William era il nome di un cugino della madre, residente proprio
a Stratford e morto prematuramente.Agli inglesi la tesi di Palladino risultò
indigesta,il regime fascista fece calare il silenzio sull'origine italica di
Shakespeare.Ma anni fa Martino Iuvara, approfondì ulteriormente le ricerche su
Florio- alias- Shakespeare, mettendo in risalto alcuni dati incontrovertibili.
Un
esempio : Molto rumore per nulla è la traduzione inglese di una commedia
giovanile del Florio (Tantu traficu ppi nenti). Nella stessa commedia un
protagonista se ne esce con una battuta («Mizzeca, eccellenza!»), che soltanto un
siciliano poteva conoscere.Shakespeare non era affatto inglese, ma Siciliano.
Altri dettagli specifici potete trovarli sull’articolo pubblicato da “Messina ieri e oggi” di Nino Principato
15-Girolamo Gravina - Caltanissetta 1603/1662 - Missionario Siciliano
gesuita in Cina
Primogenito di una famiglia nobile e
ricca terminati gli studi teologici fece richiesta di
partecipazione alle "missioni dell'India" e si imbarcò a
Lisbona nel 1635,approdò a Macao dopo un anno di viaggio.
Si dette da fare ed a Shanghai tra il 1639 e il 1640 battezzò 2500
cinesi e poi senza essere stanco dal 1644 al 1648 battezzò altri 3000 nativi,
nonostante le persecuzioni e i tentativi di omicidio. Morì di malnutrizione a
Cangzhou durante locale guerra civile.
16-Luca da Caltanissetta (Giuseppe Natale) - Caltanissetta 1644/1702 - Missionario Siciliano Cappuccino in Congo
Dopo essere entrato in convento volle partire missionario per il
Congo che giro' in lungo ed in largo per almeno dieci anni,si spinse in territori
mai esplorati prima.Che fegato Peppino!Si occupo' di espandere le missioni e
formar nuovi missionari ma soprattutto evangelizzare e convertire in un regno
dove il cristianesimo era stato accettato da tempo.Importante fu anche il suo
ruolo di diplomatico per mitigare i rapporti del regno con gli stati europei ed il
Portogallo.Si spinse fino ai confini del regno per provare a tessere ulteriori rapporti
diplomatici. Scrisse un diario sulla sua esperienza missionaria :
"Relatione della missione fatta nel regno di Congo per il padre Fra Luca
da Caltanissetta".
Troviamo riferimenti sulla sua vita nel libro "Luca
da Caltanissetta ed il suo diario" di Grzegorz J. Kaczynski
17-Andrea da Burgio (Nicolo' Sciortino) - Burgio 1705/1772 - Missionario Siciliano Cappuccino in Congo
Con la fama di santo parti' da Lisbona per andare missionario in Congo presso la Missio Antiqua dei Cappuccini,vi rimase 17 anni.Al ritorno si fermo' un po' di anni a Lisbona poichè il re voleva un santo tutto per se e non lo faceva partire,si n'appi a scappare per tornare a Palermo!Fu' degno esempio di San Francesco vivendo tra le sofferenze e le privazioni ma dispensando carita' verso tutti.
18-Giuseppe Alferio - Trapani 1570/1620 - Missionario gesuita Siciliano
Denominato "L'angelo della Sicilia" fu missionario per 15 anni nelle Filippine.Inizialmente predico' in India nella regione del Goa.
19-Falco Vito detto Fra' Gioacchino (1699-1751) - Missionario cappuccino Siciliano
Fu missionario in Congo dove venne ucciso dagli indigeni.Predico tra tante
avversita' nella regione di Branza-Sogno dove fu ostacolato e perseguitato dal
Principe di Sogno.Venne ucciso in un assalto al villaggio di Mogetto.
Li' vene
seppellito ma il principe reclamo' il suo corpo,a questo si opposero gli
abitanti del villaggio.
20-Giacomo Alagna Trapani ?/1773 -
Navigatore/cartografo/
Considerato un “Nauta Valoroso e Meccanico Georgico”, si distinse come audace navigatore solitario.Con la sola compagnia del suo cane veleggiò da un capo all’altro del Mediterraneo e si spinse fino all’Inghilterra.In questi viaggi disegnò il profilo delle coste e delle principali città e fu apprezzato cartografo.Fu ingegnoso meccanico, oltre che provetto disegnatore, e invento' varie macchine agricole.
21-Marino Torre - Trapani 1583 -1633 - Navigatore e militare Siciliano della marina francese
Di umili origini fu un audace marinaio,nel 1609 si mise al servizio di Luigi XIII re di Francia.Ha combattuto contro i corsari tripolini e contro gli Ugonotti. A capo di una flotta di dodici navi da guerra fece il blocco marittimo della roccaforte ugonotta di La Rochelle,costringendola alla resa.Per sta cosa fu decorato da Luigi XIII con la croce militare di San Michele.
22-Bernardino da Mazzarino - Mazzarino 1643/1709 - Missionario Siciliano Cappuccino in Congo
Parti’ dopo la scoperta fatta dai Portoghesi dei tre regni di Congo,
Metamba e Angola.
Nei suoi 20 anni di carriera missionaria battezzo' 14000 persone.
Si stancava assai perche’ si spostava in continuazione per tutto il Congo e
pure segnato dallo stile di vita fatto in quei luoghi si ammalo’ e fu costretto
a tornare in Sicilia.
23-Musicisti siciliani (marines siciliani e la nascita del jazz) - Sicilia 1800 - Musicisti Jass Siciliani negli Stati Uniti
Nel 1917 veniva registrato da Nick La Rocca quello che è considerato il primo disco jazz della storia.
Non ci crederete ma è cosi!Che c’entrano i siciliani con il jazz??
Tutto ebbe inizio il 4 luglio 1776 quando l'unione dei 13 stati (Stati Uniti
d’America) si dota di un corpo di marina militare comprendente una
banda, il Fife and Drum Corp.
Ma Thomas Jefferson non è però soddisfatto da quella musica militare
rozza e scadente al confronto di quella europea e italiana.Decide così
di inviare il capitano John Hall in Italia ad arruolare nuovi marines
tra i musicisti più bravi.Ma visto che nel Mediterraneo imperversa la
guerra berbera gli Americani (novellini e senza l'aiuto della marina
inglese) chiedono sostegno al Regno delle due Sicilie e lo ottengono,
potendo fruire dei porti di Palermo e Siracusa.Visto ca
erano gia' in terra italica il capitano John Hall addomando' in giro ed
attrovo' i musicisti che facevano al caso suo.E scrisse in America il 28
febbraio 1805 : «sono stato obbligato a dare al capo 50 dollari e al resto
10 dollari di premio e come risarcimento 8 dollari alle mogli, altrimenti
non sarei riuscito ad ingaggiare nessuno».
I musicisti in questione
sono Gaetano Carusi, direttore d’orchestra, tre dei
suoi figli Samuele 10 anni, Ignazio 9 e Gaetano 8), Francesco
e Felice Pulizzi coi figli Venerando e Giacomo, Giacomo, Michele
e Gaetano Sardo, Ignazio Di Mauro, Domenico Guarnaccia, Salvatore
Lauria, Pasquale Lauria, Giuseppe Papa, Antonio Paternò e Corrado
Signorello; nelle fonti ufficiali non compare il nome di Filippa,
moglie di Gaetano Carusi, che pare facesse però parte del gruppo come
forse altre consorti. Ingaggiati dai marines diverranno sia musicisti che
militari combattenti.Tutto il bel gruppetto arriva nel settembre del 1805 a
Washington,una città in costruzione.Il nuovo comandante dell'esercito
pero' rifiuta di riconoscere a Carusi il ruolo di direttore della
banda.Carusi non rimase.
I musicisti erano sconfortati pure dalle difficili condizioni
di vita ed in pochi manterranno il giuramento dei tre anni di servizio
previsti da contratto e molti abbandoneranno facendo addirittura
ritorno in Sicilia.
Venerando Pulizzi fu una delle poche eccezioni: rimane nella
banda per ben 21 anni e ne è direttore la prima volta nel 1816, a soli 21
anni, e poi dal 1818 al 1827.
Anche la famiglia Sardo pare continuò a far parte del
corpo militare
Il maestro Gaetano Carusi abbandona immediatamente la banda,
tenta di tornare in Sicilia ma per varie peripezie dovrà tornare a
Washington, dove con la famiglia trasformerà un vecchio teatro nel “Carusi
saloon”, centro della vita culturale della città e luogo di balli.
I
fratelli Carusi sono, come il padre, concertisti, musicisti, arrangiatori
e insegnanti di danza e il loro repertorio è quello della musica da
salotto del ‘700.
Siamo tra il 1830 e il 1840 e in America è molto diffusa la musica popolare
pre- jazz, come il celebre brano “Oh! Susanna” di Stephen Foster. Il figlio Samuel
arrangia le parole di una poesia preesistente ad una colonna sonora
composta da un altro musicista, la canzone si intitola “Old arm
chair” ma è subito denunciato per plagio.
24-Francesco Cicala 1500/1600 missionario Siciliano in Sud America
Nel 1613 esplorerà per primo l’interno del Guatemala, l’Honduras, El Salvador e il Messico meridionale costruendo la prima mappa geografica di quei territori, fu segnalato fra gli illustri viaggiatori di quell’epoca
25-Frank Lentini - Rosolini 1889/1966 - Showman Siciliano negli Stati
Uniti
A Rosolini era conosciuto con il soprannome di "maravigghia", negli
Stati Uniti invece lo ribattezzarono presto "The Great Lentini”.
Nato con tre gambe, quattro piedi e due apparati sessuali completi e
funzionanti.
A fine Ottocento riuscì in un'impresa impossibile per l'epoca : trasformare la propria diversità in risorsa.Da artista internazionale
conquistò la fama e il rispetto che una cultura arretrata e superstiziosa gli
avevano negato nei primi anni di vita.
La madre inizialmente rifiuta il piccolo
che viene allora accudito dalla nonna e dalla zia.Entrambi dimostreranno
che il bambino è perfettamente normale dal punto di vista mentale e lo
riconsegna alla madre quando è già in grado di parlare e camminare.
Rimane a
Rosolini fino a circa dieci anni.In qualche modo è riuscito a integrarsi
con gli altri bambini. Intorno ai 5/6 anni si accorge che la terza gamba è
rimasta più piccolina e non tocca più per terra, ma non dispera e presto si
adatta alla sua realtà: impara a sedersi e a dormire in maniera da non
schiacciare l'arto in eccesso e ad un certo punto lo lega intorno alla vita
con una cintura. La madre gli ordina sempre due paia di scarpe, per poter avere
due calzature destre. Anche i pantaloni che gli vengono cuciti sono
speciali. Francesco nasce e cresce nell'Italia reduce dei moti rivoluzionari
che portano all'Unità, in un ambiente culturalmente arretrato.
Prende piede l'idea che la mamma Giovanna, durante la gravidanza, "si
pigghiau ri scantu", cioè sia rimasta impressionata nel vedere "u
mastru carraturi" (il mastro carrettiere) con un tavolo bucato
poggiato su tre gambe. Iniziano a chiamarlo "maravigghia" e "Ciccinieddu tri pieri".Tutti volevano vederlo e nei primi anni viene esibito
dalla famiglia. Quello che diventa il suo primo manager,un tale Magnano,lo porta in giro lo spettacolo dei pupi.Capendone il potenziale, lo conduce in
America promettendogli fortuna.
Così nel 1898 Francesco parte con il padre e
via Liverpool sbarca negli Stati Uniti.Esegue un numero che dura 15 minuti:
calcia il pallone con la terza gamba e un assistente glielo porta indietro.
Diviene in breve famoso come "Frank Lentini 3 Legged man".
Fa persino una tournée in giro per l'Europa e l'America del Sud.
Frank rappresenta il simbolo del riscatto della diversità perché cercò sempre di vivere in modo normale: nel 1907 sposò Theresa Murray, una donna molto bella, che faceva uno spettacolo nello stesso circo. Ebbero quattro figli: Giuseppina, Natale, Francesco Junior e Giacomo (James).
Intorno al 1935, iniziò a convivere con un'altra donna.
Lui che non si considerava un fenomeno da baraccone.seppe staccarsi dal gruppo degli altri freaks perché era intelligente, conosceva tante lingue, assolutamente normale e acculturato.
Dopo i 50 anni, infatti, iniziò a difendere la categoria delle persone disabili: in Usa erano visti come malati da rinchiudere
Prese le difese dei "diversi" ritenendo che fossero artisti che vivevano della loro arte, non solo fenomeni da esibire.
Fece del suo deficit un punto di forza, comunicando a tutto il mondo che oltre i rifiuti e i pregiudizi, i deficit possono essere delle unicità.
26-Gioacchino Failla - Castelbuono 1891/1961 - Scienziato Siciliano negli Stati Uniti
Gioacchino Failla arrivò negli Stati Uniti a 15 anni e in breve tempo si distinse negli studi scientifici.
Per gli americani era Gino’s.Fu uno scienziato a tutto tondo : era ingegnere, fisico sanitario e professore universitario.È considerato uno dei pionieri della fisica sanitaria, della biofisica e della radio-biologia.
Imparato l'inglese,nel 1908 si iscrive alla Scuola superiore di scienze.Conseguita nel 1911 la maturita' si iscrive in Ingegneria alla Columbia University.
Si laurea nel 1915 e una seconda volta nel 1923 alla Sorbona di Parigi discutendo una “doppia tesi ” sull’assorbimento nell’applicazione al dosaggio in radio-terapia" .
Milioni di lavoratori a stretto contatto con le radiazioni devono molto al suo lavoro sulla protezione dalle stesse.
La definizione di “fisica
sanitaria” fu adoperata per la prima volta da lui all’inizio degli
anni ’40 e, grazie a lui, nel 1956 fu fondata una Società di fisica sanitaria.
Fu
certamente uno dei primi e dei più grandi fisici sanitari del tempo.
L’1
febbraio del 1955 finì in copertina sul prestigioso magazine Life per
i suoi studi avveniristici sugli effetti della radio-terapia nella cura del
cancro.
Nel gennaio 1952 Failla viene eletto presidente della Società di ricerca sulle radiazioni.
Importante fu il suo studio sulla fisiopatologia dei tumori maligni e la loro sensibilità al radio.
27-Tommaso Alaimo - Valguarnera Caropepe 1887/1918 - Soldato
Siciliano prima guerra mondiale nell'esercito statunitense
Tommaso “Thomas” Alaimo emigrato negli Stati Uniti si stabilì a Rochester
nello Stato di New York.
Negli Stati Uniti aveva realizzato il suo “sogno americano” ed aveva trovato lavoro ed affetti.
A sconvolgere la sua tranquillità giunse la Prima Guerra Mondiale. Il 26 settembre arrivò la “chiamata alle armi”. Fu assegnato, inizialmente, alla batteria C del 309° Artiglieria dove prestò servizio dal 28 settembre al 13 Novembre del 1917. Gli fu assegnato come numero identificativo il 1907587. Fu poi aggregato al 327° Fanteria, Compagnia I, 82° Divisione. Arrivò in zona di guerra il 29 aprile del 1918. Durante l’epica e feroce “battaglia della Meuse-Argonne, l’11 novembre del 1918 , cadde in “eroica azione”, sotto il fuoco di una mitragliatrice nemica, mentre attaccava la trincea nemica,proprio poche ore prima che a Parigi venisse siglato l’armistizio. Al giovane siciliano andò alla memoria la “Purple Heart”.La famiglia del povero “Thomas” volle riportare le spoglie del giovane nella sua Valguarnera Caropepe.
28-Prigionieri Siciliani nei campi lavoro/concentramento/lager tedeschi - Seconda guerra mondiale
Di seguito alcuni link presi da internet e qui riportati da me solo allo scopo di divulgare e portare alla conoscenza di tutti quello che vi è scritto e che fu storia e avvenimenti che tutti noi dovremmo conoscere.
https://www.balarm.it/
29-Prospero Intorcetta - Piazza Armerina 1625/1696 - Missionario Siciliano gesuita/Scrittore in Cina
Autore del "Sinarum Scientia politico-moralis", un trattato sulla via confuciana del "Giusto mezzo".
Il volume, traduce in latino il secondo testo di Confucio, quello relativo alla strada giusta verso la saggezza, fu portato dal missionario piazzese nel 1671 e donato alla biblioteca di Casa Professa.
Dopo essere stato ordinato sacerdote su sua richiesta fu inviato nelle missioni estere asiatiche.
In Cina capi' che confucianesimo e messaggio evangelico erano molto vicini.
Nel 1658 soggiornò a Macao per alcuni mesi dove imparò quasi alla perfezione la lingua cinese, indispensabile per essere poi inviato nell' interno della Cina, nello Jiangxi, dove la sua attività missionaria gli procurò presto l' ostilità del pretore cittadino. Nel 1665 l' imperatore Kangxi, perseguito’ i missionari e dette l' ordine di arrestarli.Anche Intorcetta venne condotto in catene a Pechino con altri confratelli.In 24 restarono a lungo rinchiusi a Cantoni.A Roma qualcuno incolpo' lui ed i suoi confratelli di eccessiva indulgenza nei confronti dei convertiti cinesi che continuavano a vivere e agire in osservanza degli insegnamenti di Confucio. Contro queste accuse Intorcetta sostenne che il filosofo era un grande saggio ma non certo il capo di un credo anticristiano.Grazie alla sua opera si aprì un'importante finestra di conoscenza sulla filosofia orientale che diede l'avvio a innumerevoli studi verso un mondo e una filosofia completamente sconosciuto.
Intorcetta produsse molte traduzioni latine di opere classiche della letteratura cinese.
Morì ad Hangzhou all'età di 71 anni.
Sulla sua tomba, nella città di Hangzhou, volle che si scrivesse: "di nazione siciliano, di patria piazzese, Yn-to-Ce Kio-ssè"
30-Ludovico Buglio - Mineo 1606/1682 -Missionario Siciliano
gesuita in Cina
Entrato nei gesuiti nel 1622, dopo una carriera
come professore di discipline umanistiche e retorica chiese di essere inviato
come missionario in Cina.
Predicò il Vangelo nelle province di Sichuan,Fujian e Jiangxi.
Fu vittima delle persecuzioni contro la minoranza cattolica cinese volute dall'imperatore Kangxidi.
Fatto prigioniero fu poi portato a Pechino nel 1648. Qui, dopo una breve prigionia, gli fu concesso di esercitare il suo ministero.Guadagnata la fiducia dell'imperatore lavorò assieme ad altri missionari gesuiti alla riforma del calendario cinese.Buglio venne chiamato dai cinesi Lì Lèisī ,parlava e scriveva cinese correntemente.Scrisse più di 80 opere in cinese.Tradusse in cinese la I e la III parte della Summa Theologica di Tommaso d'Aquino, il Messale Romano, il Breviario e il Rituale romano.Mori' a Pechino e ricevette esequie di Stato
31-Francesco Brancati - Palermo 1601/1671 -Missionario Siciliano gesuita in Cina
In cinese, P'an
Yung-kuan. Ordinato sacerdote nel 1633 chiese di essere inviato in terra di
missione in Cina.
Nel 1635 si imbarco' da Lisbona,insieme ad altri padri come Ludovico
Buglio e Girolamo Gravina,diretto in Cina.Ai primi di agosto del 1636 arrivo' a
Macao e l'anno seguente entrò in Cina,venendo destinato nella regione del
Kiang-nan.Per 25 anni rimase in quella regione con pochi missionari e si divise
tra Soo-chow, Sung-Kiang e Shangai.Nel 1639 si recò nell'isola di Ch'ung-ming,
alla foce dello Yang-tze e la' fondò una comunità di cristiani.Dopo 20 anni
aveva battezzato oltre quarantacinquemila cinesi.
La missione a lui affidata veniva definita come "admirable Iglesia de
Christianos entre todas las de la China".Questo perché aveva un atteggiamento
aperto e comprensivo nei confronti di costumanze e credenze locali.Quanto ai
mezzi finanziari, egli poté procurarseli grazie alla cattolica, Candida Hsü, che aiuto’ molto i missionari col denaro e con
gli appoggi presso la classe dei mandarini.Grazie ai mezzi finanziari di cui
disponeva poté costruire nel 1641 una chiesa a Shanghai.
Altre chiese furono poi da lui costruite nel 1658 a Soo-chow e a Sung-kiang.
La campagna contro i missionari studiosi dell'astronomia di Pechino pero' portò
alla emanazione nel 1665 a provvedimenti contro la religione cattolica e tutti
i missionari residenti nell'impero vennero trasferiti a Pechino per essere
giudicati.Brancati fu condannato ad andare in esilio a Canton dove arrivo'
stanco e malato nel 1666 e li' trascorse gli ultimi anni della sua vita quasi in
prigionia.
Durante l'esilio sottoscrisse il documento Praxis servanda in
missione sinensi nel quale venivano dati consigli ispirati a
tolleranza e comprensione dei costumi e riti cinesi a vantaggio dei futuri missionari.
Morì nel 1671, poco dopo la revoca delle misure contro i missionari.
Il suo corpo venne trasportato a Shanghai e fu solennemente seppellito nel
cimitero di Sheng-mu-t'ang.
32-Niccolo' Longobardi - Caltagirone 1565/1654 - Missionario Siciliano gesuita in Cina
Entrò nei gesuiti nel 1582. Si imbarcò nel 1596 giungendo in Cina nel 1597 destinato alla regione di Shaoguan.Nel 1610 divenne Superiore della missione di Cina, accettandone parzialmente, il metodo missionario ma sollevando il problema dell'uso del nome di Dio in cinese.
Infatti nel 1630 redasse anche un trattato sul problema del nome di Dio in Cina e quindi l'uso dei termini "Tian" e "Shangdi", poiché portavano a degli equivoci che richiamavano il sistema religioso preesistente.Ricoprì il ruolo di superiore dei gesuiti in Cina fino al 1622.Continuò la sua attività fino alla morte, dopo aver trascorso ben 58 anni in Cina. L'imperatore Shunzhi spese tanti soldini per il suo funerale.Era anche un bravo astronomo e calcolò con esattezza una eclisse di luna.Visto che gli piaceva studiare si impegno anche nello studio del terremoti. Con il nome cinese di Long Huamin nel 1626, dopo un violento terremoto scrisse in cinese il : Trattato sui terremoti e per la prima volta in Cina diede una impronta scientifica ai fenomeni sismici.
33-Giuseppe Chiara - Chiusa Sclafani 1602/1685 - Missionario Siciliano gesuita in Giappone
Facendo tappa a Goa,Manila e poi Macao giunse nel 1643 in Giappone nell'epoca in cui la cristianità era rigorosamente vietata ed i cristiani erano torturati e costretti all'abiura del credo.Catturato sull'isola di Kajime-Oshima venne trasferito a Nagasaki e poi ad Edo.Chiara fu torturato e per questo anch'egli abiurò.Non ottenne mai la liberta' e visse in una controllata prigionia,fu obbligato a sposare una donna giapponese e rilevo' il nome e lo status di samurai del suo defunto marito, Okamoto San'emon.
Fu costretto a scrivere testi su e contro il cristianesimo,ne scrisse uno in tre volumi che non piacque ai suoi carcerieri che aumentarono la sorveglianza e chiesero conferma della sua abiura.
Visse in Giappone fino alla sua morte, avvenuta a Edo.
Il personaggio protagonista del romanzo Silenzio di Shusaku Endo,Sebastião Rodrigues, è basato sulla figura storica di Chiara.
34-Giovan Battista Sidoti - Sicilia 1668/1714 - Missionario Siciliano in Giappone
Dopo circa un anno di viaggio,circumnavigando l’Africa e facendo tappa in India,arriva a Manila.
Qui vive quattro anni nell'attesa dell'occasione propizia per entrare in Giappone,infatti da quasi un secolo i confini erano chiusi a qualunque straniero.
I martiri sono stati diverse centinaia: di molti non si conosce nemmeno il nome.
Giovan Battista ha 40 anni, ha rasato parte della testa come un samurai e ne indossa il vestito caratteristico, la spada e i capelli raccolti in una crocchia. Con la fregata Santa Trinidad parte da Manila e dopo due mesi di navigazione arriva in Giappone nel 1708.Ha con se le credenziali che attestano che è mandato dal Papa. Vuole vedere l’Imperatore. Spera che il Giappone apra i confini ai cristiani e permetta di annunciare Cristo.Ma lo identificano subito come straniero e per questo fuorilegge.Dopo vari e duri spostamenti viene trasferito a Edo dove deve essere processato da una persona di fiducia dello Shogun,un uomo di cultura, un neoconfuciano di nome Arai Hakuseki.Arai si trova davanti un pozzo di sapienza e di scienza a cui attingere, un uomo che paziente risponde alle sue domande.Ci lascia così tre volumi che trascrivono le risposte di Sidoti negli interrogatori e che vanno dalla geografia alla politica, dai governi del resto del mondo alla fede, un prezioso documento.
Arai Hakuseki utilizzò le conoscenze acquisite nei suoi colloqui con Sidotti per scrivere il "Seiyo Kibun", pubblicato postumo, e il "Sarain Igen".Hakuseki fu impressionato dalla cultura e dall'abilità dialettica di Sidotti, e sviluppò una grande stima nei suoi riguardi; Sidotti fu altrettanto intrigato dal dibattito e il dialogo tra i due divenne sempre più aperto, conducendo per la prima volta dopo un secolo di sakoku ad un confronto serrato tra due liberi pensatori appartenenti a due culture lontane e diverse.Terminato l’interrogatorio Arai Hakuseki riferisce allo Shogun analizzando varie soluzioni e ne propone il rimpatrio.Lo Shogun decide invece di tenerlo prigioniero per sempre. Ordina a due coniugi, Chosuke e Haru, di servirlo. I due hanno già accudito durante la prigionia il gesuita Chiara.
Proprio il battesimo dei due custodi gli procura una condanna ancor più grave: viene calato in una fossa, un pozzo quadrato profondo quattro metri con una piccola apertura ed uno spazio angusto in cui stare.
Poca luce, poca aria, poco cibo.Muore dopo sei mesi.
35-Pietro Rombulo - Messina 1385/1451 -
Navigatore/Mercante/
Cresciuto in una famiglia di mercanti messinesi, inizia a navigare gia' dal
1399 in giro per il Mediterraneo,poi con un viaggio che tocca l'Egitto ed il
Sudan arriva in Etiopia dove presta i suoi servigi e le sue
conoscenze al regno di re Dawit I,svolgendo missioni diplomatiche e politiche.
Nei suoi viaggi spingendosi verso
l'India,nel 1416 scopri' le Maldive,e visito' lo Sri-lanka
Nel 1423,1444,1448 visito' la Malaysia,l'Indocina e Filippine e la Cina.
Malgrado siano poco conosciute le sue imprese, non risultano viaggiatori italiani, che abbiano raggiunto la Cina,l'India o l'Africa orientale via mare prima di lui.
Infatti esploro' l'Africa equatoriale facendo ricognizioni fino in Tanzania.
Passando per le coste del Madagascar circumnavigo', prima dei portoghesi,nel 1432 il Capo di buona speranza.
La fonte più documentata ed autorevole sulla vita e i viaggi di Pietro Rombulo sono gli "Annales" di Pietro Ranzano.
36-Pietro Ranzano - Palermo 1426/1492 - Domenicano Siciliano alla corte del re di Ungheria
E’ noto soprattutto per l'opera De primordiis et progressu felicis Urbis Panormi, che narra la storia della città di Palermo e gli Annales omnium temporum e dell'Epithoma rerum Hungarorum, libro che ricostruisce la storia dell' Ungheria e che fu scritto durante gli anni trascorsi presso la corte del re ungherese Mattia Corvino.
Infatti 1488 si trasferi' in Ungheria in qualita' di ambasciatore di re Ferdinando.
Vi resto' fino alla morte del re nel 1490.
37-Girolamo De Angelis o Degli Angeli o D'Angelo - Castrogiovanni, 1567/1623 -missionario gesuita Siciliano
Ancor
prima di essere ordinato sacerdote partì nel 1596 per Lisbona con il fratello Pietro per realizzare
la sua aspirazione di missionario. Qui studio’ il portoghese e lo stesso anno si
imbarcò su una nave diretta a Goa in India per
poi raggiungere il Giappone. In prossimità dell'Angola una furiosa tempesta danneggiò
gravemente la nave che fu costretta a riparare in Brasile. Solo dopo un anno e mezzo furono in grado di riaffrontare la navigazione.
Ripartita dal Brasile la
nave, a causa del suo cattivo stato, dovette far rotta verso Lisbona. Ma in balia di una nuova tempesta fu
costretta a riparare a Porto Rico.
Dopo qualche mese i due ripartirono verso Lisbona. Nella traversata la nave fu catturata
dalla marina inglese ed equipaggio e passeggeri furono presi prigionieri e
portati a Londra. Qui i due missionari essendo italiani
furono lasciati liberi e nel gennaio del 1598 raggiunsero
finalmente Lisbona.
Nel
corso del 1598 fu ordinato sacerdote e nel 1599 salpò
per l'Oriente. La navigazione fu tormentata e avventurosa. Nell'aprile
del 1600 giunse a Macao dove
rimase circa un anno imparando il Cinese.
Nel 1602 si spostò a Nagasaki in Giappone.
Fu destinato dai suoi superiori come capo della missione di Fushimi, nel regno
di Kami.
Qui rimase per otto anni producendo un'intensa e proficua opera di proselitismo.Per questo venne scelto per fondare una missione a Sumpu
(Shizuoca), città molto importante del Giappone.
Nel 1614 lo Shogun decretò l'espulsione dei missionari. Il De Angelis si rifugiò a Nagasaki, lasciando l'abito talare e vestendosi alla giapponese. Nel 1615 fu inviato dai suoi superiori nel nord del Giappone nella regione di Tsugaru (Aomori-Ken) per fondarvi una missione.Riuscì ad attraversare il paese e a rimanere nel nord del Giappone fino al 1621. Fu il primo a portare il vangelo nelle province di Findadono, Conghecasu, Monganu, Nambri e Sungam. Nel corso dei suoi viaggi nel 1618 ebbe modo di visitare l'isola di Hokkaidō nel regno di Yezo. Egli fu il primo occidentale a mettere piede su quel territorio scoprendo che si trattava di un'isola. Egli redasse una dettagliata mappa del paese e un'importante relazione, pubblicata nel 1624 col titolo Relazione sul regno di Yezo, che costituisce uno dei primi documenti geografici ed etnologici sull'isola di Hokkaidō.L'attività missionaria del De Angelis era stata tollerata dal signore della regione ma poi l'atteggiamento cambiò e fu emanato un decreto per la confisca dei beni e per l'espulsione dei missionari che non volessero rinunziare alla loro fede. Riparo’ nella capitale dove continuò a svolgere clandestinamente l'attività missionaria. Ma con l'insediamento del nuovo Shogun, Iemitsu Tookugawa, la persecuzione nei confronti dei cristiani divenne sempre più crudele e sanguinosa. Un traditore denunziò l'uomo che lo ospitava e per farlo liberare il De Angelis si costituì.Nel 1623, dopo avere assistito all'esecuzione di quarantasette condanne a morte, anche Girolamo De Angelis fu arso sul rogo.
38-Nino da Noto - Noto? 1300/1400
Era residente a Damasco durante la conquista di Tamerlano (1400).Ne fa cenno Ranzano nei suoi annali.
39-Fra' Francesco Cascio da Licodia Eubea 1600 circa/1682 - Missionario laico cappuccino in Angola
Denominato "L'asinello di Dio per la sua umilta' e per la sua robusta mole fisica,
Francesco parti' missionario per l'Africa nel 1644 destinazione Nuova Missione in Congo,accolto dopo quattro mesi di viaggio dal re Garzia II.
Nel 1648 il generale dell’esercito Salvatore Corea di Laà cacciò gli
Olandesi dal Regno di Angola consegnandola sotto il dominio del Re del Congo,
il quale volle mandare Francesco come sacerdote nell’acquisita provincia .
Francesco prese alloggio nell’Ospizio di Sant’Antonio dei Cappuccini nella
città di Luanda dove visse per 34 anni e vi mori'.
40-Callimaco
Angelo - Mazara del Vallo – 1450 circa/? -
Poeta e scrittore Siciliano
Di famiglia di modeste condizioni.Il suo vero cognome era
Monteverde. Iniziò la sua attività poetica rivolta solo a
celebrare personaggi illustri dei quali egli cercava la protezione e l'aiuto.Si
dice sia stato stipendiato a condizioni favorevolissime per insegnare in
Ungheria e in Austria fino alla morte di Mattia Corvino (1490).Della sua
permanenza in Austria e in Ungheria poche testimonianze ci sono giunte.
Il Ranzano ricorda il suo soggiorno ungherese in un passo dei
suoi Annales
41-Emigrati Siciliani in Tunisia 1800/1900 (storie di siciliani in tunisia e comunita' siciliane in Tunisia)
A seguire dei link dove potrete leggere degli articoli al solo fine di
ricevere informazioni su una parte di storia del popolo siciliano :
http://www.istitutoeuroarabo.
42-Emigrati Siciliani in Marocco - 1900 (quartiere Maarif di Casablanca "Petite Italie)
A seguire dei link dove potrete leggere degli articoli al solo fine di ricevere informazioni su una parte di storia del popolo siciliano :
https://it.wikipedia.org/wiki/
43-Panteno - Sicilia ?/200 filosofo
e teologo
Chiamato l'Ape sicula fu maestro di Clemente Alessandrino.Di religione
ellenica si convertì al Cristianesimo in età adulta.È considerato
santo dalla Chiesa Cattolica e Copta Ortodossa.
Nel 180 fondò ad Alessandria di Egitto una scuola catechetica
e teologica chiamata Didaskaleion.
Elaborò la dogmatica cristiana, sviluppando la Regula fidei al
lume del ragionamento filosofico.
Si dice si sia recato in India tra il 180 e il 190 su invito dei cristiani del
luogo,
Alcuni autori invece dicono che visitò solo la Mesopotamia e la
Persia.
44-Jawhar al-Siqili - Sicilia 911/992 Generale Siciliano nell'esercito impero Fatimida
Jawhar al-Ṣiqillī, "Giafar il Siciliano" conquistò
il Nordafrica, dal Marocco all'Egitto per conto dei Fatimidi. Gettò le basi del grande
impero fatimide conquistando tutto
l'Egitto ed una buona parte della Siria.
Fu anche il fondatore della città di al-Qāhira (Il Cairo) e della grande moschea di al-Azhar.
Talvolta al-Ṣiqillī è stato riportato come as-Siqilli, al-Saqalli o
Il padre era Jawhar, figlio di ʿAbd Allāh, "il siciliano",
noto come "il segretario" (kātib) o il bizan
Jawhar era legato a un gruppo di mawālī (non-arabi) siciliani che erano stati ridotti in schiavitù e deportati dall'Emirato
di Sicilia alla
città tunisina di Qayrawan.
I suoi antenati erano dei cristiani bizantini con nomi non-musulmani.
Nel 953, Jawhar fu liberato e ben
presto acquistò posti di sempre maggiore importanza all'interno dell'Imamato.Fu
nominato segretario di al-Muʿizz e poi, messo alla testa dell'esercito
fatimide conquistando M'Sila in Algeria.Tentò poi di penetrare nel Marocco,l'estremo Maghreb.
Nel 959 venne nominato vizir e comandante in capo
dell'esercito conquistando numerose province del Maghreb.Nel 969 venne
incaricato di conquistare l'Egitto e dopo la vittoria ne divenne
governatore.
Il suo governo fu tollerante, benevolo e positivo.Dopo la conquista
dell'Egitto Jawhar progetto' e fondo'
al-Qāhira (l'attuale Cairo). Nel 970 iniziò l'edificazione
della moschea di
al-Azhar e
anche un palazzo (Il Palazzo dell'Est) per accogliere il califfo che vi
si trasferì nel 973.Nell'anno 970 inviò i suoi uomini alla
conquista della Siria e nel 972 difese l’Egitto dal
contrattacco dei siriani
Morì avendo superato gli 80 anni.
45-Giovanni Pietro Flaccomio - Milazzo 1565 circa/1617) compositore e maestro di cappella Siciliano
Dopo la sua formazione e un primo periodo di attività in Sicilia,fu ingaggiato dal re Filippo III di Spagna come maestro di cappella di
corte presso le residenze di Valladolid e Madrid.
46-Anthony "Tony" Terlazzo -
Patti 1911/1966 sollevatore Siciliano
per la nazionale statunitense
Bronzo a Los Angeles
1932 nei pesi piuma.
Oro a Berlino 1936 nei pesi piuma.
Mori’ a Los angeles.
47-Psaumida - Kamarina, 495 a.C. circa / V secolo a.C. Cavaliere e atleta siciliano
Psaumida, figlio di Acrone (probabilmente un medico aristocratico di Gela o di
Agrigento), nacque a Kamarina, sub-colonia
siracusana, all'inizio del VI secolo a.C. Divenne famoso nel 452 a.C. quando
vinse tre gare dei LXXXII giochi olimpici di Olimpia, tra cui la gara
più ambita, quella con la quadriga.
48-Biagio
Massimo Corvo, detto Max - Augusta 1920/1994) militare Siciliano nell’esercito statunitense
Negli Stati Uniti, diresse l'ufficio italiano dell'Office
of Strategic Services (O.S.S.),
il servizio segreto americano, durante la Campagna d'Italia (1943-1945) nella seconda guerra mondiale.
Per le sue idee antifasciste, il padre originario di Melilli, è costretto nel 1923 a espatriare in
America. Solo nel 1929, ottenuta la cittadinanza americana la famiglia si riunii
a Middletwon ( comunità di Melillesi).
Il padre fondo’ un settimanale antifascista in lingua italiana (The
Middletown Bulletin).
Max cresce così in un ambiente che ha mantenuto dei legami strettissimi con la
lingua, la cultura e la politica italiane. Quando si arruola come volontario
nell'esercito americano nel 1941, queste sue potenzialità sono subito notate
dai suoi superiori che lo distaccano (nome in codice "Maral", tessera
n.45) presso la neonata sezione italiana dell'Office of Strategic
Services (O.S.S) per assistere con servizi di intelligence
l'invasione alleata dell'Italia. Grazie ai suoi legami familiari,le conoscenze
e alla sua capacità organizzativa (ha solo 22 anni) raggiunge il vertice
dell'organizzazione. Attorno a lui raduna anzitutto un gruppo di amici
siculoamericani (tra cui Emilio
Daddario) per espandere i rapporti nelle varie regioni italiane.
Già nel 1942 Corvo delinea piani dettagliati di intelligence per lo sbarco in Sicilia.Nel 1943 si reca in Nord Africa
ed a luglio il suo gruppo sbarca in Sicilia stabilendo la sua base operativa
al castello di Falconara.
Max agisce con grande spregiudicatezza, non esitando ad intessere rapporti
anche con la mafia siciliana. Al tempo stesso ha solidi legami con democratici
ed antifascisti italiani.
Privilegia i rapporti con le forze repubblicane (anche socialiste e comuniste)
della Resistenza Italiana e il Comitato
di Liberazione Nazionale.
Fornendogli armi e viveri, per indebolire i tedeschi ed impedire la distruzione
delle infrastrutture produttive e industriali italiane.
Nei
giorni della Liberazione, il 25 aprile 1945, Corvo invia Emilio
Daddario dalla Svizzera con la missione di catturare i capi
militari della Repubblica Sociale
Italiana.
Congedatosi dall'esercito con il grado di maggiore, molti anni dopo Corvo
racconta la propria esperienza militare nel corso della seconda guerra mondiale
in un libro autobiografico: "The O.S.S. in Italy 1942-1945: A Personal
Memoir" (New York: Praeger).
49-Tommaso Agni o Tommaso da Lentini - Lentini
?/1277 - Patriarca Siciliano
della chiesa cattolica in Israele
Frate domenicano,fu vescovo di Betlemme e infine patriarca
latino di Gerusalemme.
Fondò a Napoli nel 1231 il convento di San Domenico Maggiore. Fu
successivamente vescovo di Betlemme dal 1255 e patriarca
latino di Gerusalemme dal 1272 e legato
50-Pietro Floridia -
Modica 1860/ 1932 - compositore Siciliano naturalizzato statunitense
Ancora allievo del conservatorio pubblicò le sue prime composizione
che lo fecero conoscere a livello nazionale.
Nel 1882 la sua prima opera, Carlotta Clepier fu
rappresentata con successo a Napoli.
Apprezzato pianista, alla fine del 1885 iniziò alcune tournée in Italia e all'estero.
Dopo varie rappresentazioni di successo in giro per l’Italia nel 1904 decide di
emigrare negli Stati Uniti. Si stabilì dapprima a New York e poi a Cincinnati,
dove per due anni insegnò al locale College of Music. Tornato a New York nel
1908, vi riprese l'insegnamento. Nel 1910 compose un'opera commissionatagli dal
Comune di Cincinnati,rappresentata alla Music Hall di Cincinnati.
Nel 1913 organizzò e diresse a New York un'orchestra sinfonica italiana.
Nel 1930 la American Opera Society di Chicago gli assegnò la David Bispham
medal.
Nel 1932, poco prima di morire, portò a termine un ultimo lavoro,intitolato
Malia,rimasto inedito.
Morì a New York.
51-Nunzio La Farina -
Capizzi 1896/1961 Compositore Siciliano in Argentina
Emigrato in Argentina ottiene
il diploma di professore e compositore di musica a Buenos Aires.
Incise grandi successi sui dischi Columbia e Brunswich.
Nel 1943 compose un nota marcia inno intitolata
"Madre Patria".
Morì da famoso e apprezzato compositore in tutto il mondo.
52-Fra' Francesco di Sicilia - Sicilia 1500 – Frate Siciliano Minore osservante e missionario in Egitto
Scrisse : «Notizie della Palestina scritte nel 1585 dal P. Francesco di Sicilia, ossia di Messina, minor osservante, viaggiatore, di que’ luoghi procuratore»
53-Giovanni Geraci -
Partinico 1800 - Cantastorie/Combattente Siciliano battaglia Custoza
Scrisse una cronaca cantata ambientata durante la terza guerra d’indipendenza
italiana.
Era un contadino che nel 1866 fu arruolato di gran corsa e spedito a combattere
al Nord nella terza guerra d’indipendenza.
La canzone è il racconto delle fatiche e disagi, del lungo ed estenuante
viaggio verso il Veneto e delle battaglia di Custoza del 24 giugno 1866.
Fu una grande sconfitta. Tornato indietro vivo, ebbe modo di trasmettere la sua
“cronaca” in forma di canzone ai suoi parenti ed amici. L'opera inizia cosi':
"L’annu
sissantasei mill’ottucentu
Vittòriu nni fìci la chiamata:
«Ogni surdatu a lu so riggimentu,
« puru li cuncidati chi su' a casa. »
Cunsidirati chi beddu mumentu,
lassari la famìgghia angustiata,
li matri, ca facìanu lamentu,
e pri li patri fu 'na cutiddata!......
54-Juan Domingo Palermo - Palermo 1560/1635 - Comandante/Amministratore Siciliano di Buenos Aires
Proprietario di un oratorio che venerava San Benito da Palermo a Buenos Aires.
Juan Dominguez Palermo era un militare e un politico siciliano, che prestò
servizio a Buenos Aires durante
il Viceréame del Perù.Nacque in Sicilia nel tempo in cui la regione apparteneva al Regno
d’Aragona.Figlio di Domingo de Giovani e Maria de Vargas, appartenente ad una famiglia
illustre.
Arrivo’, intorno al 1582, a pochi anni dalla fondazione di
Buenos Aires.Sposò Isabel Goméz de la Puerta y Seravia, discendente di un
fondatore,del quale ereditò un appezzamento di terreno nel Monte Grande, di
300 verghe di fronte.Trasformò questi terreni paludosi in fiorenti
giardini di vigne e frutteti ed acquisì altri fondi contigui fino ad ampliare
il suo possedimento ad un fronte di 13.000 verghe.
Uno dei quartieri più esclusivi di Buenos Aires porta il suo nome.
Ha servito sotto il comando di Giovanni d'Austria, fornendo servizi a Malta, Napoli e Spagna. Stabilitosi nel Río de la Plata nel 1590,ricevute poi le concessioni fondiarie a Buenos Aires divenne proprietario di
diverse haciendas nei sobborghi della città. Era un membro attivo del Consiglio Comunale e fu reggente per diversi anni. Ha anche ricoperto la posizione onoraria di Mayordomo di Buenos Aires,relativa al
controllo delle attività economiche della città.
Alla morte fu sepolto nella Cattedrale.Da quel momento le sue terre si chiamarono Banados de Palermo o anche Vignas de la Punta de Palermo.
Fonti storiche:
“Los primeros italianos en el Río” de la Plata DI Enrique De Gandia
“Los pobladores de Buenos Aires y su
descendencia” di Hialmar
Edmundo Gammalsson
55-Ibn Hamdis Siracusa o Noto 1056/1133 - Poeta Siciliano in vari regni maghrebini
E’ stato un poeta arabo in lingua
siculo-araba, massimo esponente
della poesia araba di Sicilia a
cavallo tra l'XI e il XII secolo. Abū Muḥammad ʿAbd al-Jabbār ibn Abī Bakr ibn Muḥammad ibn Ḥamdīs al-Azdī
al-Ṣiqillī nacque da una famiglia nobile. Verso il 1078 a causa
della conquista normanna della Sicilia,
lasciò l'isola per giungere in al-Andalus. A Siviglia fu accolto alla corte del principe mecenate Muhammad
al-Muʿtamid.
Fu accanto al principe anche durante l’imprigionamento in Marocco.
Dopo la sua morte fu accolto nel 1095 a Bijāya,
in Algeria,
sotto la protezione del principe hammadita Mansur ibn Nasir.
Dopo la scomparsa di quest'ultimo (1105) fu ospitato
per almeno un ventennio nella città tunisina di Mahdia alla
corte dei principi ziridi.
Una poesia di Ibn Ḥamdīs celebra la vittoria ziride contro la flotta normanna a
capo Dimas nel 1123.
Ibn Ḥamdīs continuò il suo peregrinare nei paesi dell'Islam mediterraneo
fino alla morte che lo colse a Maiorca,
quasi ottantenne.
Di Ibn Ḥamdīs ci è pervenuto un dīwān, un canzoniere di componimenti poetici, composto di 360 poesie.
Molte poesie sono dedicate alla Sicilia perduta della sua giovinezza.
56-Alfonso Scalia e Patrioti Siciliani ed altri esuli in Inghilterra e nel
mediterraneo 1800
Alfonso Scalia e suo fratello Luigi sono
residenti a Londra come tanti emigrati politici siciliani.Esuli dopo le rivolte siciliane del 1848.
Alfonso ha lasciato Palermo dopo il fallimento dei moti del 1848, era stato
marinaio e capitano.Ad appena 24 anni aveva fatto parte dell' equipaggio della
nave Sumatra che era arrivata sino alle Indie Orientali e a Singapore. Ma nel '
48 Alfonso era stato a Palermo, aveva coordinato gli insorti decisi a espugnare
il forte di Castellammare ed era rimasto al suo posto sino all' ultimo.Scrivevano
di lui: «il maggiore Alfonso Scalia, il solo de' capi della truppa che non
avesse disertato dal suo posto...».
Una volta in Inghilterra Alfonso entra a far parte della variegata compagnia degli esuli, aderisce al partito moderato chiamato «malva» con repubblicani e mazziniani. Molti diventano i beniamini dei salotti,resi più fascinosi dalle persecuzioni politiche.Molti erano gelosi dei successi mondani dei fratelli Scalia.
Fonte storica : http://www.trapaninostra.it/
57-Vincenzo Bartolo e i suoi fratelli - Ustica 1802/1846 - Navigatore Siciliano in giro per il mondo
Fu il primo a raggiungere Sumatra al comando di un veliero battente la bandiera del Regno delle Due Sicilie.
La famiglia era originaria di Trapani.Fece pratica di navigazione nelle rotte del Nord Atlantico.
Capitano del brigantino Elisa, nel 1838-39 si rese protagonista di un viaggio ricco di peripezie e si guadagnò il soprannome di Colombo di Palermo.La rotta prevedeva un primo viaggio che doveva portare un carico di prodotti siciliani a Boston, poi da lì doveva ripartire verso l’isola di Sumatra, per caricare del pepe da riportare a Palermo.Questo viaggio, per quei tempi, era da considerarsi un’impresa più che ardimentosa e il capitano Di Bartolo, trentasettenne di Ustica, si sentiva pronto ad imbarcarsi in questa avventura.
Parti’ con 12 uomini di equipaggio da Palermo il 28 ottobre 1838, l’Elisa
attraversò lo stretto di Gibilterra il 10 di dicembre. Dopo una violenta
tempesta e la lotta col gelido inverno, il brigantino giunse al porto di Boston
il 27 gennaio 1839, tra lo stupore generale.
A Boston si provvide anche ad imbarcare dei
cannoni, date le acque insidiose da attraversare e l’incerta ospitalità degli
indigeni a Sumatra.Il primo marzo l’Elisa sciolse le vele e ripartì
alla volta delle isole indonesiane, doppiando felicemente il Capo Horn.Dopo
68 giorni di navigazione il 1º luglio 1839 raggiunse l’isolotto di Pulau Raja, sperando di
trovare del pepe ma, non trovando carico a sufficienza, si videro costretti a
ripartire subito alla volta di Rigaih, a Sumatra, dove approdarono il 12
luglio.Qui contattarono il capo della tribù locale e con questo trattò l’acquisto
del carico che barattò in cambio di due cannoni. Lo scambio andò a buon fine e
l’Elisa si soffermò su quelle spiagge per 16 giorni prima di
riprendere la rotta di casa, ripassando per il Capo di Buona Speranza e
soffermandosi sull’isola di S. Elena.Qui Di Bartolo volle visitare i luoghi
dove Napoleone trascorse i suoi ultimi giorni, ormai adibiti a stalle e
magazzini.Dopo un viaggio di ritorno tranquillo il brigantino giunse a Palermo
la sera del 14 dicembre, ovvero un anno, un mese e 16 giorni dopo la partenza
dallo stesso porto. Era la prima volta che una nave palermitana solcava
l’Oceano Indiano e Vincenzo Di Bartolo compilò un dettagliatissimo diario di
viaggio, per trasmettere informazioni e consigli a tutti quelli che avrebbero
tentato l’impresa in futuro.
Di seguito l’equipaggio
Nr |
Nome |
Età |
Patria |
Classe |
1. |
Vincenzo di |
36 |
Ustica |
Cap. d’altura |
2. |
Federico |
25 |
Ancona |
Pilota d’altura |
3. |
Domenico Pitrè |
34 |
Palermo |
Nostromo |
4. |
Antonino Mattina |
21 |
Palermo |
Marinaio |
5. |
Francesco Sposito |
54 |
Meta |
Marin. camm. |
6. |
Andrea Sposito |
24 |
Palermo |
Marinaio |
7. |
Salv. Gius. La |
24 |
Termini |
Marinaio |
8. |
Benedetto Mercurio |
28 |
Palermo |
Marinaio |
9. |
Giuseppe Monte |
37 |
Termini |
Marinaio |
10. |
Antonino Rizzo |
28 |
Termini |
Marinaio |
11. |
Antonino Culotta |
42 |
Termini |
Marinaio |
12. |
Felice Di Simone |
19 |
Ustica |
Giovinotto |
13. |
Pietro Gangurra |
15 |
Termini |
Giovinotto |
Fonte storica del Centro studi e documentazioni isola di Ustica:
58-Giacomo Albanese - Geraci Siculo 1890/1947 - Matematico Siciliano
Esponente della scuola italiana di geometria algebrica.
Nel 1909 si laureò in fisica a Palermo.Tra il 1936 e il 1942 visse San Paolo del Brasile, dove insegnò all'Universidade de São Paulo. Fu in Italia dal 1942 al 1946 a causa della seconda guerra mondiale, per poi tornare a San Paolo, dove morì nel 1947.
59-Navigatori e marinai Siciliani in giro per il mondo (l'assalto del brigantino Clementina e la truffa dei pesi)- Sicilia 1800
La sera del 3 gennaio
del 1850 il comandante Francesco Cafiero (Sorrento) ordinò di lasciare il molo di
Palermo.
Lentamente il brigantino Clementina prese il vento e il primo
ufficiale Salvatore De Francisci fece doppiare capo Gallo e prese la rotta per
Gibilterra,destinazione New York.
Li’ avrebbero sbarcato il «carico assortito» e imbarcato viveri e attrezzature,
il bastimento sarebbe poi ripartito per un traffico più ricco: pepe di Sumatra
nelle Indie Orientali (Indonesia).
Palermitani erano i quattordici uomini dell' equipaggio, oltre al primo ufficiale
e il pilota Carlo Monti.
Il commercio da quelle parti fu da sempre molto conveniente poiché si riusciva a
truffare facilmente gli indigeni ma gia’ in quel periodo i locali si erano
fatti piu’ furbi.
Infatti scriveva gia’ Di Bartolo sul diario di bordo : «Il
modo di coglionare questa gente non solo si è reso difficile, ma al contrario
conoscono la maniera di rubare a noi».
Gli europei/americani avevano creato dei pesi speciali con un incavo dentro più
o meno capiente,che si poteva riempire di mercurio, svitando la parte superiore.
I pesi alla verifica preliminare fatta dagli indigeni risultavano esatti ma poi
venivano opportunamente appesantiti,riuscendo a guadagnarci il 75% sul carico.Quindi
dopo i primi viaggi conclusi con interessanti guadagni, gli altri avevano
avuto,con il passare del tempo,alterne fortune: sia per gli imprevisti, sia per
l' aumentata difficoltà a concludere scambi vantaggiosi con i sempre più
smaliziati rajah malesi.Questo lo stato delle cose quando capitan Cafiero diede
fondo al suo bastimento davanti alla costa di Sumatra: era il 4 settembre, dopo
centoventi giorni di navigazione da New York. I primi approcci non furono
fortunati,il Clementina navigò per mesi fra varie isole, spingendosi fino al
golfo del Bengala, con traffici vari, per far fruttare in qualche modo il
viaggio, in attesa che finalmente il pepe fosse abbondante sul mercato. Il 20
marzo del 1851 ancorò finalmente nella rada di un posto chiamato Qualah Diah.
Cominciò a caricare pepe la notte del 29 marzo ma alle quattro di quella notte,
il comandante del clipper americano Ariosto fu svegliato dalla richiesta d'
aiuto di due uomini che stavano in una barca sotto il suo bordo. Li fece venire
a bordo: erano due marinai del Clementina, uno dei quali aveva il tallone
tagliato da una sciabolata. Dal loro racconto concitato seppero che il
bastimento siciliano era stato assaltato dai malesi.Lo confermo’ l’arrivo di un'
altra scialuppa con sette marinai del Clementina, uno aveva una mano quasi
mozzata.Gli americani saliti a bordo trovarono il corpo senza vita del capitano
trafitto da due coltellate al cuore.
Il primo ufficiale De Francisci era stato pugnalato ad entrambe le spalle, il
secondo Monti al petto e a una spalla. Uscì dal suo nascondiglio anche uno
scampato al massacro, con una ferita di pugnale alla spalla destra.A bordo
trovarono dei malesi armati che dissero di essere solo amici intervenuti in
aiuto.
In pratica i malesi si erano accorti di qualche imbroglio (pesi manomessi) e si
arrabbiarono assai!Testimone dei fatti fu Antonino Mattina,mozzo del Clementina,che trasmise la storia ai suoi discendenti.Durante l’assalto Il giovane palermitano sparò
due colpi di revolver e si lanciò contro un malese brandendo un' ascia: nella
lotta fu spinto contro la murata, scivolò sul sangue che inondava il ponte e
finì in mare abbrancato al suo nemico. Riuscì a divincolarsi e, ferito, saltò a
bordo della barcaccia legata a poppa. Tagliò il cavo e svenne. Quando riaprì
gli occhi ebbe il tempo di vedere la murata del clipper americano Ariosto.Fu
raccolto a bordo.
Gli americani dell'Ariosto salirono a bordo del Clementina anche per un'
azione punitiva per il prestigio della razza bianca», arrembarono,sconfissero i
malesi e si riappropriarono del brigantino.
La rappresaglia sarebbe stata guidata da un non meglio identificabile Gianni
Forte della marina di Capaci. Chi era costui? Un ufficiale imbarcato su uno dei
legni americani?Dopo quell'evento, i palermitani non abbandonarono quella rotta
insanguinata. Negli anni immediatamente successivi sono registrati almeno
quattro viaggi per le Indie Orientali: nel 1854, Federico Montechiaro ci portò
il Sumatra, e con lo stesso bastimento, due anni dopo, ci tornarono i capitani
Gaetano Di Napoli e Antonino Mattina; nel 1864 il comandante Di Liberto. E
tornarono tutti per raccontarla.
60-Federico Carlo Gravina - Palermo 1756/1806 - Ammiraglio e comandante Siciliano della Armada spagnola
Dopo aver compiuto gli studi nel 1776 si arruolò nella marina spagnola diventando subito guardiamarina a Cadice. Imbarcato sul vascello San José nel 1776, venne promosso poco dopo alfiere di fregata e destinato alla fregata Clara con la quale giunse in Brasile,fece ritorno a Cadice sulla San Dámasocon. Nel 1778 venne promosso alfiere di vascello.
Nominato Tenente di fregata nel 1779 ottenne il comando dello sciabecco San Luis e la promozione a Tenente di vascello. Nel 1781 prese parte alla Spedizione di Minorca . Capitano di fregata al comando della San Cristobal, nel 1782 partecipò all'Assedio di Gibilterra, passò quindi al comando della Santisima Trinidàd per la battaglia del capo Espartel e quindi prese parte alle operazioni contro Algeri e all'impresa di Tolone del 1793. Per i suoi meriti, nel 1800 venne nominato ammiraglio e, dopo l'alleanza della Spagna con l'Impero Napoleonico, partecipò nel 1802 alla spedizione di S. Domingo. Dopo essere stato ambasciatore a Parigi nel 1805, combatté a Capo Finisterre ed a Trafalgar nel 1805 a bordo del vascello Prìncipe de Asturias in qualità di viceammiraglio della Flotta Combinata e comandante dei 15 velieri spagnoli presenti in loco. Durante la battaglia l’ammiraglio fu messo in salvo ma subì una ferita al braccio sinistro che lo portò alla morte pochi mesi dopo essere stato promosso Capitán general de la Armada.
Fu sepolto nel Panteon de Marinos Ilustres, a San Fernando presso Cadice, costruito appositamente per conservare le memorie di questo ammiraglio spagnolo venuto da Palermo.
61-Vito Mangiamele - Sortino 1827/1897 - matematico Siciliano
Figlio di un umile pastore di pecore, diede prova di abilità di calcolo sorprendenti tanto da essere convocato a Parigi, il 19 giugno 1837, presso l'Accademia delle scienze francese alla presenza del famoso François Arago. Qui stupì tutti i presenti calcolando a mente radici cubiche di numeri di sei cifre. Per l'interessamento dell'Accademia delle Scienze, ebbe l'opportunità di studiare a Parigi, dove giunse ad avere una cattedra di matematica alla Sorbona. Morì a Toulouse nel 1897.
62-Bonaventura Consiglio e marinai (brigantino Oreto) - Sicilia 1800 - Condussero il primo veliero Siciliano negli Stati Uniti
Il brigantino Oreto fu il primo veliero siciliano ad attraversare l'Oceano Atlantico, aprendo la stagione della navigazione oceanica
Ecco come fu riportata la notizia nel numero 215 del Giornale del Regno delle Due Sicilie, datato giovedì 10 settembre 1818:
“Boston,
6 giugno - Negli scorsi giorni è giunto nel nostro porto il brigantino siciliano
l'Oreto, comandato dal capitano Bonaventura Consiglio, proveniente da Palermo.
È questo il primo bastimento italiano
condotto da Italiani, che sia comparso ne' nostri lidi. Il carico è stato
subito venduto con profitto considerevole del proprietario Signor Riso di
Palermo. L'equipaggio, durante la
sua permanenza in Boston si è meritata la stima generale. L'accoglienza e i
vantaggi di questa prima spedizione del commercio italiano con i riguardi verso
la bandiera del Regno delle Due Sicilie, ci fanno sperare in bene nel rapporto
con una nazione che sinora non si era mostrata sulle spiagge americane”.
Da quel periodo in poi la rotta inaugurata dall'Oreto fu seguita poco dopo da
altri velieri siciliani.
63-Stefano Stabile/Michele Fileti/Ignazio Tedesco/Capitano Arculeo del
brigantino Elisa/Capitano Orazio Di maggio del brigantino Peppino -
Sicilia 1800 - Navigatori Siciliani in giro per il mondo
Negli anni Trenta dell' Ottocento, la marineria siciliana, in particolare quella palermitana, cominciava a tentare le aspre vie oceaniche.
Nel 1830 il capitato palermitano Stefano Stabile, ascoltando i consigli del capitano Ignazio Tedesco, al comando del brigantino Penelope aveva finalmente azzeccato la rotta giusta per il Nord America e aveva stupito gli armatori andando e tornando da Boston in centoventi giorni.
La rotta del Levante, era stata invece riaperta anni prima dal capitano Michele Fileti: nel 1799 il regno di Sicilia per l' occupazione francese,era afflitto da una seria carestia e mancava il frumento per i siciliani. Michele Fileti era uno dei più valenti comandanti siciliani. Partì con il brigantino Archimede per il mar Nero, caricò il grano a Odessa e tornò a Palermo senza incappare in sgradite avventure.
Per quell' impresa, Michele Fileti fu nominato «tenente graduato della Real Marina.
Grazie a lui la marineria palermitana affinò le sue conoscenze nautiche e poté affrontare gli oceani.
L'
Archimede non si era spinto fin dentro il mare di Azov.Anche se il grano di
Tangarok era già rinomato, nemmeno il pur abile capitano Fileti s' era
azzardato in quel bacino ristretto e insidioso.
Sui grandi volumi della «Matricola della Gente di Mare di 1a Categoria»
conservati nella Capitaneria di Porto di Palermo, risulta che due bastimenti
palermitani vi approdarono nel 1879.
Il 18 febbraio arrivò il capitano Arculeo con il brigantino Elisa ma non era il leggendario Elisa con cui 40 anni prima il capitano usticense Vincenzo Di Bartolo aveva navigato fino a Sumatra.
Arculeo aveva portato un carico di agrumi e ne era tornato con le stive piene di grano.
In quello stesso anno compì diversi viaggi per Tangarok il capitano Orazio Di Maggio, di Isola delle Femmine, al comando del brigantino-goletta Peppino.
Nei registri con scritta : Matricola della Gente di mare di prima categoria per secoli la Capitaneria di porto di Palermo e quelle di altri porti siciliani vi hanno annotato la vita marinara di migliaia di navi e di marinai.
Tante le dinastie di marinai: i Rallo, i Vella, gli Onorato, i Fileti, i Lo Vico, i Cricchio.Queste famiglie furono il cuore vitale dinamico di Palermo.
Nel 1848 furono molti e tanti i veterani dell'Atlantico,capitani ed ufficiali della Mercantile che presero parte ai moti risorgimentali.Molti erano corsi ad arruolarsi nella Marina da guerra del Consiglio rivoluzionario presieduto da Ruggero Settimo.
La Sicilia delle rivoluzioni 1848-1849 e 1860 ebbe due marine da guerra ed un solo comandante, Salvatore Castiglia (1819-1895) uno dei più esperti e colti capitani di lungo corso siciliano.
Fonti: libro “Gente di mare” di Mario Genco
64-Militari e marinai siciliani - ( Registro della Gente di Mare di 1a Categoria) Sicilia 1914/1918 - Combattenti Siciliani della prima guerra mondiali
Un estratto dal libro di Mario Genco : Sbarcati in Mare.Epicedio”
http://www.intrasformazione.
Da un articolo pubblicato su Messina ieri e oggi scritto da Vincenzo Caruso
65-Giovanni Rizzo - Milazzo 1874/1956 - Capitano Siciliano
Così come il fratello Luigi fu l’erede di una
consolidata stirpe marinara.
Capitano era suo padre Giacomo, ma anche il nonno materno Stefano Greco
Piraino ed i fratelli di quest’ultimo.
Il suo primo viaggio da comandante fu nel 1903 a bordo del Siciliano,
il quale dopo aver fatto scalo a Nicolaieff, nel mar Nero, avrebbe riportato la
nave a vapore nel porto di Milazzo nel 1904.
Il Siciliano di capitan Giovanni fece ancora scalo nel mar
Nero nel 1905 (porto granario di Taganrog) ed ancora tra il marzo 1907 ed il
gennaio 1908, approdando a Berdyansk, Ucraina, nel mare d’Azof.
Capitan Giovanni Rizzo terminò la sua carriera a
Genova.
66-Vincenzo Serrentino
- Rosolini
1897/1947 Militare Siciliano e prefetto italiano di
Zara
(fucilato
come criminale di guerra)
Dopo aver frequentato l'Accademia militare di
Modena partecipo’ come sottotenente di fanteria alla prima guerra mondiale.Trasferito
al fronte si
occupò dell'addestramento delle truppe serbe.
Per questa sua attività venne in seguito decorato dal Regno
dei Serbi, Croati e Sloveni con l'Ordine di San Sava.
Nel 1918 sbarcò in Dalmazia e
qui operò fino al 1919, spostandosi in
seguito a Zara dove svolse il compito di capo ufficio
passaporti.
Qui rimase sposandosi con una ragazza di Zara dalla quale ebbe tre figli e
lavorando come sindacalista della Provincia di Zara. Nel 1939 assunse
il comando della difesa contraerea di Zara venendo poi promosso al grado di
primo seniore della Milizia
Volontaria per la Sicurezza Nazionale.
Dopo l'occupazione della Jugoslavia da
parte delle truppe dell'Asse fece
parte del Tribunale
Straordinario della Dalmazia per combattere i partigiani jugoslavi.Purtroppo Serrentino
figura nell'elenco CROWCASS (Central
Registry of War Criminals and Security Suspects) (1947), compilato dagli
Alleati anglo-americani, delle persone ricercate dalla Jugoslavia per crimini di guerra.
Fu Prefetto di Zara lungo tutto il periodo di occupazione militare tedesca, dal 1943 fino
1944.
Dopo i bombardamenti alleati Zara venne quasi rasa al suolo e quindi
inagibile,quasi tutti gli Zaratini sfollarono. Serrentino rimase ad aiutare la
popolazione fino all’ordine dell'abbandono della città.
Serrentino riuscì ad arrivare a Fiume con una torpediniera tedesca e
successivamente a raggiungere Trieste con un gruppo di militari tedeschi in
ritirata.
Posto sotto accusa presso la giustizia penale militare poiché era “venuto meno
ai principi del diritto internazionale di guerra e ai doveri dell'umanità”
viene catturato dagli jugoslavi nel 1945.
Processato come criminale di guerra, fu condannato a morte con esecuzione avvenuta
nel 1947 a Sebenico dalle autorità jugoslave.Il processo si
svolse senza che le autorità italiane o la famiglia di Serrentino venissero
avvisate, così come non si seppe dell'avvenuta esecuzione della condanna.
67-Franco Maccagnone,Principe di Granatelli - Palermo 1807/1857 -Patriotta Siciliano ed esule in Inghilterra
Primogenito di Goffredo, principe di Granatelli divenne presto personaggio di rilievo nella vita politica e culturale di Palermo.Nella sua rivista Effemeridi ,rifacendosi ad costante appello alla "nazione siciliana"affermava la necessità di una apertura verso l'esterno, per far conoscere le condizioni civili ed intellettuali in Sicilia.Molto attento alle trasformazioni dell'agricoltura e principalmente si interessò alle condizioni di vita della popolazione,dandone prova nel 1837, quando da senatore di Palermo, dovette affrontare l'emergenza del colera.Il colera tolse di scena alcuni fra i protagonisti della cultura del tempo ed egli puntò il dito contro la politica accentratrice dei Borboni e la pesante subordinazione della Sicilia a Napoli.Da allora la sua'abitazione divenne il ritrovo abituale di quanti cospiravano contro il governo e coltivando progetti di indipendenza con soluzioni di tipo confederale.Nel settembre 1847, in un clima ormai prerivoluzionario ebbe la casa perquisita. Resosi latitante riuscì a imbarcarsi per Gibilterra e poi a Cork.Sulla via del ritorno in patria, il 21 febbr. 1848 incontrò a Londra il ministro degli Esteri H.J. Temple visconte Palmerston a cui chiese il sostegno inglese per assecondare l'aspirazione della Sicilia. Giunto a Palermo nel marzo 1848, fu eletto al parlamento e con L. Scalia fu poi inviato in missione a Parigi e a Londra per ottenere il riconoscimento del governo rivoluzionario. In Francia e in Inghilterra, oltre a trattare forniture belliche per la Sicilia e a farsi notare per le maniere poco convenzionali, ebbe incontri ad alto livello in vista di una possibile mediazione internazionale.Domata la rivoluzione, il restaurato governo borbonico promosse un'azione penale contro il Granatelli e lo Scalia, imputati di aver armato una nave in territorio britannico. L'accusa non poté essere provata e il processo, svoltosi a Londra con molto clamore si concluse positivamente per gli imputati nel 1849.Contrariato dalle ambiguità della politica inglese, aveva deciso di redigere un memoriale che suonasse anche come accusa per l'abbandono della causa siciliana. (Sicily and England. A sketch of events in Sicily in 1812 & 1848, illustrated by vouchers and State papers) mettendo appunto sotto accusa l'Inghilterra per l'abbandono della causa siciliana.Successivamente si dichiarò più volte a favore di un protettorato inglese in Sicilia e nell'autunno del 1849, in una riunione di esuli a Parigi, affermò: "Se questa volta arriviamo a scacciare il tiranno di Napoli e liberar la Sicilia non voglio socialisti, ma una Repubblica aristocratica sotto la protezione dell'Inghilterra"
68-Giovanni Matteo Adami - Mazara del Vallo 1576/ 1633 Missionario gesuita Siciliano
Appartenente ad una nobile famiglia della città.Nel 1591,
si trasferisce a Roma,studia nel Seminario Romano ed infine sceglie di partire missionario in Giappone.Vi giunge
nel 1604.Nel 1614 viene
bandito dal Giappone e si reca in esilio a Macao; ma rientra
a Nagasaki, che ha scelto come campo del suo apostolato. Denunziato una prima
volta, gli viene concessa la possibilità di fuggire, ma rimane in Giappone,
costretto a nascondersi ed a vivere di stenti.
Catturato infine nel 1622 viene condannato al supplizio.
.
69- Muhammad b. ʿAlī al-Māzarī - Mazara del Vallo, 1061/, 1141)
Giurista e imam arabo-sicili
Abū
ʿAbd Allāh Muhammad b. ʿAlī b. ʿUmar al-Māzarī fu un apprezzato
giureconsulto musulmano (faqih
Nel caso concreto si autorizzavano i musulmani a non lasciare la terra di Sicilia, dominata a quell'epoca dai Normanni.
Mori’ a Mahdia
70-Siciliani fatti schiavi dai pirati arabi (storia dei bianchi ridotti in schiavitu') - Sicilia 1500/1700
A seguire un link di un articolo scritto da Barbara sul Blog di Barbara che
tratta una parte della nostra storia siciliana poco conosciuta:
https://ilblogdibarbara.
71-Vincenzo maria zito - Palermo 1900/1966 - fumettista Siciliano negli Stati Uniti
Naque nei pressi di corso Pisani,lascio’ la Sicilia negli
anni '20 per raggiungere anni dopo l'America.Dopo aver condotto una vita
favolosa che lo condusse prima a Roma,Parigi, New York, Cuba e la
Florida.Dopo avere frequentato l’Accademia delle Belle Arti di Palermo fece il
suo ingresso tra i saloni del Grand Hotel Villa Igea. Frequentò la potente
famiglia di imprenditori Florio e per guadagnare i primi soldi ritrae
aristocratici, artisti, scrittori, imprenditori. Per il cavaliere Vincenzo
Florio realizzerà anche i primi manifesti pubblicitari della “Targa Florio” . Nel
1927 emigra prima a Roma e poi a Parigi dove si fermerà alcuni anni e dove tra
l’altro frequenterà tutti i locali alla moda conoscendo attori, artisti, poeti,
nobili, imprenditori e anche dei “morti di fame”. Ottiene un buon contratto di
lavoro realizzando caricature al “Joe Zelli”, un noto club della capitale e in
quella occasione conosce anche un altro palermitano, Giuseppe Abatino, detto
Pepito che lo volle poi nel suo cabaret. Poi abbandona pure Parigi e dopo
essersi imbarcato su un transatlantico arriva a New York. Negli States conobbe
un altro palermitano, Nicola “Nicky” Quattrociocchi, ex proprietario del noto
club “El Borracho” e in quel locale si fece apprezzare anche dagli americani
per le sue originali caricature.L’America è stata la sua fortuna. Grazie,
infatti, ad un libro a fumetti che illustra i pensieri dei cani, pubblicato nel
1964 vendette oltre un milione di copie. Caricaturista, vignettista,
disegnatore di manifesti pubblicitari, oggi ricercati oggetti da collezione.
Chi firmava, fino alla metà degli anni Sessanta, i manifesti pubblicitari della
“12 Ore di Sebring” ,nota corsa automobilistica nata in Florida nel 1950 e che
si correva lungo la pista di un aeroporto,era proprio l’artista di Palermo.Per
tutta la sua esistenza è stato un “giramondo” ma ha lasciato ampie tracce della
sua produttività e popolarità esclusivamente negli Stati Uniti,sconosciuto a
Palermo.Si sposò con una creola di Santo Domingo e si amarono per qualche tempo
follemente poi decisero di divorziare. Mentre “Nicky” Quattrociocchi tornerà a
Palermo,Zito invece si trasferisce alcuni anni, siamo alla fine degli anni
Quaranta, a Cuba.Ma le cose non gli andarono bene. Diceva «qui è un paese dove
tutti hanno le barbe, è monotono fare caricature». Non sarebbe stato facile
realizzare le caricature di Che Guevara o di Fidel Castro.
E nel 1953 ritorno’
negli Stati Uniti, in Florida.Frequentava gli ambienti culturali e alla moda
della città e spesso lo si vedeva in un angolo di club, locali alla moda, hotel,
immerso tra i suoi album da disegno e cavalletto catturare questo o quell’altro
aspetto più o meno curioso. Il 24 dicembre, vigilia del Natale 1966 fu
rinvenuto cadavere, dimenticato da tutti.Il 12 gennaio 1967 sul “Giornale di Sicilia” apparve un articolo-appello dal titolo: «Si
cercano eredi (se ci sono) di un caricaturista giramondo». Oggi di lui
rimangono ancora diversi disegni e caricature che si possono ammirare su
internet e molti dei quali sono periodicamente messi all’asta presso Case
americane.
72-Sante Fortunato Vanni - Caltagirone ?/? e Andrea Ragusa - Catania?
1896/1974 - - Librai ed editori Siciliani negli Stati Uniti
Vanni
arriva a New York nel momento massimo dell'emigrazione italiana e nel 1884 apri’ una piccola libreria italiana al 548 di West Broadway.
Oltre che libreria la S.F. Vanni divenne presto anche stamperia e casa editrice, e tra i volumi in vendita spiccava il dizionario Siciliano-Italiano.
Vanni era un uomo coraggioso, gli italiani che sbarcavano in
America erano poveri braccianti analfabeti, poco avvezzi a tenere tra le mani
un libro.
La libreria diventa presto un punto di riferimento per gli immigrati.Vanni è
anche scrivano a cui tanti analfabeti dettano le lettere per inviare notizie ai
famigliari rimasti in Italia o chiedono di sbrigare pratiche negli uffici.
Il suo progetto è di vendere libri agli italiani e aiutare i suoi connazionali ad integrarsi. Per questo investe sulla piccola bottega al 548 di West Broadway. Vende soprattutto libri scolastici e giornali in lingua italiana.
Andrea Ragusa, direttore della Fratelli Treves, all’inizio degli anni Trenta si mise in testa di vendere la Treccani negli
Stati Uniti e li' rilevò la libreria da Vanni.
Quando Andrea Ragusa arriva a New York,Vanni è avanti con gli anni ma la
sua avventura editoriale sarà legata a doppio filo alla libreria Vanni.
Nel 1931 Andrea Ragusa ne sposta la sede da West Broadway a Bleecker Street e poi sulla 12ma Strada
In poco più di quarant’anni pubblicò 138 titoli
tra volumi di critica letteraria italiana e testi destinati alle scuole, allo
scopo di diffondere negli USA la letteratura del nostro Paese.
Fu lui, ben prima di Amazon, ad avere
l’intuizione di vendere per corrispondenza i libri fatti arrivare dall’Italia
in tutto il Nord America.
Sono
gli anni della depressione economica.Ragusa ha 35 anni e una consolidata carriera
editoriale alle spalle.Infatti è stato segretario della "Nuova Antologia" (dal
1926 al 1930) e dal ‘29, direttore della
Casa editrice Treves.
L'azienda si trasformera' poi nella Italian Publishers S. F.
Vanni e in poco tempo diventera' il punto di riferimento per chiunque in America
voglia un libro o un testo italiano.
La sua
ambizione era quella di fare conoscere la cultura italiana in
America.
73-Andrea Salsedo - Pantelleria 1881/1920 - Anarchico Siciliano
arrestato negli Stati Uniti
Probabilmente
buttato giù da una finestra nel 1920 a New York dall'allora Bureau of Investigation.
Infatti Salsedo venne trattenuto,sottoposto per mesi ad interrogatori nei quali
subì violenze e torture.Gli veniva impedito anche di contattare avvocati e familiari.Cadde giù dal quattordicesimo piano del Park Row Building.
Questa vicenda si lega a quella di Sacco e Vanzetti che poco prima di tenere un comizio
proprio sulla morte del loro amico Salsedo, furono arrestati per un crimine mai
commesso e poi giustiziati.
Poca invece l'attenzione per il siciliano Andrea
Salsedo.
Figlio di Giuseppe e Silvestra Pavia,
tipografi di Pantelleria, Andrea manifesta sin da giovanissimo attenzione per
le idee anarchiche.A nemmeno 20 anni subisce un processo per un suo scritto pubblicato su L'
Astensionista, antimilitarista, sindacalista ed editore, l'anarchico di
Pantelleria nel 1904 si trasferisce a Tunisi dove
diventa tipografo e poi nel 1906, dopo un breve ritorno in Sicilia, prova
l'avventura negli Stati Uniti.
Lì inizia
a collaborare con la rivista : Cronaca
Sovversiva. In breve tempo diventa uno snodo importante
nell'organigramma dei gruppi anarchici dello stato di New York.
È probabilmente
per questo motivo che viene catturato. Da qui la morte accidentale di un
anarchico siciliano, che darà via all'affaire Salsedo e dal quale scaturirà il
più ben noto caso di Sacco e Vanzetti.
74-Gaspare Cannone - Alcamo 1893/1963 - Giornalista ed anarchico Siciliano negli Stati Uniti
Cannone, dopo i primi studi nella sua città aderii agli ideali
socialisti ed a 20 anni partì per gli Stati Uniti d'America.Qui divenne simpatizzante degli anarchici e scrisse
sui giornali del movimento, come La Questione Sociale di New York,
Scrisse anche due drammi:
nel 1919 Patos e nel 1920 Metamorfosi.
Durante il periodo della prima guerra mondiale lavorò in una fabbrica d'armi di New York ottenendo il congedo militare. A causa delle sue idee fu arrestato nel marzo 1920, presumibilmente per espellerlo dagli Stati Uniti.
Venne arrestato, senza capi d'accusa o
mandato, da parte degli agenti del Dipartimento Di Giustizia di New York.A seguito di una soffiata fu preso
nella sua casa di Brooklyn e portato
nell’ufficio del BOI (Bureau of Investigation) di Park Row.
Con una conoscenza limitata della lingua inglese, picchiato e preso a
calci, si rifiutò di testimoniare contro altri anarchici.
Dopo averlo tenuto segretamente in prigione per 72 ore, gli
agenti lo condussero ad Ellis Island e lo consegnarono ai funzionari dell'Ufficio Immigrazione.
Si rifiutò di firmare una dichiarazione attestante che
era un anarchico, ma qualcuno falsificò ugualmente la sua firma.
Subì quindi un processo da cui uscì indenne, ma ebbe l'obbligo
di rientrare in Italia.Dopo il suo ritorno ad Alcamo, diventò poeta,
commediografo e critico letterario.
A causa di problemi finanziari, nel 1936 cercò di espatriare clandestinamente
con la famiglia a Tunisi ma fu
denunciato
Fu un giornalista antifascista, collaborò anche con il giornale anarchico Umanità Nova
75-Giuseppe Alticozzi - Modica 1887/1963 - Anarchico Siciliano negli Stati Uniti
Figlio di Raimondo ed Emanuela Cataldi, emigrò giovanissimo negli Stati Uniti d'America. Si avvicinò al movimento anarchico, che faceva proseliti negli ambienti dell'emigrazione italiana. Espulso nel 1922 per aver manifestato a favore della scarcerazione di Sacco e Vanzetti, tornò a Modica. Vessato dai fascisti, espatriò clandestinamente in Francia. Arrestato a Ventimiglia per il sospetto di complicità nell'attentato a Mussolini, Alticozzi conobbe, negli anni del fascismo, le persecuzioni, il carcere e il confino.
76-Giuseppe Antonio Borgese - Polizzi Generosa 1882/1952 - Giornalista e professore Siciliano negli Stati Uniti
Lo stesso Benedetto Croce pubblicherà la tesi di laurea di Borgese, discussa a Palermo, con il titolo: Storia
della critica romantica in Italia.
Tra il 1907 e il 1908 in qualità di corrispondente de Il Mattino e poi de La Stampa , compì un soggiorno di due anni in Germania che gli permise di scrivere articoli e saggi
per una cultura italiana allora poco aperta all'esterno.
La sua intensa attività intellettuale ebbe modo di concentrarsi sul primo conflitto mondiale,verso il quale prese posizioni da acceso interventista.
Durante la guerra svolse delicate e complesse missioni diplomatiche soprattutto volte a vagliare una possibile alleanza con le nazionalità slave in funzione antiasburgica.
Durante il fascismo Borgese non nutrira' sentimenti di simpatia verso il partito ma evito' di manifestare il suo dissenso pubblicamente.
Il 1931 costituisce il punto di svolta della vita di Borgese. Nel luglio di questo anno, a 48 anni, si imbarca alla volta degli Stati Uniti d'America, accettando l'invito di trasferirsi a Berkeley per tenervi una serie di lezioni ,decisione presa anche in seguito a ripetuti disordini ed intimidazioni da parte di alcuni studenti fascisti.
Quel soggiorno accademico si trasformò invece in un volontario esilio, durato fino a guerra conclusa.
Nel 1933 ruppe gli indugi: scelse di non firmare il giuramento al fascismo e di non tornare in Italia.
Le ragioni di questa decisione le scrisse in due lettere-memoriali a Mussolini rese pubbliche nel 1935 a Parigi nei «Quaderni di Giustizia e Libertà».
Intanto dal 1931 al 1932 insegna Storia della critica ed Estetica all'Università di California-Berkeley, dal 1932 al 1936 Letteratura italiana e Letteratura comparata allo Smith College di Northampton (Massachussetts) ed infine all'Università di Chicago, dove rimane fino al 1948.
Negli Stati Uniti d'America comincia una nuova vita. Nel 1938 ottiene la cittadinanza statunitense. Il periodo statunitense è caratterizzato anche dalla ripresa di un appassionato e continuativo attivismo politico.
Nel 1939 insieme ad altri antifascisti italiani, fonda la “Mazzini Society”, nata per difendere gli ideali democratici, far conoscere negli Stati Uniti d'America le condizioni dell'Italia e fornire un aiuto agli esuli.
Investe poi le sue inesauribili energie intellettuali in un progetto utopico, anche a livello organizzativo, volto alla realizzazione di un “Governo mondiale”.Un modello di governo radicalmente unitario, con una serie di valori universali o universalmente condivisibili.
Fece parte della Foundations of a World Republic (Chicago, 1953), dove si descrive il piano e la struttura della federazione e del Governo mondiale.Questa idea visionaria gli valse la proposta di nomina al Premio Nobel per la pace del 1952.
Nel 1948 rientrò per un breve periodo in Italia e nel 1949 risalì sulla sua vecchia cattedra all'Università di Milano, in mezzo a una folla assiepata.
Morì improvvisamente a Fiesole, dove si era stabilito.
77-San Metodio - Siracusa 788/847 - Siciliano Patriarca di Costantinopoli
Fu patriarca di Costantinopoli, in un'epoca in cui Oriente e
Occidente cristiani non erano separati.
Di
famiglia benestante lasciò l'isola per recarsi a
Costantinopoli e proseguire gli studi in diritto. Invece qualche anno dopo
entrò in un monastero della
Bitinia e si fece monaco. Fondò quindi un monastero nell'isola di Chio nell'Egeo.
Strenuo sostenitore dell'ortodossia della venerazioni delle immagini sacre
contro gli imperatori iconoclasti venne scelto dal Papa come patriarca. Ma per
molti anni fu rinchiuso in carcere in condizioni disumane.
Solo con l'avvento dell'imperatrice Teodora poté guidare la Chiesa di
Costantinopoli,infatti questa reintrodusse la venerazione delle
immagini, depose il patriarca iconoclasta e fece eleggere Metodio al
suo posto.
L'11 marzo 843, con una processione trionfale dalla Chiesa di Santa Maria
delle Blacherne alla Hagia
Sophia, le icone vennero rimesse al loro posto.
L'avvenimento è
ricordato nella chiesa orientale con una importante festa liturgica, il Trionfo
dell'Ortodossia.
Durante il suo breve patriarcato Metodio si dimostrò conciliante con la fazione iconoclasta anche se in alcuni casi dovette ricorrere alla scomunica di monaci irriducibili.
78-Paolo Ciulla - Caltagirone 1867/1931 - Fotografo e falsario Siciliano in Francia ed Argentina
Studiò inizialmente arte a Roma dove cercò d'intraprendere la carriera di docente
presso l'Accademia di Belle Arti.
Fra la fine dell'Ottocento e gli inizi del novecento fu costretto all'esilio,
probabilmente a causa delle simpatie anarchico-socialiste a seguito dei Fasci siciliani .
Nel suo girovagare giunse a Parigi, dove frequentò
l'ambiente artistico di Montmartre sino al
1910. Sulle sue avventure si mescolano spesso romanzo e realtà, specie per il
periodo successivo, quando si trasferi’ a Buenos Aires.
Nel
periodo argentino visse dapprima come aiutante di un fotografo,
quindi tentò la falsificazione dei pesos per ribellarsi
a una repubblica che sentiva "falsa". Scoperto, fu internato in
un manicomio dove rimase sino al 1916.
Tornato
successivamente in Sicilia, deluso dalla sua esperienza in giro per il mondo e
desideroso di un riscatto divenne uno dei maggiori falsari della storia. La sua
falsificazione delle banconote da
500 lire fu così perfetta che ne poté produrre migliaia
prima che qualcuno s'accorgesse
della contraffazione. Fu arrestato il 17 ottobre del 1922: il processo gli inflisse una condanna a
cinque anni, che scontò fino al 1927.
«Romanzo non vuol dire bugia. Spesso la vita è più imbrogliona di un romanzo» |
(dichiarazione di Paolo Ciulla durante il processo, novembre 1922) |
79-Giuseppe “Pepito” Abatino – Calatafimi 1898/1936 Gran figlio di……Siciliano….
Il mondo è fatto da tanti imbroglioni,
millantatori, “arrampicatori sociali”, “arruffoni” e ciarlatani.
Giuseppe “Pepito” Abatino era uno di questi ma lo seppe fare con classe e
abilita’.
Egli era uno strano quanto enigmatico personaggio.
Giuseppe “Pepito” Abatino era figlio di una casalinga palermitana ed era
emigrato in Francia dopo la Prima Guerra Mondiale. Si faceva passare per un
nobile siciliano, conte di Calatafimi ma nella realtà non era altro che un
arguto e astuto millantatore capace, con il suo fascino e la sua eleganza, di
entrare prepotentemente nella vita notturna e mondana della Parigi degli anni
Trenta.
Si vantava di conoscere la “creme” di mezza Parigi.Ed era cosi’!Scavezzacollo,
amico di impresari e direttori di teatro. Grazie alle dicerie e le “frottole”,
narrate negli ambienti dello spettacolo parigino riusciva a “penetrare” negli
entourage dei maggiori teatri dell’epoca. Le cronache del tempo descrivono
“Pepito” come un italiano dai modi cordiali ed eleganti ma dal fascino non poco
misterioso. Terribile, intelligentissimo, molto duro ma di una correttezza
perfetta in affari. Si diceva che fosse stato decorato dalla Guardia italiana
di cui era stato un brillante ufficiale prima di innamorarsi pazzamente di
Joséphine. Una soubrette afro-americana,cantante di blues, ballerina e attrice
molto sexy, meglio conosciuta come la “Venere nera” o “Venere d’ebano” e si
chiamava Joséphine Baker. Abatino la
scopri’ ,appena ventenne al “Casino de Paris, nel 1925, che nel 1926 la farà
scritturare alle “Folies-Bergèr” esordendo con la rivista “La folie du jour”.
Cosi’ Abatino decide di diventare suo manager ed è proprio lui che inventa per
lei lo show con tanto di strip-tease pudico e fatto con humor. Un musical che
fece tanto successo e clamore per quel tempo
Pepito” dall’oggi al domani, fece le
fortune sue poiche’ grazie a lui calcò i
palcoscenici di tutto il mondo tra gli anni Trenta e Sessanta del Novecento. Josephine fu la prima star Afro-Americana di
un film di successo con la sua interpretazione di “Zou-zou”, la cui
sceneggiatura fu firmata da Pepito il quale firmerà anche le scene de “La
Principessa Tam Tam”.
Pepito e Joséphine formavano una coppia perfetta. Lui viveva solo per lei; lei
non poteva vivere senza lui.
A Joséphine poco importava che il Pepito non fosse conte, lo amava e lo seguiva
ovunque malgrado gli alti e i bassi che i due ebbero in dieci anni di relazione
e non solo artistica.
Giuseppe Abatino, nasce a
Calatafimi il 10 novembre 1898 in un’abitazione di corso Vittorio Emanuele.
Suo padre Tommaso era della provincia di Catanzaro, mentre la mamma era nata a
Palermo.
Il padre Tommaso è capitano del 14° Fanteria di stanza a Trapani. Giuseppe
risiede a Calatafimi appena qualche anno, poi sua padre viene trasferito di
nuovo a Palermo ed è qui che il piccolo Giuseppe con gli anni comincia a
sognare di voler emigrare un giorno verso la capitale francese. Abatino lascia
la città di Palermo per raggiungere Parigi, qualche anno dopo il primo
conflitto mondiale. Dei primi anni Venti del soggiorno parigino si sa ben poco,
a parte la sua “nomea” di conte di Calatafimi e che grazie ai suoi modi di
grande impostore riusci’ ad entrare con facilità nei salotti parigini del
tempo.
Nel 1926 a raccontare qualcosa sul suo conto ci pensa un altro palermitano,
Vincenzo Maria Zito,conosciuto al “Joe Zelli” .
Si faceva chiamare conte di Calatafimi ma non lo era era piuttosto un’abile scalpellino e muratore.
80-Giuseppe Anselmi Nicolosi 1876/ 1929 è stato un tenore Siciliano
Divenne famoso in tutta Europa nel primo decennio del XX secolo per
la sua esecuzione esemplare dei ruoli lirici.
Studiò violino e pianoforte a
Il suo debutto sulle scene liriche avvenne agli inizi del 1896,
quando cantò Turiddu (Cavalleria
rusticana) ad Atene. Il suo debutto italiano
avvenne a Genova nel 1900 e
da allora la sua carriera ebbe un rapido sviluppo.Nel 1901 debuttò
alla Royal Opera House, Covent Garden a Londra. Nel 1908 debuttò al Teatro dell'Opera di Monte Carlo. Ottenne grande successo al Teatro Colón di Buenos Aires e cantò anche a Bruxelles, Berlino e Vienna
La carriera di Anselmi terminò alla fine della prima guerra mondiale.
81-Carlo Gemmellaro Nicolosi 1787/1866 Naturalista e geologo
Per sette anni fu chirurgo di reggimento al seguito dell'Armata britannica impegnata contro Napoleone.
Imbarcato insieme a degli ufficiali inglesi compì escursioni geologiche
nelle Isole Eolie,visitò
aree della Sardegna,
dell'Africa settentrionale, della Francia, delle Isole Baleari, della Corsica, i Campi Flegrei e il Vesuvio[5]. Si recò quindi a Londra dove ebbe modo di venire a contatto
con gli studi di geologia e vulcanologia.
Partecipò nel 1812 ad un famoso ciclo di lezioni di geologia alla Royal Institution che proponeva una
teoria chimica dei fenomeni vulcanici.
Si imbarcò nuovamente tra il 1813 ed il 1817: viaggiando da un capo all'altro
d'Europa, poté studiare, collezionare e catalogare rocce, minerali e fossili.
82-Antonio Maria Ayala -
Mineo
1818/ 1887
Missionario gesuita Siciliano
Dopo gli studi
completati in Sicilia, si trasferì a Ragusa in Dalmazia nel 1845.Trascorse i primi anni
come parroco in Erzegovina orientale, poi dal 1852 fino alla sua
morte fu missionario in Dalmazia e in altre regioni croate. Dal 1870 al 1875 fu rettore della casa dei gesuiti di
Ragusa. Autore della maggior parte delle relazioni sulle spedizioni missionarie
in Croazia,ha lasciato diari manoscritti sulle attività missionarie.
83-Pietro L. Giuffrida, noto come Pietro Frosini - Mascalucia 1885/1951 Fisarmonicista e compositore
Nato in una famiglia di contadini, cominciò a suonare una piccola fisarmonica a quattro anni.
A sei anni passò alla fisarmonica cromatica di suo padre. A dieci anni fu
ammesso al conservatorio di Catania al
corso di cornetta.Nel 1902 si trasferì al conservatorio di Milano per
terminare gli studi e dopo il diploma fu assunto dalla banda musicale
della Royal Navy, di stanza nella base navale britannica
di Malta, come suonatore di cornetta. Rimase a Malta
per circa due anni e mezzo, ma vi contrasse la malaria, che intaccò le sue labbra al punto di
impedirgli di suonare strumenti a fiato. Costretto ad abbandonare la cornetta,
ritornò al suo primo amore, la fisarmonica.Nel 1905 un
americano lo sentì suonare l'ouverture Dichter
und Bauer e lo convinse ad andare con lui negli Stati Uniti,
dove partecipò a numerosi concerti del genere Vaudeville in teatri americani. La sua
prima esibizione si svolse a Fresno,
in California. Diventò in breve tempo molto famoso,
tanto che era chiamato the Wizard of the Accordion .La sua
prima registrazione fu "Wedding of the Winds" , effettuata in aprile
1909 per la serie "Blue Amberol" di Edison. In
ottobre registrò una sua composizione, il "Seneca Waltz" e in febbraio
1910 registrò "Amoureuse Waltz".Nel 1911 fece
una tournée in Inghilterra che riscosse grande successo,
tanto che il re Giorgio V volle
che suonasse a Buckingham Palace appositamente
per lui. Tornò a New York nel 1913, dove continuò le incisioni per
la casa discografica Edison.Nel 1918 registrò
per la casa discografica Quattrociocche
84-Vitaliano Poselli - Castiglione di Sicilia 1838/ 1918 Architetto Siciliano
Studiò architettura a Roma dove nel 1867 progetto’ la
Chiesa di Santo Stefano a Costantinopoli.
Nel 1886 si trasferì a Salonicco dove progettò edifici sia pubblici che
privati.
Tra le sue opere si possono annoverare chiese, sinagoghe e moschee, ma anche
complessi industriali, abitazioni private ed edifici pubblici.
Mori’ a Salonicco.
85-Giuseppe Di Mauro - Catania 1932/ 2001 Liutaio Siciliano naturalizza
Costruttore di chitarre, figlio di Antonio, liutaio a Catania, e nipote di
Giuseppe, anch'esso liutaio, si trasferì a Parigi nel 1934 all'età di due anni
e nella bottega del padre e dello zio, apprese l'arte della liuteria. Essi
facevano parte della grande famiglia di liutai Siciliani trasferitasi a Parigi
dal 1930.La produzione dei Di Mauro è stata molto stimata fino a tutti
gli anni sessanta. I suoi strumenti rimangono comunque
dei pezzi storici molto ricercati.
86-Francesco Gargano - Grammichele 1896/ 1975 Schermidore Siciliano
È stato il primo siciliano a vincere una medaglia d'oro alle Olimpiadi.
Alle Olimpiadi di Anversa nel 1920,
ha gareggiato con la squadra italiana di scherma nei tornei individuale e a squadre.
Mori’ a Göteborg.
87-Original Dixieland Jass Band - Sicilia 1900 - Musicisti Siciliani negli Stati Uniti
Ne 1917 fu inciso e pubblicato il primo disco 78 giri dei quattro siciliani che componevano la
Original Dixieland Jass Band, scritto così,con due “esse”.
Si chiamavano Rosario Catalano, Giuseppe Tarantola, Carmelo Ferruggia e
Girolamo Tumbarello. Nell'ordine, suonavano: mandolino, clarinetto, chitarra,
contrabbasso o tuba.
Classici strumenti da migranti: le corde e i fiati suonati nei saloni di barberia, nei
negozi di sartoria, nelle bande, nei nascenti circoli mandolinistici.
I Quattro Siciliani a un certo punto diventarono
anche, con l'aggiunta di flicorno e cornetta, I Sei Siciliani o I Sei Mafiusi,
con la “u”.
In quel periodo i gruppi musicali etnici per immigrati suonavano tutto ciò che poteva essere o sembrare tipico e folklorico,i Quattro Siciliani avevano in repertorio anche polke, valzer,mazurche e tarantelle.
Il gruppo si chiamo' anche “Los Cuatro Sicilianos” : accadeva anche che incisioni di gruppi “tipici” di un paese
fossero rivendute ad altre comunità,fatto salvo il tradurre il nome nella
lingua necessaria.
Vi erano anche dischi dei Quattro siciliani in sloveno,
lituano, russo. Nel 1917 Rosario Catalano riuscì anche a far nascere una
sua piccola ed attiva etichetta discografica, la Catalano Phonograph a New York.
Proprio in quegli anni gente come
loro ha influito alla nascita e sviluppo del jazz.
Fonte : il libro “I quattro siciliani” di Giuliana Fugazzotto
88-Salvatore Catalano - Messina/Palermo? 1800 - Nocchiere Siciliano nella marina militare statunitense
Nel 1800 gli Stati Uniti d' America ebbero un loro nemico, geograficamente lontano e raffigurato come minaccia ad una democrazia occidentale.
E insieme al nemico vi fu anche un eroe capace
di sconfiggere i «barbari» in una battaglia campale, narrata da decine di
cronisti e glorificata da storici.
Quel
nemico era la Libia e l' eroe rispondeva al nome di Salvatore Catalano,
nocchiere siciliano al servizio della marina di sir Thomas Jefferson, terzo
presidente degli Stati Uniti d' America.
Di lui e dell' incursione di Tripoli racconta il libro : "Quando gli americani scelsero la
Libia come nemico" di Armando Siciliano editore.
Ad inizio del XIX secolo gli Usa avevano dovuto orientarsi verso il Mediterraneo, senza però ottenere la protezione necessaria da parte inglese. Per queste ragioni, il comando militare aveva deciso di inviare una squadra della propria marina per contrastare la pirateria del pasha di Tripoli, chiedendo aiuto anche al Regno di Napoli.
Nella notte del 16 febbraio del 1804, una flottiglia statunitense guidata da
Catalano condusse una temeraria azione di rappresaglia contro gli «Stati
barbareschi», colpevoli di ripetuti atti di pirateria contro il traffico
americano.
A scatenare la spedizione punitiva era stata la cattura da parte
libica della fregata "Philadelphia".
La notizia ebbe un' eco fortissima: la confisca della Philadelphia una delle migliori navi della flotta americana e il contestuale rapimento di oltre trecento ostaggi.
Fu così che Catalano si ritrovò a guidare un imbarcazione americana sotto il comando del tenente Stephen Decatur.
Il 3 febbraio 1804 il ketch "Mastico", ribattezzato "Intrepid", lasciò gli ormeggi al porto di Siracusa destinazione Tripoli.
La notte del 16 settembre la fregata raggiunse
l'entrata orientale della baia tripolina.
Il nocchiero siciliano si diresse ai lati della prora della
"Philadelphia" per tentare almeno di distruggere quella nave ma gli fu
intimata l'identificazione.
Presi alla sprovvista, gli americani furono salvati proprio dalla risposta del siciliano, che millantò la provenienza maltese dell'imbarcazione, chiedendo riparo per la notte.
L'espediente di Catalano funzionò
perfettamente, permettendo all'imbarcazione della marina di affiancarsi al
"Philadelphia", di cospargerlo di liquido infiammabile e di appiccare
il fuoco.
Venti pirati di guardia furono uccisi, molti altri si gettarono in
mare. In poco tempo, l'eco dell' impresa raggiunse tutto l' Occidente, e fu lo
stesso tenente a rendere merito a «Mr. Salvador the Pilot.
La missione era stata portata a termine con successo,il Philadelphia non venne
mai usato dai “barbari”.
Per il nocchiero siciliano, ebbe inizio una
nuova vita: arrivato negli Stati Uniti nel 1805, gli fu immediatamente
conferita la cittadinanza americana, insieme all'integrazione nella marina con
il rango di "Sailing Maister".
Da quel momento, sarebbe rimasto
ininterrottamente nella capitale americana, risiedendo per quarantuno anni in
una abitazione nei pressi dell'arsenale della marina di Washington.
Quando,a
settant' anni, sarebbe morto, Stati Uniti e Regno di Napoli non sarebbero stati
più alleati.
89-Vito Leto - Ciminna
1838/1901 - Presbitero ed inventore Siciliano
Realizzò degli oggetti che potevano essere utilizzati per i trasporti, per
l'insegnamento, per il commercio ma non riuscì a brevettare neanche
una sua invenzione.
Venne ordinato nel 1883 e lo stesso anno inventò l'avvisatore automatico e
il sorvegliatore elettro-automatico, due dispositivi di sicurezza
per treni.
Poco dopo, inventò anche il sillabatropio, che era utile
nell'insegnamento nelle scuole elementari.
Queste tre invenzioni vennero apprezzate e anche elogiate pubblicamente
dall'Universita' di Palermo, senza però fornirgli alcun guadagno.
L'invenzione della scrutinatrice Leto, una macchina che accelerava
le operazioni di voto e di scrutinio gli valse anche una lode da re Umberto di
Savoia, ma neanche in questo caso poté brevettarla.
Emigrato negli Stati Uniti,creò il contamonete,un apparecchio utile
ai commercianti per ordinare il denaro.
Gli fu offerto di brevettarlo, ma morì a New York qualche giorno prima di
firmare il contratto.
A Ciminna una via ricorda la sua fama e genialità.
90-Paolo Schicchi - Collesano 1865/1950 - Anarchico Siciliano in
Francia
Da ragazzo veniva relegato tra gli esagitati, i fanatici
sognatori, i polemici in perenne lotta con tutti.
L’etichetta d’individualista
esaltato e fuori di testa gli rimarra’ sempre attaccata.
Perseguitato
dalle polizie di mezza Europa, Paolo Schicchi saltellò dalla Francia a Malta,
dalla Svizzera alla Spagna dove, a Barcellona, venne imprigionato e torturato
fin quasi a morirne.
Da ragazzo disertando l’esercito attraverso' la frontiera francese,raggiungendo Parigi si avvicino' agli ambienti disertori di varie nazionalità che avevano raggiunto la capitale francese per difendere "armi alla mano" quella
repubblica dalle minacce di guerra lanciatele dalle monarchie d'Europa.
Da li’ invio' una lettera al sindaco di
Collesano scrivendo che rinunciava alla cittadinanza del "putrefatto" regno
d'Italia per abbracciare quella della repubblica francese, "leonessa
d'Europa".
Ma l'esaltazione repubblicana si trasforma ben presto in delusione: come in
Italia, anche in Francia regnano sfruttamento, miseria e fame.
Schicchi abbandona la Francia e raggiunge Malta, via
Marsiglia e Tunisi.
Da Malta si tiene in fitta corrispondenza con i compagni siciliani incitandoli
a disertare le urne nelle elezioni politiche del novembre 1890.Arrestato per due volte a Malta
nell'autunno del 1890, e infine espulso,torna da clandestino in Sicilia.
A Palermo, dopo una protesta di un gruppo di lavoratori per le difficili condizioni di vita predispose un attentato alla caserma di cavalleria di Palermo.Se ne ebbe solo un gran botto, come nei giorni di festa con i fuochi d’artificio, giacché non era suo il proponimento di causare la morte di innocenti. L’intento, in fondo, era solo attirare l’attenzione.
Fuggito dall'isola, vaga per mezza Europa prima di rifugiarsi a Ginevra dove nel 1891, pubblica due numeri di «Pensiero e dinamite. Il linguaggio colorito e intemperante ,seppur infarcito di citazioni letterarie, scatena dure reazioni nei suoi confronti con le accuse di "personalità " e di "provocazione".Espulso dalla Svizzera nel 1891, riprende la polemica a Barcellona col giornale «El porvenir anarquista» finché il sostegno da lui offerto alla rivolta di Jerez non serve da pretesto al governo spagnolo per arrestarlo. Torturato e ridotto in fin di vita, riesce a uscire di prigione.Dopo un breve soggiorno a Marsiglia è a Genova dove fa esplodere una bomba al Consolato spagnolo per vendicarsi.
Ma
a Pisa venne arrestato e condannato a 12 anni di reclusione e a 3 anni di
sorveglianza speciale.
Al processo,riferendosi all'attentato di Palermo,dirà: «Il farlo non era forse mio diritto? Come, il nostro popolo chiede pane e gli si risponde col piombo e colla cavalleria? Ogni uomo che abbia un cuore dovrebbe ora esultare, se non imitare, il mio proponimento. Io agivo sotto l’impulso dell’amore profondo che sento per quanti soffrono, per la causa dei diseredati a cui ho dedicato tutta la mia esistenza. Avevo meco ventisei cartucce di dinamite e due di gelatina esplosiva. Avrei potuto con tali mezzi eseguire l’intento, ma pensando alle tante vittime che erano forse l’unico sostegno dei vecchi genitori, di sorelle e di giovani spose, tolsi dal barilotto tutte le cartucce di dinamite che avevo preparato, lasciandovi la sola polvere pirica, che feci esplodere nell’intento unico di richiamare l’attenzione della borghesia sulla gran data del I maggio, giorno universale di rivendicazione e di lotte».
Era semplicemente uno spirito ribelle controcorrente
Dicevano : «Paolo Schicchi ha il coraggio del sacrificio, non il coraggio della ferocia». Votato a cause di giustizia, continua Gori, «come si spiega, accusatore pubblico, che questo giovine a cui l’ingegno e l’agiatezza potevano assicurare un’esistenza quieta e tranquilla, si slancia così arditamente nelle lotte per le rivendicazioni popolari? Perché non preferisce la comoda via che mena ai lauti stipendi ed ai ciondoli sovrabbondanti, anziché cozzare, ardimentoso gladiatore moderno, coi potenti che gli minacciano la garrota e gli stringono le manette?».
Scontati i 12 anni di reclusione, trascorse a Collesano i
3 di sorveglianza speciale.
Non ebbe peli sulla lingua nell’accusare i latifondisti, i gabelloti, i
mafiosi, sempre incline ad una denuncia trasparente dalle pagine dei suoi
giornali.
Con il fascismo ebbe nuove persecuzioni e nuovo carcere.
91-Giuseppe Curreri noto come Johnny Dundee - Sciacca 1893/1965 Pugile Siciliano naturalizzato statunitense
La International Boxing Hall of Fame lo
ha riconosciuto fra i più grandi pugili di ogni tempo.
Emigrò
nel 1898 negli Stati Uniti insieme con il padre, a New Orleans. Dopo che il
padre si risposò con una donna americana, lasciò la famiglia del padre e tentò
la fortuna a New York. Professionista dal 1910.
Campione del mondo dei
pesi piuma dal 1922 al 1923. Combatte’ con molti altri campioni dell'epoca.
92-Giuseppe Mario Bellanca - Sciacca 1886/1960 Ingegnere aeronautico
Siciliano naturalizzato statunitense.
Fu il progettista del primo monoplano a cabina chiusa
realizzato negli Stati Uniti e fondatore nel 1927 della Bellanca Aircraft Company.
Figlio del proprietario di un mulino,fin dalla giovane età dimostra attitudine
agli studi e a Milano frequenta l'Istituto Tecnico, ora Politecnico. Nel 1908 si laurea
in matematica, ma prende la seconda laurea in ingegneria. Durante quel
periodo decide di progettare il suo primo velivolo, un aereo con configurazione
propulsiva spingente, ma rendendosi conto che non aveva sufficienti fondi per
ultimarne la costruzione si associò con altri. Con gli sforzi congiunti di alcuni finanziatori riuscì quindi a realizzare il primo volo di un velivolo
interamente italiano, sia come concezione che come realizzazione.
Negli anni successivi il fratello Carlo, già emigrato negli Stati Uniti d'America, a Brooklyn, lo invita a
raggiungerlo e Giuseppe, spinto anche dalla possibilità di trovare fondi per la
realizzazione dei suoi progetti aeronautici, decide, nel 1911, di raggiungerlo.
Comincia a costruirsi un aeroplano nel
seminterrato della propria abitazione, un aereo caratterizzato dall'ala
alta a parasole.
Dopo aver terminato il nuovo apparecchio Bellanca decise di conseguire un
brevetto di volo presso il Mineola Field a Long
Island
nel 1912.
I suoi aerei furono
tra i primi a montare motori raffreddati ad aria e ad avere un abitacolo
chiuso.
Decise poi di fondare una propria scuola di volo, la Bellanca Flying School, dove insegnò
lui stesso fino al 1916. Costantemente in affanno per trovare finanziamenti
lavorò, per un certo periodo alla Wright Corporation prima e poi quando
la Maryland
Pressed Steel Company di Hagerstown gli propose un posto come consulente
non si fece sfuggire l'opportunità.
Progetta un biplano da addestramento, il CD, seguito in breve tempo dal CE, proposti al Aviation Section, U.S.
Signal Corps,impegnato
nella prima guerra mondiale.
Nel 1921 grazie all'azienda
motociclistica locale, la Victor Ross, furono reperiti i
fondi necessari per completare la realizzazione del Bellanca CF, Cosi' venne realizzato il
primo aereo da trasporto di impostazione moderna e volò con successo negli
Stati Uniti.
Il 4 luglio 1927 fonda finalmente l'azienda che porterà il suo nome.
Nel 1927 progetta il Wright-Bellanca WB-2, battezzato Miss Columbia, per
la Wright Aeronautical Co.
Con un Ryan
M-2 battezzato Spirit of St. Louis, fu effettuata la prima trasvolata
atlantica in solitario,
senza scalo, tra il 20 e il 21 maggio 1927, arrivando in 33 ore e 32 minuti nei
pressi di Parigi. Pochi giorni dopo, il 4 giugno 1927, con il Wright-Bellanca
WB-2 i piloti conquistano il primato mondiale di durata effettuando la
trasvolata atlantica New York - Eisleben (Germania) in 41 ore e 56 minuti, ad
una velocità media di 150 km/h.
L'ultima sua realizzazione,lo SkyRocket II, del 1960, conquistò diversi primati
mondiali
93-
Giro del mondo automobilistico da Palermo a New York.
Con la 'Monterosa' Fiat
1100 alla guida Franco Nacci, editore e direttore della rivista Italia Mondo.
La maratona di Nacci partì dalla Sicilia il 31 dicembre del 1950 ed ebbe
conclusione a Palermo 22 mesi dopo, al termine di 72.000 chilometri.
Ventidue mesi di viaggio solitario in auto,
fra le strade di tre continenti e di 33 Paesi, per un totale di 72.000
chilometri. Esattamente il 31 dicembre del 1950, una vettura allestita dalla
carrozzeria Monterosa di Torino su autotelaio Fiat 1100 partì da Palermo con il
cofano rivolto verso Oriente e destinazione finale New York. Autore della
maratona meccanica fu Franco Nacci, da poco fondatore e direttore della rivista
‘Italia Mondo’, bimestrale di “vita italiana nel mondo” pubblicato a Palermo (
redazione ubicata in via Mariano Stabile 60 ).
Il resoconto dell’impresa venne pubblicato sul primo numero di ‘Italia Mondo’,
datato aprile-maggio 1953. Il reportage della traversata automobilistica trasuda
spirito di pionierismo.Il racconto di Nacci restituisce oggi pezzi di storia
europea, così come essa si presentava pochi anni dopo la fine del secondo
conflitto mondiale.
La corsa europea della Monterosa-Fiat 1100, curiosamente targata PA18000,
proseguì da Graz, attraverso Zagabria e Nish, sino al confine bulgaro di
Dimidrograd, dove Nacci nonostante i regolari visti fu bloccato all'indivisibile "cortina di ferro".
Poi, dopo un complicato giro attraverso la
Macedonia e Salonicco, il tour toccò la Turchia ed il traghettamento del
Bosforo. Da qui, il viaggio promozionale proseguì in Medio Oriente – Beirut,
Damasco e Baghdad sino alla capitale dell’Iran, Teheran.
Il lungo viaggio avrebbe conosciuto il tratto più duro: i quasi 4.000
chilometri dei deserti dell’Iran, dell’Afghanistan e del Pakistan, percorsi in
pieno agosto. Nel diario di bordo, Nacci ricordò “la temperatura media di 60°, dove
la benzina era difficile a trovarsi, i viveri assolutamente immangiabili e
l’acqua così sporca". Nel “deserto del sale”, una depressione fra Bam e Zahedan,l'impresa rischiò di finire a causa di un profondo insabbiamento dell’auto, risolto “dopo
16 ore di solitario lavoro di scavo.
L’arrivo in India,con tappa a Nuova Dehli ed al Taj Mahal,e poi l’imbarco sul
‘Bintang’, per una traversata di 22 giorni attraverso Indonesia, Filippine,
Giappone ed Hawai, sino alla “grande bocca senza denti del Golden Gate bridge
di San Francisco, dove ricevette l’affettuoso benvenuto.
Da qui, Nacci e la sua Monterosa-Fiat 1100 percorsero 8.000 chilometri attraverso
80 città degli Stati Uniti d'America.
Le fatiche di guidatore e vettura ebbero quindi termine a New York; qui, dopo
un mese si imbarcò sul ‘Biancamano’ diretto a Genova, in vista del conclusivo colpo
di freno a mano a Palermo.
A distanza di decenni da quel giro del mondo targato Palermo, non si conosce quale sia stata la sorte di Franco Nacci.
Sappiamo solo che quella fu “la storia semplice e breve di un uomo, di
un’auto e di una idea proiettati in un eccezionale messaggio mobile della
nostra Italia sulle più difficili ma anche più belle ed indimenticabili strade
del mondo".
94-Rosario
Candela - Montelepre 1890/ 1953 Architetto Siciliano naturalizzato statunitense
Candela
emigrò definitivamente a New York nel 1909 dopo
essere rientrato in Italia per terminare gli studi. Il padre era un imbianchino.
Ottenuta l'ammissione alla Scuola di Architettura della Columbia University, vi
conseguì la laurea nel 1915.
Candela creò il proprio studio nel 1920.Poco dopo ricevette la sua prima
commissione sulla East Side al n. 1105 di Park Avenue.
Candela progettò diversi
edifici residenziali sulla Upper West Side, principalmente lungo West End
Avenue e Riverside Drive.
Candela fu particolarmente attivo nella seconda metà degli anni Venti,quando
ebbe l'opportunità di progettare numerosi edifici nell'Upper East Side,
principalmente sulla Fifth Avenue e Park Avenue,così come a Sutton Place e in
altri luoghi.
Nel 1927 e nel 1928 progettò 19 palazzi condomini, tra cui
il 960 Fifth Avenue e il 720 Park Avenue.Ebbe ancora più commissioni per il 1929 tra cui i palazzi ai numeri 740, 770,
778, 834 e 1040 su Fifth Avenue.
Era considerato un maestro del design quando si trattava di interni, con
sontuosi foyer d'ingresso e scalinate monumentali.
Durante la Grande Depressione, ci
fu un crollo nell'edilizia e Candela ricevette solo incarichi sporadici.
Durante
questo periodo, Candela cominciò a sviluppare un interesse per la crittografia,
studiando e decifrando codici.
A partire dal 1941 tenne un corso di
crittografia allo Hunter College di New York, considerato al tempo l'unico del
suo genere.
Candela continuò il suo lavoro di architetto fino alla morte nel 1953.
95-Giacinto Giordano Ansalone - Santo Stefano Quisquina 1598/1634
Dopo gli studi a Palermo e a Salamanca, predicò in Messico, nelle Filippine e in Giappone.
Rimasto orfano di entrambi i genitori, entrò nel convento di San Domenico prendendo il nome di fra Giordano da Santo Stefano. Nel 1618 fu
trasferito a Salamanca per studiare greco e latino.
Espresse il desiderio di recarsi in missione nell'ontano Oriente e dopo un
periodo al convento di Truchiglio nella Castiglia per la formazione e
preparazione missionaria parti’.
Prima di arrivare nelle Filippine l'imbarcazione fece sosta in Messico.
Nonostante la destinazione pericolosa diceva : ” il Giordano è tornato indietro ma,
Giordano non torna in dietro”.
Giunto a Manila, capitale delle Filippine, fu subito assegnato all'assistenza degli infermi dell'ospedale.Nel 1632 arrivarono altri missionari per il Giappone in sostituzione
ai Domenicani martirizzati e fra Giordano ricevette l'ordine di partire con loro.
La
persecuzione del 1624 aveva decimato i cristiani e non arrivavano missionari da
otto anni.Fra Giordano avrebbe perlustrato le diverse regioni visitando e
confortando i cristiani. A causa delle fatiche dei viaggi continui, le
privazioni di ogni genere, le pene cadde gravemente malato e fu costretto a
ritornare a Nagasaki.Il governatore fece organizzare una perquisizione nella regione
di Nagasaki e il missionario fu scoperto. Fu legato con una catena e
condotto a Nagasaki.Interrogato più volte e non rinunciando mai alla sua fede
fra Giordano fu condannato a essere torturato in maniera disumana e a morire orribilmente.
97-Salvatore
Zappalà
- Petralia
Sottana 1893/1942 Militare Siciliano pluridecorato e medaglia d'oro al valor militare alla memoria
Entrato
nei bersaglieri nel 1913
Al termine del conflitto negli anni 1919 e 1920 rimase
nella zona dell'armistizio. Nel 1926 fu trasferito nel Regio
corpo truppe coloniali della Tripolitania, prese parte
alla riconquista
della colonia con il grado di capitano.
Nell'ottobre 1936, partito volontario per la Somalia, venne destinato, con il grado di primo capitano al battaglione carri d'assalto delle truppe
del Governatorato
di Galla e Sidama distinguendosi al Lago Sciala e in altre operazioni
di polizia.
Nel 1938 promosso maggiore, partì nuovamente volontario per
la Spagna dove era in corso una guerra civile,prese
parte alla seconda battaglia dell'Ebro
e alla conquista della Catalogna.
Nel 1939 promosso tenente colonnello,
partì per l'Albania prendendo
parte nel 1940 alle operazioni sul fronte greco-albanese.
Ne 1942 fu impiegato nell'offensiva in Africa
Settentrionale, assumendo il comando del LI
battaglione carri , nel corso di un combattimento a El-Dabaa,
sotto il fuoco dei mezzi corazzati nemici fu colpito a morte.
Mori' nell’ospedale da campo di Sollum.
98-Giuseppe La Puma - San
Giuseppe Jato
1870/1940 Baritono e basso
buffo Siciliano
Soprannominato Peppino,durante la sua
carriera ha potuto calcare palchi italiani ed esteri.
Debutta nel 1894 nella sua città natale in Don
Pasquale che
interpreterà anche successivamente.
Dopo altre interpretazioni tra il 1888 e il 1889 è al Teatro
La Fenice con Samson
et Dalila
e in Aida.
Nel 1901 debutta al Teatro Opera di Buenos
Aires.
Nel 1908 è al Teatro
Colón di Buenos
Aires con Aurora con grande
successo dell'opera.
Nel 1911 canta nell’ Isabeau al Teatro Coliseo di Buenos
Aires
con la direzione di Pietro
Mascagni. Durante la sua
permanenza in Colombia a Bogotà, nel 1917, rimane
coinvolto in un terremoto.
Negli anni 1920 trasloca negli Stati Uniti. Nel 1925 canta ne Il barbiere di Siviglia all'Academy
of Music di Filadelfia.Nel 1928 crea il
"La Puma Opera Workshop" che dirige fino alla sua morte.
99-Gaetano Ajello - Palermo 1883/1983 Architetto Siciliano negli Stati Uniti
Emigrato negli Stati Unit nel 1902 è conosciuto per i palazzi dallo stile
architettonico apprezzabile situate nell'Upper West Side di Manhattan.
Ajello progettò trentotto palazzi per appartamento durante la sua carriera
ventennale.
Si dedicò sia all'architettura rinascimentale che agli stili di architettura neoclassica, ma usò costantemente calcare e terracotta. Spesso includeva finestre in stile Tiffany nei suoi progetti.
I suoi edifici comunemente portano una pietra angolare con la leggenda scolpita "G. Ajello, Architect".
Nel 1912, Architecture and Building dedicò un intero articolo alla sua architettura.
Lo stesso anno, Ajello ha inizio' a lavorare per le famiglie di Paterno e
Campagna, due dei più influenti costruttori.
L'ultima commissione nota di
Ajello era la 395 Riverside Drive, un progetto da 2 milioni di dollari, completato
a metà degli anni '20.
100-Pietro
Mulè alias Peter Mole - Termini Imerese 1891/ 1960 Inventore Siciliano nel
campo dell'elettricità
Mulè
(Peter Mole), è emigrato in America,
con il padre Pietro ed i fratelli Filippo, Giuseppe e Giuseppa, nel 1897.
Nel 1923 si
laurea in "ingegneria elettrica" e comincia a lavorare per la Thomas Edison e
per la General Electric, a New York.
Nel 1927 fonda
la Mole-Richardson, azienda che si occupa di
illuminazione e di produzione cinematografica, con sede a Hollywood, California, e
rifornisce la casa cinematografica Metro Goldwyn Mayer.
La Mole-Richardson di Mulè ha brevettato nel 1935 il primo "Fresnel Solar
Spot" (Riflettore).Durante la seconda guerra mondiale, Mulè produce
proiettori per corazzate, carri armati e artiglieria.
Nel 1945 Peter
Mole è stato scelto per realizzare l'illuminazione per il Consiglio storico
delle Nazioni Unite, tenutosi a San Francisco.
101-Vincent
Luke Palmisano - Termini Imerese 1882/1953 Politico Sciliano naturalizzato statunitense
Emigrò
negli Stati Uniti da bambino, quando la sua famiglia decise di stabilirsi
nel Maryland.
Studiò giurisprudenza a Baltimora e
divenne avvocato.
Entrato in politica con il Partito Democratico, nel 1914 fu
eletto all'interno della Camera dei delegati del Maryland, dove
rimase fino al 1915. Fu
poi eletto all'interno del consiglio comunale di Baltimora e rivestì
alcuni incarichi politici a livello locale.
Nel 1926 si
candidò alla Camera dei Rappresentanti e
risultò eletto deputato.
Negli anni successivi fu riconfermato
per altri cinque mandati,fu membro della Camera dei Rappresentanti per lo stato del Maryland dal 1927 al 1939.
102-Abū l-Ḥasan ʿAlī ibn ʿAbd al-Raḥmān al-Kātib
al-Ṣiqillī - Bivona XI-XII
secolo Poeta arabo-siciliano
Più noto con la nisba al-Ballanūbī (o al-
Era un arabo di Sicilia discendente da Ansar. Il toponimo Villanova (Villa Nova, Villa
Noba, o Billanoba) rimanda a un località nei pressi di Bivona. A seguito dell'invasione
normanna della Sicilia, al-Ballanūbī abbandonò l'isola e si trasferì in al-Andalus, dove si pose sotto
l'ala protettrice del mecenate Muhammad al-Muʿtamid ultimo
regnante musulmano abbadide sulla Taifa di Sivigl
In seguito fu al Cairo, in Egitto dove morì ad un'età
molto avanzata agli inizi del Millecento.
Di al-Ballanūbī è tramandato un esiguo dīwān in cui si
contano alcuni brevi componimenti, cinque qaṣīda, e una commossa elegia in memoria
della madre.
103-Antonio
Callea - Favara 1894/1939 militare Siciliano
Partecipò negli anni '30 col grado di capitano di fanteria nel Co
Quando la guerra giunse
al termine con la vittoria delle truppe
nazionaliste, venne trucidato dai
repubblicani in ritirata nei pressi di Pont
de Molins..
104-Antonio Calandro - Sicilia ?/? - Combattente Siciliano guerra indipendenza polacca
Nel 1800 la Polonia era divisa tra la
Russia,l'Austria e la Prussia e la lotta per l'indipendenza fu durissima.
A questa lotta partecipo’ il siciliano Antonio Calandro.Dopo la battaglia di
Milazzo decise di andare in Polonia per partecipare alla battaglia
d'indipendenza di quel popolo.
Fonte : il libro “La sciabola spezzata” di Vito Catalano
105-Giovanni Grasso – Catania 1873/1930 - attore teatrale e attore cinematografico Siciliano
Giovanni Grasso è ricordato come il più grande attore
tragico siciliano e uno dei maggiori in Italia.
Iniziò la propria attività nello
spettacolo al teatro dell'Opera dei Pupi gestito dal padre Angelo.
Alla carriera teatrale venne avviato da Nino Martoglio.Interpretò diverse opere di successo recitando
sui più importanti palcoscenici d'Italia e poi internazionali: Spagna, Americ
Recitò anche nel cinema muto di cui viene considerato un pioniere in ambito
internazionale
Nei Racconti di Odessa di Isaak Babel è
presente un racconto dedicato ad un grande attore siciliano,Giovanni Grasso,
che intorno al 1910 fece una trionfale tournée in tutte le Russie.
Ne era tornato con doni e onorificenze ricevute dallo zar in persona e con un
sacco pieno di rubli che rovesciò sul tavolo della sua mamma, colpevole di non
aver mai creduto nel talento del figlio e nella carriera che aveva scelto.
106-Eugenio Di maria - Petralia Sottana 1862/1916 -
Ufficiale Siciliano esercito combattente nella Rivolta dei Boxer in Cina e
nella guerra italo-turca
Discendente
di una nobile famiglia iniziò giovanissimo la carriera militare.
Combatté, guadagnando numerose decorazioni, con il Corpo di spedizione italiano
in Cina (1900-1901), e nella guerra italo-turca dove raggiunse il grado di maggiore.
Durante la prima guerra mondiale fu comandante della Brigata Sassari col grado
di colonnello brigadiere..
Nel
1899 in estremo oriente scoppia la “Rivolta dei Boxer ed egli arrivò
in Cina per difendere la legazione italiana in Estremo Oriente.Si distinse nella battaglia di Kun an Sien .Nel 1911
è inviato in terra d’Africa durante il conflitto italo – turco.
Si distinse sul Mergheb e termina l’avventura in Libia a Sidi Abdul Ghelil nel 1912.Dopo una breve
parentesi in Albania viene richiamato in patria per l’imminente scoppio del
primo confitto mondiale.
Nel 1916 assunse il comando dei “Diavoli Rossi”, la Brigata Sassari. Sui monti del Trentino venne colpito dagli Austriaci con un colpo di fucile che lo uccise all’istante, mentre guidava un assalto alla baionetta.
Le
sue ceneri riposano nella Chiesa di San Domenico a Palermo.
Le sue gesta le possiamo leggere nel diario tenuto da un soldato della Sassari:
“A M. Fior.
107 - Giovanni Antonino Domenico
Francesco Saetta - Platia
(Piazza Armerina) , 1665 –
Caborca (Messico) 1695 , Missionario in Messico
All'età di 17 anni ottiene il permesso di chiedere di essere
destinato alle lontane missioni d'Asia e d'America.
La risposta è negativa.
Nel settembre dello stesso anno riformula la domanda per essere inviato in
missione con risposta nuovamente negativa, quindi ritorna a Platia.
Riformula nel 1691 altre due volte la richiesta di trasferimento a Città del
Messico e, finalmente arriva da Roma il tanto desiderato placet.
Nella tarda estate del 1692 arriva a Veracruz in Messico e alla fine dell'anno,all'età
di 27 anni, è ordinato sacerdote.
Studia teologia a Città del Messico.
Nel 1693 P. Francesco Saverio
Saetta si trasferisce a Puebla per continuare a studiare e nel 1694
è pronto a partire in missione per il Messico Settentrionale,al confine con gli
Stati Uniti d'America, nella regione di Sonora dove i PP. Gesuiti avevano una
missione.
Raggiunto Dolores, nella missione di Nuestra Señora da dove inizia il viaggio
verso Caborca. Arrivato Saetta inizia la
sua opera di ristrutturazione e costruzione materiale e spirituale degli
indios.
Nel dicembre del 1694 il Governo Militare Spagnolo della Pimeria Alta impedisce
gli spostamenti nella zona di Arispe per lo svolgimento di rastrellamenti
contro i ribelli Hojones, Janos y Sumas. Una volta ricevuto il permesso di
partire,dopo aver ottenuto gli aiuti che cercava per la sua missione, rientra a
Caborca dove si improvvisa muratore,falegname e agricoltore.
Questi esempi convincono gli indios ad aiutarlo ancora con più fervore, tanto
che la missione diventa base logistica per le nuove missioni nelle limitrofe
California e Arizona.
Nell'aprile del 1695 i ribelli, domati a dicembre, si riorganizzano per
riattaccare le missioni, in quanto ritenute espressione del colonialismo
spagnolo.
Il 2 aprile dopo aver assaltato la missione di S. Pietro di Tubatama, i Pimas
attaccano quella di Caborca.
Padre Saetta, che in precedenza aveva avuto buoni contatti con alcuni di loro,
li accoglie con cordialità ma, alla fine dell'incontro,due Pimas, tratto
all'improvviso l'arco, lanciano due frecce colpendolo al petto.
Padre Saetta visse pochi istanti, il tempo di portarsi ai piedi della vicina
Croce.
108 - Onofrio Abbate, dal 1882 Abbate Pascià - Palermo , 1824 – Il Cairo 1915
Medico, naturalista e scrittore in Egitto
Laureatosi in medicina, allievo di un noto oculista del tempo,divenne un
valido oftamologo , coltivando, nello stesso
tempo, interessi letterari
Nel 1845 emigrò in Egitto, dove entro’subito
a servizio del governo khediviale.
Poi diventò direttore
dell'ospedale governativo di Alessandria e ricevette diversi
incarichi pubblici e fu anche medico di corte.
Durante l'epidemia colerica del 1848 prestò la sua opera quale medico dei
cantieri per la costruzione del barrage del Delta.
Partecipò alla guerra di Crimea (1855) come medico capo della flotta egiziana
inviata dal viceré Sa'id pascià in aiuto dei Turchi. In quell'occasione scrisse
un opuscolo contro il traffico dei negri, invocando l'abolizione della
schiavitù, che fu poi decretata dal viceré Sa'id durante il viaggio nel Sudan
(1856-57).
Nel giugno del '57 ricevette dal Crispi l'invito a
prendere sotto la propria tutela, relativamente all'Egitto, l'Office Européen,
agenzia commerciale dallo stesso Crispi aperta a Parigi.
Ci ha lasciato un gran numero di
scritti trattanti la medicina, le condizioni fisiche e sanitarie dell'Egitto, la storia delle scienze e
specialmente la geografia e l'archeologia egiziane.
109 - Francesco
Passalacqua da Salemi - Salemi , 1638- Selleka (Etiopia) 1701 ,
Missionario in Egitto ed Etiopia
La conoscenza
della lingua araba e la preparazione scientifica, lo resero molto apprezzato.
Lasciata così la Sicilia, intraprese, come
missionario, una lunga e travagliata carriera che lo portò,
dal settembre 1679 fino al 1692, in Egitto, dove lavorò tra
i copti cristiani e tra gli arabi.
Nel 1697, con la carica di prefetto apostolico delle missioni, fu mandato
in Egitto e
in Etiopia.
Le sue doti diplomatiche, gli fecero acquisire dei meriti, sicché Innocenzo xi
lo nominò nunzio apostolico per la riconciliazione della Chiesa alessandrina e
di quella romana.
Tradusse in lingua araba diverse opere, tra le quali il testo del concilio di
Calcedonia (751 d.C).
Rifiutò l’episcopato, tuttavia Innocenzo xii lo inviò come missionario
all’imperatore dell’Abissinia, ma durante il viaggio, spossato dalle fatiche,
si ammalò gravemente e nella città di Selleka morì il 4 agosto del 1701 fu
sepolto a Celga sul lago Tana.
110 - Ildefonso
da Palermo – Palermo , 1690- ? 1742 , Missionario in Egitto
Missionario
in Alto Egitto dal 1718 al 1742.
Anche lui, servendosi dell’ottima conoscenza della lingua araba e dell’arte
medica, riuscì a farsi apprezzare dalle popolazioni locali e ad evitare
persecuzioni ai confratelli.
111 - Gaspare
Malandrino da Noto – Noto , 1610- Noto 1681 , Missionario in Moldavia e
Valacchia
A
supporto della sua attività apostolica in Moldavia e Valacchia, nel 1644
redasse un catechismo in lingua moldava, rimasto inedito; pare sia deceduto a
Noto dopo il 1681.
112 - Luigi
da Palermo – Palermo , ?-? , Missionario in Congo
Mentre
faceva ritorno in patria, insieme ad altri confratelli, nel 1668 venne
catturato dai pirati e condotto in Barberia. Liberato,volle restare ancora tre
anni a Tunisi per assistere gli schiavi.
113 - Luca da Caltanissetta – Caltanissetta ,
1644-1702 , Missionario in Congo
Ottiene
di partire per le missioni dopo reiterate suppliche ed inizia la sua missione
in Congo nel 1691.
Oltre ad un’intensa opera di evangelizzazione,svolse una delicata attività
diplomatica per migliorare i rapporti tra il Portogallo e il Congo,forte della
nomina a vice prefetto della missione. L’autonomia del regno congolese era,infatti,
funzionale al rispetto per i missionari e allo sviluppo della missione.
Le fatiche apostoliche e le condizioni climatiche e sanitarie del territorio
logorarono la sua salute. Nel 1701, gli giunse la nomina a prefetto della
missione e commissario dell’Inquisizione per il regno del Congo.
Ma aveva ormai deciso di lasciare la missione ed era in viaggio per Luanda,
dove morì l’anno successivo.
114 - Gregorio d'Agrigento, in
seguito Gregorio II - Agrigento, 559 – Agrigento, 630
vescovo,eremita
e studioso in medio oriente
Gregorio nasce nel villaggio di Pretorio nei pressi di Agrigento.
A dodici anni, su richiesta dei
genitori, è ordinato lettore e diventa discepolo
dell'arcidiacono Donato,. La lettura di una vita di san Basilio Magno fa
nascere in lui il desiderio di visitare i Luoghi Santi.
A diciotto, anni durante una visione,
gli appare un angelo che gli dice di andare sulla riva del mare, dove lo
attende una nave diretta a Cartagine. Il
capitano del battello è intenzionato in un primo momento a venderlo come
schiavo, ma durante la traversata si pente dei suoi propositi.
Così Gregorio giunge nella città africana. Qui ha modo di incontrare il vescovo
ed incontra tre monaci che vogliono condurlo fino a Gerusalemme.
Gregorio parte allora per Tripoli e
quattro mesi dopo giunge a Gerusalemme con i tre monaci.
La domenica di Pasqua è ricevuto dall'arcivescovo Macario.Intanto Gregorio
viene ordinato diacono ed
entra in un monastero sul Monte degli Ulivi.
Successivamente lascia Gerusalemme e si ritira per quattro anni nel deserto per
condurre vita eremitica. Ritorna poi a Gerusalemme, per un anno, e poi si reca
ad Antiochia, dove
è ricevuto dall'arcivescovo Eustazio[3];
alloggia in una cellula abitata un tempo da san Basilio Magno. In seguito,
lascia anche Antiochia e si reca a Costantinopoli.
Nella capitale imperiale, Gregorio si ritira nel monastero dei Santi Sergio e
Bacco, dove inizia a studiare.
Alcune settimane più tardi si celebra un concilio contro un'eresia e Gregorio,
vi partecipa,la sua eloquenza riesce a sconfiggere gli eretici e a riportare
molti all'ortodossia.
Lo stesso imperatore Giustiniano[7] lo
riceve a palazzo. Qualche giorno dopo lascia Costantinopoli per Roma, dove
si installa nel monastero di San Saba.
Nel frattempo, muore il vescovo agrigentino Teodoro e la contesa fra i
pretendenti alla successione divide la città. Una delegazione cittadina giunge
a Roma per chiedere l'aiuto del papa.[8] Questi
ha una visione, che lo invita a scegliere Gregorio, il quale, ritenendosi
indegno, prima si nasconde in un monastero, e poi pensa di fuggire in Spagna. Alla
fine tuttavia accetta e riceve la consacrazione episcopale.
Ritorna così ad Agrigento, dopo tredici anni di assenza, ed è installato sulla
sede.
Ma purtroppo sono mosse delle accuse contro di lui e Il papa lo fa gettare in
prigione, dove resta un anno, prima che il pontefice si interessi di lui. Un
monaco consiglia allora al papa di consultare l'imperatore e l'arcivescovo di
Costantinopoli. Dalla capitale arriva allora lo spatario Marciano, legato
dell'imperatore e conosciuto da Gregorio all'epoca della sua residenza
sul Bosforo. Visitato
in carcere, Gregorio confessa loro che è imprigionato oramai da due anni e
quattro mesi, ma che avrebbe lasciato la prigione solo per volere del papa.
Viene allora convocato un sinodo nella
chiesa di Sant'Ippolito, presso il carcere, alla presenza di 150 vescovi e
oltre cento accusatori e con tutti gli attori in causa ed esce fuori la trama ordita contro il vescovo. Alla fine
Gregorio ne esce vincitore e viene riabilitato.
Finalmente Gregorio può lasciare Roma e si reca a Costantinopoli, con la
delegazione venuta dalla capitale per il sinodo; è ricevuto a palazzo da
Giustiniano e dall'arcivescovo. Resta nella città per un certo periodo di
tempo, dedicato alla stesura di libri e alla formulazione di nuovi canoni
ecclesiastici, promulgati dall'imperatore. Col permesso di Giustiniano
ritorna infine ad Agrigento, dove è accolto trionfalmente. Non si stabilisce
tuttavia in città, ma trasforma in chiesa uno dei templi appena fuori
dall'abitato.
115 - Gerlando Marsiglia -
Giuliana
, 1793 – New
York 1850 pittore
negli Usa
Iniziò i suoi studi di pittura a Palermo ma
poi si trasferì a Napoli dove
cominciò a frequentare la corte dei re Borboni.
Intorno al 1820 si
trasferì a New
York dove aprì una propria galleria d'arte.
Fu uno dei primi artisti espatriati a stabilirsi negli Stati
Uniti, ritrattista, paesaggista e pittore di storia, attivo anche come mercante
d'arte e restauratore. Secondo un resoconto della sua vita apparso nel Registro biografico di New York nel
1886, Marsiglia si interessò alla pittura durante la sua giovinezza.
116 - Dicearco - Messana
(Messina) , 350
a.C. – 290
a.C. filosofo, geografo e cartografo
in Grecia.
Viaggiò in Grecia per
parecchio tempo. Ad Atene fu
discepolo e pupillo di Aristotele nella
scuola peripatetica, dedicandosi a studi rigorosamente scientifici ed entrando
in amicizia con Teofrasto, che gli dedicò alcune opere.
117 - Gaetano Giulio Zumbo,
o Zummo - Siracusa, 1656 – Parigi 1701
, abate ed
artista in Francia
Famoso nel XVII secolo per
le sue opere in ceroplastica. I
suoi soggetti riguardavano perlopiù gli aspetti legati alla morte,
alla malattia e
alla putrefazione dei
corpi, ma non mancano attestazioni della sua attività di presepista.
Sono poche e frammentarie le notizie riguardanti
questo artista siciliano: prese il cognome Zummo dalla madre, che mutò in Zumbo
quando si stabilì in Francia.
Studiò presso i Gesuiti e ottenne il titolo di abate, che permetteva di
ottenere un piccolo reddito. Affrontò gli studi di anatomia a Bologna, famoso
centro studi.
Egli operò al servizio del Granduca Cosimo III de Medici dal febbraio del 1691
all’aprile del 1695.
Nel 1695 Zumbo partì improvvisamente lasciando il sovrano rammaricato per aver
perso un tale artista.
Nei cinque anni successivi Zumbo si intrattiene a Genova con una proficua
produzione di opere.
Nel 1700 si trasferisce a Marsiglia con le sue ultime composizioni, divenendo
subito celebre disponendo da parte dell’Intendente Generale delle Gallerie di
Francia suo ammiratore di un chirurgo per preparare le dissezioni di teste ad
uso dell’artista.
La fama del ceroplasta giunse persino a Parigi dove il 25 maggio 1701 fu
invitato a mostrare una sua testa anatomica all’Académie Royale des Sciences.
La testa anatomica fu acquistata subito oggi al Museo nazionale di storia
naturale di Parigi.
A seguito del successo presso l’Académie lo Zumbo ottenne da Luigi XIV il
monopolio delle preparazioni anatomiche, ottenendo anche l’autorizzazione a
tenere pubbliche lezioni di anatomia. Ma, al culmine della sua gloria, il
ceroplasta morì improvvisamente a seguito di un’emorragia, forse perché affetto
da tubercolosi, il 22 dicembre 1701.
Egli fu sepolto a Saint-Sulpice, ma la sua tomba fu distrutta durante la
rivoluzione francese.
118 - Acrone - Agrigento ?-? (vissuto nel V secolo a.C.)
, medico in
Grecia
Medico di Agrigento a cui la scuola degli empirici faceva
risalire la propria origine.
Acrone, figlio del celebre filosofo Zenone di Elea, nacque
ad Agrigento nel quinto secolo a.C. Ancora giovane, andò ad Atene e
studiò filosofia e retorica insieme
ad Empedocle, suo
concittadino.
Conclusi gli studi, Acrone si affermò ben presto come un abile retore.
Le sue lezioni di retorica in pubblico e la sua abilità oratoria gli
procurarono non poca ammirazione e fama tra i concittadini.
Dopo questo primo periodo della sua maturità, Acrone diresse il suo talento
verso gli studi di medicina.
Durante il suo apprendistato, compì molti viaggi in Egitto e
in Asia, con
lo scopo di raccogliere il maggior numero di informazioni dalle esperienze dei sacerdoti
e dei medici in cui si imbatteva.
Si dice che Acrone abbia applicato una soluzione taumaturgica appresa in Egitto in
occasione della peste del
430 a.C. ad Atene, e che, dietro suo consiglio, furono accesi dei fuochi di
grandi dimensioni per le strade allo scopo di purificare l'aria.
La soluzione si rivelò efficace e salutare per molti malati.
Il suo talento come medico e il suo nuovo approccio alla medicina gli
procurarono ammirazione e stima tali che gli fecero meritare l'epiteto di sommo o supremo tra i medici[3] (lo
stesso nome, Acrone, significa sommo).
Tuttavia allo stesso modo, la fama gli procurò non pochi nemici, tra i quali
spicca Empedocle, suo concittadino ed amico d'infanzia, il quale provava
invidia del successo di Acrone.
In Sicilia Acrone
fondò una scuola di medicina, la quale aveva come punto cardine l'esperienza
concreta dei fatti e il rifiuto di tutto quello che ad essi non si atteneva
scrupolosamente.
Per questi motivi Plinio il Vecchio lo
considera il fondatore della scuola degli empirici.
L'innovazione che Acrone introdusse nella medicina del tempo fu la maggiore
attenzione riservata ai fatti.
Il medico agrigentino dedicò gran parte della sua vita alla lotta contro i
filosofi e i medici del tempo, accusandoli di aver ridotto la medicina a metafisica[4] e
di averla assoggettata a speculazioni filosofiche.
Egli sosteneva che la medicina dovesse dipendere unicamente dalla pura
esperienza, dall'esatta osservazione dei fatti e che tutte le astratte
speculazioni non erano solo superflue, ma anche dannose.
119 - Giovanni Rappazzo Messina, 1893 – Messina 1995 inventore
conosciuto negli Usa
Tra le sue invenzioni il cinema sonoro nel 1914.
L'intuizione gli venne lavorando nel cinema aperto insieme al fratello.
Nel 1921, poco dopo la grande
guerra, depositò il brevetto per la "pellicola a
impressione contemporanea di immagine e suoni", ma non riuscì a vendere la
sua invenzione, né a trovare finanziatori.
Il brevetto scadde il 30 marzo 1924 e, non avendo la possibilità di rinnovarlo per mancanza
di fondi, Rappazzo ne perse l'esclusiva di sfruttamento commerciale.
La Fox seppe della scadenza e brevetto’ un sistema
di sonoro identico a quello di Rappazzo,che
in perfetta buona fede aveva fornito ingenuamente alla casa cinematografica
americana i suoi progetti e anche una pellicola sonora.
Il 22 marzo 1994 è
stato nominato Grande Ufficiale al
merito della Repubblica Italiana per aver brevettato per primo
il cinema sonoro.
Antonino Sciascia - Canicattì, 1839 – 1925 medico e scienziato
,conosciuto ambiente medico mondiale
Viene ritenuto da vari studiosi pioniere e precursore nel campo
della Fototerapia[1], di
cui descrisse l'utilizzo nel 1892 al
XIII Congresso Oftalmologico di Palermo e
nel 1894 all'XI
Congresso Medico Internazionale di Roma.
Dopo la laurea, Sciascia cominciò a esercitare la professione di medico,
continuando gli studi per conseguire la laurea in Chirurgia,
ottenuta, sempre a Palermo, il 5 luglio 1869.
Fin dai primi anni dall'esercizio della professione medica iniziò a
studiare e perfezionare la sua intuizione, a cui diede il nome di “Fototerapia”,
secondo cui la luce poteva
essere uno strumento utile a curare alcune malattie.
L'apparecchio con il suo funzionamento e le sue applicazioni vennero illustrati
nel Congresso Oftalmologico di Palermo nel 1892 e nel Congresso Medico Internazionale
di Roma nel 1894, ma sollevò pochi entusiasmi nell'ambiente
scientifico.
Nel 1897 un medico danese, il dottor Niels Ryberg Finsen, sperimentò lo strumento del dottor
Sciascia e pubblicò uno studio sul metodo terapeutico che celebrava la
fototerapia come geniale rimedio a tante patologie. Lo studio ebbe successo
e fece guadagnare al dottor Finsen, il premio Nobel per la medicina nel 1903.
E', questa del dottor Sciascia, una vicenda - entusiasmante e dolorosa al tempo
stesso - che potrebbe a buon diritto intitolarsi "Storia di un Nobel
mancato".
Il mondo accademico italiano continuò ad ignorare con ostinazione la scoperta
dello Sciascia mentre se ne parlò in America nel "Pacific Jurnal
Medical".
A Palermo presso il Museo della radiologia (unico in Italia e tra i pochi in
Europa), curato dall'Università, si può ammirare la lente biconvessa con cui il
dottor Sciascia, primo al mondo, praticava l'elioterapia.
120 - Elia di Enna, al secolo Giovanni Rachites ,Enna,
822-823 – Salonicco 903 monaco cristiano in
Medio oriente
Elia è conosciuto anche come Sant'Elia il Giovane, o lo Juniore.
Egli visse una vita estremamente avventurosa nell'IX secolo e
fu protagonista di alterne vicende e ripetute peripezie.
A dodici anni, verso l'835, con altri duecentoventi siciliani fu catturato dai
Saraceni per essere portato in Africa, ma dopo pochi giorni fu liberato da una
nave bizantina proveniente da Siracusa.
L'invasione araba della Sicilia costrinse
Giovanni ad abbandonare la città natale, che fu espugnata dai Saraceni nell'859 .
Gli arabi riuscirono comunque ad imprigionare Elia, che fu così portato
in Africa per
essere venduto quale schiavo a un
ricco conciatore cristiano, che gli affidò il compito di amministrare le sue
proprietà.
Dopo essere riuscito a liberarsi, Elia decise di predicare il Vangelo,
mettendo più volte a repentaglio la propria stessa vita.Successivamente una voce
divina gli comunicò che da allora egli sarebbe stato in grado di guarire gli
infermi: E. sperimentò subito con successo le sue nuove doti carismatiche sia
con cristiani sia con musulmani. L'emiro locale gli permise pertanto di
esercitare liberamente la sua attività di guaritore. Ma quando egli convertì al
cristianesimo i musulmani risanati e li fece battezzare fu denunciato all'emiro
per la sua attività missionaria e gettato in prigione. Non si sa bene s se questo
episodio sia avvenuto in Africa settentrionale o in Palestina.
Giunse poi a Gerusalemme, nell'aprile dell'878 .Dopo tre anni trascorsi in
un monastero del Sinai, Elia intraprese un'avventurosa serie
di viaggi, recandosi prima ad Alessandria d'Egitto, quindi in Persia,
ad Antiochia e
nuovamente nel continente nero. Nell'878
Elia tornò sull'isola, dove incontrò a Palermo l'anziana
madre, e a Taormina conobbe
Daniele, suo nuovo discepolo. Procedendo verso nord, Elia soggiornò in Calabria, dove
fondò nell'anno 884, a
Seminara, la prima colonia monastica siciliana della Calabria. Le invasioni
arabe fecero riparare Elia prima in Grecia,
a Patrasso, e
poi sulle montagne dell'Aspromonte, in
località Santa Cristina.
Elia era ormai un conosciutissimo monaco, allorché si recò in pellegrinaggio a Roma. Le
peripezie, i prodigi e l'opera vastissima di evangelizzazione che
Elia aveva svolto in tre continenti estese
la sua fama fino a Costantinopoli, dove
l'imperatore bizantino Leone VI, detto il Filosofo, lo
invitò a soggiornare. Elia però, ormai ultrasettantenne, nonostante avesse
cominciato il viaggio per Costantinopoli e giunto a Tessalonica percependo
l'ora del trapasso, chiamò a sé Daniele e gli espresse il desiderio che la sua
salma venisse trasportata nel monastero di Seminara.
Il feretro fu trasportato da Salonicco, al
porto di Tauriana[1] e
infine l’amico e compagno Daniele, fece tumulare Elia nel monastero di
Seminara.
La vita di Elia fu condizionata in maniera determinante dai contrasti militari
ed ideologici tra Bizantini ed Arabi nel Mediterraneo. I conflitti tra le due
potenze furono causa principale della sua vita raminga, che d'altro canto gli
offrì ampie occasioni di svolgere attività missionaria nei paesi islamici.
121 - Salvatore Ferri, ?-? ,
Licata , ex militare dell’esercito
borbonico e militare negli Usa
Alcuni militari ex
borbonici se ne andarono nel Nord America, altri negli Stati del Sud.
Quando scoppio la Guerra di Secessione, nell’Aprile del 1861, i militari
borbonici che erano finiti nel Nord diventarono unionisti (insieme ad altri
italiani di ispirazione mazziniana), mentre i militari borbonici – e tra questi
il nostro Salvatore Ferri – che erano emigrati nel Sud diventarono sudisti e
seguaci del mitico generale Lee.
Correva l’anno 1860. Cavour
aveva un problema: i tanti militari borbonici che si rifiutavano di intrupparsi
nell’esercito di casa Savoia. Che fare?
Molti militari borbonici, anche per sfuggire ai lager di Cavour, o perché si
rifiutavano comunque di vivere nei loro paesi invasi dai piemontesi, come già
raccontato, emigrarono in America.
E il nostro Salvatore Ferri? Faceva parte del 10° Reggimento di fanteria della
Louisiana. Erano poco meno di un migliaio. Quando ad Appomatox il generale Lee
ad Appomatox si arrese – era il 10 Aprile del 1865 – erano rimasti solo 18
uomini. Uno di questi era l’ex soldato borbonico Salvatore Ferri di Licata.
Strano destino, il suo. Lo scrittore Marcello Veneziani lo dipinge come “un
eroe dei due mondi a rovescio”. E non sbaglia: partito dal suo paese, nel Sud
della Sicilia, era diventato militare del Regio esercito borbonico. E nel Sud
Italia inanellò la sua prima sconfitta. Decise così di combattere per un altro
Sud e se ne andò nella Louisiana, in America. Partecipò alla battaglia di
Winchester, in Virginia, accanto al grande generale Jackson. Quella fu una
vittoria. Ma, così com’era stato per il Regno delle Due Sicilie, anche il destino
della Guerra di secessione era segnato. E, per la seconda volta, Salvatore
Ferri da Licata si ritrovò tra gli sconfitti di un altro Sud.
122 - Vincenzo D'Aquila -
Palermo, 1892 – New York 1975
imprenditore e scrittore negli Usa
Autore della memoria autobiografica Bodyguard Unseen. A True Autobiography (1931), in cui
racconta la sua conversione da volontario a pacifista durante la Prima guerra mondiale.
Nel 1896, emigrò negli Stati Uniti insieme ai genitori, stabilendosi
a New York. Nel
1914, diventò cittadino statunitense.
Il 6 luglio 1915, si imbarcò sulla nave San Guglielmo per potersi arruolare come volontario
nel Regio Esercito e prendere parte alla Prima guerra mondiale.
Nel corso dei primi giorni al fronte, tuttavia, restò disgustato dalle atrocità
del conflitto e decise di non sparare al nemico.
A dicembre 1915, dopo aver contratto il tifo, fu
ricoverato in un ospedale di riserva a Udine, per
poi essere trasferito all'ospedale psichiatrico Sant'Osvaldo a causa dei deliri provocati dalla febbre (e,
probabilmente, anche per le sue idee pacifiste).
Nel marzo 1916, venne internato presso l'ospedale psichiatrico San Niccolò di Siena, dal
quale uscì il 26 settembre di quell'anno, dichiarato ufficialmente
"guarito".
Gli furono concesse numerose licenze, sino al suo definitivo rientro negli
Stati Uniti nell'ottobre 1918.
Al suo ritorno, lavorò prima come esportatore di tabacco e poi nell'editoria.
Nel 1931, pubblicò la sua autobiografia Bodyguard Unseen, che fu recensito all'estero, ma largamente
ignorato nell'Italia degli anni trenta,
«dato il suo pacifismo antitetico all'ideologia fascista».
D'Aquila morì a New York il 26 aprile 1975, all'età di 82 anni.
123 - Evemero da Messina Messina o Agrigento, 330 a.C. circa
– Alessandria d'Egitto, 250 a.C. circa
filosofo e storico
in giro per la parte orientale del mondo
Attivo presso la corte di Cassandro
I, re di Macedonia.
Visse nel periodo immediatamente successivo alla morte di Alessandro Magno e fu
frequente viaggiatore.
Ci viene testimoniato come amico di Cassandro,
divenuto re di Macedonia.
Per conto dell'influente benefattore compì
numerosi viaggi che lo portarono fino all'Oceano Indiano.
Dopo il viaggio, forse nella zona arabica, tornò dopo un lungo itinerario
ad Alessandria d'Egitto dove scrisse
la Storia sacra, opera che
gli attirò aspre critiche.
Nel I libro, Evemero raccontava di essere
partito dall'Arabia per dirigersi in esplorazione nell'Oceano Indiano.
Persa la rotta, la spedizione approdò in vista di un arcipelago di cui l'isola
principale era Pancaia o Iera.
Seguiva una descrizione dei mirabilia dell'isola
ricca di alberi di incenso ed altre essenze vegetali adatte ai sacrifici ed ai
riti religiosi.
I Pancei erano non solo indigeni, ma anche di provenienza orientale, come
Oceaniti ed Indiani, nonché Sciti e Cretesi ed abitavano nella capitale,
Panara, che aveva leggi proprie e non era retta da un sovrano.
124 - Ferdinand J. Pecora -
Nicosia, 1882 – New York, 1971 è
stato Avvocato e magistrato negli Usa
Diventato famoso negli anni '30 del XX secolo per
il suo ruolo di capo consigliere della commissione del senato degli Stati Uniti
durante le investigazioni sulle attività bancarie di Wall Street e sulle
pratiche di brokeraggio.
Nel 1886 emigrò con i suoi genitori negli Stati Uniti. Crebbe a
Manhattan e già da ragazzo Pecora dovette lasciare la scuola per sopperire alla
mancanza di denaro.
Dopo aver fatto l'impiegato in uno studio legale a Wall Street, Pecora frequentò
la "New York Law School".
Nel 1916 divenne membro del Partito Democratico americano e
dell'organizzazione "Tammany
Hall".
Nel 1918 divenne assistente del procuratore distrettuale di New York.
Nei dodici anni seguenti si procurò la fama di onesto e talentuoso magistrato.
Nel 1922, Pecora fu nominato capo assistente del procuratore distrettuale Joab
H. Banton.
Nel 1929 stava per essere nominato procuratore distrettuale ma i membri della
"Tammany Hall" rifiutarono di nominarlo tale per paura di essere
perseguiti da un così onesto pubblico ministero. Pecora lasciò allora lo studio
del procuratore distrettuale per passare alla pratica privata.
Ferdinand Pecora fu nominato capo del consiglio della commissione sull'attività
bancaria e finanziaria nel 1933.
Pecora tenne udienze che provarono le cause della crisi del '29.
Il magistrato interrogò personalmente uomini potenti e ricchi come Richard e
George Whitney o Thomas W. Lamont.
Si formo così quella che passò alla storia come "Pecora Commission".
Pecora finì sulla copertina del Time il 12 giugno 1933.
Le investigazioni di Pecora misero alla luce una serie di pratiche irregolari
inerenti ai mercati finanziari.
Tali pratiche favorivano i ricchi a spese degli investitori comuni.
Alla luce dei fatti il congresso degli Stati Uniti decise di emanare il
"Glass-Steagall Act" ed il "Securities exchange Act" del
1934.
Nel 1934 Pecora viene nominato commissario dell'appena formata commissione
sulla sicurezza e sugli scambi in borsa degli stati uniti.
Nel 1935 diviene giudice della corte suprema dello stato di New York.
Ricoprì questa carica fino al 1950 quando decide di provare, senza successo, a
concorre in politica, come sindaco di New York, contro Vincent R. Impellitteri.
Ferdinand Pecora muore nel 1971.
125 - Evaristo de Chirico - Palermo 1841/1905 Ingegnere Siciliano in Grecia
Costruttore della ferrovia del
Pelion e delle
ferrovie della Tessaglia; in seguito nominato Direttore delle Ferrovie della Tessaglia.
Di nobile origine, era figlio del barone siciliano Giorgio Filigone de Chirico,i figli erano il pittore Giorgio e lo scrittore Andrea.
Conseguita la laurea in Ingegneria si orientò verso il settore dei trasporti, soprattutto
ferroviari .
All'inizio degli anni ottanta del XIX secolo ebbe incarico dal Primo Ministro greco di progettare la rete
ferroviaria della Tessaglia che era stata annessa
da poco ed era priva di linee ferrate.
L'ingegnere era già noto perché con l'Impresa Evaristo de Chirico & Co.
aveva costruito linee ferroviarie in Bulgaria; trasferitosi a Volos la stazione della città venne da lui progettata e
costruita e così molte altre di minore importanza.
Le costruzioni, iniziate nel 1882 con maestranze italiane e manodopera locale,
portarono all'attivazione della linea Volos-Larissa, di 61 km, inaugurata
il 22 aprile 1884 dal Re Giorgio I di
Grecia, e
successivamente della diramazione, a Velestinon, della linea di 142 km per
Kalambaka che fu completata il 16 giugno 1886.
Dopo avere terminate le due direttrici principali a scartamento
metrico ebbe
l'incarico di costruire una piccola
ferrovia a scartamento ancora più ridotto, 600 mm, che permettesse di rimontare le aspre
pendici del Monte Pelion e la costruì
direttamente con le maestranze della propria impresa.
La linea ebbe 2 tunnel e 9 ponti di cui uno, in ferro, sul torrente Taxiarhis,
è particolare perché in un punto in cui la linea opera una stretta curva ad
"U".
Tale ponte ancor oggi si chiama Ponte
De Chirico.
In ragione dei suoi incarichi si trasferì ad Atene dove nel
1891 ebbe il suo secondo figlio.
Nel 1899 trasferì tutta la famiglia ad Atene allo scopo di meglio seguire i
lavori della ferrovia per Salonicco di cui era stato nominato supervisore.
Di salute cagionevole, come scrive il figlio stesso, morì ad Atene nel 1905.
126 - Giuseppe l'Innografo
- Siracusa, 816 – Costantinopoli 886 è
stato un monaco
cristiano bizantino
È considerato uno dei più grandi poeti liturgici
e innografici della Chiesa ortodossa.
A causa della sua profonda fede nell'Ortodossia, venne soprannominato "la
dolce voce d'usignolo della Chiesa".
Una volta morti i suoi genitori, col sopraggiungere dell'invasione degli Arabi in
Sicilia nell'827, egli
venne costretto a trasferirsi nel Peloponneso.
Nell'831,
all'età di quindici anni, si recò a Tessalonica ,dove
ricevette la tonsura e
l'abito religioso all'interno del monastero di
Latmo, all'interno del quale si distinse per devozione e ascetismo.
Il vescovo di Tessalonica, ammirando le sue virtù, lo ordinò ieromonaco.
La sua profonda umiltà colpì persino Gregorio il Decapolita il
quale, durante un suo passaggio da Tessalonica, ammirando il raro comportamento
di Giuseppe, lo condusse nel suo monastero a Costantinopoli.
Nell'841,
Giuseppe venne inviato a Roma presso papa Gregorio IV per
chiedere rinforzi nella battaglia contro l'Iconoclastia,
eresia sorta per opera dell'imperatore Leone III l'Isaurico nel 726.
Tuttavia, nel viaggio di andata, l'imbarcazione cadde nelle mani di alcuni
pirati arabi e lo stesso Giuseppe venne catturato e condotto come schiavo a Creta;
nell'isola il monaco venne venduto agli Iconoclasti che lo rinchiusero in prigione
per sei anni.
Durante il suo sesto anno di prigionia, secondo la tradizione, San Nicola apparve a Giuseppe in carcere e
lo invitò a cantare nel nome di Dio: in seguito, il santo invitò il monaco a
seguirlo e subito, miracolosamente, Giuseppe si ritrovò alle porte di
Costantinopoli; secondo la stessa leggenda, tuttavia, all'indomani della sua
liberazione, il santo si recò a Roma dove
venne accolto con grandi onori, e solo allora ritornò a Costantinopoli.
127 - Giorgio La Piana - Palermo o Piana dei Greci, 1879 – South Natick, 1971 , storico, teologo e medievista negli Usa
Sacerdote, esponente del cattolicesimo modernista, ebbe
un atteggiamento fortemente critico nei confronti del deficit di democrazia che
lui ravvisava nella gerarchia ecclesiastica romana.
Emigrato in America, abbandonò la religione, insegnò all'Università Harvard, e fu animatore
dei circoli antifascisti del fuoruscitismo italiano
repubblicano e democratico negli Stati Uniti d'America.
La formazione di La Piana iniziò nell'ambito degli gli studi teologici, da
lui completati al Seminario arcivescovile di Monreale, nel
1900, anno in cui fu ordinato sacerdote.
Dopo esperienze di insegnamento, pubblicò il suo primo saggio di Storia della Chiesa cattolica nel
1908, sui rapporti tra Stato e Chiesa in Francia.
Da un punto di vista del pensiero religioso, aderì al movimento del modernismo teologico, una corrente
osteggiata da Pio
X e dal cattolicesimo ufficiale.
Fu così che, conseguita nel 1912 la
laurea all'Università di Palermo, si trasferì nel
1913 negli Stati Uniti, dove nel 1918 ottenne la cittadinanza americana.
Stabilitosi dapprima a Milwaukee, fu
quindi a Cambridge (Massachusetts) dove
insegnò Teologia morale cattolica alla Harvard Divinity School e
divenne collaboratore della Harvard
Theological Review. Dal 1926 fu J.H. Morrison Professor of History Church all'Università Harvard, cattedra che tenne fino al 1948 quando
divenne professore emerito.
Fu tra i fondatori della Medieval Academy of America e
membro del centro studi di Dumbarton
Oaks.
In America, Giorgio La Piana rinunciò al sacerdozio,
diede libera espressione alle sue idee fortemente critiche nei confronti del
deficit di democrazia nella gerarchia ecclesiastica cattolica ed
entrò in contatto con gli ambienti degli antifascisti
fuorusciti dall'Italia nei
quali fu molto attivo: a Harvard frequentò Lauro De Bosis,
antifascista della prima ora, che mantenne con lui una corrispondenza fino agli
ultimi mesi, per tenerlo al corrente sulla preparazione della beffa del suo
volo su Roma con cui andrà incontro alla morte.
Strinse uno stretto rapporto con Gaetano Salvemini,
testimoniato da un fitto epistolario.
Nel 1940 fu poi La Piana a fornire i primi aiuti finanziari a Luigi Sturzo,
appena sbarcato negli Stati Uniti, completamente privo di mezzi.
128 - Luigi Monti - Palermo, 1830 – 1914
accademico e diplomatico negli Usa
Dal 1854 al 1859 fu professore di italiano ad Harvard University, quindi console
statunitense a Palermo dal 1861 al 1873, e nuovamente, tra il 1873 e il 1893,
professore a Wellesley College, a Vassar
College, e al Peabody institute di Baltimora.
Coinvolto nei moti rivoluzionari del 1848-49, nel 1850 giunge in esilio a
Boston negli Stati Uniti, dove dal 1854 al 1859, lavora come Istruttore di
italiano a Harvard University, sotto la direzione di Henry Wadsworth Longfellow e
poi James Russell Lowell. È il secondo
accademico italiano a lavorare in quell'istituzione.
Nel 1855 Monti pubblica a Boston due libri di testo per l'insegnamento
dell'italiano: A Grammar of the
Italian Language e A
Reader of the Italian Language. Traduce due romanzi di Francesco Domenico Guerrazzi: Beatrice Cenci (nel 1857)
e Isabella Orsini (nel
1859). Longfellow lo usa come modello del giovane siciliano nel suo
racconto Tales of a Wayside Inn (pubblicato
nel 1863).
Nel 1861, dopo l'impresa dei Mille, Monti viene nominato console degli Stati
Uniti a Palermo.
Vi rimarrà fino al 1873.
Nel 1873 torna a Boston.
Nel 1875 pubblica la traduzione di un altro romanzo di Guerrazzi,
"Manfred".
Si dedica anche all'attività di scrittore con il racconto autobiografico The Adventures of a Consul Abroad (1878)
e il romanzo Leone (1882).
Riprende la sua attività accademica.
Al Lowell institute offre una conferenza su "Contemporary Representative
Men of Italy," e insegna corsi al Wellesley College, a Vassar
College, e al Peabody institute di Baltimora.
Nel 1893 rientra in Italia dove morirà nel 1914.
129 - Giovanni Cataldo Parisio,
chiamato anche Cataldo Siculo -
Palermo, 1455 circa
– Lisbona ?, 1517
scrittore e politico
in Portogallo.
È stato lui ad introdurre l'umanesimo nello
stato iberico.
Nel 1485, dopo
aver studiato a Bologna, Padova e Ferrara, fu
invitato in Portogallo dal re Giovanni II per assumere la carica di
precettore del principe.
In poco tempo, divenne segretario di Giovanni II e curò le relazioni con gli
altri stati europei,soprattutto con i papi Innocenzo VIII e Alessandro VI e la principessa
d'Aragona e Castiglia Isabella. Dal 1497 visse
grazie ad una pensione statale e, sotto re Manuele, continuò il suo lavoro per la corte e
parallelamente quello di precettore per i figli dei nobili fino alla morte.
130 - Vincent Rose, (Vincenzo Cacioppo) Palermo, 13 giugno 1880 – Rockville Centre, 20 maggio 1944), è stato un cantautore italiano negli Usa
Raggiunse popolarità nel anni venti, con
la sua Montmartre Orchestra.
Fu molto attivo come cantautore, pubblicando ben 200 canzoni, tra cui Whispering (1920), Avalon (1921, con
testo scritto da Al
Jolson e B.G. DeSylva), Linger Awhile (1923)
e Blueberry
Hill (1940)
In particolare Avalon fu
motivo di una causa interessante. Infatti, l'anno successivo alla pubblicazione
del brano l'editore delle opere di Giacomo Puccini, Ricordi, accusò Rose e Jolson di aver
plagiato la canzone da E lucevan le stelle, aria
della Tosca. Puccini e la casa editrice vinsero la
causa e gli furono assegnati 25.000 dollari per danno e tutti i futuri diritti
d'autore.
In seguito Rose fu eletto alla Songwriters Hall of Fame.
131 - Francesco Sabatini,
o Sabbatini (conosciuto
anche come Francisco Sabatini) - Palermo, 1721 – Madrid, 1797,architetto
in Spagna
Trascorse la maggior parte della sua carriera professionale in Spagna, al
servizio della casa reale.
Studiò architettura a Roma dove
sposò Maria Cecilia Vanvitelli, figlia del celebre architetto Luigi Vanvitelli autore
della Reggia di Caserta, da cui ebbe
quattro figlinati tutti a Madrid e
battezzati nella chiesa parrocchiale di San Martino e San Pietro Reale.
I
primi contatti con la dinastia dei Borbone risalgono alla sua partecipazione
nella costruzione della Reggia di Caserta per
il re di Napoli, Carlo VII di Borbone (poi divenuto Carlo III di Spagna).
Quando Carlo di Borbone salì al trono spagnolo, convocò Sabatini a Madrid
nel 1760 e
lo inserì tra gli architetti spagnoli più importanti del periodo.
Inoltre il re lo nominò gran maestro delle Opere reali, con rango di tenente colonnello del corpo
degli ingegneri, oltre ad essere designato accademico onorario della Reale accademia delle belle arti
di San Fernando.
Lo stile di Sabatini rientra all'interno del Neoclassicismo, ma a
differenza di altri autori del movimento, non si ispirò fondamentalmente alle
antichità greco-romane, bensì all'architettura rinascimentale.
Il suo talento, unito ai favori da parte di re Carlo III, gli procurò numerosi
incarichi e progetti, premiati a più riprese.
In seguito fu promosso a tenente generale del
corpo degli ingegneri, fu rivestito dell'abito di cavaliere dell'ordine di Santiago ed ottenne
accesso diretto al circolo di confidenza del re dopo la sua designazione a
gentiluomo della camera reale.
132 - Mario Sammarco (all'anagrafe Giuseppe Mario Sammarco) - Palermo, 1868 – Milano 1930 baritono negli Usa
Studiò a Palermo e fece il suo debutto operistico a Palermo nel 1888,
nella parte di Valentino nel Faust.
Successivamente cantò al Teatro alla Scala di Milano,
a Buenos Aires e a Londra.
Tra il 1904 e il 1919 apparve ad intermittenza in 26 differenti ruoli, al Royal
Opera House Covent
Garden.
A New York venne
scritturato da Oscar Hammerstein I per
la Manhattan Opera Company.
Cantò con la compagnia del Manhattan nel 1908-1910, divenendo il suo
principale baritono italiano,
ma non fu mai "promosso" al grande rivale Metropolitan Opera.
Sammarco successivamente lavorò per le compagnie di Chicago e Philadelphia.
La sua carriera qui proseguì senza problemi fino al 1913.
La sua ultima apparizione fu al Teatro di San Carlo a Napoli nel
1919.
133 - Pietro Speciale - Palermo 1876 – Palermo 1945 schermidore olimpico
Vincitore della medaglia d'oro ai giochi olimpici del 1920 ad Anversa nel
fioretto a squadre e di una medaglia d'Argento nel fioretto individuale
nel 1912 a Stoccolma.
134 - Roberto Stagno, nome d'arte
di Vincenzo Andrioli -
Palermo, 1840– Genova
1897 tenore in
giro per il mondo
Divenne un importante interprete delle opere del verismo italiano
intorno agli anni
1890, ma poiché possedeva un'agile tecnica belcantistica cantò
anche in opere del secolo precedente.
Nacque in una famiglia appartenente alla nobiltà minore siciliana ma si
trasferì a Milano per
i suoi studi musicali.
Fece il suo debutto nel teatro dell'opera a Lisbona,
in Portogallo nel
1862.
La sua carriera ebbe poi una svolta nel 1865 quando venne chiamato a sostituire
il celebre tenore Enrico Tamberlik a Madrid in
una rappresentazione di Robert le diable.
Nei tren'anni successivi, Stagno cantò un vasto repertorio in Spagna, Italia, Francia e Russia,
raggiungendo la fama di uno dei più grandi tenori europei del suo tempo.
Stagno era popolare anche in Argentina, dove
cantò per la prima volta nel 1879, e cantò anche, per un'intera stagione
(1883-84) negli Stati
Uniti, a New
York al Metropolitan Opera House.
Fu letteralmente il primo solista a far ascoltare la propria voce al Met,
perché egli interpretò il ruolo di Faust,
nella produzione di apertura del teatro, il 22 ottobre 1883, ed il protagonista
è, nell'opera di Gounod, il primo a
cantare.
Purtroppo per Stagno, la durata della sua permanenza sulla piazza newyorchese
fu inferiore a quello che avrebbe voluto.
Riprese la sua carriera in Italia e in Sud America dove
il suo stile di canto incontrava maggiormente i gusti del pubblico.
A Roma, il
17 maggio 1890, lasciò la sua traccia più importante nella storia dell'opera
creando il ruolo di Turiddu alla
prima rappresentazione dell'opera verista Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni.
Stagno morì, a soli 57 anni a Genova .
135 - Amedeo John Engel Terzi
- Palermo, 1872 – 1956 , entomologo e illustratore in
Inghilterra
Si specializzò nelle illustrazioni di diptera.
Amedeo fu ingaggiato da Sir Patrick Manson quale
illustratore presso la Scuola Londinese di Medicina Tropicale.
Ha eseguito numerose illustrazioni zoologiche, circa 37.000, principalmente di
insetti parassiti, riprodotte in 55 libri e molte altre pubblicazioni.
Nel 1902 lavorò presso il Museo di Storia Naturale di
Londra.
136 - Giovanni Vollaro - Palermo, 1823 – Messina, 1880 patriota e militare nell’Impero
ottomanno
Nato a Palermo, il
12 gennaio 1848 partecièpò
ai moti anti-borbonici ma questi
furono repressi e Vollaro, perseguitato, fu costretto all'esilio e si rifugiò
presso gli Ottomani.
In Tracia conobbe la greco-ottomana Leontina Maria Adelaide Diamin, che sposò.
Nel 1855 partecipò,
tra le file dell'esercito ottomano, alla Guerra di Crimea, a
fianco delle truppe inglesi, francesi e piemontesi contro l'Impero Russo.
In seguito all'Unità d'Italia, e avendo raggiunto il grado di colonnello, si
trasferì a Messina, dove
continuò le attività politiche e patriottiche. Qui vi morì il 14 giugno 1880.
137 - Armand 'Curly' Wright, nome
d'arte di Armand
Vincenzo Mancuso - Palermo, 1886 – Hollywood 1965 drammaturgo, sceneggiatore e attore negli Usa.
Occasionalmente anche regista e produttore
cinematografico.
Attivo dal 1933 al 1946.
138 - Corrado Zoli - Palermo, 1877 – Roma
1951 giornalista, scrittore e diplomatico in Africa
È stato corrispondente sia
per «La Stampa» sia
per «Il Secolo».
Ha partecipato alla spedizione nel Fezzan ed
ha esplorato il Sahara.
Dal 1919, già al seguito di Gabriele D'Annunzio nell'Impresa di Fiume, è stato
nominato sottosegretario agli esteri della Reggenza italiana del Carnaro.
È stato governatore della colonia d'Oltregiuba (annessa
alla Somalia italiana), dal 16 luglio 1924 al 31 dicembre
1926, nonché della Colonia Eritrea dal
1º giugno 1928 al febbraio 1930.
In seguito, dal 1933 al 1944, è stato presidente della Società geografica italiana.
Autore di numerosi libri di spedizioni e storia militare, ha anche descritto
per la «Nuova Antologia» le vicende in Africa Orientale Italiana tra
il 1935 e il 1937.
139 - Franco Corsaro Catania, 1900 – Los Angeles 1982 attore e doppiatore negli Usa
Fu prima attore di teatro con la compagnia di Angelo Musco.
Si trasferì giovanissimo a Hollywood lavorando con i più importanti registi
statunitensi.
Recitò in numerosi film e fu ingaggiato per il doppiaggio di film
americani in italiano, svolse questo lavoro dal 1930 al 1933 presso
gli studi della Fox a Hollywood,
diventando uno dei primi doppiatori della storia.
140 - Maria Gentile - Catania, 1902 – Catania, 1993 soprano in
Sud america
Debuttò nei primi anni venti.
La sua carriera si svolse principalmente in Italia prima e poi lungo l'America latina.
Negli anni
trenta apparve anche in vari concerti in Germania e Svezia.
141 - Giovanni Antonio Medrano -
Sciacca, 1703 – Napoli, 1760 architetto, ingegnere e militare in
Spagna
Si
trasferì con la famiglia in Spagna dove
frequentò il Real Corpo degli ingegneri, fondato da Filippo V di Spagna nel 1711,
intraprendendo la carriera militare.
In qualità di ingegnere e di sottotenente partecipò, nel 1718, alla
spedizione di riconquista della Sicilia. Dopo
due anni fu destinato ai presidi militari della Catalogna,
specializzandosi in infrastrutture e impianti militari, fu attivo nel 1730 la fortezza de Montjuïc.
Nel 1731 arrivò
in Italia insieme
al figlio di Filippo V, Carlo, con il grado di tenente e in qualità
di ingegnere ordinario.
Il compito del Medrano fu quello di seguire l'infante di Spagna nelle
discipline tecnico-scientifiche previste dalla formazione reale.
Con l'incoronazione di Carlo come Re del Regno di Napoli e
di Sicilia fu investito di incarichi di prestigio
perché per il nuovo monarca fu necessario l'istituzione di un capillare
strumento di controllo sul sistema dei lavori pubblici.
Fu promosso prima come brigadiere e successivamente come ingegnere maggiore del
Regno ed ebbe incarichi di pregio.
Ebbe anche incarichi di rilievo fuori dai confini della capitale del Regno.
A Medrano si deve l'adozione dello schema planimetrico a tre corti comunicanti,
la soluzione bicromatica dei prospetti e l'intervento di consolidamento delle
cave di tufo sottostanti.
Nel 1740 gli
furono affidati i cantieri della banchina del porto di Napoli e
progettò la Cavallerizza a Chiaia.
Nel 1741 fu
accusato di frode sul fisco nella conduzione di lavori precedenti.
Contemporaneamente i rapporti con la famiglia reale iniziarono ad affievolirsi
progressivamente con la perdita del controllo dei cantieri affidatigli. Dopo
diciotto mesi di carcere, con pena scontata presso il presidio di Peñon, fu destituito
dagli incarichi principali e degradato.
Ottenne la grazia con la rispettiva riduzione della pena e rientrò in Italia
nel 1746.
Ma la sua figura professionale fu duramente attaccata da feroci critiche da parte
degli ingegneri napoletani dell'epoca.
Dopo poche ultime esperienze non fu più attivo come professionista e morì con
probabilità nel 1760.
142 - Henry Armetta - Palermo 1888 - San Diego 1945 Attore in Usa
Apparve in quasi 150 film, a partire dall'epoca del
muto fino al 1945.
Registrato a Palermo come Enrico
Armetta,all'età di quattordici anni, lui e la famiglia si trasferirono
negli Stati Uniti.
Appena arrivato cominciò a lavorare come sarto a New York.
In seguito, entrato nel mondo del teatro, ottenne una parte nella pièce
teatrale A Yankee Consul.
Si trasferì a Hollywood nel 1920 e ottenne
diversi ruoli teatrali di tipico personaggio.
In seguito, entrò nel mondo del cinema ed apparve in alcuni film muti.
Con l'arrivo del sonoro venne chiamato per interpretare il ruolo di Matteo nel film Fra Diavolo (1933), con Stan Laurel e Oliver Hardy; in quello stesso anno,
recitò con Buster Keaton nel film Viva la birra.
Nel 1938 apparve in Viva l'allegria.
Nel 1941 interpretò il ruolo di padre ne Il bazar
delle follie, commedia con i Fratelli Marx.
Col passare degli anni il fisico di Armetta s'indebolì sempre più, come fu
evidente nelle sue ultime apparizioni nel 1945, come in Due marinai e
una ragazza.
143- Pietro Bachi (Ignazio Batolo) Palermo 1787- Boston 1853 Accademico in Usa
Dal 1826 al 1846 fu
professore di italiano, spagnolo e portoghese ad Harvard
University, primo
accademico italiano a lavorare in tale istituzione.
Registrato a Palermo come Ignazio Batolo da Salvatore Batolo.
In Sicilia fu un importante magistrato presso la Gran Corte civile di Palermo e
Giudice della Corte suprema di Sicilia.
Implicato nel tentativo di Gioacchino Murat di impadronirsi del trono delle due Sicilie, fu
obbligato a fuggire dall'Italia nel 1815;
costringendolo a vivere con diversi presudonimi, tipo Pietro Bachi.
Si rifugiò dapprima in Inghilterra e quindi raggiunse gli Stati Uniti nel 1825.
Quando iniziò il primo corso di Lingue Moderne a Harvard
University, si raccomandò
l'assunzione di istruttori di madrelingua.
Il 18 aprile 1826, Bachi fu nominato docente di italiano, diventando così il
primo studioso educato in Italia ad insegnare ad Harvard
University.
Bachi ebbe anche la responsabilità dell'insegnamento dello spagnolo (dal 1828)
e del portoghese (dal 1831).
Mantenne il suo posto fino al 1846.
Tra le sue opere più significative di Bachi si ricordano: A Grammar of
the Italian Language e A Comparative View of the Spanish and
Portuguese Languages.
144 - Bernardo Castro - Palermo 1904 –
Ocala,Florida 1991 Inventore e
imprenditore negli Usa
Ha ideato il divano-letto, da
lui battezzato Castro
convertibile sofa.
A quindici anni si trasferì a New York.
Nel 1931 aprì
un negozio di mobili.
Castro si rese conto che dopo la Grande depressione del 1929 la
vita era cambiata per molte persone: non ci si poteva permettere più delle case
grandi e per risparmiare spazio si dovevano sacrificare dei mobili.
Per rimediare a ciò, Castro reinventò il divano-letto (già ideato nel Seicento), rendendolo
più economico e anche meno pericoloso.
Ne diventò il primo produttore (la sua compagnia si chiamò Castro Convertibles) e
ideò anche una pubblicità che fece scalpore: la protagonista era la
figlia Bernadette (di
quattro anni) che mostrava com'era facile aprire un divano-letto.
Morì milionario in Florida.
145 - Francesco Saverio Cavallari (Javier Cavallari) - Palermo 1809- Palermo 1896 Architetto, pittore, archeologo e professore in
Messico
Ha disegnato l'arco all'ingresso del attuale
parco Parque Lira di Citta del
Messico.
Dopo il 1826 venne assunto dal Duca di Serradifalco per eseguire delle
esplorazioni archeologiche in Sicilia.
Attivo a Città del
Messico da 1857
al 1864,fu professore nella Academia de San Carlos.
146 - Nicolo’ Argento – Agrigento 1849-
Rochester NY 1927 , pastore valdese
negli Usa
Fu arrestato a Girgenti il 31
maggio 1900 perché accusato di far parte di un’associazione criminale
denominata La Cappuccia ma nel 1902 il re concesse la grazia e fu scarcerato.
Le condizioni di grande povertà e ristrettezze che la famiglia Argento stava
vivendo, spinsero il capo famiglia a chiedere aiuto alla fratellanza valdese
per poter emigrare in America.
Nicolò fonda la chiesa valdese di Rochester, NY insieme al Pastore Alberto Clot
che già conosceva in quanto era stato pastore a Grotte e Girgenti.La missione
evangelica Valdese prese il nome di Italian Presbyterian Church of the Evangel,
e successivamente si trasformò in Church of the Evangel.
Anni dopo si fuse con la North Presbyterian Church, dando origine alla Christ
Presbyterian Church. Nicolò Argento morì a Rochester nel 1927.
146 bis Alfonso Argento – Agrigento 1873 – Trondehelm (Norvegia) , missionario in Cina
La sua fu una
famiglia di missionari. Oltre Alfonso, anche la figlia Concettina, seguì
la strada del fratello Alfonso come missionaria in Cina con la China Inland
Mission.
Alfonso
Argento fu missionario a Kwangchow (per la China Inland
Mission) , in pochi anni, riunì attorno a sé un piccolo gruppo di
cristiani.
“Il
lavoro a Kwangchow fu iniziato negli anni novanta dal Sig. Argento”.
Dopo esser divenuto cristiano, il signor Argento fu cacciato via dalla sua
casa. Si unì allora alla China Inland Mission, e fu inviato a Kwangchow dove,
in pochi anni, riunì attorno a sé un piccolo gruppo di cristiani. Era loro
consuetudine alzarsi prima dell'alba per studiare insieme le Scritture.
Nel 1900 i Boxers catturarono il signor Argento versarono del kerosene su di
lui e gli dettero fuoco. Alcuni dei suoi amici però, vennero in suo soccorso e
riuscirono a salvargli la vita, ma la sua vista era ormai perduta e altre parti
del suo corpo erano gravemente ustionate.
La Missione lo esortò a tornare in Europa, ma non volle andarsene.
"Se non riesco a vedere", disse,”posso almeno rimanere qui e pregare
per la salvezza della mia gente". Dopo pochi anni, la sua salute divenne
così precaria che fu costretto a lasciare la Cina per sempre. Andò ad abitare
con i familiari di sua moglie in Norvegia.
Spesso restava in piedi ben oltre la mezzanotte per intercedere per il suo
popolo di Kwangchow.
A volte la moglie gli diceva:"Non puoi continuare così, sei troppo debole,
devi andare a letto».
Ma egli le rispondeva:«Come posso dormire, quando molte migliaia di persone là
in Kwangchow stanno morendo senza Gesù?"
Nel 1767, aveva pronunciato
i voti di povertà, castità e obbedienza, cambiando il nome di Calogero in
quello di fra Bennardo Maria da Canicattì.
Ordinato sacerdote, aveva chiesto ai propri superiori di poter partire per le
missioni.
Sicchè a ventotto anni si era imbarcato per l'Angola, giungendo dopo un lungo
viaggio di circa quattro mesi, in cui aveva sostato prima a Lisbona e poi a Rio
de Janeiro, allora rotta obbligata della navigazione per l'Africa
porteghese.
Appena arrivato, era stato colto da una grave malattia, che ne aveva messo a
repentaglio la vita, ma era riuscito a superare il male e per l'apostolato
missionario raggiunse i luoghi più remoti, costruendo opere religiose e
sociali, per realizzare condizioni di vita più dignitose e instaurare un clima
di convivenza pacifica.
Conosciuto come Fra Bennardo Maria de Cannecattim, fu un
missionario di alto ingegno, poliglotta e glottologo di fama
internazionale.
Sue sono le opere, stampate a Lisbona per ordine del Governo, e precisamente,
nel 1804, il "Diccionario da Lingua Bunda ou Angolense" ,
nel 1805, il "Collecçao de Observaçoes Grammaticales sobre a
Lingua Bunda ou Angolense" con gli elementi di fonologia,
morfologia e sintassi della lingua dell'Angola.
E il "Diccionario Abbreviado da Lingua Congueza"che è il
primo vocabolario dell'idioma indigeno del Congo.
Infine si trasferi’ a Lisbona, dopo aver trascorso circa ventidue in Africa,
nelle missioni del Congo e dell'Angola.
A Lisbona nel 1805 dal Nunzio Apostolico, aveva ricevuto l'incarico di di
dirigere l'Hospicio dos Missionarios Capuchinhos Italianos, convento in
cui venivano accolti tutti i monaci cappuccini provenienti dall'Italia, che
partivano per il Brasile e l'Africa.
Seppe attirarsi la stima e l'amicizia dei ministri del Re, i quali, facevano
con lui eccezione, lasciando in vita, nonostante le leggi di soppressione degli
ordini religiosi, il convento-ospizio da lui diretto e permettendo che su
sua richiesta arrivassero altri cappuccini dall'Italia.
Sperava di ritornare in Sicilia prima di morire, ma quando era tutto pronto per
il viaggio, il suo cuore cedette.
Morì a Lisbona il 4 luglio 1834.
148 - Gaetano Fuardo, Piazza Armerina 1887 – Viterbo 1962 Inventore in
Inghilterra,Germania e Francia
Figlio unico dello speziale/farmacista Ferdinando e di Maria
Grazia Turino,perde entrambi i genitori in giovane età e rischia di non potere
continuare gli studi.
Dopo il liceo si trasferisce a Milano per frequentare il Politecnico, dove si
laurea col massimo dei voti in ingegneria chimica.
A Milano nel 1915 si sposa con una ragazza di nobile casato, Clelia Anna Gerli,
da cui, però, non ha figli.
Nei primi anni del Novecento gli sforzi della tecnica mirano a incrementare il
mezzi di trasporto aereo e navale, sia a scopi civili che militari, tanto che
nel Primo Conflitto Mondiale si useranno per la prima volta gli aeroplani e,
assieme alle navi, i primi sottomarini. Per questo la benzina assume subito un
ruolo importante, ma le cronache registrano sempre più incidenti causati
dall'uso dei carburanti. Questo grave problema degli incendi, colpisce la
sensibilità dell'ingegnere piazzese che inizia a lavorare sulla struttura degli
idrocarburi e sull'infiammabilità del carburante utilizzando il laboratorio
chimico del Politecnico.
Non si sa dopo quanto tempo, ma riesce a trovare il metodo per modificare la
formula della benzina e ricomporla a piacimento.
La benzina può essere resa allo stato solido,
spugnoso e friabile, quindi ininfiammabile e, col procedimento geniale di
pressione fisica, ritrasformarla liquida per il rapido utilizzo senza modificarne le
proprietà.
La scoperta è portata a conoscenza di giornalisti, di amici, di
industriali, sbalordendoli. Tutti iniziano a immaginare i risvolti e
l'utilizzazione della scoperta: positivi per l'umanità (meno incidenti mortali,
inquinamento, costo della benzina), negativi per le assicurazioni, i petrolieri,
le compagnie navali.
Questo avviene intorno al 1920, quando Fuardo decide di emigrare in quella che
è diventata la capitale della scienza e dell'arte, Parigi.
A questo punto le sue tracce si fermano per ben 15 anni, quando la stampa
francese nel 1935 annunzia la scoperta dello scienziato piazzese, dandone ampio
risalto:la scoperta è di dominio mondiale, il che fa accendere preoccupazioni
in campo petrolifero.
Ciò induce Fuardo a essere più guardingo e riservato perché capisce che chi si
interessa alla sua scoperta mira esclusivamente alla formula rivoluzionaria,
escludendolo dagli immensi vantaggi etici ed economici.
Quindi accetta la proposta di un tale (forse agente dei servizi segreti
inglesi) di raggiungere Londra dove avrebbe incontrato chi avrebbe valutato
seriamente le sue proposte.
Lì trova una persona "molto vicina al primo ministro Churchill" che
si prodiga a far conoscere l'invenzione della "Benzina F" (F.
come Fuardo) a molti industriali inglesi, ma il dipartimento militare conta di
ottenere il segreto di fabbricazione.
La frequenza di questi ambienti suscita l'interesse dell'addetto all'ambasciata
italiana, Bruno Brivolesi, che informa Roma del prestigio che Fuardo ha negli
ambienti governativi e petroliferi inglesi.
In questo modo l'Italia si accorge dello scienziato italiano e dell'importanza
bellica della sua Benzina
F e viene invitato a rientare in patria per la sacra causa che
l'Italia conduce. L'ingegnere siciliano, che preferisce non realizzare il
progetto per non cedere la formula agli Inglesi, è tenuto d'occhio
dall'Intelligence service che gli impedisce di lasciare il Regno Unito.
Intanto Mussolini ordina di fare di tutto per condurre in Italia lo scienziato
che in quel periodo risulta disperato e indigente.
Infatti, due agenti segreti italiani l'avvicinano e lo convincono a fuggire
prima in Olanda poi, attraverso la Danimarca, raggiunge la Germania e qui
rimane, perché la sua presenza non sfugge al servizio segreto tedesco, che lo
induce a rimanere assicurandolo che solo la grande e potente industria chimica
della Germania avrebbe finalmente realizzato la sua scoperta
Fuardo
accetta e Hitler gli mette a disposizione ogni mezzo, ricompensandolo anche
economicamente, tanto che l'ingegnere non fece mai mistero delle sue cassette nascoste in
Germania contenenti grandi ricchezze.
Finalmente nel 1944, tra grandi difficoltà del periodo bellico, la Benzina F. è
presentata a Hitler, che intuisce subito le potenzialità che avrebbero portato
alla vittoria finale la Germania.
Ma lo spionaggio americano, avendo percepito il pericolo, ordinò il
bombardamento della fabbrica a Duisburg nella Vestfalia, dove si stava
producendo la Benzina F.
Lo scienziato, scampato al bombardamento, riesce a fuggire e nel 1945, tra
mille peripezie, raggiunge Mirabella Imbaccari, in Sicilia, dove viene ospitato
da alcuni parenti, ma si sente inseguito dai servizi segreti americani.
Decide di stabilirsi nel suo fondo di contrada Aliano, tra Piazza e Mirabella.
Nessuno crede ai suoi trascorsi e alla sua invenzione e qualcuno persino lo
deride.
Dopo la visita di circa mezzora del console americano a Palermo nella sua casa
di Aliano, dove gli mostra la trasformazione di un pezzo di
"sughero", compresso con un aggeggio metallico, in benzina liquida
infiammabile, fa perdere le sue tracce per poi ritrovarlo a Roma nel 1946 ma,
ancora una volta deluso dal rifiuto della produzione della sua benzina da parte
della FIAT per le troppe modifiche che avrebbero dovuto subire i motori, si sposta
a Parigi dove s'incontra col ministro della difesa nazionale Renè Pleven
(stretto collaboratore di De Gaulle) che lo prende in considerazione tanto da
ordinargli una fornitura di benzina solida, coi relativi apparecchi per la
riliquefazione, dietro lauta retribuzione e mettendogli a disposizione
l'occorrente.
Presto si accumula in balle la Benzina
F. che la Francia subito utilizza inviandola in aereo in
Indocina, a Dien Bien Phu, dove tra il dicembre 1953 e il marzo 1954 c'è la
guerra contro i vietnamiti e i francesi sono assediati senza alcun rifornimento
e senza carburante. Il lancio dentro sacchi di iuta della benzina solida,
consente ai francesi di resistere all'assedio per 57 giorni, esaltando ancora
di più l'interesse a ottenere la formula da parte del governo francese per una
produzione su scala industriale.
Fuardo si mostra disposto a cedere la formula, a condizione che venga resa
pubblica e che tutti gli stati del mondo possano fabbricarla abbattendo i costi
di trasporto con petroliere.
E' a questo punto che l'ingegnere rimane vittima di un incidente: spinto da uno
sconosciuto viene derubato della borsa e lasciato a terra con diverse fratture
agli arti.
Il ministero francese coglie l'occasione per rompere la convenzione di
fornitura dell'anno prima, la scusa è quella per non aver consegnato né il
prodotto, né gli apparecchi per la riliquefazione in tempo utile.
Ma questo ritardo non era da addebitare a Fuardo, bensì alle autorità di
polizia che avevano impedito l'assunzione di nuova manodopera perchè il suo
permesso di soggiorno, rilasciato dal Prefetto di Parigi, non consentiva
l'assunzione di un solo operaio, impedendo in tal modo la produzione.
Inizia così un'infinita e costosissima causa di Fuardo contro il Ministero
della Difesa francese, e se ne torna a Roma.
Scarseggiano sempre più le risorse economiche e la salute è malferma, ciò lo
porta a sopravvivere di espedienti e nel 1959 si sistema presso una pensione e non
se la sente più di tornare in Sicilia, limitandosi soltanto a scrivere delle
lunghe lettere.
Poco prima della sua morte, avvenuta il 29
ottobre 1962 presso l'Ospizio Dei Vecchi di San Carlo di Viterbo gli rubano la
cassetta che teneva sotto il letto e che aveva raccomandato in modo particolare
alle suore infermiere.
Circa un anno dopo (dicembre 1963) giunge la notizia della vittoria della causa
contro il governo francese che, per merito della Magistratura francese, è
costretto a rimborsare agli eredi un miliardo di franchi.
Questa soluzione portò a decine di cause tra "parenti" che spuntarono
numerosi per l'accaparramento della somma. La salma dell'ingegnere invece tornò
a Piazza Armerina, senza corteo e senza rumore per la tumulazione in una, dove
si trova tuttora nella cripta con la relativa lapide che spiega chi fosse.
Per lungo tempo nessuno ha saputo a chi fosse andata la formula della benzina
solida, mentre il Ministero della Difesa francese era a conoscenza sin dal 1954
che la formula di Fuardo fosse depositata presso l'Ufficio brevetti del
Ministero dell'Industria e Commercio della Repubblica Francese al n. 1068141
Vol. 1-1954 intestato a Gaetano Fuardo.
149 - Giorgio Montisoro , Palermo 1535 – 1587 Militare in Europa e nel Mediterraneo
Si dedico’ fin da giovane alla carriera militare e inizio’ a combattere
con l’esercito di Carlo V,sia in Italia che in Germania.
Milita al soldo degli spagnoli nel colonnello di
Vincenzo di Bologna. Combatte come semplice fante in
Italia ed in Germania; ottiene il grado di alfiere di cavalli e più tardi quello
di capitano.
1564
Spagna. Segue Luigi Orsini nell’azione del Pennone di Velez de la Gomera.
Algeria
1565 al servizio del vicere’ Garsia di Toledo combatte’ i turchi alla difesa di
Malta; riesce a penetrare nei borghi della capitale alla testa di 500 uomini.
1571 Affianca Giovanni d’Austria in Levante nella battaglia di Lepanto,dove si
distinse a tal punto che lo volle con se nelle imprese di Navarrino e di
Tunisi,dopo avergli conferito il grado
di capitano nell’armata.
1572 Quando Giovanni d’Austria si trasferisce nelle Fiandre rimane a Palermo;
si occupa delle fortificazioni della città,venendo nominato dal senato sergente
maggiore a vita della milizia urbana.
1574 Affronta i turchi a Gerbe con il duca di Medinaceli; difende il
forte dagli attacchi turchi dopo che la flotta spagnola è stata sconfitta e
dispersa dagli avversari. Fatto prigioniero, viene condotto su una galera: se
ne impadronisce con pochi compagni, uccide i turchi che fanno parte
dell’equipaggio e ritorna in Sicilia portando in trionfo la nave.
1587 Muore nei primi mesi dell’anno.
150 - Francesco Maria Maggio , Palermo, 1612 – Roma 1686 presbitero, orientalista e missionario in Oriente
Figlio di un giureconsulto, entrò nei Chierici regolari Teatini nel 1632, e si applicò
con ardore allo studio della filosofia e della teologia, finché ebbe licenza di andare in Oriente a visitare gli
stabilimenti del suo ordine.
Nel 1636 partì con alcuni confratelli, attraversò la Siria, l'Arabia e l'Armenia e giunse sino alle montagne del Caucaso.
Passò cinque anni in Georgia, dove all'apostolato affiancò lo studio dei costumi e dei
dialetti delle popolazioni locali.
Richiamato nel 1641, fondò una casa del suo ordine a Caffa, ma non potė fare lo stesso a Costantinopoli, per l'ostilità dell'ambasciatore veneziano, che lo
costrinse a reimbarcarsi per la Sicilia. Dopo essersi fermato per qualche tempo a Roma, dove lavorò ad una grammatica delle principali lingue
orientali, si stabilì a Napoli, fondò varie case o istituti religiosi.
Maggio fu anche visitatore dei
Teatini per la provincia di Sicilia e negli ultimi anni si ritirò a Palermo,
dove morì nel 1686.
151 - Francesco Piticchio Palermo(?) 1740/50 – 1800 compositore in Europa
Nel 1760 diventò maestro di cappella nella sua città
natale e nel 1778 fu a Roma per collaborare alla stesura dell'intermezzo Il
marchese di Verde Antico.
Nel 1782 con una
compagnia teatrale italiana si recò in Germania, dove fu attivo come
compositore e maestro al cembalo presso Braunschweig, Dresda e altre città
tedesche.
Nel 1787, durante la prima
rappresentazione del Don Giovanni di Wolfgang Amadeus
Mozart,
fu a Praga come direttore
del Nationaltheater.
Dopo aver sostato alcuni anni a Vienna, tornò in Italia verso il 1791-1792 stabilendosi
a Napoli.
Con lo scoppio della rivoluzione
napoletana nel 1799 si ritirò definitivamente a Palermo.
152 - Vincenzo Ragusa , Palermo, 1841 – Palermo 1927 scultore in Giappone
Nacque da famiglia modesta di Partanna, un sobborgo
di Palermo.
A 19 anni, nel 1860,
dopo lo sbarco dei Mille a Marsala,
prese parte alla Spedizione dei Mille.
partecipando agli ordini di Nino Bixio
alla Battaglia del Volturno.
Nel 1875 ricevette
il diploma dell'Accademia di Brera ad honorem.
Nello stesso anno vinse un concorso istituito dal Giappone per
creare un gruppo di consulenti e il corpo insegnanti della neonata Scuola tecnica di belle arti la
prima scuola d'arte governativa fondata in Giappone sotto la supervisione del
Ministero dell'Industria.
Nel corso dei decenni successivi esercito’ una forte influenza sullo sviluppo
dell'architettura e dell'arte giapponese.
Con l'insediamento dell'Imperatore Mutsuhito nel 1868 era iniziato
il rinnovamento del Giappone, : il paese si stava
velocemente aggiornando sull'uso delle tecniche e tecnologie occidentali.
L'Italia era
il paese in cui scegliere i consulenti artistici che erano
chiamati oyatoi gaikokujin.
Dato che nel periodo Meiji la popolarità del buddhismo giapponese era in declino
gli scultori erano quindi pochi, così la scuola fu presentata con una certa
enfasi nei confronti della scultura.
Si trasferì in Giappone nel 1876,allestì uno studio nella sua residenza di Mita, nel
quartiere di Minato a Tokyo e ricevette
anche un incarico di insegnamento presso la Scuola d'Arte Industriale di Yokohama.
Rimase in Giappone fino al 1882 insegnando le tecniche europee di scultura,
modellato e fusione del bronzo,
ricevendo dal governo giapponese un alloggio, l'assistenza sanitaria e uno
stipendio di 3.300 yen al
mese.
La sua attività didattica esercitò un ruolo molto importante nello
sviluppo delle moderne arti scultoree del paese.
Nel 1878 realizzò
un busto bronzeo dell'allora diciassettenne Tama Kiyohara, che
fu la prima persona giapponese a posare per un artista europeo.
I giapponesi provavano un certo imbarazzo verso il realismo dell'arte europea, ma
quell'opera fu il primo di diversi ritratti di gente comune, attori e notabili,
che l'artista palermitano realizzò nel paese del Sol Levante.
Nel febbraio 1879 fu
ricevuto dall'Imperatore
Mutsuhito.
Lavorò quindi presso la Corte imperiale realizzando diverse
opere, tra cui il ritratto dell'Imperatore stesso.
Durante la sua permanenza nel paese raccolse diversi oggetti e opere d'arte giapponese.
Colleziono’ 4172 pezzi, tra cui
dipinti, xilografie, lacche, statue bronzee, armi, vasi in bronzo e ceramica,
strumenti musicali, maschere teatrali,
abiti, e oggetti di uso quotidiano.
A seguito di una probabile riduzione dei finanziamenti per l'arte in Giappone,
nel 1882 tornò
a Palermo.
A Palermo,
sulla scia dell'esperienza di William
Morris, fondò una Scuola Superiore d'Arte Applicata orientale.
Nel 1889 si
sposò con la pittrice Tama Kiyohara.
Morì a 85 anni nel 1927 a Palermo.
153 - Giovanni Battista Ameglio , Palermo 1854 – Roma 1921 generale in Cina,Grecia e Tripolitania
Nato da una famiglia aristocratica,entrò giovanissimo nell'esercito italiano col grado di sottotenente di fanteria.Promosso capitano, partecipò alle campagne africane dal 1887 al 1890 e vi si distinse nell'occupazione di Cheren nel 1889 e in quella di Adua l'anno dopo.
Promosso a scelta maggiore nel 1894, ebbe il comando del V Battaglione Eritreo di Fanteria coloniale, che da lui prese il nome di "Battaglione Ameglio", alla testa del quale combatté nelle campagne del 1895, 1896 e 1897.
Tenente colonnello dal 1898, comandò il distaccamento italiano in Estremo Oriente (Tientsin) dal 1902 al 1905.
Maggior generale nel 1910, si distinse nella Guerra italo-turca dove ancora una volta diede prova di particolare acume tattico e strategico, dimostrandosi di nuovo un eccellente e, soprattutto, risoluto comandante coloniale. Si distinse egregiamente nella conquista e pacificazione di Bengasi e della Cirenaica.
Nel corso della stessa guerra guidò l'occupazione dell'isola di Rodi nel maggio 1912.
Le consistenti truppe italiane sbarcarono in forze a Calitea conquistando Rodi con un'imponente azione combinata terrestre e anfibia ,il generale Ameglio ebbe ragione dell'ultima resistenza delle deboli forze turche a Psithos.
Rivestì quindi la carica di Comandante delle isole occupate dell'Egeo fino al 14 ottobre 1913.
Promosso Tenente generale per merito di guerra nel 1912 fu poi governatore della Cirenaica italiana dal 1913 al 1918 e governatore della Tripolitania italiana dal 1915 al 1918.
Fu nominato senatore nel 1920 e comandò la Guardia regia dal 1920 al 1921.
Ritiratosi dopo quest'ultimo atto a vita privata, morì nel dicembre di quello stesso anno.
Si
diplomo’ al Conservatorio di Palermo nel 1874.
Esordì come operista nel 1876 per poi dedicarsi quasi esclusivamente alla
direzione d'orchestra.
Dopo una brillante carriera in Italia, ha diretto i più importanti palcoscenici
in Europa e in America.
Dal 1894 al 1899 diresse il Gran
Teatro di Varsavia ,
poi dal 1901 il Nuovo Teatro Civico di Lviv , poi dal 1903 al 1908 fu
direttore stabile per le opere italiane al Teatro Imperiale di
Vienna .
Nel 1908 diresse il Metropolitan per la stagione
con Arturo
Toscanini .
Tornò in Italia durante la Prima
guerra mondiale e
fu costretto rinunciare alla carriera per motivi familiari.
Visse l'intera sua esistenza in Argentina, dove nel
1900 si laureò in medicina e ricoprì la cattedra di psicologia sperimentale
nell'Università di Buenos Aires nel 1904.
Presidente della Società medica argentina, con le sue ricerche diede un grande
contributo nel campo delle malattie nervose e mentali.
156 - George Wallington, pseudonimo di Giacinto Figlia , Palermo, 1924 – New York 1993 pianista e compositore jazz negli Usa
Trasferitosi
con la sua famiglia negli Stati Uniti nel 1925, ricevette le prime educazioni
musicali dal padre, cantante lirico e dall'età di nove anni studiò il
pianoforte.
Appassionato di jazz, iniziò a esibirsi in alcuni locali della zona del
Greenwich Village, nel 1944 fece parte del quintetto di Dizzy
Gillespie che fece alcune esibizioni allOnyx Club di
New York.
Successivamente fu pianista di Joe Marsala, Georgie Auld,
Allen Eager, Red Rodney e Charlie
Parker e alla fine degli anni quaranta con Kai Winding e Gerry
Mulligan.
157 - Aguglia Girolama (Mimi') , Palermo 1884 – Los Angeles attrice negli Usa
Nacque
nelle quinte del teatro di S. Cecile a Palermo.
Debuttò al teatro Biondo di Palermo, la sera
del 2 aprile 1904, con "Malia" di
Capuana, accanto a Giovanni Grasso ed Angelo Musco.
Ha continuato a recitare sia in Italia che in Europa ed è diventata
un'attrice teatrale di fama internazionale a pieno titolo.
Arriva negli Stati Uniti con la sua famiglia nel novembre 1908 e il suo debutto
sul palcoscenico americano è nel 1909.
Fu "scoperta" da Hollywood nel 1924, e dagli anni '30 fino alla sua
morte fu un'attrice caratterista molto richiesta
nei film.
Aguglia suonò nei The Goldbergs alla radio CBS nei primi anni '40.
Ha anche lavorato alla stazione radio WOV , trasmettendo in italiano.
Ha anche interpretato Mama Rome nel film noir Cry of the City .
158 - Gaspare Cipri’, Palermo 1824-?
Nel 1846 pubblicò a Parigi un opuscolo, "D'ouvertes physico-m'anique",
nel quale descrisse alcune sue invenzioni e che sottopose alle più autorevoli
Accademie scientifiche europee. Tornato in Sicilia, diresse il "Giornale del circolo popolare",
che poi muta' il titolo in "Giornale
della costituente italiana".
Non risulta che abbia avuto parte attiva nella rivoluzione del 1848, tuttavia,
dopo la restaurazione borbonica nel 1849, fu costretto ad esulare, dapprima a
Parigi poi a Bruxelles. Nella capitale belga collaborò al giornale "Le Nord" ed insegno’
economia sociale in un liceo.
Il soggiorno all'estero gli permise di apprezzare il notevole progresso
scientifico e tecnico raggiunto in ogni ramo di attivita' nei vari paesi
europei e nel Belgio in particolare.
Nel 1858 ottenne di rientrare a Palermo e subito si adoperò nel promuovere
nuove ed interessanti iniziative: fondò il settimanale "Le ferrovie sicule",
attraverso il quale propose il progetto di una rete ferroviaria che collegasse
i principali Comuni della Sicilia, per il rinnovamento ed il progresso economico
e sociale dell'isola.
159 - Salvatore Agnelli , Palermo, 1817 – Marsiglia, 1874 compositore in Francia
Si
formò frequentando il collegio musicale della sua città natale e poi, nel 1830, si trasferì a Napoli, dove si perfezionò
presso il conservatorio di San Pietro a Majella.
Scrisse numerose opere che vennero rappresentante nei teatri di Palermo e di
Napoli, fino a quando non passò a Marsiglia dove visse dal 1846 alla scomparsa.
Lavorò ad una varietà molto ampia di soggetti: balletti, opere sacre, opere liriche, opere buffe, ecc.
160 - John Benfratello Palermo 1883-1966 Campione di scherma
Campione del Mondo individuale e di squadra nella sciabola e nella spada a
Vienna nel 1911. Partecipa ai Giochi olimpici di Stoccolma nel 1912 e nel 1913
fu campione europeo di sciabola a Gand. Si fregia di alcune vittorie
prestigiose su Nedo Nadi. Nel 1963 la FIS lo premia con una medaglia d'oro alla
carriera.
161 - Pietro Ottavio Silvagni Villalba 1873-1958 Las vegas
Talento innato, ma non solo.
Il desiderio di esplorare e l’acume imprenditoriale iniziarono a farsi strada nella sua mente.
In Utah, Silvagni comprese le possibilità di sviluppo che il piccolo villaggio di Price aveva e comprò larghi appezzamenti di terreno.
Cominciò a consolidare la sua posizione finanziaria e porre le basi di una vasta fortuna e cosi' si interesso' alla vicina Las vegas.
Las Vegas stava letteralmente nascendo in quegli anni e Pietro Ottavio grazie alla sua lungimiranza e fiuto per gli affari, divenne uno dei protagonisti di questa nascita.
Quel giovane ragazzo siciliano si era fatto strada e, alla soglia dei sessant’anni diventava uno dei simboli della città che da sempre attrae avventurieri, imprenditori e celebrità.
Nel 1932 Pietro Ottavio Silvagni aprì l’Hotel Apache, il primo in Las Vegas dotato di aria condizionata, ascensore elettrico.
L’hotel divenne a breve la più famosa ed elegante destinazione lungo la Arrowhead Trail per viaggiatori, imprenditori e residenti.
Tra il 1929 ed il 1931 Pietro Ottavio iniziò ad acquistare lotti di terra a Las Vegas.
Il proibizionismo era appena stato abolito e il gioco d’azzardo divenuto legale.
Non sarebbe passato molto tempo perché la città diventasse polo di attrazione strategicamente collocata a metà strada tra Salt Lake City e Los Angeles.
L’hotel aiutò Las Vegas a diventare un punto di riferimento sulla cartina, e col tempo meta abituale di star.
L’Apache era considerato tra le strutture più lussuose di Las Vegas, disponeva di servizi assolutamente straordinari per l’epoca.
Pietro Ottavio Silvagni che inizialmente arrivò a Las Vegas come “cement contractor” imprenditore nella produzione di cemento per l’imminente costruzione della diga Hoover, intuì che gli operai avevano bisogno di qualcosa che fosse una via di fuga dall’estenuante lavoro della costruzione della diga, una fuga dal caldo torrido del deserto, ma al tempo stesso non un semplice posto dove dormire.
Silvagni voleva offrire un posto che fosse bello anche alla vista.
Dava ai suoi ospiti quel senso che grandi cose stavano accadendo nella piccola Las Vegas.
163- Domenico Minnelli Palermo nel 1812 - Usa 1873 Patriota italiano
Non sappiamo molto del periodo siciliano della sua vita, eccezion fatta per l’attività teatrale che esercitò in maniera professionale con la Compagnia Cavaliere Scandurra fino all’inizio del 1900.
Dal 1903 lo troviamo impegnato a New York in alcune rappresentazioni classiche ma ad esse, complici le difficoltà economiche legate alla scarsa remuneratività del teatro di prosa, subentreranno ben presto rappresentazioni di testi popolari e in dialetto siciliano.
Con le sue compagnie teatrali – la Compagnia comico-drammatica Giovanni De Rosalia e la Nuova compagnia filodrammatica De Rosalia-Perez-Picciotto – insieme alla moglie Francesca Gaudio, Giovanni De Rosalia diventerà protagonista indiscusso dei palcoscenici e della ribalta discografica italoamericana degli Anni Venti, inaugurando un filone comico-macchiettistico cui farà riferimento “letterario” l’americanese parlato dalla comunità.
Si trasferì a New York prima del 1907 dove divenne popolare tra gli immigrati italiani al Teatro Italiano di Varietà.
Le sue farse originali presentavano il personaggio Nofrio , un immigrato siciliano che si trova coinvolto in una situazione dopo l'altra.
Come Nofrio Giovanni De Rosalia era dotato di una personalità sfaccettata e per certi versi ambivalente.
Persona di buona cultura, attenta alle novità e agli stimoli culturali della società americana, attore di prosa, De Rosalia trovò la propria affermazione professionale come autore e attore comico; collaborò anche con regolarità alla redazione de La Follia di New York con una propria rubrica.
Illuminanti sono le sue parole su La Follia del 7 novembre 1909, in cui accosta il cinema all’Opera dei Pupi siciliana ma solo poche righe più avanti attribuisce al cinema una fascinazione negativa sugli spettatori che invece non attribuisce all’Opera dei Pupi.
È comunque lo stesso conservatorismo in cui, nel difficile confronto con la modernità americana, molti italiani meridionali si riconoscono, apprezzando il personaggio Nofrio/De Rosalia e la sua lingua franca, quel simil-siciliano compreso da tutti gli italoamericani.
Vestito in abiti malandati, pantaloni a scacchi e bretelle, Nofrio è intriso dello stesso intenso pathos siciliano del suo creatore, fatto di generosità, superstizioni, contraddizioni inestricabili.
Nofrio rappresenta per la comunità italoamericana quello che Uncle Josh, il personaggio comico creato da Cal Stewart [2] nei primi anni del 1900, rappresenta per la cultura yiddish e per quella popolare americana. Con Nofrio De Rosalia raggiunge la notorietà e nessuna casa discografica si lascerà sfuggire l’opportunità di registrare i suoi skits.
Nel 1907 De Rosalia iniziò a reclutare attori per una compagnia di teatro classico.
Abbandonò dopo un po' il teatro "serio", ma continuò la sua attività di attore e scrittore dialettale siciliano, creando farse "siciliana newyorkesi", con Nofrio come protagonista.
Molte delle scenette di Nofrio di De Rosalia furono pubblicate da La Follia di New York , un popolare quotidiano di intrattenimento italoamericano.
Sebbene oggi esistano ancora solo poche di queste opere, costituiscono un contributo significativo alla letteratura del teatro italoamericano.
La popolarità di Nofrio e delle sue buffonate raggiunse l'apice durante la metà degli anni '20.
Giovanni De Rosalia & Company è apparso spesso in vari teatri del quartiere degli immigrati di New York.
Fra il 1916 e il 1928, in coppia con la moglie o con tutta la Compagnia, De Rosalia incide quasi duecento matrici – per la Victor, la Columbia, la OKeh, la Vocalion – che vengono ristampate in Italia e in Gran Bretagna almeno fino alla fine degli anni Trenta del secolo scorso.
Questi non erano gli sketch a figura intera che lui e la sua compagnia eseguivano sul palco, ma erano invece scenette ridotte a circa tre minuti. ciascuno e con solo due o tre personaggi per far avanzare rapidamente la trama per il formato a 78 giri.
Per un breve periodo, agli inizi degli anni '20, De Rosalia pubblicò anche dischi con la propria etichetta “Nofrio”.
Uno dei preferiti è Nofrio Spara Lu Jocu di Focu (Nofrio spara i suoi fuochi d'artificio), registrato nel 1923.
Quelle registrazioni furono vendute a livello nazionale e gli fecero guadagnare un seguito fedele.
Sulla scia del successo del suo personaggio De Rosalia, insieme a Clemente Giglio fonda la Nofrio Record che, negli anni Venti, produrrà circa un centinaio di dischi, probabilmente stampati presso gli stabilimenti Emerson di New York.
Nofrio scomparirà gradualmente dalle scene della Bowery e dai cataloghi discografici italoamericani con la morte di Giovanni De Rosalia.
De Rosalia ha interpretato il ruolo di Nofrio oltre a scrivere e dirigere le commedie.
Durante la sua vita pubblicò numerose opere teatrali e farse, nonché alcune raccolte di poesie.
Non solo un talentuoso drammaturgo e attore, De Rosalia fu anche un abile poeta che pubblicò alcune raccolte di versi siciliani e italiani.
Tra i suoi primi lavori c'era un libro intitolato Raccolta di brindisi per ogni occasione in dialetto siciliano.
Scritti in versi, alcuni sono omaggi intelligenti per festività come Pasqua o Natale.
Questa raccolta di brindisi fu pubblicata nel 1916.
Un'opera importante, Amuri chi chianci: versi siciliani (L'amore che piange), fu pubblicata nel 1923.
In Italia durante il fascismo la scure della censura si abbatte ben presto anche su questa maschera siciliana e dischi e testi ritenuti pericolosi o oltraggiosi per il regime vengono ufficialmente banditi.
Il 20 aprile del 1929 con la nota n° 441/07651 dell’ufficio competente del governo vengono impartite alle Prefetture disposizioni in merito al sequestro e alla distruzione di dischi per grammofono ritenuti contrari all’ordine nazionale o lesivi della dignità e del prestigio dell’Autorità.
Giovanni De Rosalia morì nel 1934.
166- Fratelli Alfonso (1881-1950) e Antonio Gioia (1883-1957) Valledolmo - Usa imprenditori negli Usa
Dalle fonti che lo trattano, si conosce che fin da ragazzo, fu indirizzato alle scienze mediche, presso un oratorio gesuita di Messina.
Si ricordano di lui, le prime osservazioni fatte su uno dei mali, delle cause di morte del paese Andino: uno studio sullo Zarate ovvero, il nome peruviano per definire il tumore.
Il suo nome, venne associato per molti anni all'Università di Lima.
Dalle poche tracce documentali ancora oggi reperibili, si segnala che rientrerà in Italia, nel 1726, ricoprendo un ruolo presso il municipio di Messina.
Nel 1600, all'età di 17/18 anni emigrò a Siviglia con i genitori; vent’anni dopo si imbarcò per il Nuovo Mondo, acquistando lì la Carta di naturalizzazione per potere praticare le attività mercantili libero da ogni vincolo e «gozar de las exeempçiones que los naturales destos Reynos»
Nel 1623 –forse nell’isola Margarita– si sposò e si stabilì definitivamente a Cartagena (Venezuela)
Nella città impiantò un’hacienda che nella relazione di concessione della Carta de naturaleza del 16 settembre 1626 era stata valutata più di 4.000 ducati.
Juan Ascanio Interlandi ebbe molta fortuna, infatti dal 1627 la politica del Consulado sivigliano non concedette più richieste di naturalizzazione.
175 - Luca (Lucius) Marineo Siculo Vizzini 1444 - Spagna 1533 Umanista, storico e poeta in Spagna (Castiglia e Aragona)
Tra i più rilevanti uomini di cultura della corte iberica, fu un esponente di spicco del Rinascimento spagnolo.
Nato tra il 1444 e il 1445 da una famiglia di umili origini.
A causa delle condizioni di povertà era cresciuto senza istruzione, e fu soltanto verso i venticinque anni che iniziò a studiare , malgrado la contrarietà della famiglia, con il vicario di Vizzini.
Si trasferì dapprima a Catania e in seguito a Palermo.
A Catania soggiornò nel 1475, studiando alla scuola di Pietro Anguessa.
A Palermo soggiornò tra il 1476 e il 1477.
Tra il 1478 e il 1479 soggiornò a Roma, dove fu alla scuola di Pomponio Leto,qui cambiò il proprio nome da Luca a Lucius (Lucio).
Tornato a Palermo, tra il 1480 e il 1484 Marineo insegnò grammatica e svolse la professione di precettore privato.
Nel 1484 lasciò la Sicilia alla volta della Spagna al seguito del futuro almirante di Castiglia Fadrique Enríquez de Velasco, dal 1480 costretto al soggiorno in Sicilia.
Una volta arrivato in Spagna, dimorò a Salamanca e svolse il ruolo di precettore per i figli di alcuni nobili.
Molto presto fu incaricato di dedicarsi alle "professioni poetiche e alle facoltà oratorie" presso l'Università di Salamanca.
In quest'impegno del Marineo viene tradizionalmente indicato un passaggio decisivo per il rinnovamento umanistico del mondo iberico.
Verso il 1496 l'intellettuale siciliano accettò l'invito di Ferdinando d’Aragona ed Isabella di Castiglia a insegnare presso la scuola regia, con conseguenti dimissioni dall'Università di Salamanca.
In qualità di cronista ufficiale della famiglia reale, gli impegni del Marineo crebbero profondamente, resi anche più difficoltosi dalla natura pressoché itinerante della corte spagnola.
Nell'inverno 1506/1507 accompagnò re Ferdinando nel suo viaggio a Napoli.
Nel 1509 ricevette la nomina solenne a storiografo regio.
Negli anni seguenti si concentró sulla sua opera maggiore, l'Opus de rebus Hispaniae memorabilibus.
Alla successione di Carlo V, tra 1516 e 1519, Marineo fu confermato come storiografo regio e poi imperiale.
Giuseppe Balsamo - Palermo 1743/1795 - Avventuriero Siciliano e il piu' noto dei PocoNoti
https://it.wikipedia.org/wiki/
......e tanti altri che non ho ancora trovato ma che voi lettori potete suggerire.
N.B. TUTTI I NOMINATIVI E LE LORO STORIE SONO STATE ESTRAPOLATE O COPIATE DA INTERNET