mercoledì 22 gennaio 2020

UN'ALTRA REALTÀ
Luglio 2016

La pioggia mi aveva colto all'improvviso,non mi ero nemmeno accorto dei nuvoloni neri,carichi d'acqua che lentamente sopraggiungevano alle mie spalle.
Con le prime gocce le nuvole furono spinte da un forte vento e minacciose ricoprirono Palermo.
Di fretta e furia abbandonai la mia corsetta pomeridiana a Parco Uditore e mi lanciai verso l'uscita.
Adesso,ripensandoci,non capisco perchè quell'istintiva frenesia mi colse con le prime gocce.
Forse è una caratteristica tipica siciliana scappare impauriti dalla innocua pioggia.
Quello che so è che servi' a ben poco,poiche' gia' prima di uscire dal Parco ero fradicio d'acqua.
Come un grillo mi misi a saltare scansando pozzanghere e poi persone che correvano smaniose come me e poi auto sopraeccitate dallo sconvolgimento generale.
Per far prima saltai le ringhiere del tram ma nel caos generale non mi accorsi che sopraggiungeva il tram.
Le luci che mi abbagliavano accesero il mio cervello,rapidamente la mia frenesia divenne paura,ebbi solo il tempo di realizzare che stava per arrivare l'impatto.
Pochi secondi dopo senza capire cosa stessi facendo e dove fossi,riuscii ad aprire gli occhi e vedere di fronte a me.
Vedevo soltanto ma non capivo.
Non capivo,appunto,perchè ero ancora in grado di vedere.
Quel senso mi mostrava qualcosa di illogico che il mi cervello stordito non era in grado di comprendere.
Non ero piu' su i binari del tram con il sopraggiungere del mezzo che mi stava impattando.
Dopo il mio sconvolgimento iniziale,mi accorsi di essere dentro una strana cabina telefonica per strada.
O almeno è cio' che capii nonostante tutto intorno percepissi qualcosa di diverso,quella realta' stonava con il mio intuito.
E mentre ancora osservavo,colsi un uomo con un mantello nero avvolto da cinghie argentate che mi osservava fisso sotto il suo largo e strano copricapo.
I nostri sguardi combaciarono e l'uomo sorpreso inizio a correre.
Allora io,come se quell'uomo fosse il mio unico appiglio in quella realta' estranea che confondeva la mia vista,cominciai ad inseguirlo.
Perchè stava li' ad osservarmi?Sembrava che si stesse accertando delle mie condizioni o forse delle mie reazioni.Chi era quell'uomo?
Ero confuso ed agitato,mentre correvo istintivamente guardavo intorno a me cercando punti di riferimento.
Dove mi trovavo??
Cominciavo a guadagnare terreno verso quell'uomo che sembrava stanco dall'inseguimento.
Non vedevo mezzi di trasporto e riuscivo a correre con molta liberta' poiche' nulla intralciava i miei piedi e per dir la verita' mi accorsi che non c'erano strade ma un sottile prato tra le costruzioni.
Ma poi che razza di case erano quelle!Dove cazzo mi trovavo!
Quasi riuscivo ad afferrare il braccio di quell'uomo,quando gettandosi dentro una stessa cabina telefonica scomparve letteralmente.
Ma cosa mi sta succedendo?!Chi era quell'uomo?E perchè è scomparso all'improvviso?!
Scomparso come se fosse evaporato.....scomparso dalla mia visuale.....scomparso nel nulla!
Con la testa piena di mille domande,appoggiato alla cabina,iniziai a guardarmi intorno come fossi un uomo che ha perso la ragione.
Non trovando alcuna risposta logica,provai a racimolare tutta la ragionevolezza e lucidita' possibile,iniziai a respirare profondamente ad occhi chiusi,cercando tutta la calma possibile.
Non sapevo dove mi trovassi e gia' la gente che passava al mio fianco mi osservava incuriosita,dovevo provare a star calmo per non destare sospetti e poter capire dove fossi ma soprattutto come tornare a casa.
Con un sospiro provai a darmi un contegno stando ben eretto e fiero dimostrando serenita',nonostante,credo,il mio sorriso fosse dei piu' finti possibili.
Iniziai a camminare lentamente ed osservare ovunque con aria tranquilla di chi fa una passeggiata.
Una passeggiata in un posto sconosciuto e per di piu' incomprensibile.
Piu' osservavo e piu' mi convincevo di non essere nello stesso mondo in cui ero pochi minuti fa.
La gente era uguale,insomma uguali agli umani.
Mentre pensavo queste cose credevo di essere impazzito,non volevo cedere a quei pensieri assurdi.
La gente era vestita in maniera mai vista,alcuni erano troppo coperti con specie di mantelli colorati che di tanto in tanto cambiavano colore,altri addirittura erano nudi con delle forme geometriche che si alternavano a coprire parti diverse del corpo.
L'unica cosa che potevo fare era entrare in contatto con quella gente,per capire.
Dovevo capire dove mi trovavo e se davvero dovevo cedere ai dubbi dei pensieri che mi scorrevano in testa.
Iniziai a parlare e stupidamente non mi posi il dubbio se la gente parlasse la mia lingua.Ero troppo stordito e non considerai questa eventualita' rilevante.
"Mi scusi..."
Niente.E se non mi capiscono??Non ho alternative devo insistere!
"Mi scusi posso chiederle...."
Niente.Nemmeno uno sguardo.Forse non mi vedevano....?Prima mi osservavano pero?
"Per favore,qualcuno vuole parlarmi??"
Ebbi fortuna.
"Nca si tu parri stranieru,ciertu ca un ti capiscinu!"
Una bellissima ragazza dai lunghi capelli rossi,vestita solo di qualche tondino e triangolino mi aveva rivolto la parola come un qualsiasi rozzone palermitano.
"Straniero io??"
"Se.Nca picchi comu parri?Veni ri l'Italia?"
Parlava in quel modo ma stranamente i suoi atteggiamenti erano delicati come una nobildonna di classe,le sue parole dialettali,solitamente storpiati da quella cantilena aggrovigliata tipica dei palermitani,uscivano purificate e melodiose dalla sua bocca.
"Ah,se vegno di l'italia...scusa come parro.Vinni a vidiri dove nascio me nonno."
L'intuito rapidamente mi consiglio' di cogliere al volo quegli indizi.
Sicuramente in qualsiasi posto mi trovassi si parlava solo il siciliano come fosse una lingua e da quello che capii questo posto non si trovava in Italia,la quale era considerata una terra straniera.
Dovevo solo capire almeno se fossi ancora in Sicilia.
"Ma chi fu fuaddi to nanno ca sinn'io ra Sicilia?Pii fari mala vita nta l'Italia!"
Ok ero ancora in Sicilia!
"Eh...eh....eh si era strano nonno Vicè"
"Ahahah chi parri strano!Comunqui si t'arrinesci a convertiri a citadinanza ti poi arristari cca!Macari sii furtunato e tinni scappi ri l'Italia!Mischni chi mala vita chi fati!"
"Eh si"
Quella ragazza stranamente era morbosamente socievole e spontanea,sembrava una cacciatrice di curiosita' e fatti altrui.
Parlava dell'Italia come una nazione disastrata.Questo mi faceva capire che la situazione geopolitica era diversa da quella che io conoscevo.
"Scusa se ti fermai ma volevo sapere dov'è il centro storico?Cerco a casa unni nascio me nonno"
"Centro storico??Unni nascio to nanno?"
"Case antiche...chiese..."
"Ah u museo tecnicologico -curturali a celu apertu!"
"Eh.......si si"
"To nanno un potti nasciri au museo e mancu rintra i casi ri nobbili ca ci stannu!Che era nobbili??"
"No no,mi raccunto' me matri che la mia sbinnonna stava partorendo pii la strada e fu soccorsa dintra un palazzo.Cose antiche,dettagli confusi.....racconti cosi antichi......"
"Eh certo tempi diversi chiddi antichi,poi ci fu la crisi marittima della prima guerra mondiali,poi li Borboni assistimarono tutti li quarteri vecchi facennu i residenzi sociali"
Mentre parlava camminava ed io la seguivo al suo fianco mostrando interesse ma nella mia testa tutte quelle notizie strane dovevano velocemente essere esaminate per preparare delle risposte e contromosse che non destassero in lei alcun sospetto.
"Ficiro cose buoni li Borboni qui da voi" Ma che cazzo c'entrano i borboni?Ma in che anno siamo?Che significa tutto questo?
Non volli fare nessuna domanda nonostante avessi voglia di sequestrarla e chiederle di tutto.
"Viri dda c'è la strata ca ti puorta au museo.Po iri a peri o pigghi u tappitu d'aria compriessa"
"Ok"
"Chè?"
"Bonu,t'arringrazio.Allora ti saluto...Ciao.."
"Si saluta accussi??"
La ragazza,dopo aver appoggiato il suo corpo su di me,con i sodi seni che pressavano il mio petto,mi mise le mani intorno al collo e mi bacio' calorosamente per qualche minuto accarezzandomi poi tutta la schiena.Al mio paese questo si chiamava schiniare o quasi,visto che praticamente lei era nuda.
"Assabenedica!Accusi si saluta ni nuatri.U capisti?E facili.Un modo simpatico.In Italia comu fati?"
"Diverso.Mu poi spiegari ancora ca un lu capivi bonu?"
La seconda volta capii meglio il modo di salutare ed almeno avevo appreso bene qual'era il modo di salutare da quelle parti.
Puo' sempre tornare utile!
Dopo il suo saluto mi ridestai da quella situazione cosi' piacevole piombando stranamente ma comprensibilmente in un muto sconforto.
Ero rimasto nuovamente solo,dopo l'illusione di un piacevole momento, ed ero ancora qui in questa realta'.Non era affatto buono!
Non ero a casa,chissa' dove ed in quale anno mi trovavo. 
Piano piano il mio cervello stava respirando ed elaborava le parole della ragazza ed i dettagli dei luoghi intorno a me.
Dal posto in cui ero iniziava una specie di strada in terra battuta dalla quale pero' non si alzava un granello di polvere.
Ai lati della strada vi erano come dei tapisroulant sui quali erano fissate delle strane sedie che pero' erano molto inclinate,la gente vi si poggiava su e veniva trasportata.
Quella strada era battuta dai mezzi di trasporto,i quali risultarono assurdi ai miei occhi.
I mezzi di trasporto che vidi erano trainati da vari animali : mucche,pecore,anche cavalli,struzzi,cammelli,vidi anche un elefante.
Avevano solo due bretelle poggiate sui fianchi e trainavano una specie di carrozzino sospeso in aria,dove la gente con un telecomando guidava l'animale.
E poi biciclette,tandem,riscio' senza pedali,per non parlare di strani pattini o aggeggi a una e due ruote.
Mi sembrava di essere caduto nel futuro.
Stetti li' fermo ad osservare per circa mezz'ora finche' mi convinsi di essere nel futuro ma ancora non avevo capito dove fossi precisamente.
Sospettavo di essere in Sicilia ma non potevo esserne cosi sicuro.
Avrei dovuto chiedere: salve,dove siamo?Che anno è?
Ma non mi sembro' la cosa migliore da fare.
Dovevo cercare e carpire piu' indizi possibili,guardare ovunque e magari leggere qualche giornale.
Come comprarlo?Con quale moneta?
Tutto cio che finora mi sembrava semplicemente banale ed ovvio in questa situazione sembrava cosi terribilmente difficile.
Ma da buon palermitano mi misi il cuore in pace applicando la filosofia del "poi si vede,sistemiamo una cosa per volta".
Intanto mi avviai per la strada che la ragazza mi aveva indicato,c'era tanta gente ma mai nella mia vita avevo percepito una calma ed un ordine come quello,dentro di me ormai avevo la certezza di non poter essere nello stesso mondo in cui ero minuti fa o forse ore fa.
Avevo perso anche la percezione del tempo e chissa' quale fosse appunto quel tempo dov'ero adesso.
Dovevo appunto scoprirlo.
Da buon palermitano curioso mi stuzzico' l'idea di provare quello sconosciuto tapisroulant,non poggiava su nessun nastro e nemmeno a terra,piuttosto era sospeso in aria,mi posizionai dentro il mio quadrato,seduto sul sedile mentre soddisfatto sorridevo come uno scemo alla gente accanto a me.
Siccome non so mai stare fermo senza prendere iniziative avventate,ebbi la felice idea di giochicchiare con i quadratini agli angoli,come fosse una pianola.
E cosi' istantaneamente mi ritrovai chiuso in una cellula di vetro.
Come un pollo in delirio iniziai ad agitarmi battendo sui vetri,la gente accanto perdendo la sua aplomb rideva penosamente di me,ed ancor piu' quando scatto' la procedura d'emergenza "accura ci sunnu pobblemi,allavancalo fuora" e venni catapultato fuori.
Avevo fatto la prima figura di merda in quel mondo sconosciuto dove volevo passare inosservato.
Rosso come un peperone mi sistemai cercando un contegno,dovevo certo sembrar buffo per i mie comportamenti e principalmente per il mio abbigliamento.
Provai ad allontanarmi dirigendomi verso una specie di parco giochi e mentre puntavo a quell'aria mi accorsi con mio grande stupore che di fronte quel grande spazio aperto si apriva la visione di un monte che a me era molto noto.Avevo di fronte a me Monte Pellegrino!
"Minchia sono a Palermo!"

CONTINUA.......


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